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Alla ricerca delle emozioni

by Silvia Quaglia

Pages 2 and 3 of 13

Serena Fusca 1A
Alla ricerca delle emozioni
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                           Alla ricerca delle emozioni
 
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Avete mai visto “Float” ? Io sì, è il protagonista della nostra storia, è un bambino autistico, lui fa fatica a esternare il suo affetto, ma è adorabile!



Gli abbracci sono come l’oro, ma certe volte si soffoca pensando a uno che ti stringe, nonostante lo fa con amore. Un bambino, ragazzo o adulto che prova spesso questa sensazione sa di cosa parlo, perciò non è colpa sua se non riesce a essere empatico, ma attenzione lui non è una persona senza cuore, anzi il contrario, il suo cuore vale come l’oro.
Ora vi racconterò la storia di un principe che tutti pensavano fosse senza cuore.
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In una bella giornata di sole cadde dal cielo un angelo con un bebè in braccio  che piangeva, l’angelo lo posò sul balcone di una famiglia felice e volò via.
Successivamente una donna che aprì la finestra vide il bambino sul suo balcone, era preoccupata perché non era normale trovarsi un bebè a casa, mica era un pacco di Amazon! Informò subito la sua famiglia e decisero di tenerlo con loro e accudirlo. Sembrava tutto nella norma, ma si accorsero di una cosa insolita : non esternava nessun tipo di emozione.
Erano convinti che lui fosse un bambino a cuore freddo, e anche molto timido, ma lui semplicemente faceva fatica a riconoscere e a mostrare le sue emozioni. Un giorno, il bambino decise di scappare di casa, perché ogni gesto e sguardo che gli rivolgevano per lui era sconosciuto. Perciò prese una sacca con un quaderno e una matita, e si mise a gironzolare per le vie della sua piccola città, così da poter appuntare ogni piccolo particolare delle persone.
Voleva essere come gli altri, si sentiva un alieno. Risate, grida impaurite , sguardi tristi e schifati...
Cosa significavano? 
Si intrufolò per sbaglio in una festa e vide una ballerina che piangeva, le tremavano le mani, doveva salire sul palco a ballare ma la sua ANSIA era più forte di lei. Perciò il bambino si appuntò anche quello, ritornando a casa pieno d’informazioni. Era fiero del suo lavoro anche se quando lesse ai genitori tutti i minimi particolari di quello che aveva visto e sentito, la madre guardò il padre ed entrambi fecero una faccia insolita, avevano le sopracciglia rivolte verso l’alto e la bocca all’ingiù, poi respirarono. Erano delusi e tristi perché erano venuti a sapere che loro figlio si era fatto così tanti scrupoli ad aprirsi con loro e aveva pensato addirittura di scappare di casa per comprendere meglio le persone. Quella sera ne parlarono tutti insieme, intorno alla tavola, e arrivarono a una conclusione: loro figlio non conosceva le emozioni. Beh, allora?! Non c’era nessun problema, anzi erano felici di sapere di avere un figlio di una stella, portato da un angelo, anche se era diverso dagli altri bambini. Sapevano benissimo che era un bambino buono e pacioccone, capace di provare affetto anche se a volte si trovava in difficoltà nel mostrarlo, e per questo lo chiamarono Principe. 
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