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LA FIABA E LA SOCIETA' Loading...



QUANDO NASCONO LE FIABE?
Le fiabe hanno origini antichissime: non esistono datazioni precise, ma possiamo affermare che le fiabe orali iniziarono a circolare dopo il passaggio da una società nomade e cacciatrice a una società sedentaria e agricola, e vennero tramandate di generazione in generazione finché non furono trascritte.

DA COSA NASCE LA FIABA?

La fiaba trae le sue origini dalla realtà e dalla quotidianità. Gli elementi appartenenti alla fiaba come le creature fantastiche, gli animali parlanti e gli oggetti magici non sono frutto della fantasia di un autore, ma sono spiegazioni di una tradizione e di una cultura di cui era rimasta solamente il ricordo tramandataci appunto dalle fiabe.

Il viaggio
La fiaba di solito inizia con la presentazione del/ della protagonista con le motivazioni che spingono il ragazzo/a a mettersi in viaggio. Spesso, il/la giovane parte per cercare fortuna; altre volte invece, il genitore crudele lo spinge a partire. In ogni caso comincia il suo percorso in solitudine e senza sapere esattamente dove deve andare.
Giunge quindi in un bosco.
Il viaggio e il bosco rappresentano 2 elementi fondamentali della società arcaica che prevedeva i Riti di iniziazione, cioè i riti che segnavano il passaggio dell'età infantile a quella adulta.
N.B. L'adolescenza è un'invenzione molto, molto recente.
Giunge quindi in un bosco.
Il viaggio e il bosco rappresentano 2 elementi fondamentali della società arcaica che prevedeva i Riti di iniziazione, cioè i riti che segnavano il passaggio dell'età infantile a quella adulta.
N.B. L'adolescenza è un'invenzione molto, molto recente.

La partenza del/della giovane simboleggia l’allontanamento dalla famiglia -e quindi dall’infanzia- per andare a compiere il rito che lo trasformerà in un uomo/donna nuovo/a;
L’ingresso nel bosco simboleggia l’arrivo del /della ragazzo/a nel luogo in cui si terrà il rito, lontano dal villaggio e ancora immerso nella natura primitiva a cui questo è legato.
L’ingresso nel bosco simboleggia l’arrivo del /della ragazzo/a nel luogo in cui si terrà il rito, lontano dal villaggio e ancora immerso nella natura primitiva a cui questo è legato.


Tra un mondo e l'altro
I luoghi della fiaba sono molteplici, ma possono essere ricondotti a due in particolare: il villaggio e l’altro mondo. A dividerli vi è il bosco, o la foresta, presentato quasi sempre come buio, silenzioso e deserto. Ognuno dei luoghi simboleggia qualcosa di altro. Il villaggio rappresenta la civiltà al momento in cui le fiabe iniziano ad essere trasmesse oralmente; opposto al villaggio troviamo l’altro mondo, solitamente caratterizzato dall’elemento del fantastico, come uccelli magici o oggetti stregati. A metà strada vi è il bosco, che serve da passaggio dall’uno all’altro mondo. Esso rappresenta la primitività della società, è il luogo del rito e dalla stregoneria.


La società primitiva viveva in un ambiente prevalentemente boschivo, non vi erano villaggi, ma le tribù si spostavano alla ricerca di cacciagione e raccolto. In questa fase, il bosco era l’unica realtà conosciuta dall’uomo, e con il bosco vi era quel legame profondo che portava a considerarlo come sacro.
In un secondo momento l’uomo comincia a costruire villaggi. Comincia una fase di disboscamento, dai rifugi nel bosco si passa alle capanne e poi alle case nel villaggio. La caccia e il raccolto non sono più la fonte primaria di sussistenza, ma vengono sostituite con l’agricoltura e l’allevamento. Il bosco, a questo punto, non è più portatore di animali di cui cibarsi e rifugio dai predatori, ma diventa un luogo oscuro, da cui derivano i pericoli che affliggono il villaggio, come le fiere. Cambiano i riti, le credenza religiosa, ma in maniera graduale. Pertanto gli stregoni, per mantenere quel contatto con la natura, dovevano tornare nel bosco. E la natura perde la sua positività e diventa al contrario una nemica, una forza sovraumana a cui l’uomo deve sottostare e che governa le piogge, le carestie e il raccolto.
