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La morale della favola è che a volte le preoccupazioni verso gli altri non corrispondono.

Un giorno una formica voleva andare a trovare la sua amica tartaruga.Tornando dalla sua passeggiata chiamò la sua amica tartaruga e questa le rispose di non andarla a trovare perché era stata contagiata dal pericoloso germo che si trovava sull'insalata . La formica chiese al dottore delle formiche Atom di aiutare la sua amica tartaruga. Arrivati alla casa sentivano un gran rumore ed entrarono, ma trovarono la tartaruga in ottima forma che festeggiava con altre sue amiche tartarughe e senza aver invitato la formica che credeva fossero amiche! La formica delusa corse più lontano da quel posto e nessuno la rivide più!

Un giorno una volpe incontrò un lupo in un torrente. Ad un certo punto il lupo finse di essersi incastrato ''Aiuto Aiuto mi sono incastrato. Aiutami ! '' disse il lupo. La volpe capì che era un inganno perché il torrente non era molto profondo e se ne andò. La morale della favola è che non bisogna provare ad ingannare le persone più furbe di te.

Un giorno un bruco di nome Gianluco andò a istigare una povera puzzola che chiedeva l'elemosina. Gianluco le disse: " Cosa fai?" E la puzzola rispose: "Ah ah ah, sto fingendo di essere bisognosa per rubare i soldi ai poveri e così diventare ricca. Tu non mi fermerai! Gianluco disse dandole un po' di banconote: " Tieni, tanto io sono già ricco!"

La morale è che è meglio chiedere piuttosto che rubare.

C'era una volta un leone che, sentendosi il re della savana, non faceva proprio niente, soprattutto in inverno, perché gli atri animali, gli portavano il cibo. Un giorno però gli animali si stancarono e non gliene portarono più così il leone mori di fame. La morale è che chi non vuol lavorale non mangia neppure!

Una volta si incontrarono un orso e un asino in un parco di una grande città. Entrambi videro un pallone da calcio. L'orso pigro si sedette tra due alberi come se fosse un portiere. L'asino decise di prendere il pallone e di tirare verso l'orso che però parò il tiro. L'asino tornò a tirare e facendo una finta fece goal!!!!! Nonostante la diversità di statura e di aggressività tra i due animali, l'asino vinse contro l'orso e se ne andò contento e soddisfatto. MORALE Non sempre vince il più forte!

C'erano una volta un elefante e un cammello. Il cammello non si accontentava mai, al contrario dell'elefante che era felice di quello che aveva. Un giorno i due si incontrarono davanti alla grotta delle meraviglie, entrambi avevano paura, quindi entrarono insieme. All'interno c'erano due bauli uno più grande e uno più piccolo. Il cammello si precipitò a prendere quello più grande, mentre all'elefante toccò quello più piccolo. Quando aprirono i due bauli il cammello ci trovò un granello di sabbia, mentre l'elefante un meraviglioso diamante. Per invidia il cammello provò ad uccidere l'elefante, ma cadde e si ruppe la testa. La morale della favola è che chi è felice di quello che ha e non è invidioso delle cose altrui sarà sempre più felice di quello che non si accontenta mai ed è invidioso.

Una volta in una giungla un camaleonte volle sfidare una gloriosa pantera :" Voglio batterti!" disse il camaleonte. "Va bene" rispose la pantera. Il camaleonte divenne invisibile e colpì da tutte le parti la pantera . Essa non vedendo il camaleonte non riuscì nemmeno a dargli un colpo. Così il camaleonte mise k.o. la pantera. Egli tutto contento disse a tutta la giungla della sua vittoria però all' improvviso la pantera tornò dal camaleonte tutta infuriata e gli diede una zampata fortissima e così il camaleonte morì. Mai provocare qualcuno più forte di te o ne pagherai le conseguenze.

LA VOLPE E IL CORVO

Un giorno un corvo trovò sul davanzale di una finestra un bel pezzo di formaggio; lo prese col becco e volò sul ramo di un albero per mangiarselo in santa pace. Proprio in quel momento passò di là una volpe che, allettata dal buon profumo, alzò la testa e vide quel pezzo di formaggio prelibato. -Buongiorno signor corvo! - esclamò la volpe astuta -Come sei bello! Che splendide piume nere hai!...se la tua voce fosse bella come le tue penne, tu staresti certamente il re degli uccelli! Il corvo vanitoso si sentì lusingato dalle parole della volpe e, non resistendo alla tentazione di far sentire la sua voce, aprì il becco. Il pezzo di formaggio gli cadde e la volpe prendendolo al volo se lo pappò con delizia. La morale è: chi gode di essere lodato con le parole ingannatrici prima o poi si pente

AUTORI ARGENTINO LUCA ARIF FERDAWSS BADI SAFAA BARAZZONI MATTIA BENADDI RIDA BOCCHETTI ANNA BOUZIDI SHEYMA BULL MELITA CALZOLARI CARLO ALBERTO CHIARI GINEVRA COPPOLA RAFFAELE DONG SARA EL MEZZI DAVID FLIOU KHADIJA FOSCHI MARCO HADDAJI TAHA KAMALANATHAN KABISAN MARCANO TOBIA SEBASTIAN JOSE NAHASSE YASSIN&nbsp;&nbsp; OTTAVIANI LUCIA PANTALEONI GIULIO PETRONELLA FRANCESCA PILURZI GABRIELE RUSPAGGIARI LUNA SANNA LEONARDO &nbsp;&nbsp; Curatotrice: prof.ssa STEFANIA DEBBI

Il cinghiale egoista

C'erano una volta un cinghiale e un leopardo che erano molto amici e adoravano giocare a calcio. Il cinghiale però non passava mai la palla, così un giorno il leopardo si stancò e andò a giocare in una squadra di gazzelle divertendosi molto di più e il cinghiale restò solo. Chi pensa solo per sé alla fine resta solo.

Un grande e feroce leone cattura un piccolo topo. Quest'ultimo riesce a convincere il leone a lasciarlo andare in cambio della sua amicizia fedele . Il leone si convince e lascia libero il topo. Quando il leone viene catturato da un cacciatore, il topo dimostra la sua lealtà alla promessa data: trae in salvo il leone dalle grinfie del cacciatore. MORALE: anche i più piccoli possono essere di grande aiuto.

La mucca, la capretta e la pecora, tolleranti delle offese, si allearono nei boschi col leone. Avendo essi preso un grosso cervo, dopo aver fatto le parti, il leone prese la parola e disse: "Io mi prendo la prima perché mi chiamo leone; la seconda me la concederete perché sono forte; la terza parte va a me perché valgo di più; quanto alla quarta, guai a chi la tocca! " Così l'arroganza di uno solo portò via l'intera preda. Dell'alleanza col potente non ci si può mai fidare.

Un mulo stava girando per il bosco quando incontrò un leone:" Ho molta fame e vorrei mangiarti, ma non ho un buon motivo per farlo; ti farò un' indovinello, se lo sbaglierai, io ti mangerò; ma se lo indovinerai ti lascerò andare". Dopo aver ascoltato l' indovinello, il mulo era in difficoltà, così arrivò l' astuta volpe che riuscì a risolvere l'indovinello. Il leone restò senza cena. MORALE Non bisogna approfittarsi dei più deboli e l' unione fa la forza.

IL LEONE IL MULO E LA VOLPE

Un giorno una formica e una volpe si confrontarono parlando del leone. Improvvisamente il leone arrivò: "Ciao, di che cosa state parlando?" La formica rispose sinceramente: "Stiamo dicendo di quanto ti puzza l'alito." Il leone sentendosi offeso, la mangiò, ma risparmiò la volpe, perché aveva detto che l'alito gli profumava e anche perché poteva ingannarlo con le sue astute idee. Così anche tra gli uomini stolti, se si dice la verità, si può finire male.

Due muli andavano con un carico sul dorso. Uno portava denaro e gioielli, l'altro due sacchi di orzo. Il primo marciava eretto, fiero e ostentava sonagli luccicanti, mentre l'altro seguiva quieto e placido. All'improvviso furono assaliti dai briganti che si gettarono sul mulo ricco, malmenandolo, e gli strapparono il prezioso carico. Al modesto carico di orzo nessuno fece caso. Il derubato piangeva disperato, ma l'altro disse: "Sono felice di contare poco: nessuno mi ha ferito e niente ho perduto." La ricchezza è soggetta a molti rischi, chi possiede poco è più sicuro.

In una pianura un coniglio abitava dentro a un buco mentre una tigre abitava in una caverna. Un giorno la tigre affamata vide il coniglio e disse: "Che belle coscette di coniglio!" lo inseguì per mangiarlo. Il coniglio si fermò e disse: "Signora tigre prima di mangiarmi potreste ascoltare una storia?". La tigre rispose di sì e ,il coniglio raccontò: "C'era una volta un coniglio più grande del re degli animali che mangiò il leone e tutti gli altri animali. Poi venne l'inverno e il coniglio andò in letargo...." "E allora!?...." disse la tigre. "Io sono quel coniglio gigante!" rivelò, il coniglio e se la mangiò.

Mai fidarsi delle persone che non si conoscono.

Un topo affamato partì in cerca di cibo. Si addentrò in un campo di gigli dove incontrò una volpe. ''Dove vai ?'' gli chiese la volpe. Il topo aspettò un pò e poi rispose: ''Vado a mangiare una noce.'' La volpe disse che sapeva dove si trovava un albero di noci buonissime. Quindi il topo seguì la volpe che lo condusse in un burrone profondo dove cadde e morì.

La morale della favola è di non fidarsi mai di quello che ti dicono altri, a meno che non sia una persona sincera.

Una volpe e un asino erano molto amici. Alla volpe piaceva giocare a poker infatti era sempre a casa dell'amico. La volpe riusciva sempre a vincere barando, ma l'asino non riusciva mai a coglierla sul fatto. Un giorno l'asino capì, per puro caso, come la volpe riusciva a prenderlo in giro e decise di giocare nello stesso modo dell'amica. Per la prima volta l'asino vinse una partita. La volpe sconsolata non riusciva a capire come fosse potuto accadere. La morale è: chi la fa l'aspetti.

Il cane e il pezzo di carne

Un cane, mentre stava attraversando a nuoto un fiume, portando in bocca un pezzo di carne, vide nello specchio dell'acqua la sua immagine e credendo che ci fosse un altro cane con un' altra preda, volle strappargliela: ma quell'avido, deluso, non solo lasciò andare il cibo che aveva in bocca, ma neppure poté afferrare quello che desiderava. Prendere giustamente il proprio, chi cerca di capire l'altrui. Morale della favola: chi troppo vuole, nulla stringe. Meglio accontentarsi di quello che si ha, che rischiare di perderlo.

In una savana c'era un leone che parlava male degli animali. "Ha ha ha! Questi animali non potrebbero fare nulla contro di me! Sono troppo stupidi!" Nessun animale osava sfidare il leone. Un giorno però un elefante decise di andare dal leone e gli disse: "Sei sicuro di essere il più forte?" Il leone rispose: "Sì, neanche se vi metteste insieme potreste fare qualcosa a me." Allora l'elefante decise di andare dagli altri animali per convincerli a unirsi con lui. Andarono a combattere il leone questo vedendo tutti gli animali che erano pronti a sfidarlo scappò immediatamente. La morale è che l'unione fa la forza.

Un giorno una volpe affamata passò accanto a una vigna e vide alcuni bellissimi grappoli d'uva che pendevano da un pergolato. -Bella quell'uva - esclamò la volpe e spiccò un balzo per cercare di afferrarla, ma non riuscì a raggiungerla, perchè era troppo alta. Saltò ancora e poi ancora e più saltava più le veniva fame. Quando si accorse che tutti i suoi sforzi non servivano a nulla disse: - Quell'uva non è ancora matura e acerba non mi piace - E si allontanò dignitosa, ma con la rabbia nel cuore. La favola è scritta per coloro che disprezzano a parole ciò che non possono avere.

LA ZEBRA E LA VOLPE VANITOSA

Un giorno una zebra incontrò una volpe. La volpe si vantava perché la zebra era brutta e lei no. Alcuni cacciatori decisero di incendiare il bosco per catturare tante prede. La zebra essendo amica di tutti venne avvisata dai suoi amici uccelli. Mentre cercava di scappare incontrò tre cuccioli di volpe, li prese in groppa e li salvò. Poco dopo incontrò la volpe che l'aveva maltrattata e la vide piangere per i suoi cuccioli, così la zebra capì che i cuccioli che aveva salvato erano i suoi e glieli Restituì. La volpe le chiese scusa e la zebra le rispose: "Anche se sono brutta o diversa, sono sempre un animale come te." LA MORALE Se uno è diverso o ha qualche difetto non significa che non debba essere rispettato come gli altri.

Scuola secondaria di primo grado "G. Marconi"

Un giorno una formica incontrò un leone che le propose una lotta. La formica giudiziosa dovette rifiutare e rimandò la lotta. Dopo un mese tornò con altre mille compagne per affrontare il leone e vinsero la lotta. Quindi la morale è che l'unione fa la forza.

Un cervo, dopo aver bevuto, si fermò nei pressi di una fonte e vide specchiata nell'acqua limpida la sua immagine. Fermo lì, ammirandosi , lodò le sue imponenti e ramose corna, biasimando invece le zampe lunghe e sottili. Atterrito, a un tratto si mise a fuggire sentendo le voci dei cacciatori. Agile e scattante, fuggì per la campagna, riuscendo a sfuggire dai morsi dei cani da caccia. Si tranquillizzò solo dopo aver trovato scampo in un boschetto lì vicino. Ma venne trattenuto e fermato dalle lunghe corna. Venne raggiunto dai cani da caccia, che lo stanarono. Si narra che poco prima del colpo finale pronunciò queste parole: ''Oh, me infelice! Perché solo ora comprendo quanto siano state utili le cose che avevo poco prima disprezzato e quanto danno invece mi abbiano recato quelle che avevo lodato!" Questa favola conferma che spesso ciò che puoi aver disprezzato, risulta più utile di quello che hai esaltato poco prima.

Le favole dove stanno? Ce n'è una in ogni cosa: nel legno del tavolino, nel bicchiere, nella rosa. La favola sta lì dentro da tanto tempo, e non parla: è una bella addormentata e bisogna svegliarla. Ma se un principe, o un poeta, a baciarla non verrà un bimbo la sua favola invano aspetterà.

LA VOLPE E LA GRU

Una sera una volpe invitò a cena una gru. Le chiese di sdraiarsi davanti a lei per mangiare. Ma la gru rifiutò per paura di essere mangiata. Il giorno dopo la volpe invitò di nuovo la gru a cena e, come il giorno precedente, le chiese di sdraiarsi davanti a lei per mangiare; le offrì del pane ma la gru, per paura di essere mangiata, rifiutò. Allora la volpe invitò per la terza volta la gru a cenare e le offrì delle erbe e dei pesci. La gru si precipitò subito a mangiare davanti alla volpe e questa la sbranò. Stare sempre attenti a chi è più furbo di te

Un giorno la volpe invitò a cena la cicogna. Per prendersi gioco di lei le servì del brodo in un piatto largo. Mentre la volpe lo lambì facilmente, la cicogna col suo lungo becco tentò inutilmente, rimanendo a bocca asciutta. La cicogna non disse nulla, ma pochi giorni dopo ricambiò l'invito. Per cena preparò una gustosa zuppa di carne tritata che servì in un fiasco lungo e stretto. Il becco della cicogna ci passava senza difficoltà mentre il muso della volpe non riusciva ad entrarci. Mentre la volpe leccava invano il collo dei quel fiasco l'uccello migratore disse: - Deve ognuno seguire di buon grado quello di cui egli stesso ha dato esempio! Chi la fa l'aspetti!-

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