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Tu non sei come me, tu sei diverso
Ma non sentirti perso
Anch’io sono diverso, siamo in due
Se metto le mani con le tue
Certe cose so fare io, e altre tu
E insieme sappiamo fare anche di più
Tu non sei come me, son fortunato
Davvero ti son grato
Perché non siamo uguali
Vuol dire che tutt’e due siamo speciali.
Ma non sentirti perso
Anch’io sono diverso, siamo in due
Se metto le mani con le tue
Certe cose so fare io, e altre tu
E insieme sappiamo fare anche di più
Tu non sei come me, son fortunato
Davvero ti son grato
Perché non siamo uguali
Vuol dire che tutt’e due siamo speciali.
(Bruno Tognolini)
Il valore della diversità come opportunità di crescita
Come affermato dalle leggi della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, gli uomini sono tutti uguali, cioè hanno tutti gli stessi diritti, il diritto alla vita, alla salute, al rispetto, alla libertà di realizzarsi secondo i loro desideri, il diritto di esprimere le loro opinioni, di scegliere la loro religione. Essere uguali quindi, significa avere gli stessi diritti. Non significa però assomigliarsi, pensare, parlare, vestirsi, comportarsi tutti nello stesso modo, che sarebbe alquanto triste. La diversità è uno dei valori fondamentali del nostro secolo.
Come affermato dalle leggi della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, gli uomini sono tutti uguali, cioè hanno tutti gli stessi diritti, il diritto alla vita, alla salute, al rispetto, alla libertà di realizzarsi secondo i loro desideri, il diritto di esprimere le loro opinioni, di scegliere la loro religione. Essere uguali quindi, significa avere gli stessi diritti. Non significa però assomigliarsi, pensare, parlare, vestirsi, comportarsi tutti nello stesso modo, che sarebbe alquanto triste. La diversità è uno dei valori fondamentali del nostro secolo.


Io sono diverso da te che stai leggendo, non ho il tuo stesso naso, la tua stessa bocca, i tuoi stessi occhi e neanche percepisco il mondo come lo percepisci tu. Se ci pensiamo bene siamo tutti diversi.
Sette miliardi di persone in questo pazzo mondo e su questi sette miliardi di persone, non ce n’è una uguale. Ognuno di noi ha la propria lingua, i propri costumi e il proprio colore della pelle e penso che non esista cosa più bella al mondo che cercare di condividere tutto ciò. Ciò che ci accomuna è proprio il fatto che siamo tutti diversi l’uno dall’altro e che facciamo parte di un’unica grande famiglia, quella degli esseri umani. Ma perché la diversità appare allora una minaccia, una barriera che si oppone tra le persone? Perché tutto quello che riteniamo “diverso” da noi incute paura, timore? Perché non possiamo essere aperti alla conoscenza? Perché ancora al giorno d’oggi, sono considerati “diversi” e quindi esclusi ed emarginati dalla società gli immigrati, gli omosessuali, i matti, i portatori di handicap, i perdenti in genere, e addirittura siamo arrivati al paradosso che si considera diverso in quanto “sfigato” chi non imbroglia, chi non si sballa, chi non veste alla moda, chi non frequenta il giro giusto? Se riflettiamo bene appare logico che, se gli altri sono diversi ai nostri occhi, anche noi saremo diversi agli occhi degli altri. E allora come si fa a stabilire chi è normale e chi è diverso?
Sette miliardi di persone in questo pazzo mondo e su questi sette miliardi di persone, non ce n’è una uguale. Ognuno di noi ha la propria lingua, i propri costumi e il proprio colore della pelle e penso che non esista cosa più bella al mondo che cercare di condividere tutto ciò. Ciò che ci accomuna è proprio il fatto che siamo tutti diversi l’uno dall’altro e che facciamo parte di un’unica grande famiglia, quella degli esseri umani. Ma perché la diversità appare allora una minaccia, una barriera che si oppone tra le persone? Perché tutto quello che riteniamo “diverso” da noi incute paura, timore? Perché non possiamo essere aperti alla conoscenza? Perché ancora al giorno d’oggi, sono considerati “diversi” e quindi esclusi ed emarginati dalla società gli immigrati, gli omosessuali, i matti, i portatori di handicap, i perdenti in genere, e addirittura siamo arrivati al paradosso che si considera diverso in quanto “sfigato” chi non imbroglia, chi non si sballa, chi non veste alla moda, chi non frequenta il giro giusto? Se riflettiamo bene appare logico che, se gli altri sono diversi ai nostri occhi, anche noi saremo diversi agli occhi degli altri. E allora come si fa a stabilire chi è normale e chi è diverso?
