La Settimana della lettura a.s. 2021/2022

URBANIZZARE LE UTOPIE

D'una città non godi le sette o settantasette meraviglie ma la risposta che dà a una tua domanda.

Stavamo camminando per strada, quando Zoe vide un libro a terra. Ci fiondammo subito tutte e sei a vedere che cosa fosse: le pagine erano gialline e un po’ rovinate, questo indicava che il libro era antico, la copertina era di un marrone scolorito. Pensammo fosse stato colpito da intemperie varie. Vi era una scritta non molto visibile che diceva “THE WORLD SECRET”. Appena Elisa prese in mano il libro, notò una scritta che suscitò in noi inquietudine: ”NON APRIRE QUESTO DIARIO”. Lina non diede ascolto a quell'avvertimento; “Lina non aprirlo!!” le gridò Elisabetta impaurita, “lasciatela fare” disse Elisa senza speranze, “io lo aprirei” disse Aurora, “anche io!!!” aggiunsero Chiara e Zoe. Dopo una lunga contesa, si convenne di aprirlo:eravamo tutte ansiose ma alla fine il coraggio vinse e aprimmo il libro.

La città era composta da ragnatele e sacchi e le case erano molto colorate e vivaci, seguivano l’ordine dell’arcobaleno, posate su fili delle ragnatele, come gli abitanti. La capitale era Sacco ed ogni cosa che doveva essere contenuta era riposto in sacchi più o meno grandi. La lingua parlata il sacchese, derivata dal neolatino proprio come l’italiano e il francese. L’alfabeto era simile all’italiano tranne qualche cambiamento nelle lettere. Gli abitanti si chiamavano Saccolini e per ogni occasione avevano un vestito di colore diverso: per Natale il rosso, per Halloween l'arancione, per Pasqua qualsiasi tonalità di lilla. Invece, quando ci sono i compleanni si devono vestire tutti di colori diversi mentre per i funerali si usa il color bianco, espressione di vuoto, un po’ come il nero. Le gocce, cadendo dalle foglie dell’albero, disturbavano il sonno dei poveri abitanti, ogni giorno.

Elisabetta, Zoe, Lina, Chiara, Aurora e Elisa, 2°C

Gli antichi costruirono Valdrada sulle rive d’un lago con case tutte verande una sopra l’altra e vie alte che affacciano sull’acqua i parapetti a balaustra. Così il viaggiatore vede arrivando due città: una diritta sopra il lago e una riflessa capovolta. Non esiste o avviene cosa nell’una Valdrada che l’altra Valdrada non ripeta, perché la città fu costruita in modo che ogni suo punto fosse riflesso dal suo specchio, e la Valdrada giù nell’acqua contiene non solo tutte le scanalature e gli sbalzi delle facciate che s’elevano sopra il lago ma anche l’interno delle stanze con i soffitti e i pavimenti, la prospettiva dei corridoi, gli specchi degli armadi. Gli abitanti di Valdrada sanno che tutti i loro atti sono insieme quell’atto e la sua immagine speculare, cui appartiene la speciale dignità delle immagini, e questa loro coscienza vieta di abbandonarsi per un solo istante al caso e all’oblio. Lo specchio ora accresce il valore delle cose, ora lo nega. Non tutto quel che sembra valere sopra lo specchio resiste se specchiato. Le due città gemelle non sono uguali, perché nulla di ciò che esiste o avviene a Valdrada è simmetrico: a ogni viso e gesto rispondono dallo specchio un viso o gesto inverso punto per punto. Le due Valdrade vivono l’una per l’altra, guardandosi negli occhi di continuo, ma non si amano.

Settimana della lettura, 30 maggio-3 giugno 2022

Il tema di quest'anno per la Settimana della lettura è: Creiamo insieme il nostro paesaggio utopico. Da qui l'idea di approcciare il romanzo Le&nbsp;Città&nbsp;invisibili&nbsp;di&nbsp;Italo Calvino. Ma perché? Con i ragazzi si è discusso sul concetto di UTOPIA e di mondi e realtà utopiche: ci siamo chiesti se ciò che appartiene alla dimensione utopica possa realizzarsi davvero nella realtà delle cose. Spesso, infatti, ciò che utopico è anche irreale, ma non sempre: è più facilmente invece invisibile ai più. Si tratta di "leggerlo" e scovarlo tra le cose della vita, esplicitarlo e guardarlo come esempio. Abbiamo così passato in rassegna alcune delle città descritte dallo scrittore e, nell'immaginarle, ve le riproponiamo secondo il nostro punto di vista: Bauci, Ottavia, Fedora, Valdrada, tutte città al femminile, ognuna speciale per qualcosa che insegna e regala, con l'immaginazione, al lettore che la sa visitare. In questo libro digitale abbiamo quindi raccolto i lavori prodotti dagli alunni delle classi 1° e 2° C della Scuola Secondaria di Dresano che si sono impegnati in lavori sia individuali sia di gruppo in un percorso durato il tempo di una settimana scolastica, alla fine di un anno di lavoro lungo e impegnativo.

C'è una spensierata e desolata città chiamata Cordotela city; il suo nome prende spunto da come è costruita: essa sorge su una ragnatela ed è sostenuta da corde. A Cordotela city vivono e abitano delle creaturine fatte di polvere e di chicchi di lenticchie, i Pulenticchi. Questi abitanti praticano diversi lavori tra cui il “pesca stella“ che consiste nel legarsi una corda intorno alla vita e farsi lanciare come un lazzo, per poi catturare una stella. Alcuni piatti tipici di questa popolazione sono i panini farciti di lenticchie fatte dai Pulenticchi più anziani, con contorno di ragnapatate e come dessert sorbetto di stelle pescate.

Essendo una città molto piccola e indisturbata, una volta all’anno tutti gli abitanti competono in una gara che consiste nel partire da una piattaforma sospesa, aggrapparsi a una corda per poi fare il giro di tutta la città; lo scopo è accaparrarsi tre bandiere e ritornare sulla piattaforma nel minor tempo possibile. Il brutto di questa città? Troppo piccola, ogni giorno rischia di essere distrutta...&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;

IMPATTO ZERO ABBONDANZA DI OSSIGENO NATURA VIVA E ROBOTIZZATA UMANITA' PRESENTE E SORRIDENTE ARIA PULITA COSTRUZIONE DI MONDI E IDEE COLORE: AZZURRO BLU CIBO ABBONDANTE E RICCO CASE GRANDI E TECNOLOGICHE

INQUINAMENTO MANCANZA DI OSSIGENO NATURA MORTA UMANITA' ASSENTE ARIA MALSANA DISTRUZIONE COLORE: GRIGIO CIBO CONTAMINATO CASE PICCOLE E ARRETRATE

Jacopo, Danil, Edoardo, Nicholas e Valentina, 1°C

"Un poema d'amore alle città"

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AMORE FELICITA' PACE AMICIZIA VERITA' FORZA SOLE E LUCE INFINITA' DI CIBO GENEROSITA'

ODIO TRISTEZZA OSTILITA' RIVALITA' FALSITA' DEBOLEZZA PIOGGIA E OSCURITA' MANCANZA DI CIBO EGOISMO

Emanuele, Giada, Alessia, Denny, Federico, Giona e Giulia, 1°C

Dal brainstorming fatto in classe, ecco quanto emerge...

Se volete credermi, bene. Ora dirò come è fatta Ottavia, città-ragnatela. C'è un precipizio in mezzo a due montagne scoscese: la città è sul vuoto, legata alle due creste con funi e catene e passerelle. Si cammina sulle traversine di legno, attenti a non mettere il piede negli intervalli, o ci si aggrappa alle maglie di canapa. Sotto non c'è niente per centinaia e centinaia di metri: qualche nuvola scorre; s'intravede più in basso il fondo del burrone.

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Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . Le città invisibili . . . . . . . . . . . . . . Bauci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ottavia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fedora . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Valdrada . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Questa è la base della città: una rete che serve da passaggio e da sostegno. Tutto il resto, invece d'elevarsi sopra, sta appeso sotto: scale di corda, amache, case fatte a sacco, attaccapanni, terrazzi come navicelle, otri d'acqua, becchi del gas, girarrosti, cesti appesi a spaghi, montacarichi, docce, trapezi e anelli per i giochi, teleferiche, lampadari, vasi con piante dal fogliame pendulo. Sospesa sull'abisso, la vita degli abitanti d'Ottavia è meno incerta che in altre città. Sanno che più di tanto la rete non regge.

Questa città, di nome “La Città Sospesa’’ è collocata nell’immensità dello spazio, in una galassia sconosciuta e lontana lontana, di nome “Titanos-52-AC7’’. Vedendola in lontananza appare come una città povera e triste, sostenuta da due enormi ragnatele attaccate a due grandi asteroidi: il primo di nome 5-S-8-L, invece il secondo di nome A-7-3-M; queste due ragnatele sono state create da un ragno di specie vedova nera chiamato Goragh definita padrona della galassia e della città. Avviandosi verso la città, verso l’interno, tutto cambia: la città è molto disordinata e colorata. La maggior parte delle case sono attaccate a lunghi fili, collegate tra loro da numerose scale. Il tutto è incatenato ad alte montagne, che costituiscono il centro della città. La città si articola in numerosi oggetti sparsi: telefoni, campi da calcio, annaffiatoi, bacinelle, piante e molto altro.

Gli abitanti della città, i sospesiani, sono un popolo pigro e allegro insieme; infatti, la maggior parte di loro si sposta di cavo in cavo. In questa città non esistono i soldi ma solo il baratto. Le materie prime le ricavano dagli oggetti fluttuanti nello spazio che provengono da mondi sconosciuti. Questi oggetti si impigliano nelle ragnatele e con una canna da pesca i sospesiani li raccolgono tutti per fabbricarne altri. Le persone di questa città vivono quanto noi umani ma hanno una particolarità: nascono dalle uova del ragno in sacchi collocati sotto la città. Le persone nascono da vecchie e, man mano, diventano sempre più giovani, fino a all’età di zero anni quando vengono spostati in un altro sacco, per poi essere mangiati dal ragno, che darà vita ad altri sospesiani. In questo modo i sospesiani sanno quando dovranno morire. La dinastia reale è iniziata nel 3000 a.C., quando Goragh creò la galassia e il pianeta. Il re e il protettore della città rimarrà per sempre lui.

Pietro, Gabriele, Edoardo e Mario, 2°C

Dopo aver marciato sette giorni attraverso boscaglie, chi va a Bauci non riesce a vederla ed è arrivato. I sottili trampoli che s'alzano dal suolo a gran distanza l'uno dall'altro e si perdono sopra le nubi sostengono la città. Ci si sale con scalette. A terra gli abitanti si mostrano di rado: hanno già tutto l'occorrente lassù e preferiscono non scendere. Nulla della città tocca il suolo tranne quelle lunghe gambe da fenicottero a cui si appoggia e, nelle giornate luminose, un'ombra traforata e angolosa che si disegna sul fogliame. Tre ipotesi si danno sugli abitanti di Bauci: che odino la Terra; che la rispettino al punto d'evitare ogni contatto; che la amino com'era prima di loro e con cannocchiali e telescopi puntati in giù non si stanchino di passarla in rassegna, foglia a foglia, sasso a sasso, formica per formica, contemplando affascinati la propria assenza.

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Al centro di Fedora, metropoli di pietra grigia, sta un palazzo di metallo con una sfera di vetro in ogni stanza. Guardando dentro ogni sfera si vede una città azzurra che è il modello di un'altra Fedora . Sono le forme che la città avrebbe potuto prendere se non fosse, per una ragione o per l'altra, diventata come oggi la vediamo. In ogni epoca qualcuno, guardando Fedora qual era, aveva immaginato il modo di farne la città ideale, ma mentre costruiva il suo modello in miniatura già Fedora non era più la stessa di prima, e quello che fino a ieri era stato un suo possibile futuro ormai era solo un giocattolo in una sfera di vetro.

Illustrazione di Pio Cocomazzi

ORGANIZZAZIONE COMPLESSA ED EFFICIENTE LEGGI SCRITTE, CHIARE E BEN PRECISE GIUSTIZIA EQUA SENZA DISCRIMINAZIONI ECONOMIA RICCA E LIBERA POTERI DIFFERENZIATI

BUROCRAZIA LENTA E INEFFICIENTE LEGGI ORALI, INCOMPRENSIBILI E GENERICHE GIUSTIZIA PARZIALE ECONOMIA POVERA E DEBOLE POTERI DITTATORIALI

Beatrice, Martina, Giorgia, Lorenzo, Nicole, Chiara, Christian e Gabriele, 1°C

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CLASSI 1°C e 2°C don Milani, Dresano

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