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Le donne di Dante

by Maria Parricella

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LE DONNE DI DANTE
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BEATRICE
Secondo quello che ci racconta il poeta, il primo, fuggente ma fatale incontro tra Dante e Beatrice, sarebbe avvenuto quando i due avevano entrambi nove anni. Un sguardo scambiato che colpì Dante bambino talmente tanto, da influenzare la sua vita futura per molti anni. Quello che Dante ci racconta di quel precoce incontro è già uno stordimento dei sensi e una fascinazione a cui non trova via di fuga. D’altronde, la sua amata, Beatrice, portava un nome che significava “Colei che rende beati” e questo Dante, pare, lo provò lui stesso al primo incontro.
GEMMA DONATI
Non si sa quasi nulla della sua vita, nemmeno la data esatta di nascita o di morte. Le notizie sulla moglie di Dante sono circoscritte intorno alla famiglia d'origine, la nobile casata dei Donati: Gemma, infatti, era figlia di ser Manetto  Donati.  La giovane sposò Dante attorno al 1285, e gli diede quattro figli, 3 maschi e una femmina: Giovanni, il primogenito, Iacopo, Pietro e Antonia. Non ci sono nell'opera di Dante allusioni dirette ed esplicite alla moglie, e non si sa nulla delle vicende coniugali della coppia, né tantomeno della vita di Gemma. Alla morte di Dante, si sa che Gemma era ancora viva: nel 1329 ella reclamò presso le autorità fiorentine, la parte della sua dote dai beni confiscati al marito. In alcuni atti pubblici del 1343 Gemma è ricordata come già defunta.
FRANCESCA DA RIMINI
Figlia di Guido da Polenta, capofamiglia dei Da Polenta, signori di Ravenna, fu data in sposa a Gianciotto Malatesta, condottiero che combatté assieme al fratello Paolo per i Da Polenta nella guerra contro la famiglia rivale dei Traversari per il dominio sulla città. Le nozze erano state combinate dalle famiglie. Non si trattava certo di un matrimonio d'amore poiché nel 1275, quando lei aveva 15-16 anni, tradì Gianciotto Malatesta con suo fratello Paolo. Secondo il celebre racconto di Dante Alighieri si innamorò di Paolo Malatesta, suo cognato, durante il suo matrimonio. Tra i due nacque un amore segreto, che una volta scoperto, portò all'assassinio dei due amanti. Secondo la narrazione di Dante, che la relega nel girone dei lussuriosi, a far cedere alla tentazione i due amanti sarebbe stata la lettura di un romanzo sulla storia di amore tra Lancillotto e Ginevra.
PIA DE' TOLOMEI
Personaggio di identificazione assai incerta, anche se secondo molti sarebbe stata della famiglia dei Tolomei di Siena: andata in sposa a Nello dei Pannocchieschi, podestà di Volterra, sarebbe stata uccisa dal marito che la fece precipitare dal balcone del suo castello della Pietra, in Maremma. La causa del delitto sarebbe, secondo alcuni, la punizione di un'infedeltà, secondo altri la volontà di lui di passare a seconde nozze.
Dante la include tra tra i morti per forza e peccatori fino all'ultima ora, che attendono nel secondo balzo dell'Antipurgatorio. Si rivolge a Dante, chiedendogli di ricordarsi di lei dopo che sarà tornato nel mondo e che avrà riposato per il lungo cammino. Si presenta come la Pia, nata a Siena e uccisa in Maremma, come ben sa colui che l'aveva chiesta in sposa regalandole l'anello nuziale.
PICCARDA DONATI
Figlia di Simone Donati, giovinetta pia e religiosissima, entrò nel convento di S. Chiara a Firenze per farsi monaca. Il fratello Corso, per motivi di convenienza politica la volle dare in sposa a Rossellino della Tosa, violento esponente dei Guelfi Neri; per questo Corso venne a Firenze con un gruppo di facinorosi, la rapì dal monastero e la costrinse alle nozze con Rossellino. Alcuni narrano che Piccarda, appena tolta dal monastero, si ammalò e morì, anche se di questo non c'è alcuna conferma diretta. Dante ne fa la protagonista del Canto III del Paradiso, fra gli spiriti che gli appaiono simili a immagini evanescenti come se fossero riflesse nell'acqua.
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