
C’era una volta una volpe molto furba e altrettanto famelica; la sua fama era tale che tutti gli animali erano fuggiti dal bosco in cui abitava, per paura di finire divorati. Alla fine, la volpe si era trovata senza più nulla da mettere sotto i denti. L’animale, spinto dalla fame, aveva abbandonato il bosco e fu così che si ritrovò in un vigneto.
Dai tralci di vite penzolavano dei grossi grappoli d’uva: gli acini erano dolci e succosi e avevano un aspetto delizioso. Così, la volpe, si sollevò sulle zampe posteriori per afferrare qualche grappolo; tuttavia, non era alta a sufficienza e non riusciva nemmeno a sfiorare gli acini. Dopo qualche tentativo, la volpe prese la rincorsa e cercò di raggiungere l’uva saltando: anche questa volta, però, non riuscì.
Poiché tutt’intorno a lei si stava radunando una folla di animali curiosi, la volpe, per non fare brutta figura, se ne andò col petto gonfio, esclamando ad alta voce: “Quest’uva è ancora acerba”.
Spesso, le persone denigrano ciò che non riescono ad avere.
Dai tralci di vite penzolavano dei grossi grappoli d’uva: gli acini erano dolci e succosi e avevano un aspetto delizioso. Così, la volpe, si sollevò sulle zampe posteriori per afferrare qualche grappolo; tuttavia, non era alta a sufficienza e non riusciva nemmeno a sfiorare gli acini. Dopo qualche tentativo, la volpe prese la rincorsa e cercò di raggiungere l’uva saltando: anche questa volta, però, non riuscì.
Poiché tutt’intorno a lei si stava radunando una folla di animali curiosi, la volpe, per non fare brutta figura, se ne andò col petto gonfio, esclamando ad alta voce: “Quest’uva è ancora acerba”.
Spesso, le persone denigrano ciò che non riescono ad avere.
Il raspo e le sue parti

Grazie per la Vostra attenzione,
Maria Giovanna Tursi
Maria Giovanna Tursi

