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Una casa di là dal mare

by Beatrice Raveggi

Pages 6 and 7 of 81

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Oggi a scuola ho avuto la fortuna di intervistare Claudio Bronzin, un sopravvissuto all’esodo istriano, prima della storia di Claudio la Prof.ssa Velli ha fatto un’introduzione e spiegazione dell’esodo riportando anche episodi della sua storia legata all’accaduto. Dopo l’introduzione, Claudio ha iniziato a raccontare della sua storia, di come da bambino si sia ritrovato a subire l’odio è il ripudio per colpe che non aveva e non esistevano, solo perché italiano, Claudio veniva perseguitato, e viveva nel terrore.Claudio abitava a Pola, e là aveva i suoi amici, la sua famiglia e la sua vita, finché il 18 agosto 1946 sulla spiaggia di Vergarolla, in cui c’era una mostra di italianità, mentre Claudio lascia i suoi amici e va sul ponte, sente una grande esplosione, e infine vede un grande fumo. Sulla spiaggia era scoppiata una carica di esplosivo, Claudio incredulo.
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Vede sangue, pezzi di carne, e persone morte, tutto questo solo perché le vittime erano italiane. In quel momento mi sono immedesimato in Carlo, ho pensato a tutti i miei amici che di colpo, saltano in aria per un motivo assurdo, vedere i loro pezzi in giro, i gabbiani che banchettano con i loro resti, e la mia famiglia nel panico divisa e preoccupata. Claudio ha colpito tutti i miei compagni, perché questa storia, non è stata spiegata, ma raccontata. Vedere un uomo di 87 anni che racconta di come ha rischiato la vita alla nostra età per questa cosa, ti fa sentire fortunato, benedetto. Claudio anche in quel momento si emozionava nel dire che in Italia la scuola non era facile, e che alla fine era passato dopo tante bocciature, e si commuoveva di ogni piccola cosa successa dopo Vergarolla. Ci ha fatto comprendere che questi eventi ti fanno apprezzare e vedere la vita in modo diverso.

Aldo Barelli