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T-BOOK. Il nostro e-book per scoprire Torviscosa.

by Scuola Secondaria di I Grado Torviscosa

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T-BOOK
Il nostro e-book per scoprire Torviscosa
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Torviscosa prende il nome dalla viscosa che, prodotta con le fibre della cellulosa, una volta trasformata in filo, dà origine a una fibra. Quest'ultima viene intrecciata creando tessuti dalle fantasie e dai colori più disparati. Un po' come succede con la sua comunità, tessuto complesso e risultato di relazioni tra i suoi abitanti.
In questo e-book abbiamo cercato di esplorare questi intrecci che ne compongono la trama: le ricchezze del territorio, la testimonianza delle persone, l'eredità della storia.
Conoscere il nostro territorio è il primo passo per poterne un giorno prendere noi i fili, cucire gli strappi e tessere nuove trame.
SOMMARIO
Mi presento 4
Calendario 8
Map of Torviscosa 18
L'architettura 20
La viscosa 25
Il cibo 29
Il lavoro 33
Il tempo libero 39
Statistiche demografiche 47
Intervista al nonno Renzo 53
Intervista al nonno Mario 61
Intervista ai nonni Guerrino e Ornella 64
La nostra città ideale 70
Cinegiornale 72
Ieri... oggi... e i nostri scatti artistici 74
Ciao, mi presento...
PIAZZA DEL POPOLO TORVISCOSA 2020-2021

Ciao a tutti, mi chiamo Piazza del Popolo, in origine Piazza Impero, e sono stata costruita ormai 80 anni fa con lo scopo di diventare uno dei luoghi simbolo del mio paese, Torre di Zuino, no scusate, è vero, adesso si chiama Torviscosa.
Sono stata progettata nel 1940 dall’architetto Giuseppe De Min per diventare il centro cittadino e riunire le strutture pubbliche come il municipio, le scuole, le poste e i negozi.
Soprattutto nei miei primi anni di vita ero molto conosciuta perché, insieme ad altre mie amiche, rappresentavo le piazze dipinte da Giorgio de Chirico ed ero piazza tipica delle città di fondazione. Con il passare del tempo mi hanno un po’ modificata, mi hanno regalato un finto pozzo al centro e successivamente mi hanno piantato quattro cedri che negli anni sono cresciuti moltissimo. Sono stata sempre molto frequentata grazie alla presenza della fabbrica e dei tanti negozi che mi hanno circondata, il bar, l’ortofrutta, la panetteria, la macelleria, la farmacia, le banche, la scuola…. Poi mi hanno sempre più trascurata, se così si può dire, fino a un anno fa quando pensavo di essere stata proprio abbandonata.
Infatti, tutto ad un tratto, il nulla più totale niente più bambini che andavano a scuola, niente più vecchietti nel bar alla mattina per bere il caffè, niente più signore che si incamminavano presto per venire a prendere il pane e niente più mercato del venerdì. Non capivo cosa stesse succedendo quando, improvvisamente, persone con mascherine sui loro volti e qualche volta pure con i guanti mi hanno fatto capire che c’era qualcosa che non andava, probabilmente a livello sanitario. Tutti distanziati fra di loro e rigorosamente in fila al di fuori dei negozi hanno rianimato le mie giornate, ma solo in parte e fino alle dieci di sera. Solo grazie ai vari cartelli appesi al di fuori dei negozi e alle locandine dei giornali sono riuscita poi a capire che si trattava di una vera e propria emergenza sanitaria mondiale provocata da un certo virus detto Covid-19. Con il passare dei mesi la situazione non cambiò, ma con l’arrivo dell’estate, la fine della scuola e l’inizio delle vacanze, le cose migliorarono, perlomeno per me. Le persone ricominciarono ad uscire e perciò non mi sentivo più sola come prima, la felicità e la gioia della gente mi circondava a tutte le ore del giorno fino alla fine di questi tre bellissimi mesi, tanto da farmi pensare fosse tutto finito.
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