Le feste ebraiche 

YOM KIPPUR

E’ il giorno del perdono, cioè il giorno più santo e più importante&nbsp; dell'anno e viene celebrato col digiuno e la penitenza. L’ultima funzione della giornata viene conclusa dal suono dello Shofar, un corno di montone. In quel momento termina il digiuno e ci si siede a tavola in un clima gioioso e riconciliato. Yom Kippur chiude un periodo detto “ i dieci giorni della penitenza”, in cui, ogni anno, i seguaci dell’ebraismo ripensano a ciò che hanno fatto di male, promettono di comportarsi meglio nell’anno a venire. Durante il giorno del Kippur tutti gli ebrei sono tenuti al digiuno totale e alla preghiera, si recano in sinagoga e pregano chiedendo perdono per le colpe commesse contro Dio. Lo Yom Kippur dura circa 25/26 ore. La regola è di abbondare al pranzo della vigilia per riuscire a digiunare il giorno successivo. Durante la festa si ha l'obbligo di astenersi da qualsiasi lavoro.

SUKKOT

Sukkot, in ebraico “capanne”, indica la festa dei tabernacoli o delle capanne, che gli ebrei celebravano in occasione del raccolto agricolo autunnale. Le capanne poi indicarono la permanenza degli ebrei nel deserto dopo la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto: quarant’anni in cui abitarono in capanne accompagnati da “nubi di gloria”. Durante questa festa è obbligatorio mangiare il pane nella capanna la sera del primo e del secondo giorno di festa. Un altro simbolo caratteristico è il lulav: un mazzo composto da un ramo di palma, tre rami di mirto, due di salice e a parte un frutto di cedro. La festa delle capanne è una delle tre feste di pellegrinaggio prescritte nella Torà, feste durante le quali gli ebrei dovevano recarsi al Santuario di Gerusalemme, fino a quando non fu distrutto dai romani.&nbsp; Durante tutti i giorni della festa gli ebrei abitano in capanne dove si mangiano i pasti principali. La capanna deve avere come tetto delle foglie disposte in modo che si possano vedere le stelle. &nbsp;

SAN SIMONINO

Simone, poi conosciuto come Simonino, era un bambino di due anni che viveva a Trento. La sera del 23 marzo 1475, un giovedì santo, scomparve. Il suo corpo fu ritrovato la Domenica di Pasqua nelle acque di un fiume in centro città a Trento. Proprio in quella zona c'era una casa abitata da quindici ebrei. Un gruppetto di ebrei venne accusato di aver ucciso Simonino e di aver usato il suo sangue per cucinare il pane azzimo. La colpa ricadde sugli ebrei perché in quel periodo erano malvisti e si pensava che uccidessero i bambini e usassero il loro sangue per scopi magici e religiosi. Gli ebrei vennero incarcerati, costretti a confessare sotto tortura e infine giustiziati.&nbsp; Non potevano essere stati loro perché per gli ebrei il sangue è un simbolo di vita e quindi evitano ogni traccia di sangue sulla carne.

HANUKKAH

Hanukkah significa “inaugurazione” o “dedica” infatti la festa commemora la consacrazione di un altare nel tempio di Gerusalemme dopo la liberazione dal dominio degli Elleni. In quella circostanza si compì un miracolo: dopo la lotta era rimasta un’unica ampolla d’olio puro, sufficiente per tenere accesa la menorah un solo giorno. Quel poco olio riuscì ad alimentarla per otto giorni consecutivi proprio quanti ne servivano per prepararne dell’altro. E’ chiamata anche festa delle luci ed è la seconda festività ebraica in assoluto.&nbsp; La festività dura otto giorni e la prima sera, chiamata Erev Hanukkah, inizia il 24 del mese di Kislev (dicembre). E’ l’unica festività religiosa ebraica che si svolge a cavallo di due mesi. Ancora oggi durante Hanukkah gli Ebrei accendono ogni giorno una candela del candelabro a nove bracci, la nona si utilizza per accendere le altre, in modo che l’ottavo giorno siano tutte accese. Questa tradizione serve per ricordare la liberazione del Tempio di Gerusalemme e il miracolo dell’olio.

SAN SIMONINO

ROSH HASHANA

Rosh Hashanà significa “capo dell’anno” (capodanno).&nbsp; E’ un momento di riflessione per il popolo ebraico, in questo giorno ogni credente medita sulle proprie azioni, chiede perdono a Dio per i suoi peccati e promette di essere migliore. Il capodanno ebraico dura due giorni di festa solenne durante i quali gli ebrei partecipano a servizi religiosi. Non si svolge nessun lavoro e viene fatta una tradizionale cena in famiglia. Vengono serviti a questa festività molti cibi tra cui: melograno, datteri, fichi, kiwi, pane, mele, torte e panini inzuppati nel miele e il challa, un panino intrecciato. Durante il Rosh Hashanà si suona lo Shofar un corno di montone. Lo Shofar è utilizzato per riflettere su sé stessi e sulla propria vita. Gli Ebrei eseguono un sacrificio sul fuoco, in onore del Signore.&nbsp; Buon capodanno in ebraico si dice "la shanah tovah”.

Il giorno 29 novembre, su proposta della fondazione Caritro, noi alunni delle classi 4° e 5° della Scuola primaria di Giovo siamo andati a Ferrara per visitare il MEIS, Museo Nazionale dell'ebraismo italiano e della Shoah. Al Museo abbiamo scoperto quali sono le principali festività ebraiche. Ecco a voi cosa abbiamo imparato noi ragazzi delle quinte di Giovo.

PURIM - LE SORTI

Il 14° e il 15° giorno del mese ebraico di Adar (marzo) si celebra una delle feste più gioiose e amate: Purim. Il nome proviene dalla parola “pur” che significa sorte. E’ la festa giudaica originata, secondo la narrazione del libro di Ester, dal pericolo corso dai Giudei in Persia, quando il primo ministro Haman decretò il loro sterminio fissandone la data per mezzo delle “sorti” (pur). Fu tirato a sorte il 13 di Adar. Mardocheo chiese alla regina Ester, anch’essa ebrea, di intervenire. Ester informò il re Assuero che salvò il popolo ebraico.&nbsp;&nbsp;&nbsp; Purim è un giorno interamente dedicato all'allegria, durante il quale non vanno versate lacrime. Gli israeliani festeggiano Purim, una delle feste più allegre e più amate dai bambini nel mondo ebraico, mangiando e bevendo in compagnia. Si fanno doni a chi è meno fortunato per renderlo partecipe delle gioie di tutti. Purim è conosciuto anche come carnevale ebraico infatti ci si maschera. Durante questa festa si mangiano Hamantaschen antichi biscotti al miele e noci di origine greca. La festa di Purim cade a metà del mese ebraico di Adar (marzo) e ricorda il sovvertimento delle sorti e il conseguente scampato pericolo per il popolo ebraico.

PESACH

La Pasqua ebraica detta Pesach ricorda la liberazione della schiavitù, dura otto giorni (sette solo in Israele). Durante la cena di Pesach gli ebrei mangiano da un piatto ricco di alimenti simbolici:&nbsp; <ul><li>una zampa d’agnello, ricorda l’agnello ucciso la sera della fuga;</li><li>un uovo sodo bollito in acqua salata, ricordo della schiavitù in Egitto;</li><li>del pane azzimo, pane non lievitato, non c’era il tempo di farlo lievitare vista l’urgenza di lasciare l’Egitto;</li><li>salsa Charoset, composto di noci, mele grattugiate e miele, simboleggia la malta che gli schiavi ebrei utilizzavano per fare i mattoni;</li><li>erbe amare intinte in acqua </li></ul>	salata, ricordano le difficoltà e le 	lacrime versate durante la schiavitù; <ul><li>una coppa di vino, simbolo </li></ul>	di festa per la libertà 	appena ottenuta.

SHABBAT

Shabbat è il giorno sacro degli ebrei. Shabbat deriva da Shevat cioè cessare. Rappresenta il settimo giorno della creazione: sei per creare, uno per riposare. Durante questa giornata speciale non si può lavorare: è un tempo dedicato al riposo. Non bisogna fare nessuna attività lavorativa come: accendere il telefono, premere il tasto dell’ascensore, accendere la luce, cucinare, ecc… La festa settimanale comincia dal tramonto del venerdì finisce al tramonto del sabato sera. Il venerdì sera la tavola viene preparata in modo speciale, ci sono: due candele accese, del pane a forma di treccia, del sale e un calice di vino. Prima del pasto serale e del pranzo del sabato si recita il Kiddush (è la consacrazione) e si benedice il vino. Quando sta per finire il sabato, sulla tavola si trova del vino, una candela accesa e un profumo. In sinagoga il sabato mattina viene celebrato con la lettura della Torah.

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