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I ricordi di Liliana Segre

by Giovanna Cerrato

Pages 2 and 3 of 53

I Ricordi di Liliana Segre

Un viaggio nella memoria dal Binario 21 ad Auschwitz e ritorno
Classe 3 B
I.C. 7° Pergolesi 2 Pozzuoli
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GIORNATA DELLA MEMORIA
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Noi, ragazzi della classe 3B dell'I.C. 7° Pergolesi 2 abbiamo deciso di raccontare la Shoah attraverso i ricordi della senatrice Liliana Segre che dal 1990 ha iniziato la sua infaticabile attività di divulgazione della sua esperienza di sopravvissuta, partecipando a molti incontri con gli studenti e convegni di ogni tipo, convinta che l’ indifferenza sia peggiore della violenza. Il fine è quello di dare un piccolo contributo alla memoria, perché la tragedia del popolo ebraico nei campi di concentramento non sia dimenticata e rimossa dalle coscienze.
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GIORNATA DELLA MEMORIA
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Noi, ragazzi della classe 3B dell'I.C. 7° Pergolesi 2 abbiamo deciso di raccontare la Shoah attraverso i ricordi della senatrice Liliana Segre che dal 1990 ha iniziato la sua infaticabile attività di divulgazione della sua esperienza di sopravvissuta, partecipando a molti incontri con gli studenti e convegni di ogni tipo, convinta che l’ indifferenza sia peggiore della violenza. Il fine è quello di dare un piccolo contributo alla memoria, perché la tragedia del popolo ebraico nei campi di concentramento non sia dimenticata e rimossa dalle coscienze.
La biografia di Liliana Segre
Liliana Segre nasce a Milano nel 1930: Nel 1938 anno delle Leggi in difesa della razza, viene espulsa dalla scuola; deportata ad Auschwitz-Birkenau il 30 gennaio 1944 dal binario 21 della stazione Centrale, fu l'unica bambina di quel convoglio a tornare, nell'estate del 1945. Dopo 45 anni di silenzio assoluto, dal 1990 è testimone attiva della Shoah, come lei stessa dice" le scuole restano il mio luogo del cuore perché è lì che ci sono i miei nipoti ideali".
Il 19 gennaio 2018 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la nomina senatrice a vita: la bambina di un tempo ridotta a un individuo senza identità entra oggi nella più importante Istituzione della Repubblica.
" Forse era il mio destino.
Forse dovevo salvarmi per essere qui a trasmettere questo monito verso la vita, contro l'odio, contro i razzismi, contro tutto quello che oggi sembra che passi, guai a farli sentire più forti"
Liliana con il papà al mare
La biografia di Liliana Segre
Liliana Segre nasce a Milano nel 1930: Nel 1938 anno delle Leggi in difesa della razza, viene espulsa dalla scuola; deportata ad Auschwitz-Birkenau il 30 gennaio 1944 dal binario 21 della stazione Centrale, fu l'unica bambina di quel convoglio a tornare, nell'estate del 1945. Dopo 45 anni di silenzio assoluto, dal 1990 è testimone attiva della Shoah, come lei stessa dice" le scuole restano il mio luogo del cuore perché è lì che ci sono i miei nipoti ideali".
Il 19 gennaio 2018 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la nomina senatrice a vita: la bambina di un tempo ridotta a un individuo senza identità entra oggi nella più importante Istituzione della Repubblica.
" Forse era il mio destino.
Forse dovevo salvarmi per essere qui a trasmettere questo monito verso la vita, contro l'odio, contro i razzismi, contro tutto quello che oggi sembra che passi, guai a farli sentire più forti"
Liliana con il papà al mare
Vi racconto una storia

Per 45 anni Liliana Segre ha conservato i suoi tristi ricordi dentro di sé fino alla nascita del suo primo nipote Edoardo. Liliana ha sentito dentro di sé la voglia, il desiderio di raccontare ciò di cui è stata testimone, per dare voce a tutti quelli che non sono diventati adulti ma neanche vecchi, perché sterminati per colpa di essere nati. Nata Milano in Corso Magenta nel 1930, all’età di otto anni andava a scuola come qualsiasi bambina. Era serena, allegra, a tratti anche viziata da quella famiglia di origine ebraica, ma con genitori agnostici, cioè non credenti. Non frequentavano infatti alcuna sinagoga, né altri ambienti ebraici, ma erano cittadini italiani molto patrioti. La bambina non conosceva il significato di ebraismo, né sentiva la differenza con le amichette di scuola. L’unica cosa era l’esonero dall’ora di religione perché ebrea. Per questa ragione le amichette la invidiavano costrette in classe a differenza sua nell’ora di religione. Lei infatti si ritrovava con altre bambine ebree a correre nei corridoi.
Liliana da bambina
Vi racconto una storia

Per 45 anni Liliana Segre ha conservato i suoi tristi ricordi dentro di sé fino alla nascita del suo primo nipote Edoardo. Liliana ha sentito dentro di sé la voglia, il desiderio di raccontare ciò di cui è stata testimone, per dare voce a tutti quelli che non sono diventati adulti ma neanche vecchi, perché sterminati per colpa di essere nati. Nata Milano in Corso Magenta nel 1930, all’età di otto anni andava a scuola come qualsiasi bambina. Era serena, allegra, a tratti anche viziata da quella famiglia di origine ebraica, ma con genitori agnostici, cioè non credenti. Non frequentavano infatti alcuna sinagoga, né altri ambienti ebraici, ma erano cittadini italiani molto patrioti. La bambina non conosceva il significato di ebraismo, né sentiva la differenza con le amichette di scuola. L’unica cosa era l’esonero dall’ora di religione perché ebrea. Per questa ragione le amichette la invidiavano costrette in classe a differenza sua nell’ora di religione. Lei infatti si ritrovava con altre bambine ebree a correre nei corridoi.
Le leggi razziali

Una sera, durante la cena, Liliana avvertì una strana sensazione. Il padre infatti, molto emozionato, le disse che era stata espulsa dalla scuola. La bambina non poteva crederci. Che cosa aveva fatto di così grave, da essere espulsa? Solo dopo tanti anni, Liliana capì il vero motivo: essere nata ebrea. Il padre le spiegò che a causa delle leggi razziali fasciste, gli ebrei non potevano più frequentare scuole pubbliche, così come maestri, professori e docenti. Gli ufficiali venivano cacciati dall’esercito, così come gli impiegati e i dirigenti dai ministeri. In poche parole, non erano più cittadini. Lei faceva fatica a capire, in fondo era una bambina. Cosa c’entrava lei con queste cose da adulti? Iscritta in una nuova scuola, per arrivarci, passava dalla vecchia e si sentiva additata dalle sue ex compagne di scuola, facendola sentire diversa, anche se era sicura, che neanche loro capissero il vero significato della parola ebrea. Furono cancellati tutti i testi adottati dai professori ebrei, tolti i libri scritti dagli ebrei dalle biblioteche comunali e restituite le tessere di ufficiali in congedo, a tutti quelli che, come il padre, erano stati ufficiali nella Prima Guerra Mondiale. Spesso la casa di Liliana veniva perquisita dai poliziotti che interrogavano in malo modo i nonni nonostante la nonna li accoglieva con le sue torte. Liliana, dietro ad una porta sentiva tutto, persino il disprezzo nella voce dei poliziotti. Tutto ciò la fece chiudere in sé stessa, anche se cercava di essere una bambina normale, facendola sprofondare in una solitudine che lei chiamò la solitudine del perdente, dovuta all’indifferenza delle persone. L’indifferenza è più grave della violenza perché da questa ci si può in qualche modo difendere, ma dalla faccia e dallo sguardo che si volta dall’altra parte no, è più difficile. Non resta nessuno vicino a un perdente, solo qualche amico, quello con la A maiuscola. Nel loro caso loro restarono soli, ormai erano cittadini di serie B, fino a diventare di serie Z. Rimanendo soli, l’unica cosa che si rafforzò fu l’amore familiare, che li teneva uniti, più di prima.
Le leggi razziali
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