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(copy) Lettere dalla quarantena

by Cometti Naomi

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Lettere dalla quarantena
degli alunni delle classi 2^ e 3^ D
Scuola secondaria di primo grado - E. FERMI
Romano di Lombardia, BG
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Romano di Lombardia, maggio 2020
Diritti riservati dell'autore, Naomi Cometti
Mai mi era accaduto durante i miei anni di insegnamento che le scuole venissero "chiuse" a noi docenti e ai ragazzi. Mai ci eravamo trovati in Italia e in particolare a Bergamo, travolti da una pandemia. Nel tempo che ci ha tenuti distanti dai nostri alunni, abbiamo sempre cercato di mantenere un'invisibile ma salda unione e, soprattutto nella prima fase, è stato importante entrare "in punta di piedi" nelle loro case, pur cercando di mantenere un contatto vivo e fecondo dal punto di vista umano ed educativo. Non sapevo in quali circostanze versassero le famiglie, alcune sicuramente erano state colpite da qualche lutto, come tutti più o meno a Bergamo, eppure ho pensato che un modo per condividere la nostra quotidianità e per sentirci ancora parte di una comunità scolastica dovesse essere trovato. Sì perché la scuola è una comunità, è il mondo nostro e dei ragazzi, un mondo cui tante altre componenti accedono, ma che solo noi docenti e alunni viviamo in tutta la sua complessità e completezza, in tutto il suo stupore e la rinnovata meraviglia giorno dopo giorno.
La comunità, ho pensato, andava ricostruita, difesa, protetta da possibili scioglimenti e sfilacciamenti. Il modo, uno dei modi possibili, poteva essere per me, insegnante di lettere, un testo in cui gli alunni parlassero delle proprie giornate, decidendo loro ciò che volevano o non volevano rivelare a me e con me alla nostra piccola comunità.
Fare scrivere una lettera a queste generazioni non è la cosa più semplice. Mi sono inventata l'espediente.
"Immagina di poter raggiungere una persona a tua scelta solo con una lettera, perché le connessioni telefoniche non funzionano più. Che cosa gli vorresti dire delle tue giornate? Cosa gli vorresti chiedere? Raccontagli come stiamo vivendo la pandemia".
Gli alunni hanno iniziato a scrivere, chi più chi meno, ma tutti avevano qualcosa da dire, da raccontare. Man mano leggevo le lettere cresceva in me il desiderio di metterle in condivisione con loro, e così ho fatto. Poi l'idea che un momento così particolare della loro storia di vita personale e di comunità non potesse rimanere solo un compito assegnato destinato a finire negli archivi della scuola; un momento così delicato e straordinario doveva rimanere a loro disposizione negli anni a venire. Da qui l'idea dell'ebook e poi, chissà di una futura pubblicazione. Io sono rimasta contentissima di aver potuto partecipare in parte alle loro vite e sono grata loro per avermi permesso di scoprirle un po' di più. A tutti voi che avete avuto la curiosità di aprire questo libro auguro una buona lettura.

Prof.ssa Naomi Cometti
6 aprile 2020

Carissimo Stefano, ti scrivo questa e-mail per sapere come stai. Come penso tu sappia in questo momento in Italia e in tutto il mondo c’è questo virus che sta uccidendo migliaia e migliaia di persone. Io sto bene, ma volevo sapere come stai tu, spero bene. Con questo maledetto virus il modo di vivere è cambiato moltissimo e tutto questo sembra surreale, basta soltanto pensare che si può uscire solamente con la mascherina o che può andare solamente una persona per famiglia a fare la spesa. Io sto seguendo il decreto che c'è qua in Italia che dice di stare a casa ed io quindi sono perennemente chiuso in casa. La mia giornata è molto diversa da quella che facevo prima, mi sveglio alle 9:00,faccio colazione e dopo faccio i compiti; una volta fatti i compiti o mangio o se non è ancora pronto guardo un po' il telefono. Una volta mangiato il pomeriggio faccio i compiti dalle 14:00 alle 15:30. Più tardi gioco con i miei amici ai videogames. Infine verso le 19:30 ceno. Detto questo spero di riabbracciarti presto. Carissimi saluti, L.
L.M., 13 anni
Cara Siera. Ciao! Come va? Spero tutto bene. Qui in Italia la situazione non è delle migliori. Anche se affermano che il numero dei morti e dei contagiati di coronavirus sta diminuendo non dobbiamo abbassare la guardia perché in queste ultime settimane sono morte tantissime persone e tantissimi medici e infermieri che hanno salvato la vita a tante persone! La gente (e anche io) sta a casa tutto il giorno, ed esce solo per lavorare o per fare la spesa con la mascherina e i guanti. I controlli sono dappertutto soprattutto qui in Lombardia che è piena zeppo di vigili e poliziotti. All'inizio mi piaceva l' idea di stare a casa perché così potevo mangiare, dormire e alzarmi quando volevo, ma ora questa cosa del non andare a scuola e il virus mi preoccupano un po' perché non posso più vedere i miei compagni di classe. A casa durante la settimana ho molte cose da fare: la mattina mi alzo piuttosto tardi (a parte quando ho una verifica), poi faccio colazione e studio fino a sera. Se finisco prima i compiti aiuto mia mamma nelle faccende domestiche e preparo pane pizza e dolci con lei. Infine dopo aver fatto tutti i compiti sto un'oretta col telefono e guardo la TV. Il weekend invece mi alzo sempre tardi e studio solo la mattina, mentre di pomeriggio vado sul balcone e faccio bagni di sole mentre sto col telefono, disegno anime o dormo. Di sera invece guardo qualche film e gioco a domino con mio papà e mio fratello. Spero che questa cosa finisca presto così tornerà tutto alla normalità. ANDRA' TUTTO BENE!!! Un caro saluto. I.
I.K., 13 anni
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