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Damasco e dintorni

by Progetto didattico del Liceo "Leonardo da Vinci" di Floridia (Sr)

Pages 6 and 7 of 36

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I fili d'erba e le stoppie bruciate dalla calura dell'agosto fiammeggiante le davano noia, impigliandosi continuamente nella piccola corazza. Il sentiero divenne tutto d'un tratto più ripido e scosceso. I movimenti della creaturina, da lenti che erano, si fecero oltremodo guardinghi. Il suo piccolo cuore cominciò a battere a dismisura per lo sforzo e la tensione.
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Improvvisamente, abbagliata in pieno da un raggio di troppo, la creaturina non vide più nulla, mise una zampetta in fallo e rovinò giù per il dirupo. Svenne. Rinvenne che il sole già calava all'orizzonte. Aveva creduto di morire, e invece! Certo, vedeva tutto in modo strano, come sottosopra, ma sicuramente era effetto del brutto volo. Provò quindi a muoversi, ma i suoi tentativi furono del tutto inutili. Ogni sforzo risultava vano e la prospettiva del mondo rimaneva capovolta. Provò a sgambettare con più forza, ma nulla accadde. Piangente, impaurita, la piccola creatura iniziò a implorare Dio affinché la salvasse dalla brutta situazione in cui s'era cacciata per la troppa imprudenza. In realtà - con rimorso stava pensando proprio a questo- fino ad allora la creatura non aveva creduto in nessun Dio, o meglio, come tutte le creature estremamente giovani, non si era mai posta il problema della sua esistenza.
Ma adesso! Nella sua situazione! Solo l'intervento divino poteva salvarla. "Aiutami, aiutami!" implorava sempre più afflitta.