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La leggenda dell' albero Arcobaleno

by Maria Casella

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La leggenda dell' albero Arcobaleno
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C’era una volta un giovane arcobaleno; quando fu abbastanza grande, la sua mamma e il suo papà lo mandarono a lavorare come custode per un vecchio lepricauno.
 L’arcobaleno doveva rimanere a guardia del forziere pieno d’oro del vecchio folletto e non poteva allontanarsi da lì neppure per fare quattro chiacchiere con le farfalle del prato. 
Un giorno l’arcobaleno si stancò del suo lavoro e, mentre il lepricauno era in viaggio per certi suoi affari, scappò lontano, abbandonando il tesoro: voleva vedere il mondo e scoprire cosa c’era al di là del prato.
L’arcobaleno tuttavia non fece molta strada: era appena entrato nel boschetto di eucalipti che si trovava oltre il confine del prato quando sentì dietro di sé la voce stridula del lepricauno: “Dove ti sei cacciato, piccolo fannullone?”. L’arcobaleno volò via di corsa, nascondendosi tra gli alberi.
Lungo la strada trovò un grande eucalipto e si appoggiò al suo tronco per sfuggire al lepricauno, che saltellava tra gli alberi strillando.
“Ehi” disse una vocina sottile.
“Chi ha parlato?” sussurrò l’arcobaleno.
“Sono io, l’albero a cui ti sei appoggiato. Cosa ci fai qui nel boschetto?”
“Vorrei vedere il mondo, ma il lepricauno per cui lavoro non mi lascia allontanare dal suo tesoro nemmeno per dieci minuti e io sono scappato”.
“Se vuoi posso aiutarti” disse l’albero. “Il vento sparge i miei semi in terre lontane e gli uomini li portano ancora più in là per piantarli nei loro giardini. Potrei farti viaggiare con loro”.
“Sarebbe meraviglioso” rispose l’arcobaleno.
“Abbraccia il mio tronco” continuò l’albero, “abbraccialo con tutta la forza che hai”.
L’arcobaleno si strinse all’eucalipto con tutti i suoi colori e come per magia, scomparve in un raggio di luce.
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