Mostri, creature e bestiari medievali

INSTRODUZIONE

Nel libro ci sarà: una parte di bestiario, una parte di erbario, una parte di criptozoologia moderna e infine una parte di folklore locale

L'approccio scientifico al mondo naturale è un'acquisizione di epoca moderna, che consente agli esperti di conoscere, classificare, curare e allevare gli animali e le piante con risultati impensabili fino poco tempo fa.
Tuttavia, quando ci troviamo a parlare di animali o piante o anche a gestire il rapporto con loro nella nostra vita quotidiana, quasi mai ci rifacciamo alle conoscenze e al linguaggio della scienza, ma continuiamo a servirci di concetti, idee e storie che sono presenti nel nostro immaginario e nella nostra lingua da secoli. Nel Medioevo l’interesse per il mondo naturale è vivido e sentito, poiché la natura è l’espressione del divino, sia come elemento buono sia come elemento pericoloso.

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IL LEONE

Il leone ha sempre esercitato un grande fascino sull'uomo. In diverse culture viene usato come simbolo di virtù e qualità positive come forza, fierezza, maestosità, nobiltà e coraggio. La similitudine con il leone, usata per lodare i potenti e gli eroi, è una della più usate di tutti i tempi, dall'Achille di Omero.

Nella cultura moderna popolare, il ruolo di leone veniva rappresentato anche da frasi di uso comune come "sentirsi un leone", "fare la parte del leone" o "essere coraggioso come un leone". L'identificazione del leone con il "re degli animali" arricchisce la sua immagine di ulteriori significati metaforici.
Il leone ha colpito l'immaginario umano anche per la sua aggressività e potenziale pericolosità per l'uomo.

A causa del restringersi del suo areale, in epoca storica fu in particolare associato con l'idea di una belva esotica; i Romani per esempio usavano l'espressione "hic sunt leones" ("qui ci sono i leoni") per indicare, nelle carte geografiche, le regioni più pericolose

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IL DRAGO

Il drago è una creatura mitica e leggendaria dai tratti solitamente serpentei o comunque affini ai rettili, ed è presente nell'immaginario collettivo di tutte le culture, in quelle occidentali come essere malefico portatore di morte e distruzione, in quella orientale come creatura portatrice di fortuna e bontà.

Il termine deriva dal latino draco, a sua volta proveniente dal greco (drakon), con il significato di serpente. L'etimologia del termine è stata spesso discussa: connesso col verbo "guardare", "che guarda lontano", probabilmente in connessione ai poteri legati allo sguardo di queste bestie o alla loro presunta vista acutissima. Nel sanscritto e nell'indiano antico: allungare.

Fra gli animali realmente esistenti, a volte vengono chiamati "draghi" alcuni sauri, come il varano di Komodo, il drago barbuto, il drago dell'acqua, il drago volante, e il drago marino comune.

DRAGO DISEGNATO DA FRIEDRICH JUSTIN BERTUCH

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ANFISBENA

L'Amphisbaena invece è un serpente con due teste, una in alto e una in direzione della coda. Quando avanza, poiché la necessità di un movimento in avanti lo spinge, lascia un'estremità dietro che funge da coda, mentre l'altra usa come testa. Poi di nuovo se vuole spostarsi all'indietro, usa le due teste esattamente in modo opposto rispetto a prima.

Secondo la mitologia greca, l'anfisbena fu generata dal sangue che gocciolava dalla testa della Gorgone Medusa mentre Perseo volava sul deserto libico con la testa in mano, dopodiché l'esercito di Catone la incontrò insieme ad altri serpenti durante la marcia. L'amfisbena si nutriva dei cadaveri abbandonati.

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ACHILLEA

In Italia cresce dalla pianura alle zone montane, dove si trova comunemente nei prati umidi, lungo i fossi e le siepi e nei luoghi incolti.
Le sommità fiorite si raccolgono da giugno a settembre, si essiccano all'ombra al di sotto dei 40 gradi, dopo aver riunito le infiorescenze in mazzetti; si conservano in sacchetti di carta o tela.

Sin dai tempi antichi questa pianta è stata impiegata per le sue proprietà cicatrizzanti e emostatiche: contadini e agricoltori erano soliti avvolgere i manici degli attrezzi di lavoro con gambi e foglie di achillea per averla a portata di mano in caso di piccole ferite durante il lavoro. Erba medicinale per eccellenza, l’achillea ha proprietà oltre che emostatiche anche depurative e stimolanti. Nel Medioevo era considerata una panacea grazie alle molte proprietà medicinali e in particolare la più citata è la proprietà antiemorragica. La scuola medica salernitana consigliava infatti di inserire le piccole foglie nelle narici per bloccare la fuoriuscita di sangue.

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ACANTO

L'acanto è una delle più comuni forme di pianta per ornamenti e decorazioni a fogliame.

Nell'architettura della Grecia antica l'ornamento di acanto compare nelle decorazioni vegetali degli elementi architettonici e nel capitello corinzio. L'esempio più antico che si conosca di colonna corinzia si trova nel tempio di Apollo epicurio e Bassae nella Messenia, risalente alla seconda metà del V seconolo a.c, ma l'ordine fu usato moderatamente in Grecia prima del periodo romano.

Lo scrittore romano Vitruvio sostiene che l'ordine corinzio sia stato inventato da Callimaco, uno scultore ed architetto greco, che vi sarebbe stato ispirato dalla vista di un cesto votivo, lasciato su una tomba da una giovinetta. Esso conteneva pochi suoi giocattoli ed una tegola quadra vi era stata posta sopra per proteggere il contenuto dalle intemperie. Una pianta di acanto era cresciuta attraverso l'intreccio del cesto.