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Il nostro primo libro sul bullismo

by Carolina D'Auria

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Il nostro libro sul bullismo
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a cura della Prof.ssa D'Auria Carolina
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Cosa si intende per “bullismo”?
Con il termine bullismo s’intende definire un comportamento aggressivo ripetitivo nei confronti di chi non è in grado di difendersi.
Solitamente, i ruoli del bullismo sono ben definiti: da una parte c’è il bullo, colui che attua dei comportamenti violenti fisicamente e/o psicologicamente e dall’altra parte la vittima, colui che invece subisce tali atteggiamenti.
La sofferenza psicologica e l’esclusione sociale sono sperimentate da bambini che, senza sceglierlo, si ritrovano a vestire il ruolo della vittima subendo ripetute umiliazioni da coloro che invece ricoprono il ruolo di bullo.
Ma chi ricopre il ruolo del bullo?
E colui che non sta bene prima con se stesso e poi con gli altri perché ha un profondo bisogno di affetto, che non sa dimostrare. https://www.youtube.com/hashtag/quelbullettodelcarciofo
Ci sono gli spettatori positivi ,coloro che sostengono la vittima e sono contrarie alle cattiverie del bullo.
E ci sono gli spettatori negativi, che sostengono il bullo aiutandolo a fare cattiverie.
Il bullismo non è una dinamica a due, è piuttosto un fenomeno ispirato a precise dinamiche di gruppo: i compagni che assistono agli atti di bullismo, sostenendo attivamente la dinamica del più forte o mostrando indifferenza nei confronti della vittima, possono essere tanto dannosi quanto le prevaricazioni del bullo e il senso di impotenza della vittima.
Il bullismo si può manifestare come:
●      Aggressione fisica vera e propria (la vittima è colpita fisicamente da spintoni, schiaffi, calci, pugni, strattoni, pizzichi, sputi, etc.);
●      Aggressione verbale diretta (la vittima è oggetto di insulti, prese in giro, intimidazioni, nomignoli fastidiosi, etc.);
●      Violenza psicologica (la vittima è offesa sul piano personale, colpita nei suoi punti più deboli; è terrorizzata da minacce gravi indirizzate a lei a ai suoi cari; è colpita nell’autostima e nel senso di sé, etc.);
●      Violenza relazionale (la vittima è isolata dal gruppo, emarginata, esclusa, diffama, etc.);
●      Aggressione strumentale (il bullo danneggia o sottrae intenzionalmente oggetti alla vittima).
…….e il cyberbullismo?
Con la diffusione della comunicazione elettronica e online e dei social network anche tra i giovanissimi, il bullismo ha assunto le forme subdole e pericolose del cyberbullismo.
In questo caso, le offese e le prese in giro non vengono comunicate di persona, ma in modo virtuale attraverso smartphone, email, chat, etc.
Le prepotenze, nel mondo virtuale, presentano delle caratteristiche peculiari che rendono il fenomeno ancora più pericoloso. In primo luogo la rete garantisce anonimato al bullo, ne facilita la disinibizione e gli permette di sottrarsi alle restrizioni previste per la tutela dei diritti delle persone. In secondo luogo, l’assenza di relazioni faccia a faccia annulla l’interazione sociale mediata dal contatto visivo e dal tono della voce, influenzando negativamente la comunicazione: nel web si riduce la percezione di gravità delle proprie azioni, così come l’empatia e la comprensione delle conseguenze di ciò che si fa. In ultimo, l’assenza di limiti di spazio e di tempo propria del mondo virtuale fa sí che il cyberbullismo, potenzialmente, si consumi ovunque e in ogni istante. Foto, video e messaggi usati per ferire la vittima rimangono in rete a disposizione di chiunque ed è molto difficile eliminarli. Il bullismo, tanto nelle sue forme tradizionali quanto nelle più recenti manifestazioni cyber, ha conseguenze devastanti sui soggetti coinvolti, tanto nel breve quanto nel lungo periodo. Il rischio maggiore per i bulli è quello di consolidare condotte devianti o criminali; nelle vittime si evidenziano effetti dannosi sul piano fisico e psicologico, con conseguenze negative importanti sulla qualità di vita e sulle prospettive di benessere.


Cosa fare contro il bullismo?
Parlarne. Non minimizzare. Portare alla luce dinamiche denigratorie di prepotenza e prevaricazione. Dare voce e accoglienza alle vittime. Sensibilizzare bambini, ragazzi, genitori e insegnanti all’importanza di utilizzare stili relazionali che rispettino la dignità dell’altro, le sue fragilità e debolezze. Promuovere una cultura della cooperazione, della differenza come ricchezza, dei limiti come punti di forza.

Contro il bullismo l’unione fa la forza !!!
dialogo sul bullismo
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