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Le Sorelle e i fratelli della pace

by VINCENZA SPINOSA

Pages 2 and 3 of 21

LE SORELLE E I FRATELLI DELLA PACE
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Giunsi in vista della piazzetta per caso.

Dovevo essermi sbagliato a girare, proprio all’ultimo incrocio.

Erano quasi le dieci di un sabato mattina, e la piazzetta era tutta gremita.

C’era gente di tutte le età e tutti erano seduti, qualcuno anche in terra, specie i bambini provenienti da diverse scuole.

La cosa che mi colpì fu il clima di compostezza.

Decisi di fermarmi.           
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Sulla parete di una casa vidi un foglio, scritto con una grafia incerta, probabilmente di un bambino: “Sabato mattina siete tutti invitati per la festa delle sorelle e dei fratelli della Pace”.

Era una prima, importante notizia.

Mentre mi avvicinavo, solo un bambino e un vecchio si accorsero di me, e mi indirizzarono un semplice sorriso d’accoglienza.

Trovai posto in un banco e mi disposi a vedere e ad ascoltare, anche se pochi parlavano, e con voce pacata.

L’incontro, la festa, proseguirono per tutta la mattinata, nella quiete.

La giornata primaverile sembrava quasi partecipasse alla festa.

 
La parte centrale della festa consisteva in una chiamata, una convocazione di diversi bambine e bambini su una piattaforma leggermente rialzata, proprio al centro della piazza.
Era un bambino più grande a chiamarli:
 “Ecco le sorelle e i fratelli della Pace !”
 E uno dietro l’altro i bambini, che rappresentavano ciascuno una “virtù” legata alla Pace, salivano lentamente, come piccoli testimoni, sulla pedana e lì restavano in piedi, in silenzio e con un braccio alzato.
A ciascuno il Sindaco consegnava un fiore.
Così, ad uno ad uno, furono chiamati sulla pedana:
la Giustizia, il Rispetto, la Tolleranza, la Solidarietà, la Commozione, la Pietà, la Bellezza, l’Armonia, la Gentilezza, la Fraternità, la Tenerezza, il Sorriso, il Perdono, la Condivisione, la Saggezza, la Fantasia, la Gioia, l’Ascolto, il Silenzio, la Serenità. Il bambino più piccolo fu chiamato in rappresentanza del Candore dell’Innocenza.
A quella cerimonia tutti parteciparono con commozione. Erano consapevoli che dall’impegno di ciascuno poteva nascere un clima migliore per tutti, e che dall’esempio degli adulti i bambini avrebbero tratto linfa vitale anche per il mondo di domani, la casa dei loro giorni a venire.
La festa si concluse con delle danze e dei canti.
Mani grandi e mani piccine si unirono, in un gioioso girotondo.
Insieme formavano un semplice e suggestivo chiarore: quello delle sorelle e dei fratelli della Pace.

La luce che ognuno portò con sé.
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