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Olly

by Silvia Quaglia

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OLLY
Drin driin. Ecco era passata un'altra domenica e il rumore della sveglia mi aveva assordato le orecchie.
Mangio, mi lavo, mi vesto prendo il mio zaino e corro fuori dalla porta come un fulmine.
Mentre eravamo in auto, mio papà mi sgridava perché anche lui sarebbe arrivato a lavoro in ritardo e a me fa molto arrabbiare quando le persone mi sgridano. Di solito, per controllare la mia rabbia, stringo le mani in un pugno fortissimo e penso alle cose che mi fanno stare bene e, alla fine, mi passa. Ma stranamente quel giorno non mi ero arrabbiata perché ero molto concentrata a rispondere a una domanda che mi terrorizzava al sol pensiero: ”E se fossi arrivata in ritardo e tutti fossero già entrati? E se entrando in classe tutti mi guardassero?" Ogni volta che ero super in ritardo mi ponevo sempre questa domanda perché se arrivavo in ritardo la prof.ssa Gildi mi sgridava e mi faceva correggere gli esercizi che, come sempre, sbagliavo e così di nuovo mi sgridava. Infatti, in quei giorni più che mai, avevo adottato la strategia del pugno. Io sono una ragazza sempre in paranoia, mi baso spesso sul giudizio degli altri.
Trovo sempre qualcosa di male in quello che faccio, anche quando sbaglio risposta e gli altri si girano a guardarmi mi agito, le mie mani iniziano a tremare e sudare ed io con loro. Anche se sbagliare è normale. ”Sbagliando si impara” mi ripete sempre mia mamma ed io questa frase me la ripeto sempre quando sbaglio, ormai è il motto della mia vita. Ma anche con tutte queste strategie non riesco a controllare l'ansia, l'unica che riesce ad aiutarmi è Aurora, la mia migliore amica, lei è l'opposto di me, se ne frega del giudizio altrui.
Eccomi, parlando tra me e me, non mi sono nemmeno accorta che ero già arrivata alla porta della mia classe.
Trovo sempre qualcosa di male in quello che faccio, anche quando sbaglio risposta e gli altri si girano a guardarmi mi agito, le mie mani iniziano a tremare e sudare ed io con loro. Anche se sbagliare è normale. ”Sbagliando si impara” mi ripete sempre mia mamma ed io questa frase me la ripeto sempre quando sbaglio, ormai è il motto della mia vita. Ma anche con tutte queste strategie non riesco a controllare l'ansia, l'unica che riesce ad aiutarmi è Aurora, la mia migliore amica, lei è l'opposto di me, se ne frega del giudizio altrui.
Eccomi, parlando tra me e me, non mi sono nemmeno accorta che ero già arrivata alla porta della mia classe.
Apro la porta e... La prof.essa Gildi mi redarguisce: "Eccoti Olly , ti stavo per segnare assente. Ah, e spero che tu abbia svolto i compiti perché oggi sarai tu a correggerli!” In realtà ogni volta li faceva correggere a me.
Tutti mi guardavano ed io ero molto in imbarazzo. Le mani iniziavano a sudare insieme alla mia testa che entrava in confusione.
Ci impiegai mezz'ora per correggerli e presi anche un quattro perché non li avevo svolti tanto bene. Mi stavo per mettere a piangere, ma trattenevo le lacrime strizzando i denti contro il labbro. Quando ad un tratto sentii qualcosa di bagnato sulle mie guance rosse, erano lacrime. Il mio respiro si faceva sempre più frequentemente e affannoso, ma io non mi ero messa a piangere per il quattro, piuttosto per cosa avrebbero pensato gli altri ora su di me. Solo che quel giorno non c'era Aurora che mi aiutava , così decisi di prendere in mano la situazione e mi alzai, iniziai ad asciugarmi le lacrime e mi misi a giocare a palla con i miei compagni, cosa che non avevo mai fatto perché stavo sempre con Aurora, lei per me era il mio angelo custode.
Iniziammo a giocare e non mi sentivo così felice da molto tempo, mi sentivo libera,
correvo di qua e di là , come una farfalla e la bocca iniziava ad aprirsi in un magnifico sorriso e mi sentivo vuota senza niente dentro, perché lì non mi importava del giudizio altrui, stavo molto bene, sorridevo.
Questo particolare momento mi ha portata ad essere la Olly che sono oggi, sorridente, spensierata e brava a scuola.
correvo di qua e di là , come una farfalla e la bocca iniziava ad aprirsi in un magnifico sorriso e mi sentivo vuota senza niente dentro, perché lì non mi importava del giudizio altrui, stavo molto bene, sorridevo.
Questo particolare momento mi ha portata ad essere la Olly che sono oggi, sorridente, spensierata e brava a scuola.
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