Book Creator

(copy) Don Rodrigo

by KAROL SANFELICE

Cover

Loading...
DON RODRIGO
Loading...
Personalità
Manzoni non ci descrive Don Rodrigo, non sappiamo fisicamente come sia, di lui viene tracciato un ritratto indiretto mediante la descrizione del suo palazzotto dalla quale traspare la sua fama di malvagio, che si circonda di gente come lui...

Manzoni utilizza spesso l’aggettivo “piccolo“ per descrivere l’ambiente e gli elementi del palazzotto di Don Rodrigo, questo piccolo in senso fisico si traspone su un livello più alto ed indiretto connotando la figura di Don Rodrigo come un personaggio mediocre, di poco spessore dal punto di vista etico e morale l’oscurità delle sale interne, il frastuono confuso e le voci discordi che cercano di soverchiarsi, rappresentano anch’essi l’immagine di DonRodrigo come di un personaggio non illuminato dalla ragione, non limpido e cristallino, in cui l’oscurità del male prevale, in cui la prevaricazione è il denominatore comune degli atteggiamenti.

Don Rodrigo è un personaggio statico: raffigura quello che ai suoi tempi era il tipico nobiluomo di provincia, vittimadella sua ricchezza e della sua posizione sociale, svelando anche un lato debole che si contrappone al suo essere spietato e prepotente, infatti si manifesta anche insicuro e pauroso.
È l’antagonista dei promessi sposi , colui che si pone contro i protagonisti. Don Rodrigo ha una doppia personalità, un duplice aspetto che riscontriamo nel corso del romanzo, una parabola discendente che alla fine lo vede vittima della peste, tradito dal suo Griso.
Se analizziamo come agisce Don Rodrigo, ci accorgiamo che le sue azioni non sono generate da un pensiero proprio e da una libera decisione, ma sono influenzate dalla società, dalla situazione storica, dal costume, che lo dominano Don Rodrigo compie il male semplicemente perché è sicuro che la sua posizione sociale e gli appoggi di persone molto influenti e poco scrupolose gli garantiscano l’impunità, e perché, nella sua assenza d’ogni principio morale, egli conosce solo una legge: quella del più forte anche quando non è presente fisicamente, lo è a livello immateriale, come se orchestrasse le vicende da dietro le quinte.

Ma pur essendo un malvagio, non ha il coraggio delle proprie azioni, perché si preoccupa di salvare le apparenze.

È un piccolo tiranno di campagna, che non è preparato ad accettare le conseguenze delle sue azioni, e quindi non sa essere grande neppure nel male: non sa avvolgersi di quella capacità di suscitare paura e sgomento, ma contemporaneamente anche rispetto. 
Per questo motivo vuole tentare anche lui la sua grande impresa, ma rimane invischiato dalla sua stessa debolezza e incapacità.
Varie volte capisce di essersi imbarcato in un’impresa sciocca che, anche se coronata dal successo, non gli darebbe nessuna vera soddisfazione. Tuttavia insiste, perché è prigioniero del suo ruolo e della classe sociale cui appartiene: impedire quel matrimonio significa poter manifestare il suo potere, qualcosa cui non è disposto a rinunciare. Inoltre, gettare la spugna in quel contesto vorrebbe dire perdere l'onore e non essere considerato dai suoi pari all'altezza della situazione.
PrevNext