GIOCHIAMO INSIEME CON L' INVENTAFIABE

C’era una volta un principe molto gentile che viveva in una casetta molto bella e grande in mezzo al bosco. Nelle vicinanze c’era un drago che spaventava tutti gli animali. In verità, il drago era una strega brutta e cattiva che aveva stregato il principe perché era gelosa della sua gentilezza e non voleva che sposasse la principessa del regno vicino.

C’era una volta una regina bionda, che si chiamava Elisabeth e viveva in un bel bosco. In quel bosco vivevano in pace tanti animali, ad esempio: lepri, scoiattoli ecc., che volevano bene alla regina. Un giorno la regina Elisabeth andò a fare una passeggiata e si allontanò dal bosco. Ad un certo punto vide un castello abbandonato ed incuriosita entrò senza sapere che un lupo cattivo la stava seguendo.

Il gatto coraggioso Un drago cattivo La regina Beatrice La regina Elisabeth Il principe e il drago Il principe molto basso Violetta e la strega La bambina, il mago e la strega

Quando si vedevano in giro nel castello il drago gli canticchiava sempre una canzoncina: “Fiesta sei basso come un puffo, la tua coda è solo un ciuffo...”. Fiesta, che era davvero molto paziente e gentile, faceva finta che il drago non esistesse: a un&nbsp;certo punto si mise perfino dei tappi nelle orecchie per non sentirlo. Quando il drago capí che il gatto non lo stava ascoltando, s' infurió.

Nel frattempo era calata la sera e il gatto si mise a miagolare dalla tristezza. Il suo lamento arrivò fino al suo castello dove c’era una tana di topolini. Il gatto li aveva sempre trattati bene e i topolini non vedendolo rientrare per cena si erano preoccupati.

Provarono e riprovarono a chiamarlo sul cellulare ma il gatto non rispondeva, così decisero di andare nel bosco a cercarlo e, mentre stavano uscendo, sentirono che miagolava triste. Seguirono il lamento e trovarono il gatto in una gabbia, lì vicino c’era anche il drago che faceva la guardia con le chiavi in tasca.

Nel frattempo gli animaletti del bosco, sentendo il grande rumore, corsero a chiamare un cacciatore loro amico e chiesero il suo aiuto per liberare la regina.

Gli animaletti del bosco erano i custodi del mantello dell’invisibilità della regina e lo diedero al cacciatore, così lui andò al castello, si avvicinò al lupo senza essere visto e gli sparò.

Un giorno la regina stanca del lupo, che le dava fastidio, si allontanò dal bosco perché era troppo vecchia per difendersi. Camminò e camminó ma ad un tratto, da dietro un albero, vide proprio il lupo che stava mangiando la frutta buonissima del bosco.

La Regina si spaventó, perchè temeva che il lupo avesse brutte intenzioni, e si nascose dentro un albero. Quell’albero era magico, infatti aveva un passaggio segreto e dentro c’erano tutte le stanze che servivano.

Dopo andarono dove si trovava il lupo e fecero cadere la frutta per terra. Il lupo goloso seguì la frutta e finì nella trappola. Era un fosso e dentro c’era una rete. La regina si avvicinò e disse: - Perché vuoi tutto il bosco? Non puoi avere tutto per te. Il lupo arrabbiato gridò: -Il bosco è mio e anche la frutta! La regina disse al cacciatore di tirare la rete. Di colpo il lupo fu intrappolato. Beatrice e il cacciatore dissero: - Vuoi la frutta? Eccoti accontentato! E gli tirarono la frutta marcia. Splish! Splash! E vissero tutti felici e contenti. A parte il lupo.

Un giorno la bambina andò a fare una passeggiata nel bosco e lì incontrò una strega cattiva che la voleva rapire per tenerla prigioniera a farle compagnia. La strega era bassa, aveva il naso aquilino e appuntito, era gobba, aveva la faccia piena di nei. A guardarla faceva paura! Ma era molto furba, perciò disse alla bambina con una voce molto gentile che la faceva sembrare una dolce vecchietta indifesa:- Vieni con me a fare una passeggiata fino alla strada? Paola non ci pensò su e disse di sì.

Sempre per caso il mago fece un incantesimo alla strega e la fece diventare un rospo. Ad un certo punto il rospo-strega iniziò a saltare all’impazzata e saltò vicino alla bambina, così il mago si accorse di Violetta. A quel punto la scopa fece il verso del cane disperato, perché la bambina stava piangendo mentre faceva le pulizie. Vedendo la bambina piangere il mago chiese: -Perché piangi? Violetta rispose: - Perché non riesco a fermarmi, la strega cattiva mi tiene prigioniera e io sono tanto stanca. Allora Strambaladan ordinò alla sua scopa magica di scopare via per sempre il rospo-strega, ma essendo goffa la scopa lo fece finire nel secchio della spazzatura.

Il gatto supplicó il drago di liberarlo, ma questo lo ignorava. Un giorno, però, il drago disse al gatto: -Ti libereró solo se mi darai tutto l’oro che hai nel castello! Il povero gatto gentile era disperato, ma non si voleva arrendere. Disse al drago che non gli avrebbe mai lasciato prendere l’oro e cercò di pensare ad un modo per uscire dalle sbarre…

Classe terza A della scuola primaria Cristoforo Colombo di Mereto di Tomba-Pantianicco: Alyson, Christian, Dorotea, Elia, Enrico, James, Jeason, Leonardo, Luigi, Martina B., Martina C., Milena, Nicolò C., Nocolò F., Paolo, Riccardo C., Stella, Vanessa e Viola. Classe terza Bdella scuola primaria Cristoforo Colombo di Mereto di Tomba- Pantianicco: Alessandra, Alex, Anna, Bendetta, Diego, Elena, Emanuele, Emma, Fineas, Lorenzo, Luna, Marisol, Massimo, Mattia, Melissa, Riccardo P., Sandro, Tommaso. Classe terza della scuola primaria Giovanni XXIII di Treppo Grande: Alice, Angelica, Gioele, Giorgia, Paolo, Riccardo, Romeo, Silvia e Vladimir .

L’indomani il camion lo portò in discarica e l’incantesimo si ruppe. La strega rimase lì per un po’ e intanto il mago Strambaladan ruppe l'incantesimo che la strega aveva fatto alla povera Violetta costringendola a pulire tutto quel tempo. Poi&nbsp;il mago disse: - Facciamo un incantesimo alla strega, così impara a essere così cattiva! Fu così che la fece diventare un rospo per sempre. Violetta chiese al mago se poteva andare a vivere insieme a lui così non le sarebbero più capitate cose del genere. Strambaladan disse di sì e Violetta era felicissima di poter vivere con qualcuno ma era anche triste di lasciare il castello. Così gli propose di andare a vivere nel suo castello portando tutte le sue cose, anche la sua auto nuova fiammante! Il mago accettò subito e traslocò nel castello di Violetta, dove vissero tutti felici e contenti.&nbsp;

La strega però non aveva intenzione di portarla alla strada fuori dal bosco, ma nel suo castello pieno di celle. Dopo un po’ Paola cominciò a insospettirsi e chiese:- Dove mi stai portando? - A fare una passeggiata fino alla strada, te l’ho detto. - rispose la strega. - Ma la strada è dall'altra parte del bosco.- ribatté Paola. La strega rispose:- Io conosco un altro percorso che porta fino alla strada. Ad un certo punto arrivarono al castello. La strega le disse:- Entra da questa porta. - Perché?- chiese Paola. La strega rispose: - Perché è magica.

Un giorno la strega creó una pozione per farlo diventare un uccello, così avrebbe potuto volare con lei nel cielo. Il principe, trasformato in uccello, volò subito nel regno vicino dalla principessa.

Quando la principessa sentì un rumore sul davanzale chiese:- Chi é? - Sono io, il tuo principe.- fu la risposta. La strega non sapeva che l’effetto della pozione durava poco e il principe aveva mutato nuovamente forma in umano. La principessa vide il principe e si innamorò di lui.

Quando furono fuori dalla grotta videro i colori della casetta del principe attraverso lo specchio …andarono fino alla casetta colorata ci entrarono e appoggiarono lo specchio sopra al tavolo. Quello specchio però, non era come tutti gli altri: infatti sapeva parlare, ma il principe non lo sapeva. Non sapeva nemmeno come si usava lo specchio, allora i topi annusarono e capirono. Lo specchio chiese: - Chi mi risvegliato dal mio lungo sonno? Il principe impaurito disse: -Siamo stati noi !&nbsp; Lo specchio guardò il principe e disse: - Scommetto che vuoi chiedermi di diventare alto! Lo specchio infatti faceva anche crescere le persone e il principe era contentissimo e cominciò a urlare: - Urrà! Urrà! Esatto! Io voglio diventare più alto! Lo&nbsp;specchio rispose: - Bene, risolvi i tre indovinelli e ti farò crescere. - Grazie, specchio- disse il principe.

Un giorno i colori lo avevano riempito così tanto di felicità, che andò a fare una passeggiata. Arrivò così a un bosco, ma quello non era un bosco come tutti gli altri. Il principe si disse:- Cos’è questo posto? Accanto agli alberi vide un fuoco e degli scheletri. Capì che nel bosco ci doveva essere un drago. Pensò che, se avesse catturato quel drago, tutti si sarebbero accorti di lui. Allora entrò. Dopo un po’ sentì dei rumori, dei versi strani che provenivano da dentro una grotta.

- Bene, indovina il primo. - disse lo specchio.- Sua sorella è una foglia ed ha un albero come lontano parente. Il principe ci pensò su e disse :- È il foglio. -Bravissimo. Ora passiamo al secondo indovinello. Nella fossa delle acque&nbsp;bollenti, entran bastoni ed escon serpenti. Il principe che era affamato, rispose subito: gli spaghetti! Lo specchio disse:- Bravissimo. Ora l’ultimo indovinello: Se ce l’hai vuoi dirlo, se lo dici non ce l’hai. Il principe rispose:-Lo so! È il segreto! -Bene, hai risposto a tutte le domande e sei pronto per essere trasformato in principe molto alto.- concluse lo specchio. Il principe chiese se anche la sua casetta poteva essere trasformata, altrimenti non sarebbe riuscito a starci dentro. Lo specchio, gentile, rispose di sì. E vissero tutti felici, alti e contenti.

La strega finse di aiutarla a raccogliere i lamponi, ma con la sua bacchetta magica la addormentó, la portó prigioniera nel suo rifugio e le fece un incantesimo: sarebbe stata costretta a fare le pulizie e a preparare le pozioni magiche. Quando&nbsp;Violetta si sveglió si ritrovó così a fare le pulizie e tutti i lavori che avrebbe dovuto fare la strega. Ma non riusciva a smettere.

C'era una volta una vecchia regina di nome Beatrice che abitava in un castello dentro ad un bosco pieno di alberi magici.&nbsp;&nbsp;Gli alberi magici producevano frutta buonissima una volta alla settimana. In quel bosco abitava anche un lupo fastidioso che voleva il bosco tutto per sé.&nbsp;&nbsp;&nbsp;

Scrittura collaborativa Testi e disegni dei bambini delle classi terze A e B delle scuole primarie di Mereto di Tomba e Treppo Grande I.C. di Basiliano e Sedegliano e I.C. di Buja a.s. 2018-2019 coordinati dalle maestre Cristiana Botto e Deborah Crapiz

Il principe Arturo, contento, ritornò con i topi nella tana del drago e vide il drago che dormiva. Dietro al drago c’era un piccolo specchio, i topolini gli dissero che era magico e che il drago era il suo custode. Il principe si fece coraggio e, visto che era molto basso, decise di provare a prendere lo specchio. Aveva proprio tanta paura, ma i topolini lo incoraggiarono e lui ci andò. In quel momento il drago si svegliò e vide il principe, i topolini squittirono per distrarre il drago, il principe prese lo specchio magico e diede un calcio sulla zampa del drago che svenne dal dolore.

Il mago diede giù alla strega con la scopa, Paola la spinse nella cella e la chiuse a chiave. La strega disse:- Vi prego, tiratemi fuori di qui. Il mago e Paola risposero in coro:- Noi non ti lasceremo mai uscire di qui, perché tu sei cattiva e ci potresti ingannare di nuovo. Quindi non ti tireremo fuori dalla cella.

UN DRAGO CATTIVO

C'era una volta un gatto tigrato di nome Fiesta ed era molto gentile. Viveva in un castello, il castello era molto grande e spazioso. Lì abitava anche un drago molto aggressivo, che lo prendeva sempre in giro perché era piccolo.

Uscì nel bosco senza essere vista, andò dal cacciatore e, togliendosi il mantello, gli disse: -&nbsp;Io sono la regina Beatrice e ho bisogno di te, perché c’è un lupo che mi dà fastidio. Ti prego aiutami! Il cacciatore prima si spaventò e poi ascoltò la regina e decise di aiutarla. Insieme raccolsero tanta frutta buonissima, costruirono una trappola per il lupo e poi indossarono il mantello per non essere visti.

C'era una volta un principe che si chiamava Arturo, era simpatico e molto bello, però era molto basso e per questo motivo viveva in una casetta piccola e colorata fatta su misura per lui. Quando il principe Arturo usciva a passeggiare in paese, i sudditi quasi non si accorgevano di lui, così a volte era così triste che rientrava di corsa nella sua piccola casetta colorata e solo ammirando i colori ritrovava il sorriso.

Paola aveva una strana sensazione, ma&nbsp;entrò e si ritrovò dentro una cella. La dolce vecchietta si trasformò nella brutta strega cattiva, era così brutta che Paola urlò fortissimo: - Aiuto aiuto!! Il mago buono la sentì e corse in suo aiuto in sella alla sua scopa magica.

Si avvicinò piano piano al castello della strega, entrò nel castello, seguendo le urla fino ad arrivare alla cella dov’era rinchiusa Paola, ma la scopa non passava tra le sbarre della cella. Nel frattempo stava arrivando anche la strega e il mago si nascose. Paola smise di urlare e fece finta di voler andare con la strega, così la strega aprì la porta della cella.

La regina Elisabeth cominciò ad esplorare le stanze finché si perse dentro il castello. Il lupo pensò che era un’ottima occasione per mangiarsela. Continuò a seguirla senza fare rumore. Il castello però era diroccato e un grosso mattone gli cadde addosso e il lupo ululò di dolore.

La regina si spaventò e cercò di capire chi fosse stato, ma non vide nessuno. Con un filo di voce chiese: - Chi è? Nessuno rispose. Spaventata la regina decise di scappare e attraversò di corsa le stanze, ma il lupo bloccò l’uscita.

Un attimo dopo però il principe si trasformò di nuovo in uccello e la principessa si mise a urlare a squarciagola. La principessa aveva due amici topolini che si chiamavano Ciccio e Alberto, quando la sentirono corsero in suo aiuto.

Nel vedere l’uccello pensarono che volesse far del male alla principessa e lo attaccarono, ma la principessa li fermò e gli disse che in verità era un principe e che aveva bisogno di aiuto per riprendere le sue sembianze. Ciccio si ricordò che nella tana avevano un piccolo specchietto magico e lo andò a prendere, provarono a metterci davanti l’uccello-principe, ma lui si trasformò in uno scoiattolo americano e in tanti altri animali.

Continuó per mesi e anni. Lavorava sempre. Non festeggiava neanche il suo compleanno. Finché a un certo punto arrivò un mago a cavallo della sua scopa volante. Il mago era buono e si chiamava Strambaladan. Il mago e la sua scopa erano un po’ goffi, infatti il mago faceva magie a caso e la sua scopa andava su e giù, di qua e di là. Quindi per caso Strambaladan e la sua scopa erano finiti a casa della strega cattiva.

Fu così che lo vide: il drago! Dallo spavento si andò a nascondere e lì incontrò due topolini, i due topolini gli chiesero: - Cosa succede? Il principe rispose: - Devo sconfiggere il drago per dimostrare che sono un principe valoroso, ma sono troppo basso. Allora i topolini esclamarono: - Ti aiuteremo noi!

Fiesta lo rincorreva con i topolini sulla schiena, sempre indossando il mantello. Il drago uscì dal castello e dopo un po’ uscì anche dal regno e si rifugiò in una caverna.

Fiesta si tolse il mantello, allora il drago lo vide e gli chiese:- Ma da dove sei spuntato?- Fiesta rispose:- Ero invisibile!-

Poi chiese ai topolini: -Per favore, potete intrappolarlo? I topi risposero in coro: -Sì, certo!-

Era come il suo castello, grandissimo, e aveva anche delle finestre che non si vedevano da fuori cosí poteva controllare tranquilla quando il lupo andava via. Aspettò e aspettò... Finalmente da una delle finestre la regina vide il cacciatore. Quando la regina vide il cacciatore era esausta, così cercò una stanza per riposare. Cercando cercando entrò in una stanza e vide uno scrigno con una targhetta, sopra c’era scritto “Lo usa chi è buono d’animo”. La regina aprì lo scrigno e dentro trovò il mantello dell’invisibilità, lo prese e lo indossò. Il mantello le calzava a pennello perché lei era una regina buona.

Allora la regina vide una scala e salì; il lupo la seguì, ma dato che il castello era abbandonato e malandato anche i gradini erano rovinati, così il lupo scivolò su un mattone e cadde ruzzolando fino all’uscita.

C'era una volta una bambina di nome Violetta che aveva dieci anni e viveva in un castello abbandonato. Un giorno, mentre raccoglieva i lamponi, incontrò un'anziana signora che in verità era una strega.

Poi, con gli animaletti, raggiunse la regina Elisabeth e le chiesero in coro: - Come sta, maestà? La regina era felicissima di vederli e rispose: - Ho avuto tanta paura, ma ora sto bene.

Uscirono dal castello tutti sani,&nbsp;salvi e contenti. Si diressero verso il bosco dove abitava la regina per accompagnarla a casa. Il cacciatore, però, non voleva che la regina rimanesse da sola e le chiese timidamente&nbsp;se voleva sposarlo. La regina rispose di sì. E così vissero tutti felici e contenti.

- Questo castello sarà di Paola - disse il mago - tu avrai poco cibo e... un pentolone di acqua tiepida. Paola invece avrà tutto il castello per sé e avrà una bacchetta che le darà tutto quello che vorrà. Per la rabbia, la strega diventò rossa come un peperoncino. Paola e il mago fecero una ricca merenda con tutto il castello per festeggiare la nuova padrona.

Quando il drago si infuriava sputava fuoco in continuazione e, pensando a questo, decise di farsi il gatto arrosto. Allora il gatto chiese aiuto ai topolini che vivevano nel castello ed erano suoi amici perché era un gatto molto gentile.

C’era una volta una bambina di nome Paola che era alta, mora, riccia e molto allegra. Paola viveva felice in un bel castello pieno di dolci con un vecchio mago buono.

I topolini del castello si ricordarono che durante le loro esplorazioni avevano trovato nelle segrete del castello un mantello dell'invisibilità e così corsero a prenderlo. Il gatto pensò di usarlo per scappare, ma prima decise di inventare anche lui una canzoncina per spaventare il drago: "Drago drago sciocco, io ti fregherò e da qui scapperò”. Fiesta poi invitò i topolini a salire sulla sua schiena, indossò il mantello dell’invisibilità e andò alla ricerca del drago. Quando lo vide iniziò a cantare la canzoncina: "Drago drago sciocco, io ti fregherò e da qui scapperò”. Il drago sentì la canzoncina, ma non vide nessuno, così si spaventò così tanto che non riusciva nemmeno a sputare fuoco e iniziò a correre …

Ad un certo punto dallo specchio uscì una voce che disse: - Solo sconfiggendo la strega, il principe tornerà principe! I topolini allora dissero al principe di far finta di essere gentile con la strega e al resto avrebbero pensato loro.

Il principe-uccello gentile allora volò nella sua casetta in mezzo al bosco e l’indomani invitò la strega a bere una bibita e fu gentile. Arrivarono i topolini con lo specchio magico e bussarono alla porta, la strega aprì, perché il principe con le ali non poteva, e i topolini intrappolarono per sempre la strega nello specchio magico.

I topi urlarono fortissimo tutti assieme facendo franare tante rocce. Il drago restò tutta la vita nella caverna. Così Fiesta tornò nel castello felice, senza il drago. E vissero tutti felici e contenti... Tranne il drago!

Allora uno dei topolini tornò al castello e prese il mantello dell’invisibilità, che il gatto custodiva in un baule d’oro, e lo indossò. L’altro topolino chiamò il drago per distrarlo, così il primo rubò le chiavi e aprì la gabbia. Il gatto uscì e si nascose subito sotto il mantello dell’invisibilità, il drago entrò nella gabbia per vedere dov’era finito. Il gatto&nbsp;chiuse la gabbia con il drago dentro. Quando se ne accorse, il drago si arrabbió tantissimo: iniziò a sputare fuoco contro le sbarre, ma esse non si scioglievano perché lui stesso le aveva rinforzate perché il gatto non potesse scappare. Il gatto e i topolini ritornarono a casa mentre il drago provava e riprovava ma non riuscì mai ad uscire dalla gabbia.

C'era una volta un gatto molto gentile di colore arancione, che viveva in un castello. Il castello era tutto grigio e dentro era fatto tutto d'oro. Un giorno il gatto decise di andare a fare una passeggiata nel bosco, poi cammina cammina incontrò un drago che lo imprigionò.

Name

Safari may block some audio or video from playing automatically and ‘read to me’ will skip these. You can configure this in Safari’s preferences.