Gianni Rodari - Un ebook a duecento mani

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Ciao&nbsp;ciao&nbsp; Sono&nbsp; l’orso&nbsp; pancione&nbsp; che&nbsp; mangia&nbsp; solo salmone.&nbsp; Ne mangio tan&nbsp; to ogni momento&nbsp; che il fiume si è ormai&nbsp; spento. Tutti i salmoni&nbsp;&nbsp; sono finiti e l’acqua&nbsp; è calma e senza&nbsp; ruggiti.&nbsp;

&nbsp;Io so-&nbsp; no picco&nbsp; lo come un&nbsp; uccellino,&nbsp;bian&nbsp; co come la neve&nbsp; oppure marrone&nbsp;&nbsp; come la terra do-&nbsp; ve&nbsp;saltellerò, o anco&nbsp; ra&nbsp;azzurro come il&nbsp; cielo in cui libero&nbsp; volerò...Chi&nbsp; sono?&nbsp;

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Un giorno Filippo voleva raccontare una bellissima storia al suo amico Agustin. Questa storia si intitolava „Gelsomino nel paese dei bugiardi“. Filippo: Agustin!!! Questa storia che ti sto per raccontare si intitola „Gelsomino nel paese della verità”. Agustin: No, era „Gelsomino nel paese dei bugiardi“. Filippo: Vero! Vabbè… Gelsomino aveva una voce fievolissima. Agustin: No… no! Aveva una voce fortissima. Filippo: Ne sei sicuro? Agustin: Sì, Sì… Filippo: Vabbè, fatto sta che venne mandato nel paese degli alieni, perché… Agustin: Era il paese dei bugiardi!

Filippo: Comunque venne mandato lì perché aveva rapinato una banca piena di soldi e… Agustin: Ma cosa stai farfugliando??? L'hanno mandato lì perché aveva una voce troppo potente. Filippo: Vero, e sai una cosa? Il re prima di diventare un sovrano era un fotomodello. Agustin: No, era un pirata! Filippo: Alla fine il paese dei pappagalli diventò il paese dei cani. Agustin: Certo che le storie non le sai proprio raccontare, amico mio! Filippo Cadeddu Dessalvi e Agustin Amigo Schepeler, 6.DE

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Capitolo Quattordicesimo Lamberto e l’ultima crociera Dopo il pranzo gentilmente offerto dal signor Giacomini (e il suo pesce di otto etti), il baronetto Lamberto decise di andare in crociera per raggiungere la scuola delle scimmie volanti a Rio de Janeiro in Brasile e diventare un trapezista. Dopo tre giorni di viaggio la nave da crociera venne attaccata nell’oceano Atlantico da un gruppo di pirati chiamati la banda dei 30 M (perché i marinai si chiamavano tutti Mauro). La banda dei 30 M rapì i ragazzini sulla nave, e quindi anche il nostro Lamberto, ignorando chi fosse veramente. L’idea era di rivendere tutti i ragazzini come schiavi. Caduto in disperazione dopo l’accaduto,

Anselmo prese coraggio e decise di prendere il controllo delle banche di Lamberto affinché il suo patrimonio non venisse sperperato. E Lamberto? Il suo destino rimase un mistero anche se voci non confermate dicono che Lamberto sia diventato un pirata a caccia di tesori antichissimi, ma questa è un’altra storia. Edoardo Tiziani, 8 classe

Quattordicesimo Capitolo Lamberto: Quindi Anselmo, hai sentito prima; io vorrei fare la vita che ho sempre sognato, vorrei fare tante cose nel circo. Anselmo: Stai forse cercando di dirmi che non vuoi più fare nuoto e che vuoi iniziare nel mondo del circo? Lamberto: Certo! Per prima cosa vorrei imparare a fare il giocoliere, poi il trapezista, poi vorrei imparare a stare in equilibrio su una corda e tantissime altre cose... Ti prego! Iscrivimi al circo! Anselmo: Però prima di iscriverti al circo devi fare un po’ di pratica! Lamberto: Sì, lo so! Non sono bravo ed è per questo che vorrei iscrivermi... Anselmo: Ma al circo ci si va se sai fare qualche cosa e tu… Non hai neanche provato a fare qualcosa… Lamberto: Va bene hai ragione! Ascolterò quello che dici. Inizierò a far un po' di pratica… Adriano Bricchi, 8 classe

Capitolo Quattordicesimo Erano passati anni da quel giorno, il signorino Lamberto era cresciuto e ora era di nuovo il signor Lamberto. Ma ora non aveva solo ventiquattro banche, ma anche un circo. E sì alla fine il signor Lamberto era diventato un trapezista, aveva intrapreso il suo sogno: ora girava tutto il mondo col suo circo. Tutti lo adoravano e lo invidiavano, non solo per la sua abilità di trapezista, ma anche per la sua storia. Si era parlato in tutto il mondo della sua storia, e quindi nessuno voleva perdersi l’occasione di vederlo. Mica si vede tutti i giorni una persona che ringiovanisce! Lorena Sanson, 8 classe

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Se questo si realizzerà farò in modo che tutti i miei dipendenti siano soddisfatti e ben pagati per quello che fanno! I sogni di... Emiliano Bettelli

I due sognatori Un sogno possibile che posso avverare con il mio impegno è: non fare arrabbiare mia madre. Sarebbe molto bello se questo sogno si avverasse, perché´ mi dispiace molto farla arrabbiare. Anche non litigare con mio fratello è un sogno che posso realizzare con il mio impegno. Litighiamo per ogni cosa, anche se molto stupida, ma poi facciamo pace. Nel frattempo però, mia madre si arrabbia e quindi, per realizzare il primo sogno, devo per forza realizzare anche questo.

Andare a Parigi. Ecco un altro sogno che potrò realizzare se da grande avrò un buon lavoro ben retribuito. Invece, un sogno impossibile da realizzare è volare: il sogno di tutti i bambini. Pensate, se si potesse volare allora potremmo andare in giro per il mondo senza bisogno di benzina o di biglietti per i mezzi di trasporto. Questi sono i miei sogni e spero che un giorno si possano avverare. I sogni di...&nbsp;Arianna Bricchi

Interviste dal mondo Sogni...impossibili!!!! Alla radio: „Salutate il nuovo vincitore della Lotteria Diamonds Car: il signor Sogni D’oro ha vinto la macchina del futuro, l’auto di ultima generazione fatta interamente di diamanti!“

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Anche questa breve storia, che vi proponiamo di seguito, è tratta dal “Libro degli errori”. Dopo averla letta nelle classi 5., 6. e 7. IT e dopo averne discusso insieme, ho chiesto ai ragazzi di parlare dei propri sogni.

- GIANNI RODARI - Un ebook a duecento mani

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Per colpa di un accento...&nbsp; Per colpa di un ladro&nbsp; che&nbsp;fù&nbsp;seguìto&nbsp;da un poliziotto&nbsp; in&nbsp;sèguito&nbsp;alla fuga,&nbsp; rubò una macchina e scappò.&nbsp; Per un piccolo errore&nbsp; Gianni&nbsp;vòlto&nbsp;la pagina&nbsp; e da un poliziotto,&nbsp;divenne un professore&nbsp; ma quando si guarda nello specchio,&nbsp; non riconosce più il suo&nbsp;voltò.&nbsp; Per un malinteso&nbsp; sono dovuta andare a&nbsp;Comò poi quando sono tornata&nbsp;&nbsp; ho trovato il mio gatto sul&nbsp;còmo.&nbsp; Giulia&nbsp;Roszak, 5.IT&nbsp;

Melanie Lorenz und Sara Aguirre Ortiz, 6 DE

Aurora Dialogo tra due fate -&nbsp;C’erano una volta un re e una capra… -&nbsp;&nbsp;Ma quale capra! Era una regina. -&nbsp;&nbsp;Allora una regina. Loro avevano avuto una bambola, che si chiamava Aupopa. -&nbsp;No, Aurora. E non una bambola: una figlia! -&nbsp;Alla festa di Aurora è venuto un maiale cattivo che ha fatto un incantesimo alla principessa: a 23 anni lei sarebbe diventata super cicciotta. -&nbsp;Ma di che stai parlando?! Allora: è venuta una fata cattiva. E l’incantesimo diceva che lei a 16 anni si sarebbe punta con un fuso di un arcolaio e si sarebbe addormentata fino al bacio del vero amore.

-&nbsp;Come vuoi tu. Comunque il re la fa portare da tre elefanti in un posto segreto. -&nbsp;NO! Da tre fatine!!! -&nbsp;Ah sì. Lì lei vive con le fatine 106 anni. -&nbsp;Ma quali 106 anni? 15 anni! -&nbsp;Un giorno va al supermercato e lì incontra uno stambecco reale… -&nbsp;No, no, no! Lei va nel bosco, dove incontra un principe che… -&nbsp;Fammi raccontare! … Si innamorano. Il giorno del suo diciottesimo comp.. -&nbsp;È il sedicesimo compleanno! -&nbsp;Lei si mangia una torta enorme. -&nbsp;Basta non ce la faccio più ad ascoltare la tua confusione! IO vado a casa per mangiare una torta enorme! Non AURORA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Amelie Muench e Laura Sampino, 6.DE

C’era due volte il Barone Lamberto è un romanzo breve di Gianni Rodari, pubblicato per la prima volta dall’editore Einaudi nel 1978 . Il testo, composto da tredici capitoli, narra delle vicende del vecchio e ricchissimo Barone Lamberto che vive sull’Isola di San Giulio insieme al fidato maggiordomo, Anselmo, e a sei dipendenti che hanno l’ordine di ripetere continuamente e a turno il suo nome. Tramite quest’espediente, rivelatogli da un santone arabo, il Barone Lamberto riesce a rimanere in vita e, addirittura, a ringiovanire malgrado le ventiquattro malattie di cui soffre. Nel frattempo, Ottavio, nipote di Lamberto e suo unico erede, escogita un piano per uccidere lo zio ed ereditarne il patrimonio per pagare i suoi debiti: mette un sonnifero nel pranzo dei dipendenti di Lamberto che cessano di pronunciare il suo nome.

Questo sogno che sto per dire è forse il più realizzabile: sogno di inventare qualcosa che rivoluzionerà il mondo oppure realizzare un’applicazione che sarà famosa in tutto il mondo. Spero che un giorno questi sogni potranno diventare realtà. I sogni di... Davide Portico

I miei sogni Io sogno tantissimo ad occhi aperti. Sogno i miei personaggi dei cartoni preferiti: Robin dei Teen Titans, Kermit la rana dei Muppets e tanti altri. Loro diventano reali intorno a me e mi parlano. Certe volte divento io uno dei personaggi dei miei cartoni e sogno anche dei miei giocattoli come se fossero vivi. Questi sogni mi fanno ridere molto e con essi mi sento benissimo. Posso vederli come fossero reali.

Nella realtà mi annoio perché non so cosa fare. Vorrei tanto sapere cosa si fa nella realtà, cosa si deve dire alle persone; vorrei tanto parlare di realtà e non di cartoni, ma non so come si fa. Nella realtà potrei&nbsp;chiedere “Come va?” e dire come va la mia giornata. Chiedere dove andiamo e cosa si fa. Ma nella fantasia posso fare più cose. Nei miei sogni sono un eroe e so sempre cosa fare. Mi piace mescolarli con la realtà così diventa tutto più divertente. Nella realtà invece le emozioni cattive sono vere e io mi sento male perché la gente fa cose che non capisco, ad esempio non capisco cosa pensano le persone. Non capisco cosa dire e non riesco a concentrarmi quando la gente mi parla. Quando io sono arrabbiato e triste la gente mi capisce, ma non sempre. Nella fantasia è tutto più facile perché so sempre cosa fare; le immagini mi entrano in testa, mi fanno ridere e io le imito.&nbsp; Anche quando sogno ad occhi chiusi,

Quattordicesimo capitolo Sono passati quarant’anni da quando il barone o dovrei dire il signorino si è deciso che finalmente può realizzare il suo sogno: diventare un artista del circo equestre. Il barone adesso è un ometto atletico e un po' magro, ma solo perché si ostina a non mangiare tanto. Però in compenso sa fare dei balzi da leone sui vari trapezi e ha anche imparato a domare le foche, cosa che gli pareva impossibile all’inizio. Ma è anche grazie al suo patrimonio, con cui è riuscito a pagare il miglior circo del paese, che è diventato uno tra i migliori atleti, trapezisti e anche pagliacci. Se si vuole parlare con Il Mitico Lamberto, si deve aspettare un anno intero finché non fa ritorno a Omegna perché il signorino è affaccendato a fare spettacoli in giro per mondo.

Sfrutta questa occasione facendo visita alle sue ventiquattro banche per vedere su tutto procede bene. Anselmo purtroppo è mancato da un paio d’anni e Lamberto ancora piange pensando al migliore maggiordomo che abbia mai avuto. Tutto questo, però, senza farsi vedere perché il Mitico Lamberto, come sapete, ha una reputazione da mantenere. Tralasciando questo dettaglio, il signorino è comunque felice, perché il suo più grande sogno si è finalmente avverato e non tornerebbe indietro nella sua villa a fare niente neanche per sogno! Niccolò Sottile, 8 classe

Il mio sogno da grande&nbsp; 29.04.2020&nbsp; Caro diario,&nbsp; È da&nbsp;circa&nbsp;3&nbsp;anni&nbsp;che&nbsp;sogno di&nbsp;diventare&nbsp;una&nbsp;trainer,&nbsp;cioè un’allenatrice&nbsp;personale:&nbsp;vorrei allenare le persone per farle sentire a proprio agio con il loro corpo e migliorare il loro aspetto fisico. In questo modo farei del bene a loro e a me, perché sentirei di aver fatto una cosa utile per gli altri.&nbsp;&nbsp; A me piace tanto lo sport&nbsp;e&nbsp;Io&nbsp;pratico con passione;&nbsp;in particolare faccio skyboxing&nbsp;e&nbsp;kickboxing.&nbsp;Nella&nbsp;skyboxing&nbsp;ci si concentra sull’allenamento e nella kickboxing&nbsp;si fa combattimento, è&nbsp;molto bello. Frequento&nbsp;questi due sport insieme ad alcune mie amiche di scuola e questo mi permette di passare del tempo con loro al di fuori dell’orario scolastico.&nbsp;&nbsp;&nbsp; Secondo&nbsp;me&nbsp;lo sport&nbsp;è&nbsp;molto importante,&nbsp;

non solo per migliorare l’aspetto fisico ma soprattutto per mantenersi in&nbsp;forma e restare in salute. Credo che una persona&nbsp;debba&nbsp;fare quello che desidera e realizzarsi per stare bene con se stesso&nbsp;e&nbsp;lo sport può contribuire a raggiungere questo obiettivo e sentirsi felici.&nbsp;Proprio per&nbsp;questo desidero diventare una trainer:&nbsp;per&nbsp;rendere gli&nbsp;altri&nbsp;felici.&nbsp;Desidero&nbsp;che&nbsp;le persone,&nbsp;quando&nbsp;tornano&nbsp;a casa&nbsp;da un allenamento,&nbsp;si&nbsp;guardino&nbsp;allo specchio e si vedano come&nbsp;hanno&nbsp;sempre desiderato vedersi; anche se questo comporta&nbsp;tanta&nbsp;fatica e&nbsp;sudore, ne&nbsp;sarà valsa&nbsp;la pena.&nbsp;Credo che i miei&nbsp;allenatori ci&nbsp;abbiano&nbsp;messo&nbsp;tanto tempo e&nbsp;sicuramente tanto impegno per raggiungere il loro&nbsp;obiettivo&nbsp;ma non hanno mollato&nbsp;e la stessa cosa&nbsp;farò anch’io.&nbsp;&nbsp; La mia&nbsp;prof&nbsp;dice sempre che&nbsp;le difficoltà si affrontano un po’ per volta e che è come scalare una montagna,

bisogna procedere per tappe e&nbsp;non&nbsp;arrendersi davanti alla fatica della salita perché altrimenti è come aver fatto tutto inutilmente... io prenderò esempio proprio da questa frase per realizzare il mio sogno.&nbsp;&nbsp; I sogni di...Angela Sarangelo&nbsp;

Cosa&nbsp;sogno...cosa&nbsp;desidero&nbsp; &nbsp; Desiderio...da piccolo questa parola significava tanto&nbsp;per me! Ovvio, direte voi! È ovvio che desiderio significhi tanto per tutti...tutti desiderano qualcosa, ad esempio una Ferrari oppure un bel giocattolo, eccetera. Ma per me non era così, e non lo è&nbsp;neanche oggi.&nbsp;Da piccolo, l’unica cosa che desideravo era non rimanere solo...questo desiderio si è avverato...oggi non sono più solo.&nbsp;

Oggi l’unica cosa che desidero è trovare quel pezzo della mia storia&nbsp;personale&nbsp;che mi manca. Con questo voglio dire che desidero ritrovare mia madre e scoprire se ho dei fratelli e sorelle, così magari&nbsp;scopro che&nbsp;non sono figlio unico.&nbsp;Se penso a quello che desidero diventare da grande,&nbsp;non ho un desiderio preciso; so solo che voglio aiutare le persone povere, perché io so come si sentono quelli che non hanno niente da mangiare e da bere. Quando ero in quell’hogar&nbsp;(vuol dire istituto o collegio) non ci davano molto da mangiare e da bere e non c’erano neanche dei giocattoli: se avevi fortuna ricevevi qualcosa al tuo compleanno ma non sempre. Io, ad esempio, ho ricevuto solo una volta un coniglio di stoffa e poi non ho mai più ricevuto un regalo fino a otto anni, data della mia seconda nascita, quando sono nato nella mia nuova famiglia.&nbsp;

Cenerentola colse questa grande occasione per mettere in atto la sua grande vendetta. Qualche ora prima le sorellastre andarono a prepararsi per la cena. Ad un tratto si sentirono delle urla: ”Ahhhhhhhhhh! I nostri vestiti! Sporchi di fango!”. Cenerentola e la matrigna andarono subito di sopra per vedere cosa era successo. Tutti i vestiti delle sorellastre erano coperti di fango. E così alla fine la cena fu annullata. Prima che Cenerentola si addormentasse, apparve all’improvviso la fata madrina, arrabbiata e delusa. ”Ti avevo detto di non vendicarti! E ora ne subirai le conseguenze!” E subito Cenerentola cadde in un sonno molto profondo. La fata la portò in una torre alta, in cui la lasciò dormire, finché un bel giorno un bel principe la salvò.

Il principe del regno, infatti, era andato a caccia e ad un certo punto aveva visto la torre in cui Cenerentola stava dormendo. Senza sapere che Cenerentola era lì, decise di scalare la torre per vedere cosa c’era dentro. Appena vide la fanciulla se ne innamorò subito. E così la portò con sé al castello. Il principe Andrea però era molto preoccupato. Era così triste e innamorato che cominciò a piangere e gli cadde una lacrima sulla guancia di Cenerentola, la cosiddetta “lacrima d’amore”. Così Cenerentola si svegliò dal sonno profondo, vide il principe e si innamorò subito. Alla fine si sposarono E VISSERO FELICI E CONTENTI! Elena del Rosario e Vittoria Marangoni, 6.DE

C’era una volta una fanciulla molto disordinata, con i capelli rossi come il sangue che le arrivavano fino ai piedi. Si chiamava Cenerentola, viveva in una villa con le sue sorellastre e la sua matrigna, tutte antipatiche. Un giorno, mentre Cenerentola stava riparando dei vestiti, si sentì un rumore per tutta la casa. Cenerentola corse velocemente di sopra. Appena arrivata, vide un vaso rotto in mille pezzi. “È colpa tua se il vaso della mamma si è rotto!” strillò Genoveffa. “No, è colpa tua!” strillò pure Anastasia. Quando la matrigna arrivò, chiese: “Cos’era quel frastuono che ho sentito?”. Vide il vaso e guardò tutte e tre le ragazze da arrabbiata. Subito le sorellastre dissero: “È stata Cenerentola a rompere il vaso!”. “No, non è vero!”, gridò Cenerentola.

Ma la matrigna non le credeva e quindi per una settimana le fece fare le faccende di casa giorno e notte. Una settimana dopo, Cenerentola si voleva vendicare per quello che le sorellastre le avevano fatto. Mentre pensava a come fare, le apparve all'improvviso la Fata madrina. “Non farlo, cara. Non è bello vendicarsi. Perché peggiori soltanto la situazione”, disse la fata con voce calma, “ti avverto: se non mi ascolti, ci saranno gravi conseguenze!” … E tutto a un tratto la fata sparì.&nbsp;Cenerentola, anche se era molto intelligente, non la volle ascoltare e così le venne una grande idea! Una sera venne il principe del regno a cena, visto che il re e la matrigna erano vecchi amici.&nbsp;

Desidero tanto laurearmi in giornalismo; vorrei intervistare politici e campioni di calcio, diventare un cronista sportivo e commentare un mondiale di calcio. Ma prima di questo deve realizzarsi un altro importante sogno: superare la maturità. Il racconto di Rodari mi ha fatto viaggiare con la fantasia e così mi sono ritrovato a sognare ad occhi aperti tante cose: vorrei vivere a Milano in una villa con 55 stanze per ospitare tutti i miei amici e con 10 garage per ospitare tutte le mie macchine sportive. Vorrei abbonarmi alle partite in casa del Milan a san Siro e avere un guardaroba da 100 miliardi con bei vestiti, tutti colorati. Se potessi far avverare i miei sogni chiederei di trovare un vaccino contro tutte le malattie e i virus e di trovare una cura contro il cancro. Non so se si realizzeranno ma comunque questi sono i miei sogni…e io voglio che si realizzino tutti!!! I sogni di... Ferdinando Morabito

I sogni di Davide Quando faccio una passeggiata, mi viene voglia di immergermi nel mio mondo dei sogni. Non ho molti hobby e nella maggior parte dei miei sogni/ pensieri penso di diventare molto ricco, guadagnare 5000 miliardi di Euro e comprare case e macchine lussuose. So che in molti penseranno che io sia troppo attaccato ai soldi ma non è così: se li avessi, ne darei la metà ai miei genitori e a mia sorella, e darei anche una grande somma ai poveri in Africa e ai senzatetto. Un altro mio grande sogno è poter volare senza aereo né ali. Volare libero nel cielo, questo magari non è realizzabile adesso, ma in futuro chissà. Magari inventeranno un metodo, anche se costosissimo, per poter volare! In questo caso sarò io a comprarlo per primo, con i soldi del sogno di prima!&nbsp;

Sono&nbsp; grassa&nbsp; solo in&nbsp; basso.&nbsp; Nell’ub&nbsp; riacar-&nbsp; mi sono&nbsp; un asso.&nbsp; Posso a&nbsp; -vere un&nbsp; lungo collo,&nbsp; ma non ho&nbsp; mai il torcicollo.&nbsp; Vetro, plastica o&nbsp;&nbsp; porcellana; greca,&nbsp;&nbsp; turca o ... italiana.&nbsp; Tu mi trovi un po’&nbsp;&nbsp; dovunque&nbsp;e sai dir-&nbsp; mi chi sono&nbsp;dunque?&nbsp; Ovviamente&nbsp;son la&nbsp; bottiglia e ti sfido a&nbsp; non trovarmi&nbsp;in&nbsp;&nbsp; ogni famiglia!&nbsp;

Sempre sognare&nbsp; Abbiamo&nbsp;tutti&nbsp;nella vita sogni realizzabili e irrealizzabili.&nbsp;&nbsp; I miei sogni irrealizzabili sono ad esempio fare il modello,&nbsp;oppure diventare un famoso calciatore. I motivi per cui li ritengo irrealizzabili sono diversi: c’è una grande concorrenza sia nel campo della moda che del calcio e bisogna aver un gran bel fisico per entrambi! Tuttavia credo sia importante non smettere di sognare e lavorare per realizzare anche i sogni più impossibili...a volte nella vita può arrivare l’occasione giusta e cambiare il corso delle cose.&nbsp; Tra i&nbsp;miei&nbsp;sogni realizzabili&nbsp;c’è quello di diventare ingegnere meccanico. Da piccolo mio padre mi ha sempre spiegato come funzionano le auto e mi piacerebbe che questo diventasse il mio lavoro.

Vorrei anche fare il militare da grande,&nbsp;perché mi hanno sempre affascinato le forze dell’ordine e le persone che si impegnano per difendere lo stato. A scuola abbiamo parlato di Falcone e Borsellino in occasione del memoriale&nbsp;della strage di Capaci; trovo che chi si impegna per difendere la giustizia e i cittadini faccia un lavoro estremamente utile per l’intera comunità e diventi anche un modello positivo per la società e per le nuove generazioni.&nbsp; Sono consapevole che per realizzare i propri sogni bisogna metterci tanto impegno, ma la cosa non mi spaventa.&nbsp; I sogni di...&nbsp;Liviu&nbsp;Tarlev&nbsp;

Non pretendo certo di fare parte della mia squadra del cuore, la Lazio, ma il mio obiettivo è poter giocare in una squadra forte e partecipare al campionato di serie A. Leggendo la storia dei due sognatori di Rodari mi sono ricordato di avere vissuto un’esperienza simile a quella del padre sognatore. Ho fatto un sogno che sembrava realtà, anzi il mio sogno era diventato realtà! Ero un giovane esordiente di una squadra che ammiro molto, il Bologna. Nel sogno mio zio mi accompagnava allo stadio, io ero davvero molto emozionato, non solo perché il mister mi aveva comunicato che ero diventato titolare, ma perché la prima partita era contro la Juventus, una delle squadre più forti al mondo. Il risultato finale della partita fu zero a zero, ma mi sembrava comunque un buon traguardo raggiunto. Credo che nella vita reale ci sia anche un’altra categoria di sognatori, oltre a quelle del racconto di Rodari:&nbsp;

è la categoria di chi sogna ad occhi aperti. Sin da bambino, ad esempio, la mia realtà si mescolava con l’immaginazione. Immaginavo che i miei pupazzi si animassero, prendessero vita e che io potessi dialogare con loro, come nel film di Toy Story. Ogni tanto volgo ancora lo sguardo verso di loro sperando che si muovano. Credo che ciascuno debba sempre conservare un po’ di immaginazione nel proprio zaino e tirarla fuori nei momenti difficili, perché ci sono situazioni in cui la fantasia a volte è molto più bella della realtà. I sogni di...Karol Marangi

I miei sogni &nbsp; Uno dei miei sogni è poter andare a studiare in America, a Los Angeles. Vorrei trovare un lavoro che aiuti le persone e imparare molto bene l’inglese, perché mi piace molto.

Capitolo Quattordicesimo La seconda vita di Lamberto Erano passati diversi anni, e ora il signor Lamberto aveva raggiunto quota venti. Aveva appena finito i suoi studi e adesso cominciava a chiedersi cosa fare della sua vita, se rivivere la vita precedente o iniziare una vita come proprietario di un circo. Non poteva nemmeno chiedere un consiglio a Anselmo perché era morto un po’ di tempo fa.&nbsp;Non riuscendo a prendere una decisione, si chiese se non potesse fare tutte e due le cose.Erano passati di nuovo tanti anni, e adesso il signor Lamberto non solo aveva ventiquattro banche, ma anche due circhi e andava in giro per il mondo con il suo circo a divertire bambini e adulti. E la sua biografia era stata documentata e tradotta in tutte le lingue.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Viktoria Sanson, 8 classe

la passione più grande della mia vita.&nbsp;Ed ecco qua il mio secondo sogno: diventare una cantante famosa. Per me cantare significa esprimere le proprie sensazioni e mostrare le proprie abilità nel modo migliore al mondo! Sì, sicuramente questo è il sogno più bello e importante per me e so che con lo studio e l’impegno ce la potrò fare.&nbsp; Insieme al sogno del canto c’è anche quello di un fratellino o di una sorellina; certo non so se questo sia pienamente realizzabile, prima dovrei chiedere a mia mamma e a suo marito, ma comunque resta, insieme al canto, tra i sogni più importanti di tutti. È una cosa che desidero sin da piccola con tutto il mio cuore, così anche in questi periodi avrei un po’ di compagnia e soprattutto qualcuno a cui volere un saaaaacco di bene. Infine, come ultimo ma non meno importante,

c’è il sogno del viaggio a Londra, per vedere gli studios di Harry Potter, e magari anche conoscere Emma Watson, dal momento che è la mia attrice preferita. I sogni di... Emma Jetti

I miei sogni Il mio sogno più` grande è sempre stato quello di volare, ma non l´ho mai potuto realizzare, se non in aereo. Ho desiderato così tanto a volare che la mia mente mi ha permesso di farlo in sogno. Ero assieme a Peter Pan e ai suoi amici Wendy, Michael, George e i bimbi sperduti. Ci trovavamo tutti sull´isola che non c’è e il nostro obiettivo era quello di sconfiggere Capitan Uncino e la sua ciurma.&nbsp;

Capitolo Quattordicesimo “Lavorerò in un circo, come ho sempre desiderato. Girerò per l’Europa e per l’Italia, visiterò tante città.” disse il giovane. &nbsp;Lamberto aveva comprato un pappagallo, dalle piume rosse, gialle, verdi e blu. “Lo chiamerò come me! E gli insegnerò a pronunciare il mio nome molto lentamente, o meglio il nostro nome” raccontò Lamberto tutto fiero di sé.&nbsp; Grazie a questo piccolo stratagemma, Lamberto crebbe nuovamente, ma in modo naturale, diventando col tempo un giovane dall'intelligenza vivace.&nbsp;&nbsp; Passarono gli anni e Lamberto realizzò tutti i suoi sogni. In uno dei suoi viaggi incontrò…udite … udite il nonno di Anselmo! I due studiarono insieme e diventarono grandi amici leali.

Grazie alla loro alleanza i conti del vecchio barone Lamberto fruttarono per ancor più anni. Questa volta, però, finanziò tanti progetti sociali e di ricerca, non dimenticandosi mai dei più bisognosi. E fu così che in ogni città d’ Italia venne dedicata una strada al barone Lamberto.&nbsp; Martha Aguirre Ortiz, 8 classe

Se penso ai&nbsp;miei&nbsp;sogni che non si possono avverare,&nbsp;non saprei individuarne uno, onestamente, spero solo che il mio sogno non faccia parte di questa categoria.&nbsp; I sogni di... Cristian&nbsp;Tava&nbsp;

Le categorie dei sogni Dopo aver&nbsp;Ietto il racconto di&nbsp;Rodari&nbsp;ho riflettuto sui sogni e sulla differenza tra i due sognatori della storia. Credo che i&nbsp;sogni si dividano in due categorie: quelli realizzabili e quelli irrealizzabili.&nbsp;&nbsp; I sogni realizzabili sono più simili a degli obiettivi che ci poniamo nella vita.&nbsp;Io&nbsp;vorrei andare a studiare in America, a New York, in un classico college americano, sarebbe bellissimo! Inoltre vorrei imparare bene l’inglese e lo spagnolo.

Mi piacerebbe anche vivere nel lusso, ma non so se questo accadrà mai.&nbsp; Come molte persone ho anche dei sogni irrealizzabili; uno di questi è poter riabbracciare le persone a me care che ormai non ci sono più.&nbsp; Credo che&nbsp;nella vita&nbsp;sia un po’ come nel racconto di&nbsp;Rodari: le persone si dividono in due categorie: c’è chi sogna il successo, e resta nel mondo dei sogni, e chi invece poi resta sveglio per&nbsp;ottenerlo.&nbsp;&nbsp; I sogni di...Sofia&nbsp;Vigiani&nbsp;

Dopo i fatti raccontati da Rodari, il barone Lamberto ha cercato una scuola, dove ha studiato. Dopo averla finita ha cercato un’università, ha studiato, ha fatto la carriera che voleva ed è diventato una delle persone più famose del circo internazionale. Poi ha chiesto un'altra volta alla signora Delfina di sposarlo e lei gli ha detto di sì, così tutti erano felici. Ottavio è finito in carcere, dove dovrà restare per molti anni, perché ha cercato di ammazzare il barone Lamberto e scappare dalla polizia. Il maggiordomo Anselmo è restato per sempre con il barone Lamberto. Francesco Natoli, 7.DE

Il barone Lamberto fu portato sulla terraferma per essere seppellito. Per grande piacere di Ottavio si scoprì che lasciava tutta l´isola di San Giulio completamente a lui. I soldi del barone furono ereditati tutti da Ottavio che però li perse in solo tre giorni. Ottavio fu destinato a vivere sull’isola di San Giulio per il resto della sua vita, odiato da tutti gli abitanti della terra. Perché vi chiederete? Perché spese tutti i soldi in un gioco di carte e la citta di Orta diventò famosa perché ospitava la persona con le mani più bucate al mondo! Daniele Bolzoni, 7. DE

Per colpa di un accento Nato a Como picchiava un comò illuminava le barche con un faro e per il resto diceva poi lo farò diventò velocemente papà e suo fratello diventò Papa rime con la a non le trovo più adesso cambio e vado giù. Lui non vorrà mai che rùbino quello che nel faro ha che si chiama rubìno Il suo nome si chiama Trenino me spesso viene confuso con trenìno. Davide Turchi, 8 classe

La vera storia di Cappuccetto Rosso C’era una volta un bambino che si chiamava Cappuccetto Rosso. Un giorno era andato nel bosco per tornare a casa quando all'improvviso ha visto la casa degli orsi. Aveva tanta fame e in casa c’erano tre piatti: il primo era troppo freddo, il secondo troppo caldo e il terzo non era freddo, ma neanche bollente. Cappuccetto Rosso era stanco e voleva dormire. Lì c’erano tre letti: il primo era troppo duro, il secondo era troppo morbido, il terzo era perfetto. Dopo un po’ arrivarono gli orsi e il papà disse: “Chi ha provato la mia zuppa?”.

La mamma disse: “Chi ha provato la mia zuppa?” e il piccolo orso disse: “Chi ha mangiato la mia zuppa???” Poi andarono in camera e il papà disse: “Chi è stato nel mio letto?” e la mamma disse: “Chi è saltato sul mio letto?” E infine l’orso piccolo disse: “E chi sta dormendo nel mio letto???” Cappuccetto Rosso poté scappare all'ultimo momento!!! Giulio Hack, 5.DE

in classe abbiamo letto un articolo su questo tema, a p. 94-98, ed è a questo che mi sono ispirata. Credo che questi sogni siano realizzabili perché per fare la cuoca o la meccanica automobilistica bisogna studiare e impegnarsi, mentre per fare del volontariato basta solo volerlo! Insomma bisogna agire come il figlio nel tuo racconto. Un sogno che invece trovo irrealizzabile, o quanto meno non facilmente realizzabile, è quello di incontrare delle celebrità. Mi piacerebbe conoscere dei personaggi famosi che adoro; in diverse occasioni ho provato ad incontrarli, ma finora ci sono stati sempre degli imprevisti che me lo hanno impedito.&nbsp; Ad esempio quest’anno sarei dovuta andare al concerto di Mamhood, ero elettrizzata all’idea, poi però è scoppiata la pandemia del corona virus ed è andato tutto in fumo. Di certo però non è dipeso dalla mia volontà;

ci sono cose che accadono e che cambiano i nostri programmi o ci impediscono di realizzare i nostri desideri. In questa occasione mi sono sentita come il padre del tuo racconto, che non riusciva a realizzare i propri sogni e alla fine ha rinunciato. Con questa mia lettera ho voluto spiegare la differenza tra i vari tipi di sogni con degli esempi concreti tratti dalla mia esperienza personale. Spero che ti sia piaciuta come è piaciuto a me il tuo bel racconto. Mi auguro in futuro di leggere tanti libri belli come quello dei due sognatori. Ti mando i miei saluti. Sofia I sogni di…Sofia Tiziani

In occasione&nbsp;dei cento anni&nbsp;dalla nascita di Gianni Rodari abbiamo&nbsp;realizzato&nbsp;un progetto interdisciplinare per ripercorrere le tappe della poetica del grande scrittore, giornalista e poeta italiano attraverso le sue opere. Cosa significa interdisciplinare? I ragazzi hanno ascoltato, letto, scritto, disegnato e cantato sulle note di Gianni Rodari e siamo lieti di presentarvi il frutto del loro entusiasmante lavoro.&nbsp;&nbsp; Ciascun alunno del&nbsp;Gymnasium&nbsp;Leonardo da Vinci potrà dire di avere&nbsp;partecipato, a proprio modo,&nbsp;alla realizzazione&nbsp;del&nbsp;suo primo libro,&nbsp;perché questo e-book è frutto del lavoro di tutti.&nbsp;&nbsp; Perché un&nbsp;libro digitale&nbsp;e non un libro cartaceo?&nbsp;Perché questo è il risultato delle&nbsp;nuove&nbsp;competenze digitali acquisite&nbsp;nella&nbsp;fase di didattica a distanza, che ha cambiato il nostro modo di comunicare, di fare didattica, di creare.&nbsp;

Gianni Rodari credeva profondamente in una scuola democratica e capace di accogliere,&nbsp;in una&nbsp;scuola luogo di riflessione e di rielaborazione, di fantasia e di apprendimento, nella convinzione che l’uno non può essere scisso dall’altra.&nbsp; D’altra parte&nbsp;il sentiero della&nbsp;crescita personale di&nbsp;ciascuno&nbsp;è stato&nbsp;segnato&nbsp;da un’infinità di errori. Ma come sarebbe stata la nostra vita senza di essi?&nbsp;Di sicuro&nbsp;avremmo perso l’occasione di imparare qualcosa...perché è sbagliando che si impara!&nbsp;

Questo libro&nbsp;ci&nbsp;insegna&nbsp;che si può&nbsp;apprendere la lingua italiana&nbsp;anche&nbsp;giocando con gli errori.&nbsp;La scuola, luogo di crescita e formazione, ha il compito di riabilitare l’errore come processo naturale e necessario per il consolidamento di conoscenze,&nbsp;abilità&nbsp;e&nbsp;competenze. Gianni Rodari ci ricorda con questo libro, piccino&nbsp;e&nbsp;denso come un concentrato di pomodoro, che nella vita dobbiamo imparare&nbsp;a fare tesoro di tutto e in&nbsp;questo piccolo scrigno si racchiude la&nbsp;sua&nbsp;poetica: per&nbsp;Gianni accogliere significava&nbsp;cogliere ... cogliere tutto ciò che di buono c’è nelle cose, cogliere l’occasione di crescere e di imparare ...&nbsp;anche dagli errori.&nbsp; Questo è ciò che auguro a tutti i nostri ragazzi ... di crescere senza aver paura di sbagliare.&nbsp; Concetta Pesce&nbsp;

Per i sogni ci vuole fisico Se penso a un sogno che si può realizzare, un giorno vorrei diventare un fisico professionista, ma devo studiare bene le leggi della fisica e la matematica con tutte le sue formule e regole. Devo studiare per riuscire a superare il test di ingresso all’università, per fare la tesi, il tirocinio, cercare lavoro e poi finalmente guadagnare tanti soldi. Mi piacerebbe studiare lo spazio e le stelle e passare la notte a guardare il cielo con i grandi telescopi. Poi la mattina mi andrei a fare una bella colazione con i pancake. Dopo però andrei a casa a fare un bel riposino. Se penso invece a un sogno che non si può realizzare, mi piacerebbe passare delle giornate con tutti i miei nonni&nbsp;che purtroppo non ho potuto conoscere: nonno Adolfo che veniva dal Perù ed era dispettoso e giocherellone, nonna Antonietta,

che amava cucinare e nonno Gino che raccontava storie di sua invenzione alla mia mamma. Potremmo preparare insieme le ricette di nonna Antonietta, come le frappe di carnevale o le crostate alla marmellata di fragole, e poi mangiarle tutti insieme.&nbsp;Ma soprattutto mi piacerebbe riabbracciare nonna Mariolina, che quando ero piccola mi teneva in braccio e mi dava tanti baci. I sogni di... Rosa Delgado

Lettera a Gianni Rodari Caro Gianni Rodari, mi chiamo Sofia e sono una ragazza di 12 anni. Ho letto con piacere il tuo racconto intitolato “I due sognatori”, tratto da “Il libro degli errori”, e vorrei a questo proposito esprimere la mia opinione. Il racconto narra di un padre che non riusciva a realizzare i suoi sogni e di suo figlio che invece ci riusciva grazie alla costanza e all’impegno. In questa lettera vorrei spiegare la differenza tra sogni realizzabili e irrealizzabili, portando come esempio i miei sogni. Ho diversi sogni che credo siano realizzabili: per primo mi piacerebbe tanto fare la cuoca da grande e poter incontrare il famoso cuoco Cannavacciuolo.

Vorrei chiedergli il segreto per un impiattamento perfetto; una volta ho visto un suo impiattamento di una pietanza a base di carne ed era spettacolare, perchè tutto era curato nei minimi dettagli. In questi giorni sto approfittando del tempo libero a casa per imparare a cucinare dei piatti nuovi ed ho scoperto che mi piace davvero molto. Un altro lavoro che mi piacerebbe fare da grande è il meccanico automobilistico. Ho scoperto la passione per la meccanica automobilistica da mio zio che fa il meccanico. Guardandolo, mi ha fatto pensare che avrei potuto farlo anch’io. Insomma vorrei svolgere lavori manuali. Infine c’è il sogno di fare del volontariato, ad esempio pulire le spiagge o aiutare i bambini che non hanno casa o famiglia.Ho scoperto il volontariato grazie a un libro di scuola chiamato “Storie per crescere insieme. Obiettivo Esame”;&nbsp;

Per colpa di un accento&nbsp;&nbsp; un&nbsp;càpitano&nbsp;gettò&nbsp; l’ancòra&nbsp;a maggio&nbsp;&nbsp; nel lago di&nbsp;Comò&nbsp;&nbsp; mentre&nbsp;nel&nbsp;como c’era ancora del formaggio.&nbsp;&nbsp; Sono cose che&nbsp;capitàno!&nbsp; Non è&nbsp;sicuro&nbsp;&nbsp; che i ladri della banda del&nbsp;farò&nbsp; rubìno&nbsp;il&nbsp;rùbino&nbsp;dei&nbsp;princìpi&nbsp; perché hanno dei&nbsp;prìncipi.&nbsp;&nbsp; Fàro&nbsp;del mio meglio per ricordarmelo!&nbsp;

Il mio&nbsp;papa&nbsp;ha appeso le&nbsp;giacché e ha piantato&nbsp;&nbsp; un&nbsp;porrò&nbsp;sotto il&nbsp;però.&nbsp;&nbsp; Giacche&nbsp;vuoi saperlo,&nbsp;&nbsp; porro&nbsp;la domanda&nbsp;in alto&nbsp;&nbsp; pero&nbsp;non so&nbsp;&nbsp; se il&nbsp;papà&nbsp;la saprà.&nbsp; Sophie La Gioia, 5.IT&nbsp;

Capitolo Quattordicesimo Passarono anni ed ormai il barone Lamberto non era più famoso per le sue ventiquattro banche, ma si poteva vedere la sua immagine e leggere il suo nome su ogni giornale o manifesto pubblicitario per i suoi due più grandi successi. Lamberto, infatti, aveva fondato il circo “CEREALE” (e ci lavorava come domatore di cavalli); che con grandissimo successo diventò in breve tempo il circo più famoso del mondo. Questa, però, non era stata la sua unica impresa; il barone ora collaborava con l’Enciclopedia Treccani e l’Accademia della Crusca per aver inventato un modo per pronunciare le lettere maiuscole, diversamente dalle minuscole. Un’impresa a dir poco impossibile! Grazie a questa “nuova” vita, Lamberto aveva trovato oltre al successo, anche l’amore. La ragazza giusta e probabilmente l’unica che credeva alla sua storia stravagante… oltre al piccolo.

Sì, sì, proprio un bambino: era questo il vero sogno nel cassetto del barone Lamberto (avere un bambino), che decise di chiamare Anselmo (con una “A” molto maiuscola), in memoria del suo vecchio maggiordomo che era morto poco tempo prima. In questo modo, Lamberto ebbe modo di riscattarsi e di vivere la vita che non aveva mai avuto il coraggio di vivere. Sara Berruti, 8 classe

Lorena Sanson e Martha Aguirre Ortiz, 8 classe

questo, sicuramente tutti possono farcela“. Reporter: “Avete sentito il nostro grande eroe? Si merita un grande premio per le parole che ha detto, un grande EVVIVA!“. E ora siamo curiosi di conoscere il segreto della sua avventura. Ci dica, Signor Sogno Avverabile, come ha fatto a salvare la nostra città dal meteorite?“ Signor Sogno Avverabile: “Non è stato molto difficile, dovete sapere che io giocavo a basket da piccolo e quindi, ho pensato, se andassi con la navicella spaziale contro il meteorite, gli farei cambiare direzione. Ho fatto così e il meteorite ha cambiato rotta evitando così di schiantarsi sulla Terra. A proposito, ho portato un piccolo regalino dallo spazio, un piccolo meteorite, e non dimenticate: nulla è impossibile con un po’ di sforzo e buona volontà. Arrivederci!” I sogni di... Lorenzo Giancane

I miei sogni? Voglio che si realizzino tutti! I miei sogni sono abbastanza realistici; tuttavia alcuni mi sembrano davvero impossibili da realizzare. Ad esempio sogno di diventare un matematico o un fisico ma, dato il mio attuale voto in matematica (4), credo sia difficile che si avveri. Un altro sogno altrettanto impossibile è diventare un imprenditore (quindi ricco) e avere un’azienda con accessori da gaming. Poi ci sono i sogni realizzabili, io ne ho molti; ad esempio essere il più famoso Youtuber del mondo, diventare un pro gamer, cioè un giocatore professionista (anche se forse questo non succederà mai), diventare giornalista e, forse quando sarà più anziano, un politico. Infine ho dei sogni “calcistici”, come diventare il presidente del Milan o il direttore sportivo migliore del mondo.

Una vita sui pattini...o a cavallo Sogno...realizzabile Mi piacerebbe essere una pattinatrice molto brava, vorrei fare tante gare, vincere qualche medaglia e anche fare degli spettacoli con la musica. Ogni volta che vedo le gare di pattinaggio artistico in televisione rimango incantata a immaginare di essere io lì. Quando vado a pattinare provo sempre nuove figure fino a quando non mi riescono bene. Vorrei proprio riuscire a fare i campionati italiani! Sogno...irrealizzabile C’è un quadro in camera mia che mi piace tanto: rappresenta un prato fiorito al tramonto.

Io lo guardo e sogno di esserci dentro, di camminare tra i fiori e di incontrare tanti animaletti, e soprattutto un bel cane con cui giocare a rincorrersi. Il cane si chiama Bubu e somiglia al cane del mio vicino di casa di Roma. Mentre passeggio nel quadro incontro anche un bellissimo cavallo marrone, io gli salto in groppa e lui mi porta in giro correndo. Alla fine arriviamo alla&nbsp;casetta che si&nbsp;vede in lontananza, entro e trovo tutto apparecchiato con tante cose buone da mangiare. Dopo aver mangiato, sogno di prendere tanti zuccherini per il mio cavallo, poi andiamo via insieme tutti felici. I sogni di... Chiara Delgado

Lamberto, che ora ha le sembianze di un bambino, sta meditando su cosa fare della sua nuova vita. Ha già diverse idee: viaggiare, imparare nuove cose, tra le quali lo sport e le lingue. Mentre pensa, mangia dell’ottima anatra cucinata dal buon Anselmo. Il piccolo barone scende dalla sedia e si incammina per andare in salotto e gustarsi un bicchiere di Porto vellutato, solo che poi si ricorda di essere un bambino. Ma non importa, ha già preso la sua decisione: farà il giro del mondo. Il mattino seguente è lui a svegliare Anselmo per preparare le valige. Anselmo è incredulo, ma d’altronde è pur sempre il barone Lamberto a decidere. Quindi preparano i bagagli e alle 12 in punto sono sulla barca che li porterà sulla terraferma. Mentre sono lì a guardare il castello per l’ultima volta, iniziano una nuova avventura, non da maggiordomo e barone, ma da amici. Mario Palladino, 7.DE

Il barone si sposò con Violetta, lei aveva la stessa età del barone Lamberto. Lamberto era innamorato di Viola, ma lei stava con lui solamente per la sua ricchezza. Il barone era talmente innamorato di lei che le comprò tutto ciò che voleva. Una mattina Viola era sparita. La cercò tantissimo in tutta la sua villa a San Giulio. Ma niente, non si trovava. Lamberto era disperato senza di lei. Dopo un mese il barone scoprì che Violetta l’aveva tradito. Quindi, senza neanche un momento di riflessione, andò dall’avvocato e chiedette di divorziare subito. Da quel giorno il barone andò a vivere in Canada in una delle sue ville, dove nessuno lo poteva disturbare.

Ovviamente mi piace molto anche Monaco; se dovessi restare qui, sarei contento lo stesso e in Italia potrei comunque andarci in vacanza. I sogni di... Francesco Sannino

I miei sogni Io ho vari sogni che vorrei realizzare. Uno di questi è diventare un fortissimo giocatore di basket. Il mio giocatore preferito era Kobe Bryant, un cestista statunitense, morto nel gennaio del 2020 a causa di un incidente in elicottero. Era un giocatore fortissimo, tra i migliori della storia dell’NBA, e io vorrei diventare come lui.&nbsp; L´altro mio desiderio, che credo si possa realizzare, è di diventare un bravo chitarrista: la chitarra è sempre stata la mia passione!&nbsp;

C’è un desidero che invece non credo si possa realizzare; desidero che passi presto il corona virus e che tutti torniamo alla normalità e possiamo rivedere gli amici e le persone a noi care. Ho anche altri sogni, come riuscire a visitare tutte le città del mondo, conoscere benissimo il tedesco e l´inglese, essere bravissimo a scuola e nei video giochi e infine avere un cane e due pappagalli. I sogni di... Luca Turchi

Sogni nel cassetto Sogni nel cassetto? Ne ho diversi, alcuni credo siano impossibili da realizzare, ma mi piace pensare che un modo ci sia sempre per farli avverare.&nbsp; Il primo sogno sarebbe girare il mondo. Sono più di un centinaio le città che vorrei visitare, ma questo non è impossibile&nbsp;perché già ogni&nbsp;anno con i

Il rap "Giovannino Perdigiorno" cantato dai ragazzi della 7 classe

Accadde un giorno al porto&nbsp; Questa è la breve storia del mio amico Nicolò&nbsp; quando al&nbsp;porto&nbsp;in motoretta suo cugino lo&nbsp;portò. Gli spiegò per sommi&nbsp;capi,&nbsp;ma lui certo non&nbsp;capì:&nbsp; “Per veder un bel veliero ci conviene andare lì!”&nbsp; Lasciando i suoi&nbsp;princìpi&nbsp;di bravo scolaretto,&nbsp; andò a veder dei&nbsp;prìncipi&nbsp;il veliero prediletto.&nbsp; Nicolò rimase&nbsp;fisso&nbsp;e&nbsp;fissò&nbsp;l’imbarcazione,&nbsp; quando a un&nbsp;tratto&nbsp;si&nbsp;trattò&nbsp;di salvar la situazione.&nbsp; Come il&nbsp;picchio&nbsp;che&nbsp;picchiò&nbsp;sotto il&nbsp;tetto&nbsp;venerdì,&nbsp; si sentirono degli&nbsp;spari&nbsp;ed ognuno poi&nbsp;sparì!!&nbsp;

Non si sa chi abbia&nbsp;agìto&nbsp;ma lui certo si&nbsp;agitò,&nbsp; e col&nbsp;casco&nbsp;ancora in zucca con un tonfo lui&nbsp;cascò.&nbsp; Dietro alla&nbsp;regia&nbsp;nave sentì lo “STOP!!!” della&nbsp;regìa Era solo un film d’azione e l’attrice era sua zia!!!&nbsp; Capì&nbsp;sùbito&nbsp;lo scherzo che oramai&nbsp;subìto&nbsp;aveva&nbsp; e guardando gli altri attori lì da terra già rideva.&nbsp; Francesca Giusto, 6.IT&nbsp;

Credo che i nostri ragazzi abbiano fatto un lavoro meraviglioso di riflessione e di evasione, ed era forse proprio ciò di cui avevamo più bisogno in quel momento. Nel rileggerli ho avuto la sensazione di trovarmi davanti ad una finestra aperta e di poter godere del meraviglioso paesaggio intorno. Non si può prendere parte a quel paesaggio, come non si può entrare nei sogni degli altri e cambiarli ma li si può ammirare così come sono, freschi fiori di speranze. Questi sogni sono una finestra aperta sull’anima e vi chiedo di ascoltarli con le corde del cuore e di custodirli come il più prezioso dei tesori. Questa è la magia di Gianni Rodari, capace di far volare l’anima sulle ali della fantasia. Concetta Pesce

Capitolo Quattordicesimo Poche ore dopo, intorno ad una tavola imbandita, sono seduti insieme al giovane Lamberto, Anselmo, la signora Delfina e gli altri 5 ex impiegati del Barone. Tutti quanti stanno in silenzio, meditabondi. Le signore Zanzi e Merlo hanno deciso di tornare a casa loro come il signor Armando. I signori Giacomini e Bergamini invece vogliono comprarsi una casa insieme con i soldi guadagnati finora. Qualche ora prima infatti, in uno stanzino lontano dalla confusione degli altri, il signor Bergamini ha ammesso di ammirare profondamente il signor Giacomini e di voler vivere con lui. La signora Delfina stava progettando il modo migliore per andarsene senza essere vista. Non aveva voglia di tutti quegli addii commoventi. Anselmo, d´altra parte, non aveva ancora toccato la sua porzione della trota catturata dal signor Giacomini, tanto era confuso ed anche un poco preoccupato. Si continuava a chiedere come avrebbe fatto

a prendersi cura per bene del piccolo Lamberto, non essendosi mai preso cura di un bambino. E Lamberto? Al piccolo Barone era venuta una gran fame dopo tutte queste avventure e aveva giá quasi finito la sua terza porzione di pesce. Intanto, non pensava a niente. Sapete quella spensieratezza che si ha da bambini? Ecco, lui si stava godendo appieno il suo cibo, a differenza degli adulti che continuavano a arrovellarsi il cervello sul da farsi. Dopo&nbsp;cena, tutti si diedero la buonanotte e andarono a dormire. Lamberto cominciò a sognare. Sognava di lavorare al circo, di fare le più incredibili acrobazie e domare i più pericolosi animali, di ricevere applausi e fiori dal pubblico entusiasta. Il giorno dopo infatti, decise di iscriversi ad un corso di circo acrobatico e diventare il trapezista più grande che il mondo avesse mai avuto. Petra Dautel, 8 classe

A causa dell’interruzione del meccanismo di ripetizione, il Barone invecchia improvvisamente e muore. Il giorno successivo Anselmo si accorge del decesso e licenzia in tronco i sei dipendenti. Non avendo più nessun motivo di restare a San Giulio, i malviventi fuggono su una mongolfiera e vengono poi catturati da un gruppo di boy-scout.&nbsp;Durante il funerale del Barone avviene il colpo di scena: Lamberto resuscita perché il suo nome viene pronunciato innumerevoli volte dal corteo funebre. Dopo l’avvenuto prodigio, i sei collaboratori ricominciano a pronunciare a ritmo serrato il nome “Lamberto”. Il Barone ringiovanisce sempre di più fino ad essere un giovane di tredici anni. A questo punto i fedeli collaboratori di Lamberto si rendono conto dell’errore e smettono di ripetere il suo nome.

Nel tredicesimo capitolo, che funge da epilogo, Rodari dà alcune precisazioni sui luoghi d’ambientazione del suo romanzo breve e invita il lettore a creare il proprio finale. Proprio la ricerca di questo finale ha ispirato i nostri alunni.&nbsp;I ragazzi di quinta, sesta e settima avevano il compito di riassumere le gesta del nostro Lamberto dopo l’avvenuta rinascita. I ragazzi di ottava si sono cimentati con un continuum del romanzo breve che rispecchiasse il più possibile il linguaggio e lo stile dello scrittore piemontese. Buona lettura! Daniela Minichiello-Ordu

dice loro Anselmo. Dopo pochi minuti, si sente arrivare il barone con un passo affaticato. Lui e gli ospiti si salutano e iniziano una lunga chiacchierata.L’uomo dall’Egitto cerca di andare subito al sodo: “Signor Lamberto, io sono venuto qua per dirle una cosa: lei può esprimere un desiderio! Ma il desiderio potrà avverarsi solo se lei farà qualcosa di buono.” Il barone, un po’ confuso e ancora senza forze, rimane molto stupito, ma non fa in tempo a chiedere spiegazioni, perché l’uomo e i banditi lo salutano in gran fretta e se ne vanno. Il barone rimane l’intera giornata a domandarsi cosa avrebbe potuto desiderare e cosa intendeva quell'uomo con “fare qualcosa di buono …” All’ennesimo dolore nel corpo, pensa: “Ma certo!!! Cosa posso desiderare di più se non la salute? Sì, ho deciso, il mio desiderio è di stare in salute! A cosa mi servono tutti i miei soldi se mi sento così

male?". Il giorno dopo il barone va nella sua cassaforte, prende un bel sacchetto di monete d’oro, poi chiede ad Anselmo di essere accompagnato alla casa dei poveri. I poveri nel vederlo arrivare con tante monete d’oro iniziano a ringraziarlo e ad abbracciarlo dalla gioia. Il barone Lamberto inizia a sentirsi meglio, i dolori a poco a poco svaniscono e lui si sente come un ragazzo di vent’anni. Anselmo lo guarda con le lacrime agli occhi: “Che bel gesto, mio caro barone, quei poveretti se ne ricorderanno fino alla fine dei loro giorni!” e il barone gli risponde: “Forza, forza, Anselmo, via quelle lacrime, abbiamo ancora tanto lavoro da fare!” MORALE: Si può star bene facendo del bene agli altri. Ginevra Corvo, 5.DE

Finale&nbsp;del&nbsp;Barone Lamberto&nbsp; Il Barone Lamberto era ricco ma aveva speso tutti i suoi soldi, andava sempre in giro per la città e usava salire sulle case e pescare dal tetto&nbsp;nel lago d’Orta. Un giorno trovò&nbsp;una casa libera, ci entrò e si mise comodo, poi entrarono i proprietari della casa e dissero: “esci fuori ladro!” e chiamarono la polizia.&nbsp;&nbsp; Povero Barone Lamberto, l’hanno messo in galera per una settimana. Dopo, uscito dalla galera, i suoi amici gli diedero&nbsp;tanti soldi&nbsp;che egli comprò&nbsp;una nuova casa e una nuova macchina. Il barone Lamberto visse così&nbsp;felice e contento.&nbsp; Chiara Delgado, 5. IT&nbsp;

Finale del Barone Lamberto&nbsp; Lamberto si è laureato ed è diventato un banchiere,&nbsp;ma fa una vita semplice come la maggior parte delle persone. A poco a poco i soldi finiscono, ci sono molti concorrenti e pochi clienti e inoltre ha enormi tasse da pagare e ha preso il vizio di giocare a&nbsp;pocker.&nbsp; Vive&nbsp;in&nbsp;una casa&nbsp;a&nbsp;due piani con un bel giardinetto, colleziona francobolli rari, coltiva fiori poco conosciuti di colore arancione, come la parrucca di re&nbsp;Giacomone, e non ama viaggiare.&nbsp; Giulio&nbsp;Pisapia, 5. IT&nbsp;

Due sognatori I miei sogni irrealizzabili... &nbsp;Di sicuro sono una bambina che punta molto in alto. Ho un sacco di sogni che mi piacerebbe realizzare, ma purtroppo non posso dirli tutti. Inizierei subito dal fatto che uno dei miei più grandi sogni è quello di far tornare in vita tutti i miei animali e parenti, per poter passare ancora un po’ di tempo con loro. Un altro dei miei più grandi sogni è&nbsp;quello di avere una macchina del tempo; sin da piccola lo sogno un sacco di volte... ad occhi chiusi e aperti. Mi piacerebbe poter tornare indietro e convincere la mia migliore amica Martina a non tornare a Torino. Quanto vorrei avvisare in tempo la Cina di questo virus così da impedirgli di uccidere tutte queste persone nel mondo, compreso mio nonno, che purtroppo ne è stato colpito.

Sì, mi piacerebbe impedire la diffusione del Coronavirus perché questi mesi senza i miei amici, ma soprattutto senza mio padre, rendono tutto bruttissimo. Vorrei essere lì ad abbracciare tutti e poter dire che tutto andrà bene dal vivo, anziché con una videochiamata, che è quello che ormai facciamo tutti i giorni. I miei sogni realizzabili... Anche i miei sogni realizzabili sono numerosi. Uno dei tanti è andare a vivere da grande a New York o a Londra, magari anche con i miei migliori amici come Diego. A New York mi piacerebbe un sacco andare alla NYADA (New York Academy of the Dramatic Arts), perché lì fanno recitazione, ballo e un sacco di altre cose magnifiche, ma soprattutto c’è la musica e il canto:

Credo che un’invenzione del genere possa essere davvero utile per il benessere delle persone, perché permetterebbe di avere qualche giorno di riposo in più. Tuttavia credo che questo percorso sia irrealizzabile: non abbiamo ancora conoscenze sufficienti in questo campo e non abbiamo ancora sviluppato dei materiali adatti che rendano i robot simili a noi umani nell’aspetto e nelle capacità. Molto più reale, invece, è il mio desiderio di diventare un designer motociclistico. Questo desiderio nasce dalla mia passione per le moto, soprattutto per il marchio Ducati. Passione che mi è stata trasmessa da mio padre che è un ingegnere meccanico.Sono consapevole che sarà un percorso di studi lungo e complesso, come quello che ha intrapreso mio padre, però sono determinato ad entrare nel mondo motociclistico italiano.&nbsp;In questo mi riconosco&nbsp;nel figlio sognatore&nbsp;della storia di Rodari

perché credo che quando si vuole qualcosa e si lavora duro per ottenerla, la si raggiunge sempre e si viene ripagati di tutti i sacrifici. I sogni di... Francesco Evangelisti

I sogni-obiettivi e i sogni-desideri Sognare... bello, non trovate? Io credo proprio di sì e sono anche convinta che farlo ad occhi aperti sia un modo per distinguere i sogni dalla realtà. Ho ben presente che molti di essi possono essere considerati solo obiettivi da raggiungere, ma avete presente quella voglia che provate, quando desiderate qualcosa a tutti i costi e che ancora non avete raggiunto?&nbsp;Quella voglia è esattamente ciò che ci spinge ad andare avanti e non mollare mai... è di questo che hanno bisogno le persone che sognano.

Io so i colori dei mestieri&nbsp; È colorato l’artista&nbsp; e quello nero è proprio il gommista.&nbsp; Sono marroni i corrieri&nbsp; e grigi i parrucchieri.&nbsp; Quella gialla è la postina&nbsp; e quella rosa è la ballerina!&nbsp; Filastrocca di Diego&nbsp;Sapienza&nbsp;

Calligramma&nbsp; Lui al mattino nasce tiepido a Oriente ed è la&nbsp;gio ia&nbsp;di ogni bambino. È l’ispirazione di ogni&nbsp; sapiente. Cala a Po- nente&nbsp;la sera,&nbsp;spe- ranza&nbsp;profonda... e vera. di Sophie La Gioia&nbsp;

„Sbagliando s'impara, è un vecchio proverbio. Il nuovo potrebbe essere che sbagliando s'inventa“ (G. Rodari, Grammatica della fantasia, Torino, Einaudi, 1973) suggerisce Rodari, vedendo nell’errore il germe dal quale la fantasia può far nascere mondi sconfinati. Prendendo spunto dal racconto “A sbagliare le storie” del grande scrittore piemontese, nel quale un nonno racconta delle avventure di Cappuccetto Giallo, che mentre andava al mercato incontrò una giraffa nel bosco, i ragazzi delle classi 5.DE e 6.DE hanno scritto le loro “storie sbagliate”, dando carta bianca alla fantasia e mostrando come la lingua, anche quando è seconda o straniera, possa andare oltre i confini degli schemi classici, per creare nuove vie e nuovi orizzonti. Buona lettura!

Ma ecco che Lamberto ricompare, tenuto per mano da Anselmo, con l’aria di un ragazzetto confuso. Si guarda in giro, senza saper che fare. Guarda i presenti come se non li avesse mai visti. Vede Delfina e un piccolo sorriso appare sul suo visino. “Delfina - dice il ragazzetto - vuoi diventare la mia mamma?” “Perché hai scelto proprio me?” chiede Delfina al barone. “Perché è stata una tua idea quella di farmi questo regalo e di farmi ringiovanire ripetendo con entusiasmo il mio nome. Così adesso posso andare a scuola, studiare e fare tutte le cose che non ho potuto fare prima. Farò il trapezista, il giocoliere, l’acrobata, ballerò sulla corda. Domerò leoni ed elefanti, farò il pagliaccio e suonerò la tromba finché potrò.” “Farà ... farà ... che cosa farà? Questo non si può ancora sapere”,

disse il direttore della banca di Singapore. Ma il baronetto lo ignorò e si girò verso Delfina. Delfina adesso era molto contenta per il regalo che gli aveva fatto. Il baronetto disse: “Hai pensato a quello che ti ho detto?“ Delfina lo guardò pensierosa e alla fine rispose: ”Mi piacerebbe tanto stare accanto a te. Anselmo portaci qualcosa per brindare.” E brindarono tutto il giorno finché non diventò buio. Sara Aguirre Ortiz e Elena Del Rosario, 6.DE

I ringraziamenti vanno&nbsp;in primis&nbsp;ai nostri ragazzi per il meraviglioso lavoro svolto,&nbsp;alle colleghe che&nbsp;li hanno guidati in questo percorso, le professoresse&nbsp;Taddia,&nbsp;Minichello, Verdi-Zanaboni&nbsp;e&nbsp;Immovilli, alla segreteria che ha sostenuto e supportato noi insegnanti in ogni fase&nbsp;del&nbsp;progetto, alle professoresse&nbsp;Wilfert&nbsp;e&nbsp;Pannetta, che hanno lavorato senza sosta alla realizzazione grafica e all’impaginazione, a tutte le altre&nbsp;colleghe e&nbsp;ai&nbsp;colleghi&nbsp;che hanno offerto con disponibilità il loro aiuto&nbsp;e naturalmente alla nostra direzione, alla dottoressa Mazzadi&nbsp;e al dottor&nbsp;Cassonello,&nbsp;per il lavoro di coordinamento e per la fiducia accordata.&nbsp;&nbsp; Speriamo che la lettura&nbsp;sarà&nbsp;per voi&nbsp;tanto&nbsp;piacevole&nbsp;come&nbsp;è stata&nbsp;per noi&nbsp;la realizzazione di questo lavoro a duecento mani.&nbsp; Concetta Pesce&nbsp;

C’era una volta una ragazza bellissima che si chiamava Biancaneve e abitava in una piccola casetta insieme a sette nanetti. Un giorno decise di mettersi in cammino per cercare nuovi amici. Mentre camminava nel bosco, incontrò Pinocchio, che era incastrato con il piede in una radice. Lei gli chiese se avesse bisogno di aiuto e lui le rispose di no. Ma un attimo dopo il naso di Pinocchio cominciò a crescere, così Biancaneve decise di aiutarlo comunque. Poco tempo dopo si misero in cammino per cercare altri amici. Dopo un paio di ore incontrarono Cappuccetto rosso, che decise di mettersi in cammino con loro e decise anche di diventare amica di Biancaneve e di Pinocchio.

Così il terzetto di amici decise di andare a casa della nonna di Cappuccetto rosso. Arrivati alla casetta della nonna, suonarono il campanellino davanti alla porta di casa, ma ad aprire non venne la nonna ma il principe azzurro, un nipote di terzo grado della nonna. Lui era alto, biondo e con degli occhi bellissimi di color azzurro. La sera, quando Biancaneve era già a letto, disse ad alta voce che era contenta perché aveva trovato tanti nuovi amici: Pinocchio, Cappuccetto rosso, la nonna e il Principe azzurro che poi avrebbe sposato. Miriam Stöckle, 5.DE

È necessaria una piccola premessa: i ragazzi hanno lavorato a questa attività in didattica a distanza, in piena fase di crisi da coronavirus; lontano dagli affetti dei propri cari, costretti ad una libertà limitata, in un clima di incertezza verso il futuro ma anche di speranza che tutto finisse al più presto, che si ritornasse alla normalità. Non si è prepararti a questo tipo di eventi, non abbiamo delle istruzioni che ci indichino cosa fare, cosa dire, come reagire e in alcuni casi, come dice il nostro Francesco, la fantasia diventa rifugio dalla realtà che non capiamo, non sappiamo affrontare, che a volte non riusciamo ad accettare. Fatta questa premessa segue ora una preghiera: vi chiedo di leggere questi sogni con la genuinità di un fanciullo, senza giudizi e preconcetti. I sogni sono belli tutti e ciascuno ha il diritto di avere i propri senza dover dare troppe spiegazioni.

Ma attenzione a non confondere i sogni con gli obiettivi: sono due cose diverse ed è proprio di questo che vorrei parlare. Come nella storia di Rodari c’è differenza tra il sognatore padre e figlio, così anche nella mia vita c’è differenza tra i sogni che io chiamo sogni-obiettivi e i sogni-desideri. I primi sono quelli che puoi realizzare con la tenacia e la determinazione, di questi vorrei parlarvi per primo: io ne ho molti, ma state tranquilli, non sto qui ad elencarli tutti! Mi sono sempre ritenuta una persona che, quando ha degli obiettivi da realizzare, si impegna per raggiungerli. C’è una passione che possiedo sin da quando ero bambina: l’equitazione. Questo sport mi permette di sfogarmi nei momenti in cui ne ho bisogno e l’obiettivo che sogno di raggiungere, anzi che VOGLIO raggiungere, è diventare una cavallerizza agonistica e insegnare agli altri a cavalcare, come hanno fatto e fanno ancora con me.

I sogni-desideri, invece, sono ben diversi, questi per me sono obiettivi difficilmente realizzabili; ma al contrario del padre sognatore della storia io non credo che i sogni-desideri non si possano realizzare, sono solo difficili perché dipendono da cose che non possiamo sempre decidere noi. Nel mio caso un sogno che desidero tanto è tornare in Italia, soprattutto in questo periodo molto difficile a causa del corona virus; vorrei tornare dai miei parenti, dai miei amici e vorrei rivedere tutte le cose che per venire a vivere qua in Germania ho lasciato. I sogni di... Emma Luzzini

Sogni e sognatori &nbsp; Il mio sogno nel cassetto è diventare un calciatore famoso e abbastanza forte; d’altronde credo di avere tutti gli strumenti per poterlo realizzare.&nbsp;

Capitolo Quattordicesimo Il giovanotto preso dalla gioia saltella qua e là, con il desiderio di diventare circense. “Signorino, gradisce andare al circo a realizzare il suo sogno?” Un giorno dice: “No, Anselmo oggi devo fare la gara col gatto”. L’altro “Proprio oggi devo fare la corsa con la lepre!” E così è ogni giorno. Alla centoventunesima volta Lamberto dice: “Anselmo, voglio studiare” “Certo signorino, domani stesso la iscrivo a scuola! Che classe vuole frequentare?” “La decima! Mi piace il numero dieci!” “Gradisce andare a scuola oggi?” E di nuovo Lamberto era impegnato ad arrampicarsi sull'albero. Dopo settantasei volte il giovanotto decide che vuole diventare un artista di circo.&nbsp;Questo ciclo dura più volte (Anselmo si era stancato di contarle), poi si decide, alle ore quarantotto vanno a scuola, nella tredicesima classe, perché Lamberto aveva deciso che il numero tredici era molto più bello.

“La tredicesima non è la classe adatta ad un signorino così giovane” dice la maestra. Lamberto si mette a piangere e la docente chiama il direttore: “Ti aspetteremo tra cinque anni” Cinque anni dopo Lamberto vuole ancora studiare; a scuola la maestra non ci crede che il giovane barone abbia diciannove anni: è alto poco più dei banchi di scuola e non ha nessun accenno di barba. Anselmo sospetta ma non parla. Ogni anno è la stessa storia, finché il maggiordomo gli rivela che non crescerà mai. Adesso dormirete sereni perché questa storia ha avuto una FINE. Federica Portico, 8 classe

Quando un ragazzo&nbsp;è&nbsp;libero di esprimersi senza schemi precostituiti scatta in lui una scintilla di genialità che può dare luogo a dei veri piccoli capolavori...&nbsp; Attenzione! Questa sezione del libro è severamente vietata a chi ha perso il fanciullino che è dentro di sé!&nbsp; Buon divertimento.&nbsp; Concetta Pesce&nbsp;

Per colpa di un accento

miei genitori vado a visitare almeno due città diverse. Quest’anno sarei dovuto andare in Repubblica Ceca, a Istanbul e a Parigi ma col coronavirus sappiamo tutti che non si potrà realizzare...almeno non ancora! Il mio secondo sogno è davvero impossibile ma mi piace pensare che si possa comunque realizzare. Ora che ci penso mi viene quasi da piangere. Il sogno è rivedere mio nonno di Novara: è morto quando avevo 4 anni per un problema ai polmoni e i medici non hanno voluto fare l’intervento. Mi manca molto, come mi mancano i miei tre cani.&nbsp; Infine ho un ultimo sogno, ma non meno importante: quello di vedere la mia squadra del cuore, il Milan, vincere ancora come una volta, dal 1960 al 2009. In quegli anni hanno vinto 7 Champions League, 18 campionati e 5 coppe Italia. Non so se si avvererà ma io resterò sempre fedele alla mia squadra del cuore. I sogni di...Martino Vigiani

Sogni a tutto gas Immaginando il mio futuro spesso mi trovo a fantasticare sui mestieri che vorrei svolgere. Si tratta di sogni ad occhi aperti, un po’ diversi da quelli dei sognatori della storia di Rodari ma non per questo meno vivi.&nbsp;Forse può sembrare un po’ bizzarro, ma mi piacerebbe diventare uno scienziato per inventare un oggetto di estrema utilità per tutti, soprattutto per i lavoratori. Vorrei inventare un robot dalla fisionomia umana che possa andare a lavorare al posto degli uomini, permettendo così ai lavoratori di rimanere qualche giorno a casa o magari di sbrigare faccende urgenti e improrogabili. Basterebbe programmare la sera prima il robot fornendogli tutte le informazioni necessarie: cosa bisogna dire e fare, chi salutare, su quale autobus salire, quali lavori portare a termine o quali scorte di cibo comprare, una volta uscito dal lavoro.

CENERENTOLA - C’era una volta una ragazza bellissima che si chiamava Cenerentola e che aveva due conigli. - No! Aveva due sorelle! - Sì, giusto, e un fantasma molto scherzoso. - Aveva una madrina! - Sicura? Va bene. Un giorno Cenerentola ricevette una scimmia che fece agitare tutti, perché non vedevano l’ora di andare a spasso nella foresta con lei. Lì incontrarono un elefante che chiese a Cenerentola di ballare con lui. Quando si era fatto mezzogiorno Cenerentola dovette scappare per andare a mangiare qualcosa.

L’elefante andò a cercarla per tutta la città e quando arrivò a una casa, capì subito che era quella di Cenerentola, perché vide che la fanciulla che abitava lì aveva una fame da elefante! Infine i due divennero i più affamati al mondo. - No! No! No! L’hai raccontata tutta sbagliata, zio! - MAMMA MIA! Sofia Borghetti, 5.DE

“L’accento&nbsp;conta”&nbsp; “È pronto a tavola!&nbsp; Marco, vai a dire al papa che si mangia…&nbsp;&nbsp; aspetta&nbsp;Marco, di’ al papà che si mangia!”&nbsp; Ma Marco&nbsp;era già partito per il Vaticano.&nbsp; “...e vai a prendere un&nbsp;po’&nbsp;di frutti dal&nbsp;però,&nbsp;&nbsp; uffa,&nbsp;no,&nbsp;intendevo il pero!”&nbsp; che confusione ragazzi,&nbsp; l’accento conta!&nbsp; Emiliano Bettelli, 6.IT&nbsp;

Il giorno dopo il barone Lamberto si è svegliato e ha pensato che fosse un bel giorno. Infatti, il cielo era blu e il sole risplendeva. “Un giorno perfetto per sposarsi”, pensava il barone e sorrideva. Poi si è alzato ed è andato a fare colazione. Quando è arrivato in cucina, è arrivato anche Anselmo e ha detto: “Buongiorno, barone Lamberto. È arrivata la posta e qui c’è una lettera per Lei.” “Ah, grazie, ma non sono curioso.” – ha risposto il barone. “Ma... è sempre stato curioso di leggere le lettere! Come mai adesso non lo è più?” “Anselmo, guarda fuori dalla finestra. Cosa vedi?” “Che domanda è? Vedo quello che vedo sempre. Case, strade, alberi. Ma perché...?” “Ecco, ed io non vedo queste cose. Io vedo un cielo blu senza nuvole. È un bellissimo giorno, un giorno per dare regali a quelli che non hanno niente, un giorno per sposarsi, un giorno per essere felici. E tutte queste cose, le farò oggi,

darò quasi tutti i miei soldi a quelli che non ne hanno, mi sposerò con Delfina e farò una gran festa con tutti gli abitanti della nostra isola! Invito anche i ventiquattro banditi ... Anselmo, non guardarmi così, la vita è bella!” Con queste parole il barone si è alzato ed è andato fuori, dove c’era già Delfina, e le ha detto: “Mia cara, ho due cose da dirti: la prima è che voi non dovete mai più dire Lamberto, Lamberto, Lamberto ... e la seconda è se ... Mi vuoi sposare? Oggi? Io so che hai già comprato un vestito... E facciamo una gran festa!” Delfina ha detto di sì e infine il barone ha fatto veramente una gran festa, con i 24 banditi, Anselmo, Delfina, la signora Zenzi e tanti altri. E Lamberto quel giorno era l’uomo più felice del mondo! Melanie Lorenz, 6.DE

Per colpa di un accento (Nonsense)&nbsp; Giovannino&nbsp;pescò&nbsp;un merluzzo da un&nbsp;pesco pero&nbsp;aveva ancora fame così dopo un po’&nbsp; &nbsp;andò in un bel giardino&nbsp; e&nbsp;raccolse&nbsp;delle pere da un&nbsp;però&nbsp; “Ora sì che sono sazio”, disse,&nbsp; “mi faccio una passeggiata al&nbsp;portò”.&nbsp; Lì vide un&nbsp;capitano&nbsp;&nbsp; che dirigeva&nbsp;una&nbsp;nave&nbsp;seguendo il&nbsp;farò&nbsp;

Sarà&nbsp;andrà domani al mercato e incontrerà&nbsp;Giovannino.&nbsp; “Sara&nbsp;una bella passeggiata”, ella&nbsp;pènso,&nbsp; “ci andrò&nbsp;in bicicletta”&nbsp;&nbsp; e&nbsp;si&nbsp;mise il&nbsp;cascò.&nbsp; Sapete voi al mercato ella cosa&nbsp;còmpro?&nbsp;&nbsp; Un&nbsp;casco&nbsp;di banane perché no!&nbsp; Giulio&nbsp;Pisapia, 5.IT&nbsp;

Finale del barone Lamberto&nbsp; Il nipote del Barone Lamberto era ricco, ma tutti i soldi che gli erano stati donati li aveva spesi negli anni precedenti e quindi quando andava a fare delle spese diceva: “vengo a pagare più tardi” ma alla fine non andava mai a pagare tutte le merci.&nbsp; Non appena il Barone Lamberto lo venne a sapere, escogitò&nbsp;un piano: andò&nbsp;nel suo paese e si nascose&nbsp;in un bar il cui proprietario era un suo caro amico e aveva una stanza disponibile. Il nipote del Barone Lamberto odiava il caro amico dello zio e quindi non entrava quasi mai nel suo bar e non sapeva che lo zio era lì vicino.&nbsp; Una notte il Barone Lamberto entrò in casa del nipote mentre lui stava raccontando le sue magnifiche bugie e gli rubò i suoi vestiti più pregiati.&nbsp;

Quando ritornò a casa,&nbsp;il nipote rimase sconvolto, ma lasciò stare e andò a dormire. La sera dopo il Barone rientrò dal nipote e gli sparò. Tutto il paesino venne a conoscenza dell’accaduto e decisero di ricompensarlo dandogli 50 lire a&nbsp;testa.&nbsp;&nbsp; Con tutti questi soldi il Barone riuscì a comprarsi altre tredici banche in tutto il mondo. Visse felice e contento con tutte quelle banche e con tutti i suoi soldi.&nbsp; Rosa Delgado, 5.IT&nbsp;

Colori dei mestieri&nbsp; &nbsp; Io so i colori dei mestieri:&nbsp; giallo il lavoro del portiere&nbsp; che riempie di piante le fioriere.&nbsp; Il droghiere invece è azzurro&nbsp; e ci vende tutto, anche il burro.&nbsp; Il muratore dico che è rosso,&nbsp; perché ha riempito tutto il fosso.&nbsp; Nero è il lavoro della mia mamma,&nbsp; che non vede l’ora di metterci a nanna.&nbsp; &nbsp; Filastrocca di Rosa&nbsp;Delgado&nbsp;

I colori dei mestieri&nbsp; &nbsp; Io so i colori dei mestieri:&nbsp; arancione è il colore&nbsp; dell’uomo&nbsp;&nbsp; che guida il trattore;&nbsp; mentre il poliziotto,&nbsp; che chiede rispetto,&nbsp; è spesso violetto.&nbsp; Color indaco è il sindaco,&nbsp; rosa è il negoziante che vende ogni cosa;&nbsp; verdino è il giardiniere&nbsp; che aggiusta il giardino.&nbsp; Blu notte è invece il colore&nbsp; di chi aggiusta le scarpe rotte.&nbsp; &nbsp; Filastrocca di&nbsp;Chiara&nbsp;Delgado&nbsp;

Vorrei avere una bella casa, una bella auto, un bel marito e possibilmente due figlie femmine. Mi piacerebbe essere ricca, ma lo vedo molto difficile. Di sicuro vorrei restare in contatto con i miei amici, penso che siano fantastici e che sia raro trovare amici così! Spero che uno di questi sogni si realizzi! I sogni di... Sara Marchionini

Per esempio io voglio diventare un ingegnere aereonautico&nbsp;ma lo posso&nbsp;diventare&nbsp;se mi impegno&nbsp;negli studi&nbsp;&nbsp; &nbsp; In conclusione nel mondo esistono&nbsp;molte&nbsp;cose che non si possono&nbsp;realizzare e altre cose che si possono realizzare se studi e ti impegni&nbsp; I sogni di...Edoardo&nbsp;Morabito&nbsp;

Sogni in volo Ogni volta che mi addormento sogno cose come vincere alla lotteria oppure andare sulla luna. Ma mi sveglio ed è tutto un sogno, sono cose che non potrò mai realizzare oppure che farò quando sarò più grande ma nel mondo esistono anche cose che puoi fare se studi e ti impegni per esempio laurearti, prendere buoni voti in una materia in cui non sei bravo e un

Capitolo Quattordicesimo Il giovanotto Lamberto decise quindi, di comprare un suo circo e di viaggiare tutta l'Europa per fare degli incredibili spettacoli. Volle diventare il più conosciuto acrobata e giocoliere del mondo, e così fu. Naturalmente c'era sempre il maggiordomo Anselmo al suo fianco, che intraprese il ruolo del direttore del circo e finanziò, con i soldi di Lamberto, tutti i viaggi più possibili immaginabili. Il ragazzino si divertì molto a girare tutta l'Europa insieme al suo circo, che, senza alcun dubbio, diventò subito uno dei più famosi al mondo. Tra l'altro regalò ad ognuno dei suoi vecchi impiegati una delle sue banche per salutarli e ringraziarli di tutto quello che avevano fatto per lui. Qualche anno dopo Anselmo sfortunatamente morì di infarto e lo seppellirono facendo una grandissima cerimonia.

Quindi Lamberto, in sua memoria, decise di aprire un altro circo chiamandolo “Anselmo”. Così condusse una vita, anche se non aveva più nessuno a cui voler bene, molto avventurosa e contenta. Lorenzo Polito, 8 classe

Lì incontrò Delfina. Non si erano più visti da quando il barone si era sposato. Infatti, quando Viola e il barone si erano appena sposati la moglie non voleva avere altre donne in casa. Ancora non tradiva Lamberto. Delfina si era trasferita in Canada, perché non trovava lavoro in Italia. Delfina non aveva lavoro, ma il barone la invitò nella sua villa e le chiese se volesse lavorare di nuovo da lui. Delfina rispose: “Ma certo, se vuole posso chiamare anche tutti gli altri!” Il barone fu molto felice che una delle sue assunte avesse ancora il numero degli altri colleghi. Così tutti, anche Anselmo, tornarono a lavorare per Il barone Lamberto. Marina Tamburriello, 5.DE

La fine del libro ci è piaciuta molto, ma noi l'avremmo scritta così ... Dopo che la banda delle Ventiquattro elle è fuggita, Anselmo è andato a controllare il barone Lamberto e lui non c’era più. Anselmo va in panico e lo cerca per tutta la casa, ma non lo trova: “Ma come è possibile!? Era morto due minuti fa!” Va nel soggiorno e chiede ai ventiquattro direttori delle banche se avevano visto il barone Lamberto. Tutto ad un tratto suona il campanello, Anselmo va ad aprire e trova un neonato con un bigliettino a fianco: ,,Io sono il barone Lamberto.” Giovanni Vicari, Filippo Cadeddu e Laurenz Arnese, 6.DE

Cappuccetto Rosso al contrario Il papà disse a Cappuccetto blu che doveva dare al bimbo la verdura. Allora Cappuccetto blu andò nella foresta e incontrò una gattina, che chiese se Cappuccetto blu sapesse la strada e lei disse di sì. Dopo essere arrivata dal bimbo, gli diede la verdura e poi giocarono un po’ a sasso-carta-forbice. Dopo Cappuccetto blu andò dal papà e vissero tutti felici e contenti. Matteo Pilato, 5.DE

Il barone Lamberto fake Giovanni: C´era una volta il barone Lamberto … Laurenz: Ma no! C´era due volte! Giovanni: Sì, ovvio. Era una persona molto giovane che … Laurenz: Ma cosa dici, era molto vecchio. Giovanni: Sì, sì, e non aveva molti soldi perciò … Laurenz: No! Era ricchissimo. Giovanni: Come no?! Il barone Lamberto non soffriva di alcuna malattia e così era … Laurenz: Niente affatto, Lamberto soffriva di 24 malattie! Giovanni: Ah sì! Lui possedeva 24 negozi in ogni città e non guadagnava … Laurenz: Neanche per sogno! Lui possedeva 24 banche, quindi guadagnava un sacco!

Giovanni: Il barone Alberto invecchiava ogni volta che dicevi il suo nome. Laurenz: Si chiama Lamberto! E non invecchiava, ma ringiovaniva quando dicevano il suo nome. Giovanni: Ma sei sicuro che sia la storia del barone Umberto? Laurenz: Basta, tu non sai proprio raccontare le storie! Laurenz Arnese e Giovanni Vicari, 6.DE

di notte, sogno spesso i cartoni e i sogni sono pieni di fantasia. Sono allegri. Quando invece faccio brutti sogni i miei personaggi preferiti non ci sono mai e assomigliano alla realtà. Ho sognato una tempesta, per esempio, oppure una volta ho sognato che mangiavano il mio pranzo preferito (cotoletta con le patatine) senza di me. Se penso a quando sarò più grande sogno di guidare la macchina, di cucinare e di viaggiare in tutto il mondo, soprattutto a New York, ma anche in Inghilterra, in Spagna, in Francia (vorrei andare a Parigi e vedere Disneyland), in Giappone, in Cina e in Messico.&nbsp; Mi piacerebbe lavorare in un ufficio o in un negozio o anche in una scuola e insegnare lingue. Le lingue mi piacciono molto, infatti mi piacerebbe studiare il francese, lo spagnolo e il giapponese; anche&nbsp;l´arabo per poter andare in Egitto. Inoltre vorrei tradurre un libro e dedicarlo a Fabio, mio fratello.

Da grande vorrei avere intorno a me tutti i miei amici di sempre e anche alcuni nuovi. Vorrei aiutare gli altri, per esempio i poveri che non hanno una casa. Vorrei avere una fidanzata, quando sarò grande, e vorrei organizzare tutto da solo, ad esempio potrei decorare da solo la mia casa; infine vorrei fare sport, ginnastica, e fare tanti muscoli. Inoltre se dovessi scegliere dove vivere, preferirei in Italia, a Milano, oppure a Bari perché c’è il mare. A Milano potrei vivere con Luca, Gaia e il nonno; sarebbe davvero molto bello vivere con loro, soprattutto col nonno. Naturalmente vorrei che anche i miei genitori e mio fratello Fabio venissero a vivere con me. A Bari invece potrei vivere con mio zio Gianfranco, che è mio amico; lì c’è il mare e io adoro il mare! Tra le città senza mare, oltre a Milano, mi piacciono anche Roma e Padova, ma Padova un po’ meno perché in estate è troppo calda e sudo di notte.

Calligramma&nbsp; Lui è grande&nbsp; e luminoso, quando&nbsp; splende, tutto sembra&nbsp; più gioioso. Dona al&nbsp;mon-&nbsp; do tanta energia fino a&nbsp;quan&nbsp; do la sera non se ne va via.&nbsp; In realtà però non è lui che&nbsp;&nbsp; lascia il giorno, ma è la Terra&nbsp; che gli gira tutto intorno. E&nbsp; così mentre in una me-&nbsp; tà&nbsp;è già notte, nell’altra&nbsp; metà si mangiano&nbsp; le caciotte!&nbsp;&nbsp; di Diego Sapienza&nbsp;

Mi&nbsp; spoglio d’inverno&nbsp; e mi&nbsp;ricopro d’estate. Alcuni mi chiamano ombrello per le mie foglie truccate, sono un cappello, un battello un acquarello paffutello e snello; a Natale mi cercate. Palle, luci,&nbsp;fioc-

chi, fili,&nbsp;&nbsp; angeli&nbsp;&nbsp; e neve&nbsp; mi donate!&nbsp; &nbsp;

In questa sezione i ragazzi di 5.&nbsp;e 6.&nbsp;IT e&nbsp;di&nbsp;8., ispirandosi alla filastrocca di Rodari,&nbsp;si sono cimentati nella creazione di fantasiose filastrocche, giocando con le parole e con gli equivoci in cui ci si imbatte quando l’accento cade nel posto sbagliato.&nbsp; Una delle attività proposte nelle classi del&nbsp;Gymnasium&nbsp;quest’anno&nbsp;e tratte dal Libro degli errori è legata alla&nbsp;filastrocca “Per colpa di un accento”&nbsp;che vi proponiamo di seguito.&nbsp;Dopo la lettura e l’analisi in classe,&nbsp;abbiamo chiesto ai ragazzi di fare come Gianni Rodari...&nbsp; È un modo divertente per giocare con la lingua scoprendo nuovi suoni e significati e lasciando ampio spazio alla fantasia e all’immaginazione.&nbsp;

Nel sogno, Capitan Uncino e i suoi pirati erano molto forti e abituati a combattere, ma avevano un punto debole: non sapevano nuotare! Decidemmo così di buttarli in acqua con l`aiuto della polvere magica di Trilly. Trilly, una fata deliziosa e piena di vivacità, è la spalla destra di Peter Pan. Con la sua magia li sollevò in aria e poi li lasciò cadere in mare. Che bella soddisfazione! Siamo ormai diventate grandi amiche Trilli ed io, e ci facciamo tante risate nella mia immaginazione. Non potrò volare che nella mia fantasia ma potrò diventare una brava cestista e allo stesso tempo un bravo architetto. Anche per realizzare questo sogno ci vuole tanta creatività. Oltre a progettare la pianta e la struttura di un edificio, mi vedo anche come interior designer, impegnata a decidere colori e arredamento.

Farò volare la mia fantasia per aiutare le persone ad abitare in case più belle e piene di luce! I sogni di... Angelica Marangi

"I sogni son desideri" interpretata dai ragazzi della 5 classe

Finale del Barone Lamberto&nbsp; Il barone Lamberto, dopo la sua resurrezione, torna a casa e appena arrivato trova un bigliettino sul tavolo con su scritto: “Caro barone Lamberto abbiamo deciso di licenziarci tutti. Con affetto. Quelli della soffitta”. Appena Lamberto finisce di leggere, si sente una voce che dice:&nbsp;“Sparapapù,&nbsp;sparapamù, tutti ritornano indietro di più!&nbsp;Spuffete!”.&nbsp;&nbsp; “Per tutte le banconote! Dove&nbsp;acchipicchiolina&nbsp;mi trovo?” dice il barone.&nbsp;&nbsp; “Oh santo cielo, signor barone” risponde Anselmo, “stiamo per prendere l’aereo per l’Egitto”.&nbsp; “Ma no! In Egitto non troverò mai tutte le medicine per le mie ventiquattro malattie! Torniamo immediatamente indietro! Tra l’altro non abbiamo neanche le valigie” esclama il barone.

Tornati a casa il barone Lamberto, arrabbiato per l’accaduto, se ne va a contemplare la sua vasta collezione di francobolli. Girando un po’ lo sguardo però nota un microfono spuntare dal pianoforte.&nbsp;&nbsp; “Anselmo, presto, corri! Sai per caso cosa ci fa un microfono nel mio bellissimo pianoforte?”.&nbsp;&nbsp; Anselmo però non sa cosa rispondere.&nbsp; Diego Sapienza, 5.IT&nbsp;

Per colpa di un accento Il signor Litorto portò la barca in porto, sulla spiaggia buttò l'ancora e ancora aspettò mezz'ora, al calar della sera issò la sua bandiera ed era chiaro che l'isola a metà era ora ora la sua meta. Alessandro Mancini, 8 classe

I miei sogni Il mio sogno irrealizzabile è avere tutte le ricchezze del mondo e tutto quello che voglio, come alcuni miei amici che hanno tutto: giocattoli, play station, Xbox. Comunque mi sento fortunato lo stesso, perché credo di avere qualcosa di meglio: posso girare il mondo con la mia famiglia. Il mio sogno realizzabile è quello di diventare un famoso giocatore di Basket e una star della NBA. Se questo non si realizzerà vorrei comunque vivere la mia vita al meglio, con mia sorella che mi aiuta sempre in tutto...qualche volta litighiamo, però è sempre mia sorella e so che nella vita potrò sempre contare sul suo aiuto. I sogni di ... Mattia Verona

Il mio sogno più grande Io distinguo i sogni tra grandi e piccoli. Ad esempio tra i sogni più piccoli c’è quello di andare bene a scuola e poter fare tutti i giochi che voglio. Il mio sogno più grande invece è non fallire nella vita; inoltre non vorrei mai avere problemi in famiglia, nel senso che fra dieci o venti anni vorrei avere una fidanzata o una moglie, dei figli e non vorrei avere con loro problemi di relazione...per me è importante avere buoni rapporti con tutti. Inoltre vorrei trovare il lavoro che desidero: diventare designer, youtuber o il creatore di una grande azienda, come Facebook o Amazon. Mi piacerebbe ad esempio creare un’azienda che produca macchine volanti e vorrei venderle ad un prezzo adeguato e senza speculare sugli acquirenti.

Lamberto vuole sposare Delfina e lei dice di sì, così Lamberto inizia a piangere dalla gioia. Però Delfina chiede anche perché lui le ha fatto fare questo lavoro. Così Lamberto spiega: “Una volta siamo andati in Egitto e abbiamo incontrato un arabo saggio, che ha detto che vive per sempre la persona il cui nome è pronunciato. Allora abbiamo assunto voi come lavoratori e ha funzionato! Così vi abbiamo fatto continuare con questo lavoro.” Allora Delfina dice: “Ok, grazie per l’informazione”. Dopo la signora Merlo aggiunge: “Allora, festeggiamo il matrimonio?”. “SÌ” dice Delfina e poi festeggiano per una settimana. Delfina e Lamberto hanno avuto due figli, uno si chiamava Lamberto e l’altra si chiamava Valentina e il barone ha pure cambiato il suo nome in Renato perché è ri-nato ed è un re. Matteo Pilato, 5.DE

E’ sera e il barone Lamberto è stanco, vuole andare a dormire. Il giorno dopo si sveglia con poche forze, ancora stanco e pieno di dolori. Anselmo, appena lo vede, si preoccupa, gli chiede come sta e se vuole chiamare un dottore. “È l’età, Anselmo, l’età!!! Stai tranquillo, vediamo se mi riprendo un pochino.” Anselmo continua ad osservarlo, sempre preoccupato e prima di andare ricorda al barone che in mattinata sarebbe passato l’uomo che avevano conosciuto in Egitto. Mentre il barone inizia a prepararsi, cercando di riprendere le forze, si sente suonare alla porta. “Ding dong.” “Anselmo, presto, vai ad aprire la porta!” gli grida il barone. Anselmo si precipita ad aprire e trova i banditi e l’uomo che avevano conosciuto in Egitto: “Prego, entrate pure. Solo un attimo di attesa, il barone oggi non è molto in forma”,

Ed ora ascoltiamo l’intervista dei reporter a mister Sogni D’oro. Reporter: „Come si sente ad aver vinto questa macchina di ultima generazione, fatta di diamanti?„ Mister Sogni D’oro: „Beh, sono molto felice perché ho trovato questo biglietto della lotteria in un tombino, di regola costa un milione di dollari, è lui che ha trovato me, mi sento davvero baciato dalla fortuna!„ Reporter: “Eh sì, lo sappiamo, è stato davvero fortunato!” Driiiiiin driiiiiiiin driiiiin Mister Sogni D’oro: “Uh, un attimo, mi suona il telefono...„ Al telefono: “Buongiorno signor Sogni D’oro, lei ha appena vinto la corona d’Inghilterra, del valore di dodici miliardi di sterline!&nbsp;Mi congratulo con lei, ma stia attento perché un premio così farà gola a molti“.&nbsp; Mister Sogni D’oro: “Non ci posso credere, questo è il mio giorno

Sogni...raggiungibili!!! Alla radio: “Ed ecco la seconda persona ad essere stata sulla luna. Com’è stata l’esperienza di andare sulla luna, signor Sogno Avverabile?" Signor Sogno Avverabile: “É una cosa che non succede tutti giorni e bisogna studiare tanto per raggiungere questo obiettivo, naturalmente si devono studiare tante lingue per comunicare con la base, soprattutto l’inglese, e avere il massimo dei voti.&nbsp;Bisogna studiare ingegneria aerospaziale, avere dimestichezza con i computer e soprattutto imparare a muoversi nello spazio.“ Reporter: “Che consigli darebbe ai ragazzi che vogliono realizzare i propri sogni?” Signor Sogno Avverabile: “Beh, può sembrare difficile ma con costanza e impegno ce la si puoi fare, se si studia per raggiungere un obiettivo come

Capitolo Quattordicesimo Da quando era ragazzo, il giovane Barone aveva sempre voluto fare l’acrobata, il giocoliere. Ora, però, voleva anche domare i leoni e gli elefanti e le foche… etc. Il giovane Lamberto si era allenato molto e aspettava quel momento da tanto tempo. Il presentatore disse che mancavano ancora quindici minuti. Il giovane Lamberto all’inizio aveva un po' di paura perché se avesse fatto un errore stupido il circo sarebbe andato in rovina e l’avrebbero licenziato. Il presentatore disse: “E’ il tuo turno”. Anselmo lo vide all’inizio con un po’ di paura, ma poi fu così bravo che il pubblico gli lanciò delle rose e gli disse che era un talento. Solo che Lamberto si ricordò della sua bella vita da riccone e si chiese come avrebbe fatto a tornare il Barone di prima.

Lui e Anselmo andarono a casa e il presentatore augurò loro buon rientro. Barone e Anselmo lo ringraziarono, e andarono da Victor, il migliore amico di Lamberto. Il Barone sapeva che lui era lo scienziato più importante della terra e gli chiese se potesse creare una pozione per farlo tornare il vecchio Barone. Victor disse che doveva andare alla fontana della saggezza e bere l’acqua di questa fontana. E così Lamberto ritornò il “vecchio” di sempre. Lorenzo Cadeddu Dessalvi, 8 classe

C’era una volta una fanciulla di nome Biancaneve. La mamma le disse: ”Vai dalla nonna e portale Pollicino.” Biancaneve andò nel bosco, incontrò 101 nani che la accompagnarono a casa della nonna. Lì trovarono Cenerentola tutta pulita che stava mangiando la nonna. Biancaneve tirò un pugno in faccia a Cenerentola, la nonna le entrò completamente nella bocca e uscì dal sedere. Cenerentola si sentì male e rimesse su Pollicino. Pollicino arrabbiato uscì dal cesto e andò fuori dalla casa, dove incontrò il principe. Il principe azzurro, molto spaventato da Pollicino, lo portò al castello Disney e per tranquillizzarlo gli comprò un gelato.

Pollicino ringraziò, poi se ne andò a casa sua. Anche Biancaneve, Cenerentola e i 101 nani se ne tornarono a casa loro. E vissero tutti felici e contenti A CASA PROPRIA!!! Ginevra Corvo e Marina Tamburriello, 5.DE

Sogni ad occhi aperti Il mio sogno irrealizzabile è di avere sempre con me Doraemon, il gatto robot blu proveniente dal XXII secolo, protagonista dell’omonimo cartone animato giapponese. Doraemon mi aiuterebbe in ogni situazione; potremmo divertirci a mangiare Dorayaky, il dolce giapponese di cui lui va pazzo, viaggiare nel tempo, giocare con i suoi strani chiusky, i gadget provenienti dal futuro che tiene nella sua tasca bianca sulla pancia, e volare per la città con il suo copter di bambù, e fare tante altre cose insieme. Ora vi parlerò dei miei sogni realizzabili. Sin da piccolo ho sempre avuto la passione per gli animali, di qualsiasi tipo, anche le lucertole, quindi ho deciso che da grande farò il veterinario.&nbsp;

So che sarà dura e anche lunga, ma con tanto impegno e studio, riuscirò ad aprire la mia clinica veterinaria, con un reparto in cui poter lasciare in affido i propri animali per chi vuole andare in vacanza. Infine vorrei una fattoria tutta mia, con animali di ogni genere: mucche, pecore, maiali, galline, cavalli, lama, anche molti gatti, cani e un acquario con tanti pesci tropicali; inoltre vorrei avere un bell’orto, molte piante e grandi alberi e vivere a contatto con la natura. I sogni di... Diego Sapienza

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