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storia colori emozioni

by Quaglia Silvia

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C’era una volta, in un paesino isolato dal mondo, in alta montagna, una normalissima ragazza di 12 anni. Lei si chiamava Jasmine. Viveva in una casetta assieme ai suoi 4 fratelli, tutti maschi. Jasmine era la più piccola, ma al contrario di come credevano tutti era anche la più coraggiosa e intelligente. Era alta, con dei lunghi capelli neri, raccolti sempre in una coda. Aveva dei bellissimi occhi di un verde molto intenso. Portava sempre con sé un berretto azzurro e uno zainetto, con all’interno dell’acqua, una torcia e del cibo. Il suo passatempo preferito era andare in giro per il bosco ed esplorare i posti più pericolosi assieme al suo migliore amico, Jacob. Lui come aspetto e carattere era completamente il contrario di Jasmine, era basso, con i capelli biondo paglia e gli occhi castano chiaro. Odiava andare nei boschi, preferiva rimanere a casa a leggere un bel libro con una tazza di cioccolata in mano, ma siccome Jasmine lo implorava di andare con lei, lui accettava sempre. 
Un giorno mentre facevano una passeggiata nel bosco, trovarono un pettirosso ferito. Jasmine lo prese in mano e poi disse a Jacob:'' Dobbiamo salvarlo…'' ma Jacob rispose con sguardo disgustato: '' Mettilo giù!!! Chissà quanti batteri ci sono sopra… che schifo!''
Jasmine gli rivolse un occhiata di fuoco, e urlando gli disse: ''COME PUOI DIRE CHE SCHIFO A UN POVERO UCCELLINO!!! CHISSA QUANTE NE HA PASSATE E TU DICI CHE SCHIFO?! ADESSO NOI ANDIAMO A PORTARLO NELLA CASA SULL'ALBERO, GLI DIAMO DA MANGIARE E POI ANDIAMO A CERCARE COS'E' STATO!!!'' Jacob, che era troppo buono e gentile per dirle di no, annuì con la testa. I due portarono il piccolo uccellino nella loro casa sull'albero, e gli diedero da mangiare un po' del panino che Jasmine aveva portato con se.
Appena si fu rimesso in forze Jasmine e Jacob andarono nel bosco a cercare
cosa, o meglio chi, era stato a fare del male a quel povero pettirosso. Dopo una mezz'oretta circa passata a vagare per il bosco, decisero di provare ad entrare all’interno di una grotta, ma appena Jacob la vide gli iniziarono a tremare le gambe e a scendere il sudore per la schiena. Jasmine si fermò un attimo e chiese a Jacob:'' Perché ti sei fermato? Vuoi entrare o no?’’ Jacob aveva una grandissima fobia per i ragni e per tutti i tipi di insetti, e dentro quella grotta ce n’erano tantissimi… ma lui si fece coraggio, strinse i pugni ed entrò nella grotta. Non si vedeva niente, quindi Jasmine accese la torcia ed entrò. Subito le pareti si schiarirono e Jasmine e Jacob capirono subito chi fosse stato a ferire il piccolo uccellino. In fondo alla caverna c'era un gigantesco orso bruno,
con dei grandissimi denti e degli artigli affilatissimi.
L'orsa prese il suo cucciolo e lo avvicinò a Jacob. Lui continuò a camminare, fin quando non arrivò nella casa sull'albero, prese delle bende e si mise a medicare il piccolo. Mentre medicava il piccolo Jasmine lo guardava con sguardo incuriosito, ma lui non gli fece nessun cenno per provare a spiegargli cosa stesse facendo. Jacob si sentiva a suo agio e soprattutto era felice, sentiva di esserlo perché stava facendo qualcosa che lo faceva stare bene, e gli veniva sempre il sorriso quando ci pensava, anche adesso sta sorridendo e si sente leggero, libero, come se stesse sopra una nuvoletta. Quando finì la mamma orsa lo ringraziò portandolo in un laghetto cristallino. Poco più avanti si vedeva una piccola casetta.
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