Fiscalità e legalità a scuola

Le principali attività dell'Agenzia delle Entrate sono: - l'informazione e l'assistenza per semplificare il rapporto con i contribuenti;&nbsp; - il contrasto all'evasione fiscale; - la gestione della disputa giudiziaria.&nbsp; L'organizzazione dell'Agenzia delle Entrate è divisa in tre Organi: il Direttore, il Comitato di gestione e il Collegio dei Revisori dei Conti. È articolata in diversi livelli territoriali: - Direzioni centrali e regionali, che hanno il compito di programmazione, indirizzo, coordinamento e controllare gli uffici; - Direzioni provinciali, che comprende uno o più uffici territoriali e&nbsp;un ufficio di controllo, che controlla e si accerta dei tributi. I servizi telematici, forniti dall'Agenzia delle Entrate, si suddividono in due tipologie: - servizi accessibili tramite il loro sito web, per tutti i contribuenti;&nbsp; - servizi riservati solo ai titolari dei canali telematici Entratel e Fisconline. Ascoltando i funzionari e analizzando gli opuscoli ed il materiale di studio, gentilmente consegnato dall’Agenzia delle entrate, abbiamo appreso quanto è importante formarsi e diffondere la cultura della legalità fiscale. Michelle Marino, Ivan Malizia, Giulia Guarino, Asia Busacca, Mattia Di Chiara, Victoria Cusumano Classe&nbsp;Terza B&nbsp;

Sappiamo che le leggi che introducevano nuove tasse, negli Stati dell’Europa occidentale dell’età moderna, dovevano essere approvate dal Parlamento, che è l’organo rappresentativo del popolo. Ciò non accadde nelle colonie inglesi dell’America Settentrionale, quando il parlamento di Londra introdusse lo Stamp Act (“legge del bollo”), che imponeva ai cittadini delle colonie di pagare, mediante l’apposizione di un bollo, una tassa su ogni foglio stampato; naturalmente, le colonie si ribellarono perché erano tassate senza il loro consenso, espresso da propri rappresentanti in Parlamento e rivendicarono tale diritto. Oggi, che per fortuna viviamo in un paese democratico, i parlamentari, eletti dal popolo, rappresentano i cittadini alle Camere anche quando decidono sulle nuove tasse. In realtà pagare le tasse non piace a nessuno, ma bisogna capire che è un comportamento indispensabile per la buona organizzazione di una società civile; infatti solo pagando le tasse è possibile finanziare tutti i servizi e le infrastrutture di cui necessitano i cittadini (istruzione, sanità, giustizia, strade, porti, ecc.).

Storicamente, la questione fiscale è stata spesso una questione politica, relativamente alla quale si sono scatenate guerre e rivoluzioni. Celebre è la Guerra d'Indipendenza Americana, con il famoso motto "no taxation without representation", che consisteva in una critica del fatto che i coloni non avessero rappresentanti nel Parlamento della madre patria, l'Inghilterra. Affine è il caso della “Ship Money”, tassa che fu introdotta contro il volere del popolo inglese, che causò proprio la celebre rivoluzione, la cui conclusione combaciò con la proclamazione del Bill of Rights. Anche nella nostra magnifica Costituzione, viene ribadita l'importanza delle tasse, ma si precisa che lo Stato non può imporre una tassa senza motivo, piuttosto, prima si devono porre due domande emblematiche: chi decide una nuova tassa e su chi deve essere imposta? Concludo dicendo che, per far sì che uno Stato possa funzionare senza problemi, è necessario che ogni cittadino che ne fa parte paghi le tasse per senso civico e onestà, due concetti alla base di un altro molto più grande: la legalità.&nbsp; Matteo Messineo, classe III A

Parlare di fiscalità a scuola per esprimere la nostra appartenenza allo Stato L’Agenzia delle Entrate, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, ha promosso il progetto “Fisco e Scuola” per diffondere tra i giovani la cultura della legalità fiscale; educare al comportamento fiscalmente corretto vuol dire preparare, in futuro, cittadini consapevoli che non hanno un rapporto conflittuale con le tasse. Ogni anno gli istituti scolastici organizzano visite guidate agli uffici, incontri diretti con i funzionari ed altre attività, che per via del covid-19, quest’anno non sono state espletate. Nonostante le dovute restrizioni, l’istituto comprensivo “Maria Montessori” di Caltagirone è comunque riuscito a realizzare delle iniziative: gli alunni delle terze classi di scuola secondaria di primo grado hanno partecipato ad una conferenza, via Meet, con il direttore dell’Agenzia delle Entrate del comune di Caltagirone. Ma perché si parla di legalità a scuola? Dobbiamo considerare come legalità anche il rispetto delle regole fiscali, esso è un dovere civile alla base del vivere sociale, poiché l’obbligo di contribuire, secondo le proprie possibilità, affonda le radici nella nostra Costituzione.

Tutto ciò ci fa capire come ogni cittadino "partecipi" al pagamento delle tasse in relazione alla propria disponibilità economica: aumentando le tasse, o più precisamente applicando un'aliquota più alta, a chi ha un reddito maggiore e, al contrario, diminuendo il prelievo economico ai lavoratori o cittadini con un reddito più basso. Per me questo discorso, che si è concluso con un accenno all'organizzazione dell'Agenzia delle entrate, è stato molto interessante e formativo. Grazie a questo ho infatti capito meglio il sistema fiscale odierno, chiarendomi dei dubbi e riuscendo anche a confrontarmi con i miei compagni riguardo questo importante argomento, che mi toccherà affrontare praticamente da lavoratore. Proprio per questo motivo io ho seguito con piacere quest’iniziativa e apprezzerei molto che tutti ricevano ed abbiano la possibilità di studiare questi argomenti a scuola, per preparare i giovani di oggi alla società in cui viviamo. Gabriele Pantano, Classe III A

L'importanza del sistema fiscale in uno Stato democratico Uno stato democratico è governato nell’interesse dei cittadini, che eleggono i propri rappresentanti nel parlamento. E’ grazie alla rappresentanza che le specifiche esigenze di un territorio possono essere esposte, valutate e, se possibile, soddisfatte. Per il funzionamento dello Stato e per fornire i servizi pubblici a tutta la collettività, sono necessarie notevoli risorse finanziarie, che devono essere ricavate dalla collettività stessa. La raccolta delle risorse finanziarie viene denominata “fisco”, dal latino “fiscus”, che era un cesto di vimini che conservava il denaro riscosso dal popolo. Oggi per fisco, intendiamo l’Amministrazione Finanziaria, che si occupa di raccogliere il denaro ricavato dalle tasse per consentire allo Stato di potere erogare i servizi pubblici.&nbsp; Nella società di oggi, perseguire la legalità, con il rispetto da parte di tutti i cittadini delle regole fiscali, garantisce un miglior funzionamento dello Stato e dei servizi pubblici e aiuta i contribuenti a pagare tributi più equi. La collettività solo grazie al pagamento dei tributi gode dei servizi pubblici, che sono tutte le attività prestate al bene comune (strade, trasporti, salute, rifiuti, sicurezza del territorio, ambiente, cultura…). L’articolo 53 della nostra Costituzione recita che tutti i cittadini devono contribuire alle spese pubbliche pagando i tributi in funzione del proprio reddito, secondo il criterio della progressività.

Il buon cittadino paga le tasse L’Agenzia delle Entrate e il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca in accordo con gli istituti scolastici promuovono diverse iniziative per diffondere tra i giovani la cultura della legalità fiscale,. Quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria, l’Agenzia delle entrate, per espletare il progetto sulla fiscalità, ha utilizzato, in modalità on line, una videoconferenza a cui hanno partecipato le classi terze della secondaria di primo grado. Pertanto, giorno 26/11/2020, le terze A e C, alle ore 09,30 hanno incontrato virtualmente la referente al progetto Fisco e scuola, Tiziana Gugliuzza, e il dottor Salvatore Chines, direttore dell’Agenzia delle Entrate, un Ente Pubblico che svolge le funzioni relative alla gestione dei Tributi (prestazione patrimoniale che il cittadino deve corrispondere allo Stato per assicurare le risorse necessarie al suo funzionamento e all’erogazione di servizi pubblici). I due impiegati hanno spiegato cos’è l’Agenzia delle Entrate, cosa sono i tributi, la partita IVA, il codice fiscale e come si crea, ma soprattutto hanno fatto capire agli studenti quanto sia importante pagare le tasse, per garantire il bene collettivo.

L’iniziativa ci ha fatto riflettere anche sul valore della fiscalità attraverso lo scontrino, l’Iva, l’Irpef, l’aliquota, termini con i quali dobbiamo prendere confidenza per condividere le regole della legalità. L'Agenzia delle Entrate fornisce servizi anche via internet: navigando tra queste pagine noi studenti possiamo trovare risposte alle curiosità più varie sul fisco, a cominciare dalla sua derivazione etimologica e dall’uso che ne facevano i Romani ai tempi dell’impero. Rendere facilmente accessibile il mondo del fisco ai più giovani vuol dire preparare le future generazioni ad una convivenza civile e sociale responsabile e corretta. Giuseppe Angelico, Francesco Di Giacomo, Gloria Puglisi, Noemi Strano, Paola Varsallona e Giulia Garofalo Classe Terza C&nbsp;

Questo sistema è costituito:&nbsp; - dall’anagrafe tributaria, centro di raccolta dei dati di interesse fiscale inerente a ogni cittadino, società e ente; - dal codice fiscale, composto da 16 caratteri e rappresenta lo strumento di identificazione dei cittadini;&nbsp; - dalla tessera sanitaria, una tessera personale che contiene il codice fiscale, i dati anagrafici e assistenziali;&nbsp; - dalla partita&nbsp;IVA, che serve per intraprendere una società, presentando una dichiarazione all'Agenzia delle Entrate, entro 30 giorni.&nbsp; Nei sistemi tributari più antichi si prelevano le imposte reali con aliquote proporzionali. L’aliquota è la percentuale da applicare al proprio capitale. Si divide&nbsp;in fissa e cangiante: l’aliquota fissa è la variante del comune, invece, l’aliquota cangiante è una trattenuta, che viene fatta del comune. I principi fondamentali sono descritti nell'articolo 23, in cui si stabilisce che solo il Parlamento può creare, modificare o eliminare una norma tributaria e nell’articolo 53, dove si afferma che tutti i cittadini sono tenuti a collaborare alle spese pubbliche, ognuno in base al proprio reddito.&nbsp;

La fiscalità non è elemento di discussione solo adesso, ma lo era anche da molto prima. Ritornando a circa quattrocento anni fa, quindi nel Seicento, c’era un problema fiscale nelle monarchie. Per finanziare l’esercito venivano utilizzati tanti soldi e quindi si andava a secco. Proprio per questo motivo il prelievo fiscale aumentò e da qui, naturalmente, scaturirono diverse insurrezioni.&nbsp; “No taxation without representation” è un’espressione utilizzata, nel secolo successivo, agli inizi della Rivoluzione Americana, per sottolineare il fatto che le colonie non volevano che venissero imposte nuove tasse, se non fosse stato consultato il Parlamento. Quindi, anche loro volevano dei rappresentanti nel Parlamento inglese, che decideva sulle nuove tasse. Possiamo dire che l’argomento fiscalità è sempre stato anche legato alla politica, relativamente a chi doveva imporre le tasse e su chi: le rivoluzioni, praticamente, derivano tutte da qui. L’esempio più lampante di tutto questo è la Rivoluzione Francese, in cui gli Stati Generali vennero convocati per la necessità di una riforma del sistema fiscale.

In realtà, il primo vero cambiamento avvenne grazie alla "Dichiarazione dei Diritti dell'uomo e dei cittadini", la quale stabilì che dovevano essere i cittadini a mantenere economicamente, attraverso il pagamento dei tributi, i loro rappresentanti e l'amministrazione pubblica.&nbsp; Con il passare del tempo, le idee della prima Costituzione europea si sono evolute, dando vita agli&nbsp;odierni principi e leggi fiscali. Proprio la settimana scorsa le classi terze della mia scuola hanno avuto la possibilità di apprendere e conoscere il sistema fiscale attraverso una conferenza tenuta dall'Agenzia delle Entrate di Caltagirone, con la quale siamo riusciti non solo a chiarire alcuni dubbi, ma anche a trovare delle parole chiave riguardanti la fiscalità. Tra queste è presente il termine "evasione fiscale", fenomeno che coinvolge molte persone le quali, pur avendone la possibilità, non pagano le tasse. In particolare, nel territorio italiano diversi cittadini disonesti non pagano le tasse, compiendo un danno all'intera popolazione. Oggi si stima che l'evasione fiscale ammonti a 110 miliardi, un'enorme cifra che lo Stato dovrà sottrarre ai servizi sanitari, scolastici e non solo. Come possiamo vedere, questo enorme fenomeno danneggia la collettività pubblica, rendendo i servizi più scadenti. Fortunatamente lo Stato, con il passare del tempo, sta adoperando dei sistemi che possano contenere l'evasione fiscale, come l'utilizzo del bancomat o di altri strumenti, che però non risolvono a pieno il problema.

Noi ragazzi, i contribuenti del domani Al giorno d'oggi la fiscalità è uno dei temi più trattati e commentati all'interno del nostro Paese. Grazie a questi dibattiti, chiunque è ormai in grado di elaborare un pensiero riguardante i debiti statali, l'evasione fiscale o il pagamento delle tasse. Il pagamento delle tasse e l'organizzazione del sistema fiscale sono stati sempre presenti nel corso del tempo, basti pensare che fin dall'Impero Romano esisteva il ruolo di esattore delle tasse, che aveva il compito di riscuotere i tributi dei cittadini per conto dello Stato. Fino al XVI secolo, il sistema finanziario degli Stati dell’Europa occidentale era molto diverso dal nostro; infatti, vivendo in una società feudale, solo i più poveri pagavano delle tasse che finivano nelle tasche dei nobili, che invece godevano di diversi privilegi fiscali. I primi cambiamenti si videro durante l'età moderna, quando, soprattutto grazie alla diffusione delle idee di uguaglianza dell'Illuminismo, si svolsero diversi dibattiti su chi dovesse decidere di imporre una tassa e su chi dovesse ricadere. Un esempio di tassa che suscitò molto scalpore tra i cittadini fu la "Ship money", una tassa imposta in Gran Bretagna nella prima metà del XVII secolo, che in origine doveva essere pagata solo dagli abitanti delle città costiere, ma che fu estesa a tutti i cittadini del Regno.&nbsp;

Io penso che tutti debbono pagare le tasse, ovviamente fino a quando ce lo si può permettere. La mia più grande attenzione è posta agli evasori fiscali, che dovrebbero essere innanzitutto puniti, per poi restituire tutto ciò che non hanno pagato. Trovo assolutamente ingiusto e irresponsabile usufruire dei servizi pubblici quando non paghi le tasse. Purtroppo, in Italia, ce ne sono tante di persone così: soprattutto le persone famose che, per alcuni ragazzi soprattutto, sono idoli, commettono reati del genere e danno il cattivo esempio a tutti. Girano, però, spesso, false notizie su questi reati; infatti, prima di giudicare, bisogna essere certi di ciò che si dice e documentarsi bene. Alessio Alparone, Classe III A

Coloro che non pagano le tasse pur potendo, in Italia vengono perseguiti dall’Agenzia delle Entrate in quanto “evasori fiscali”. L’Agenzia delle Entrate si occupa quindi del controllo dei pagamenti dei tributi, contrastando l’evasione fiscale per il tramite della Guardia di Finanza. I tributi sui redditi dei pubblici dipendenti vengono trattenuti direttamente dallo Stato al momento del pagamento degli stipendi. A chi invece lavora autonomamente o come imprenditore (nei settori dell’abbigliamento, dei supermercati, delle riparazioni elettriche, idrauliche, ecc…) e quindi offre dei servizi specifici, viene attribuita, al momento della dichiarazione di inizio attività, una “partita IVA”, valida fino al terminare dell’attività. La partita IVA è composta da 11 cifre, che segnalano che un soggetto esercita un’attività. Tramite l’IVA, imposta sul valore aggiunto, un commerciante, vendendo della merce, dovrà pagare allo stato una percentuale del 22% sul ricavo e quindi anche l’imprenditore contribuisce al funzionamento dello stato. Come abbiamo visto, il tributo dedito allo Stato può essere pagato da tutti, perché, indifferentemente dalla diversità del reddito tra elevato e minimo, si riesce a contribuire alle spese pubbliche che giovano alla collettività.&nbsp;

I tributi sono stati da sempre presenti, fin dall’antica Roma dove venivano utilizzati per finanziare l’esercito, i giochi e le attività pubbliche. Oggi tutti siamo tenuti a pagare le tasse per rendere il sistema fiscale più equo, chi non le&nbsp;paga, cioè l’evasore fiscale,&nbsp;non è più furbo di chi lo fa,&nbsp;ma più disonesto e danneggia se stesso e gli altri. L’art. 53 della Costituzione italiana afferma che tutti siamo tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della nostra capacità contributiva.&nbsp;E’ fondamentale quindi,&nbsp;per vivere in una società migliore, il rispetto delle regole&nbsp;da buon cittadino; perciò pensiamo che chi paga le tasse ed esegue i suoi doveri,&nbsp;abbia un grande senso civico e&nbsp;debba “spingere” gli evasori fiscali a pagare le tasse,&nbsp;per avere una stabilità collettiva, che ci permette di pagare di meno e di usufruire di tutti i servizi che lo Stato ci offre ogni giorno.&nbsp; Sofia Russo, Ismaele Bellomo, Giulia Cillia, Sofia Giugno, Salvatore Montessuto, Giuseppe Risuglia Classe&nbsp;Terza C&nbsp;

Approfondiamo un aspetto della fiscalità: la rappresentanza politica e legalità fiscale ieri e oggi &nbsp; Ecco alcuni contributi al dibattito sul tema &nbsp; All’interno di una società, l’idea di collettività costituisce un pilastro fondamentale, ma, purtroppo, è difficile comprenderne il significato. Può sembrare assurdo ciò che ho appena affermato, ma qui siamo di fronte a un concetto ampio e di ardua comprensione. Innanzitutto, ricollegandomi al discorso di prima, in una comunità ogni cittadino deve pagare un tributo, ossia la parte di reddito che viene prelevata dallo Stato al fine di permettere un suo efficiente funzionamento, che, sfortunatamente, è ostacolato dagli evasori fiscali, espressione con cui si identificano tutti coloro che, appunto, non pagano le tasse. Alla luce di questo, io sono del parere che, ogni persona, aldilà della propria situazione economica, debba pagare, come tutti, le tasse, dato che i soldi ricavati dallo Stato non sono semplicemente destinati al pagamento dello stipendio dei dipendenti statali, ma soprattutto, ai servizi pubblici, di cui tutti abbiamo il diritto&nbsp;di usufruire, anche se, spesso, risultano inefficienti, visto che la cifra che lo Stato italiano ricaverebbe dalle evasioni fiscali cresce esponenzialmente e, attualmente, ammonterebbe a circa 100 miliardi di euro all’anno.&nbsp;

Pagare tutti per pagare meno Il sistema fiscale di uno Stato è costituito dall’insieme di norme e di leggi relative ai tributi. Per tributo si intende la parte di reddito che ogni cittadino versa allo Stato al fine di organizzare i servizi fruiti dall’intera collettività. Il termine “fisco” deriva dal latino “fiscus” e letteralmente indicava un cesto di vimini, successivamente fu tradotto in “Cassa dell’Imperatore” ed infine in “Cassa dello Stato”. Infatti, anche nel lontano passato, il tributo era il versamento obbligatorio che i cittadini dovevano effettuare nelle casse dello Stato; ancora prima in Mesopotamia ed in Grecia veniva prelevata coattivamente una parte di grano o di olio raccolti. Si trattava di tasse imposte senza alcun controllo, accentuando l’ingiustizia sociale. Oggi, invece, in Italia si applica l’articolo 53 della Costituzione, secondo il quale: “Tutti i cittadini sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”; in questo modo viene garantita l’applicazione del principio di equità sociale, poiché ognuno contribuisce in proporzione alla propria ricchezza.&nbsp; La Costituzione Italiana interviene a disciplinare la fiscalità anche con l’art. 23, che afferma: “Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”; con tale prescrizione normativa viene garantito il principio di legalità, per il quale l’imposta non può essere applicata in modo arbitrario, ma solo tramite la legge.&nbsp;

Come conciliare libertà e regole Pagando le tasse realizziamo una fonte di ricchezza per tutti i cittadini La Montessori, attraverso il percorso di educazione civica “Fisco e scuola”, promuove la cultura della fiscalità. Il progetto “Fisco e scuola” è stato proposto dall’Agenzia delle Entrate alla scuola Montessori, con l’intento di sensibilizzare ed educare noi studenti di terza media alla comprensione di alcune regole fiscali utili a renderci cittadini corretti e responsabili. L'incontro è avvenuto, tramite Google Meet, giorno 26 novembre 2020 e, grazie ad esso, abbiamo imparato il valore della fiscalità esercitata con libertà, quella categoria morale che ti fa riconoscere il dovere come contributo alla crescita di se stessi e della collettività. Durante il dibattito sono state poste domande riguardanti la fiscalità e il brutto periodo che l'economia sta vivendo, a causa dell’emergenza sanitaria. Gli alunni hanno affrontato anche tematiche di stringente attualità, riflettendo sul fatto che, a causa del coronavirus, alcuni enti quali imprese, ditte, aziende, bar, ristoranti, sono stati messi in ginocchio economicamente e su come ci sia il rischio per loro di ricorrere alla mafia per sopravvivere.

Il reddito è il guadagno proveniente in un dato periodo di tempo da un’attività o da un impiego di capitale. Chi ha il reddito inferiore a quello minimo è&nbsp;immune dall’obbligo fiscale e usufruisce lo stesso di tutti i servizi. Il contributo di tutti i cittadini è fondamentale, purché ci siano più risorse a disposizione. Chi non paga le tasse, pur avendo le possibilità economiche è un evasore fiscale, e così determina un carico fiscale maggiore per gli altri. Le entrate tributarie si distinguono in imposte, tasse e contributi. L’imposta è un tributo finalizzato al beneficio della collettività e si distingue in&nbsp;diretta e&nbsp;indiretta.&nbsp;L’imposta indiretta viene applicata al consumo o alla compravendita del mobile; l’imposta indiretta è una ricchezza già presente in ognuno di noi e cambia a seconda&nbsp;del reddito. La tassa rappresenta un salario obbligatorio collegato allo Stato o ad una altro ente pubblico,&nbsp;invece il contributo è una categoria di tributo pagata dai cittadini per ottenere dei vantaggi.&nbsp;

Io penso che l'evasione non si possa risolvere del tutto; e che proprio in questo caso l'unica ipotetica soluzione sarebbe di sensibilizzare i nuovi cittadini, nonché la mia generazione, a pagare le tasse, che a mio parere dovrebbero essere viste non come un dovere che danneggia il singolo cittadino, ma anzi come un modo per migliorare il nostro Paese e i suoi servizi, attraverso i quali accresce la qualità di vita di ciascuno di noi con una migliore istruzione, un'ottima sanità e migliorando il sistema dei trasporti. Durante l’incontro con il direttore dell'Agenzia delle Entrate ci siamo concentrati anche sui principi del sistema tributario, cioè quelle leggi su cui si basa il Fisco. Una tra le due leggi citate dal dott. S. Chines nel dibattito è stata proprio l'articolo 23 della Costituzione, il quale dispone che solo le autorità, come il Parlamento, e gli atti aventi forza di legge, come i decreti, possono creare o modificare le norme tributarie. Nelle democrazie attuali questo principio è ormai scontato. Diverso è il caso, invece, del contenuto dell’articolo 53, dove si stabilisce che tutti sono tenuti a pagare le tasse secondo le loro capacità economiche. Questa prescrizione normativa, a mio parere, si può considerare una base dell’attuale sistema fiscale; infatti proprio all'interno di essa sono presenti i principi di universalità dell'imposizione fiscale, capacità contributiva, progressività del sistema tributario.

Infine, si è parlato del compito dell’Agenzia delle Entrate, la quale ha il dovere di perseguire il massimo livello di adesione agli obblighi fiscali, ovvero la cosiddetta ‘’tax compliance’’ sia attraverso l’assistenza ai contribuenti, sia attraverso i controlli diretti a contrastare gli inadempimenti e l’evasione fiscale. L’incontro si è concluso con un saluto e con un ringraziamento generale alla dott.ssa Gugliuzza e al direttore dell’Agenzia delle Entrate. Salvatore Guerrera, Azzurra Boria, Stefano Causa, Dylan Aleo Classe Terza B

Percorso di Educazione Civica su "Una forma di legalità: la fiscalità" Galleria dei lavori Istituto Comprensivo "Maria Montessori" di Caltagirone Anno scolastico 2020/2021 Scuola Secondaria di Primo Grado Classi Terze (A, B, C, D) Docenti: professoresse Elisabetta Forti, Carla Dotto e Valentina Vigiano

A scuola, attraverso vari percorsi di Educazione Civica, apprendiamo quanto sia importante il ruolo che svolge ogni singola persona nello Stato e come vengono approvate e messe in atto le leggi per garantire armonia nella società.&nbsp; Con il progetto sulla fiscalità abbiamo preso confidenza con il mondo economico e con termini quali IVA, IRPEF, aliquota, codice fiscale e scontrino, che sembravano lontani dal nostro mondo, invece gli esperti, che hanno tenuto la conferenza, ovvero la dott.ssa Gugliuzza e il direttore Chines, hanno reso, con esempi calati nel vivere quotidiano, tali concetti facili e fruibili. A conclusione del progetto ci siamo detti: “Ora tocca a noi mettere in pratica gli insegnamenti che ci hanno dato delle persone competenti”. Diffondiamo, quindi, la cultura della fiscalità e potremo essere certi che quello che noi diamo ci verrà restituito. Viva la libertà e viva le regole! Alessandra Harizaj &nbsp;Classe&nbsp;Terza C&nbsp;

Durante la conferenza sono stati trattati diversi temi come: cosa sono, perché sono importanti e come si differenziano le tasse, l’organizzazione dell’Agenzia delle Entrate e le conseguenze fiscali ed economiche della pandemia ancora in corso. Alla fine della conferenza sono stati distribuiti degli opuscoli realizzati per il progetto ed è seguito un dibattito sul tema della legalità fiscale. Personalmente trovo un’ottima iniziativa quella di sensibilizzare gli studenti, perché sono proprio loro il futuro della nostra amata Italia ed è proprio in questa fase della vita che si iniziano a formare gli ideali e le idee sul tipo di persona che vogliamo essere e diventare nel mondo.&nbsp; Trattare con correttezza i temi fiscali, facendo capire soprattutto il lato positivo delle imposte, aiuterà a far diventare grande l’Italia.&nbsp; Beatrice Vespo Classe&nbsp;Terza C&nbsp;

Per vivere in una società migliore c'è bisogno che tutti rispettino le regole Chi non paga le tasse non è più furbo, ma più disonesto e danneggia se stesso e gli altri Dal 2004 l'Agenzia delle Entrate e il Ministero dell’Istruzione hanno promosso il progetto Fisco e Scuola, per diffondere la cultura della fiscalità ai giovani, quindi eseguire percorsi formativi per lo sviluppo di un rapporto consapevole. L’Agenzia delle Entrate è un ente pubblico che svolge le funzioni riguardanti la gestione dei tributi, cioè tasse obbligatorie del cittadino per lo Stato, affinché questo garantisca i servizi pubblici. La legalità fiscale è il rispetto delle regole scandite dalla Costituzione. Il comportamento corretto da eseguire è quello di pagare le tasse. La parola fisco deriva dal latino fiscus, fiscalità, nome attribuito in epoca romana alla cassa privata che l’imperatore usava per raccogliere i tributi delle province. Oggi, invece, è utilizzato per indicare l'Amministrazione finanziaria.&nbsp;Un sistema tributario è l’insieme delle norme e degli strumenti organizzativi che regolano l’incasso delle entrate pubbliche.

La fiscalità a scuola Il&nbsp;26 novembre 2020 le classi terze della scuola secondaria di primo grado dell’istituto “Maria Montessori” di Caltagirone&nbsp;hanno assistito ad una lezione su “Legalità e fiscalità a scuola”, tenuta dal direttore dell’Agenzia delle Entrate dottor Chines e dalla referente al progetto, signora Tiziana Gugliuzza. L'Agenzia delle Entrate è un ente pubblico non economico, sottoposto alla vigilanza del Ministero dell'Economia e delle Finanze, che svolge le funzioni relative alla gestione dei tributi. Uno dei principali obiettivi che l'Agenzia delle Entrate si propone è quello di diffondere la cultura contributiva, intesa come educazione alla concreta partecipazione dei cittadini alla realizzazione e al funzionamento dei servizi pubblici. Il mondo della scuola è sicuramente una delle sedi più indicate per trasmettere questo messaggio. Con il progetto noi alunni&nbsp;abbiamo imparato quanto sia importante&nbsp;pagare le tasse, abbiamo capito che la legalità passa anche attraverso il rispetto delle regole fiscali: il comportamento fiscalmente corretto è alla base del vivere sociale, pagare le tasse è un dovere civile, è&nbsp;uno strumento di partecipazione attiva e consapevole alla vita dello Stato e contribuisce ad erogare servizi utili ai cittadini.

Il fisco e la fiscalità Giorno 25 Novembre i ragazzi delle classi terze dell'Istituto Comprensivo “Maria Montessori” di Caltagirone hanno partecipato ad un incontro con il direttore Chines e la dott.ssa Gugliuzza, funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Caltagirone. E’ stato fatto un excursus inerente la fiscalità e l’importanza di pagare le tasse, partendo dall’etimologia della parola fisco, che, in origine era un cesto in cui venivano versati dei tributi, provenienti dalle province, che venivano utilizzati dall’imperatore per il mantenimento dell’esercito, fino al perché si devono pagare le tasse e al beneficio che si ricava pagandole, ovvero, ricevere dei servizi utili alla collettività tutta, anche agli evasori che, considerandosi furbi, fanno un grave danno alla società e una grave mancanza di rispetto ai corretti cittadini, che guadagnandosi lo stipendio pagano le tasse e fanno, a parer nostro, un utilizzo meritato dei servizi.

Pagare le tasse è una forma di legalità Per far funzionare bene uno Stato, è necessario&nbsp;pagare le tasse. Bisogna, quindi, essere “legali”. Legalità significa rispetto delle norme democratiche della vita civile. Nel caso della fiscalità, questo è legato all’idea di collettività. Solamente insieme, pagando ciascuno la propria parte, in base alle proprie possibilità economiche, si può mandare avanti uno Stato. Tuttavia esistono, purtroppo, anche gli evasori fiscali che, evidentemente, non hanno chiaro questo concetto. In parole povere, gli evasori fiscali sono coloro che non pagano le imposte. Facendo così, oltre a non fare il proprio dovere, si fa un danno alla collettività. Ma perché le tasse sono così importanti per lo Stato? Pagando ciò che devono, i cittadini forniscono la quantità di denaro necessaria per far funzionare i servizi pubblici che, oggi, in Italia, non funzionano benissimo. Secondo me, per autodefinirsi una società civile bisogna avere certe caratteristiche e una di queste è certamente la piena legalità. Non so se l’Italia può definirsi del tutto una società civile.

Secondo me, chi non paga le tasse, un evasore fiscale, non si rende conto del danno che può fare alla collettività, perché può pensare che il suo piccolo contributo non valga niente, dato che ci sono le altre 60 milioni di persone che pagano le tasse e uno su 60 milioni, secondo questo parere, non vale praticamente niente; ma con l’accumularsi di chi la pensa così, di questi “niente”, in Italia siamo arrivati a perdere circa 110 miliardi di euro da chi non ha pagato i tributi, quindi proprio dagli evasori fiscali. Penso che il lavoro dell’Agenzia delle Entrate sia molto utile perché persegue il maggior numero possibile di adesione agli obblighi fiscali, permettendo alla collettività di avere in reso degli efficienti servizi pubblici che, a parere mio, in Italia scarseggiano e non sono così tanto efficienti perché spesso i fondi attribuiti alle regioni, alle province o ai singoli comuni,&nbsp;vengono utilizzati per scopi diversi piuttosto che per soddisfare la collettività. Parlare di questi argomenti in classe inizialmente mi sembrava roba solo per grandi e troppo complicata, invece mi sono appassionato a questi temi e mi è piaciuto apprendere questi nuovi concetti e sapere cosa fanno i nostri genitori quando pagano le tasse, cosa succede se non si pagano, chi è che monitora i tributi, cosa fa l'Agenzia delle Entrate. Spero quindi che tutti capiscano l’importanza che hanno le tasse,&nbsp;che non fanno altro che giovare ai contribuenti tramite i servizi pubblici e che gli evasori fiscali sono solo dei disonesti che, non rispettando le regole, danneggiano la collettività.&nbsp; Andrea Bizzini, Classe III A

Io penso che ogni cittadino abbia l’obbligo giuridico e morale di pagare le tasse, sia perché gli è imposto dalla Legge, sia perché facendo il furbo e diventando un evasore, il suo comportamento graverà su tutti gli altri, che dovranno contribuire in misura maggiore. L’evasore è una persona scorretta ed assolutamente da non imitare, provoca un grave danno alla collettività usufruendo di tutti i beni e servizi senza contribuire; piuttosto ognuno deve fare la propria parte, in modo da applicare il principio “pagare tutti per pagare meno”.&nbsp; Sofia Minneci Sberna, Classe III A

Name

Safari may block some audio or video from playing automatically and ‘read to me’ will skip these. You can configure this in Safari’s preferences.