scrittura creativa

1. Parole
In una flebile notte,in una piccola locanda immersa di tepore,un uomo taciturno a malincuore rovistava nella sua memoria,nei suoi pensieri cercava disperatamente la luce,beve un sorso della sua birra,fuori c’era una dolce frescura,ma dentro alla locanda no,era circondata da calore eppure egli rimaneva afflitto,afflitto dalla radice sei suoi ricordi,gli sarebbe bastato toccare una stella con un dito per farli sparire,ma l’uomo sapeva che non era possibile,e mentre le lacrime accarezzavano il suo volto,rise.
A.C.

1. Parole
Testo con 11 parole
allieta incantevole infame cupo tremante soavi macabra tenebre irrequiete sterminato catena

Mi sveglia l'infame gallo, era una macabra e fredda mattina di febbraio e per il freddo bevevo tremante una tazza di caffé amaro. Irrequiete le macchine pascolavano nelle strade del quartiere mentre soavi gli uccellini canticchiavano. Come in una catena di montaggio, comincio a svolgere le azioni abitudinarie di ogni mattina una dopo l'altra e tra un azione e l'altra vedo un incantevole alba che allieta la mia giornata e scalcia via il cupo e nero mattino. Nel cielo viene come sterminato ogni punto buio ed eliminate le tenebre mattutine, dunque passati 5 minuti pieni a fissare la sua bellezza, guardo l'orario e sono in ritardo.
E.C.

1. Parole

Il cielo di Settembre faceva da sfondo, l'estate era finita ma le temperature erano piuttosto miti, l'incontro non era stato casuale ma lei non lo sapeva, pensava fosse il destino a presentarle ancora una volta quel ragazzo sorridente dall'aria misteriosa. Le passeggiate al parco erano diventate un pretesto per incontrarlo e se all'inizio aveva avuto degli attimi di esitazione, adesso non badava più all'influenza che quel ragazzo potesse avere sulla sua vita.
I suoi occhi erano grandi, di un blu profondo come gli abissi dell'oceano, c'era qualcosa di nascosto nel suo sguardo, qualcosa che nemmeno lei riusciva a cogliere, quando i loro occhi si incrociavano era come se la trafiggessero mille spilli appuntiti, si sentiva denudata, fredda.
Il suo atteggiamento comunicava qualcosa di pericoloso e mentre lei si chiedeva come fosse possibile conoscere una persona senza averci mai parlato, lui ricordava il passato cercando di ignorare i campanelli d'allarme quando la vedeva, ne era certo, non sarebbe mai guarito.
M.C.O.

1.Parole
Velluto, Inaudito, anima,essenza, piacere,attimo, sovrumano, rose,
imputabilità,purità

Era un pomeriggio di primavera, uno di quelli che ti mettono di
buonumore, in cui è possibile assaporare il piacere della vita.
Mi ritrovo a vagare tra la purità di un campo di rose, prendo una rosa
che al tatto sembra essere di velluto, e ne assaporo tutta la sua
essenza.
Queste rose in modo inaudito suscitano alla mia anima, un'emozione
sovrumana che mi travolge in pieno.
E io mi lascio travolgere dall' impuntualità improvvisa di questo attimo, e
mi abbandono completamente a quel campo di rose.
N.G.G.

1. Parole
PAROLE: inganno, pericolo, rivoltano, saggezza, transitabile, serpente, assecondare, inumanità, preda, malcontento.
È in un momento d’inganno che ci pervade una sensazione di pericolo. Il momento del giorno durante il quale si inizia a sentirsi preda dell’azioni altrui. In quegli istanti in cui la nostra mente è transitabile da un serpente creato dal malcontento, vorremmo assecondare il desiderio di farsi sovrastare dall’inumanità e agire senza pensare. Ignorando i sentimenti che si rivoltano nelle nostre teste. In un momento di lucidità, riacquistiamo quella saggezza che ci permette di non andare oltre. Riusciamo così a rimanere calmi e non far sfuggire la situazione di mano. Rimanendo, però, con la voglia di scoprire cosa sarebbe successo se ci fossimo lasciati andare.
L.C.

1. Parole
Malva - colore
ossessione - magrezza
Venezia - mancanza
sguardo - insostenibile
occhi - sorridenti
bellissimo - sorriso
sogno ridestato - assillante
languidamente - essere
preferirei - morire
rose - profumo
Posai un sguardo miserabilmente perso verso le acque di Venezia. Ero seduta con le gambe a penzoloni su di un muretto. Cercavo forse qualcosa o magari nulla. Il sole iniziò ad andarsene, eppure fu ossessionato fino all’ultimo istante dai miei capelli, che portavano ancora il colore dei petali di rose ormai secchi e appassiti. Preferirei non essermi ridestata mai da quel sogno, ne ricordo tutti i colori, o forse solo uno: il color Malva.
Decisi di alzarmi, i miei occhi cercavano sicuramente qualcosa. Muovevo passi azzardati sul muretto e poi mi fermai di colpo: notai il mio sguardo riflesso sulle acque. Come poteva mai essere così languidamente bellissimo? Sai, ricordo ancora il colore del cielo quando l’acqua gelida mi sfioro la pelle: era Malva.
Manù

1. Parole
Quando mi arrivò la missiva ero confinato a casa.
La mia voglia di uscire era svanita, sentivo un peso enorme addosso.
Le mie giornate stavano diventando sempre più tetre e cupe, un po’ come la casa laddove abitavo, che alle volte, mentre provavo a dormire mi faceva volare in aria con qualche stridulo suono.
Quella lettera però, mi riaccese le giornate.
Mi fece dimenticare della negligenza che avevo avuto nel cercare di risolvere quel pasticciaccio.
Mi fece sentire redento, e mi promisi che mi sarei riscattato con quel lurido malfattore.
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