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Auggie austronauta contro la diversità

NON BASTA COMPORTARSI DA AMICI, BISOGNA ESSERLO!
Quella di Wonder è una storia che affronta in maniera toccante il tema della diversità insegnandoci l'arte dell'accoglienza. Il protagonista è Auggie un ragazzino disabile di 11 anni...
..nato con un volto che considera così impresentabile da tenerlo costantemente nascosto dietro ad un casco da astronauta. Una malformazione cranio-facciale lo ha costretto nei suoi primi 10 anni di vita a decine di interventi chirurgici che gli hanno garantito la possibilità di avere una vita adeguata, ma non una vita sociale.
Il bullismo è la cosa che più viene temuta dai genitori di Auggie. La diversità fisica del loro bambino non può uscire indenne dall’eventuale attacco dei potenziali bulli che possono prenderlo di mira e decidere di renderlo la loro vittima designata. Per questo, la mamma di Auggie ha promosso una sorta di protezione totale nella vita del proprio bambino.
Ha generato uno scudo di protezione che ora però bisogna superare. Auggie deve imparare ad entrare nella vita, a mescolarsi con gli altri senza più timori e riserve per il suo problema. Deve accettarsi per quello che è e soprattutto insegnare agli altri a fare lo stesso.
Il bullismo è la cosa che più viene temuta dai genitori di Auggie. La diversità fisica del loro bambino non può uscire indenne dall’eventuale attacco dei potenziali bulli che possono prenderlo di mira e decidere di renderlo la loro vittima designata. Per questo, la mamma di Auggie ha promosso una sorta di protezione totale nella vita del proprio bambino.
Ha generato uno scudo di protezione che ora però bisogna superare. Auggie deve imparare ad entrare nella vita, a mescolarsi con gli altri senza più timori e riserve per il suo problema. Deve accettarsi per quello che è e soprattutto insegnare agli altri a fare lo stesso.


NORMALE
So di non essere un normale ragazzino di dieci anni. Sì, insomma, faccio cose normali, naturalmente. Mangio il gelato. Vado in bicicletta. Gioco a palla. Ho l’Xbox. E cose come queste fanno di me una persona normale. Suppongo. E io mi sento normale. Voglio dire dentro. Ma so anche che i ragazzini normali non fanno scappare via gli altri ragazzini normali fra urla e strepiti ai giardini. E so che la gente non li fissa a bocca aperta ovunque vadano. Se trovassi una lampada magica e potessi esprimere un desiderio, vorrei avere una faccia così normale da passare inosservato. Vorrei camminare per strada senza che la gente, subito dopo avermi visto, si volti dall’altra parte. E sono arrivato a questa conclusione: l’unica ragione per cui non sono normale è perché nessuno mi considera normale.


Dal I capitolo del Libro Wonder di R.J.Palacio
Ma in un certo senso posso dire che ormai mi sono abituato al mio aspetto fisico. So come fingere di non notare la faccia che fa la gente. Siamo diventati tutti abbastanza bravi, in questo genere di cose: io, mamma, papà e Via. Anzi, no, mi rimangio la parola: Via non è affatto brava.
Si irrita parecchio quando qualcuno fa lo scemo con me. Come quella volta ai giardini, quando dei ragazzi più grandi si sono messi a fare dei versi. Per la verità non so nemmeno bene cosa dicessero, perché non li ho sentiti, ma Via sì, e ha cominciato a gridargli dietro di tutto. È fatta così, lei.
Io no. Via non mi considera normale. Lei dice di sì, ma se fossi normale non avrebbe tutto questo bisogno di proteggermi. Nemmeno mamma e papà mi considerano normale. Credo che l’unica persona al mondo che capisce quanto sono normale sono io. Mi chiamo August, per inciso. Non mi dilungo a descrivere il mio aspetto.
Tanto, qualunque cosa stiate pensando, probabilmente è molto peggio.
Si irrita parecchio quando qualcuno fa lo scemo con me. Come quella volta ai giardini, quando dei ragazzi più grandi si sono messi a fare dei versi. Per la verità non so nemmeno bene cosa dicessero, perché non li ho sentiti, ma Via sì, e ha cominciato a gridargli dietro di tutto. È fatta così, lei.
Io no. Via non mi considera normale. Lei dice di sì, ma se fossi normale non avrebbe tutto questo bisogno di proteggermi. Nemmeno mamma e papà mi considerano normale. Credo che l’unica persona al mondo che capisce quanto sono normale sono io. Mi chiamo August, per inciso. Non mi dilungo a descrivere il mio aspetto.
Tanto, qualunque cosa stiate pensando, probabilmente è molto peggio.
La diversità è una risorsa. E' un'occasione di arricchimento per l'altro
Cecil Kienge
Cecil Kienge
Cos'è per te la diversità?
E a te è mai capitato di sentirti diverso? Raccontalo
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