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Hanno partecipato a questo libro:
Riccardo A.
Sara B.
Simone B.
Antonio Maria C.
Alessia C.
Isa C.
Andreea C.
Renat D.
Maria Elena D.
Ludovica D.
Martina F.
Samuele F.
Michele G.
Tommaso G.
Emma G.
Nicola M.
Riccardo A.
Sara B.
Simone B.
Antonio Maria C.
Alessia C.
Isa C.
Andreea C.
Renat D.
Maria Elena D.
Ludovica D.
Martina F.
Samuele F.
Michele G.
Tommaso G.
Emma G.
Nicola M.
Ginevra P.
Larissa P.
Filippo Emanuele R.
Margherita R.
Letizia S.
Mattia S.
Agnese V.
Marisol V.
Michele Z.
Maestro Guido
Maestra Mariella
Maestra Sandra
Maestra Stefania
Maestra Teresa
Larissa P.
Filippo Emanuele R.
Margherita R.
Letizia S.
Mattia S.
Agnese V.
Marisol V.
Michele Z.
Maestro Guido
Maestra Mariella
Maestra Sandra
Maestra Stefania
Maestra Teresa
Maestra Sandra
Il rametto di vischio, che durante le feste natalizie si usa appendere nelle case, viene considerato un amuleto contro le disgrazie e gli influssi negativi. Le tradizioni sul vischio arrivano dai Celti. I Celti pensavano che il vischio fosse una pianta miracolosa, donata dagli dei agli uomini. Il vischio viene chiamato anche la pianta della Luna, per le sue bacche bianche e lattiginose, che quasi brillano al buio.
LA LEGGENDA DEL VISCHIO
C'era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L'uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva amici.
Una sera che non riusciva ad addormentarsi uscì di casa e vide molta gente che andava nella stessa direzione. Qualche mano si tese verso di lui. "Fratello, - gli gridarono - non vieni ?". Fratello? A lui fratello? Lui non aveva fratelli. Era un mercante e per lui non c'erano che clienti. Per tutta la vita era stato avido e avaro.
Ma dove andavano? Li seguì, incuriosito.
Dentro di sé pensava che non poteva essere fratello di quelle persone. Quante volte le aveva ingannate?
Eppure camminavano al suo fianco e con loro giunse
alla grotta di Betlemme. Tutti entravano, nessuno a mani vuote. Anche i poveri avevano qualcosa. E lui, che era ricco, non aveva niente. "Signore, - esclamò - ho trattato male i miei fratelli. Perdonami."
Appoggiato a un albero, davanti alla grotta, il mercante pianse, pentendosi della sua avarizia.
Alla prima luce del sole quelle lacrime splendettero come perle, in mezzo a due foglioline.
Era nato il vischio.
Leggenda trentina
C'era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L'uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva amici.
Una sera che non riusciva ad addormentarsi uscì di casa e vide molta gente che andava nella stessa direzione. Qualche mano si tese verso di lui. "Fratello, - gli gridarono - non vieni ?". Fratello? A lui fratello? Lui non aveva fratelli. Era un mercante e per lui non c'erano che clienti. Per tutta la vita era stato avido e avaro.
Ma dove andavano? Li seguì, incuriosito.
Dentro di sé pensava che non poteva essere fratello di quelle persone. Quante volte le aveva ingannate?
Eppure camminavano al suo fianco e con loro giunse
alla grotta di Betlemme. Tutti entravano, nessuno a mani vuote. Anche i poveri avevano qualcosa. E lui, che era ricco, non aveva niente. "Signore, - esclamò - ho trattato male i miei fratelli. Perdonami."
Appoggiato a un albero, davanti alla grotta, il mercante pianse, pentendosi della sua avarizia.
Alla prima luce del sole quelle lacrime splendettero come perle, in mezzo a due foglioline.
Era nato il vischio.
Leggenda trentina
Maestra Teresa