Concorso Bellezze di Casoria

Maggiore rispetto delle regole di convivenza sociale

Organizzare iniziative pubbliche per creare spirito di condivisione

Maggiori possibilità di esperienze lavorative

Se la scuola funziona, funzionerà anche il nostro futuro

Fino agli anni 1950 fu un centro prevalentemente agricolo, con un&apos;economia fondata principalmente sulla produzione e commercializzazione del vino e della pasta e della lavorazione della canapa e della mela annurca.

Classe Seconda A Secondaria di primo grado

Concorso &quot;Le bellezze del territorio: Arte, paesaggio e tipic@ tradizionale&quot;

Un tuffo nel passato per capire il nostro presente

5. Lei è sempre impegnata in prima persona, al servizio di noi alunni e di tutta la comunità scolastica. Trova che il suo lavoro possa essere strumento di opportunità e di crescita per noi giovani casoriani, cittadini del futuro? È certamente il propulsore del mio lavoro che ogni mattina mi ricarica di energie ed ogni sera mi fa sentire sfinita. È quello che cerco di realizzare insieme ai docenti della mia scuola che convertono in azioni le linee di indirizzo condivise con l&apos; interna comunità scolastica. È nella scuola che le bambine ed i bambini, le ragazze ed i ragazzi hanno la possibilità non solo di apprendere ma, soprattutto, di imparare ad essere e a farlo insieme agli altri in un clima di equità, giustizia sociale ed inclusione ed in un ambiente stimolante e ricco di opportunità.

È nella scuola del primo ciclo che si gettano le fondamenta dei futuri cittadini. È questo il mio, il nostro, prioritario compito.

Essere dirigente mi fa sentire parte di una comunità.

2. Come è stata accolta, in qualità di Dirigente scolastico, dalla comunità casoriana. R. La realtà di Casoria è molto complessa e variegata. Ho dovuto ricercare le chiavi di lettura per comprendere le molteplici sfaccettature. Il primo breve periodo di conoscenza reciproca e di adattamento ha dato vita ad una proficua collaborazione con le diverse realtà istituzionali e associative , indispensabile per realizzare una progettualità integrata, radicata sul territorio ma, al tempo stesso, aperta al più vasto scenario europeo e mondiale

Sono proprio le differenze a determinare le ricchezze di ciascun contesto e a caratterizzarlo. Nella mia lunga carriera di docente, prima, e di dirigente, poi, ho sempre operato libera da qualsiasi pregiudizio, con tanta responsabilità e nella certezza che in ciascuno, in qualsiasi realtà è livello socio-economico, c&apos;è tanto da scoprire. Sta a noi stessi saper vedere, ascoltare ed agire nel miglior modo possibile.

3. Lei è stata Dirigente di altre scuole, ha trovato grandi differenze tra i contesti socio-culturali? Quali. R. Ogni realtà ha i suoi punti di forza e di criticità. Chi riveste un ruolo come il mio ha come compito prioritario quello di saper cogliere i primi ed utilizzarli per ridurre i secondi.

4. Dirigere una scuola come la fa sentire? Il ruolo che rivesto è complesso e carico di responsabilità, ho scelto di farlo perché credo fermamente nel fondamentale ruolo che la scuola, insieme alla famiglia, ha per migliorare la realtà. È un obiettivo ambizioso che certamente non può essere eseguito senza il grande e quotidiano lavoro dei docenti e la collaborazione delle famiglie e della realtà locale. Essere dirigente mi fa sentire parte di una comunità.

Il prof. Agostino Saviano ci parla del CAM

Intervista alla nostra DS dott.ssa Maria Grazia Puzone

1. Qual&apos; è il primo ricordo, legato al suo arrivo a Casoria? R. La mia venuta a Casoria è coincisa con il rientro in Campania dopo tre anni di esperienza da Dirigente Effettuata in Lombardia, in provincia di Bergamo. Ovviamente ero molto felice del ricongiungimento alla mia famiglia, ma al tempo stesso consapevole del delicato è difficile lavoro che avrei dovuto svolgere. Ricordo i tanti docenti della scuola assegnatami che mi hanno accolta calorosamente, pur non conoscendomi, i cui sguardi, carichi dì curiosità, aspettative e calore, mi hanno fatto sentire subito a casa.

Numerosi ritrovamenti archeologici attestano che il territorio era abitato già nel III secolo prima di Cristo. Era un territorio agricolo di confine, tra l&apos;area Atellana e l&apos;Ager Neapolitanus, sul quale nei secoli sono sorti e sviluppati diversi villaggi. Secondo la tradizione popolare, Casoria sarebbe addirittura il &quot;territorium gentianum&quot; donato nel 529 dal padre di San Mauro al maestro Benedetto.

Il territorio paludoso venne bonificato agli inizi del XIX secolo. Quella che era stata una landa malsana divenne terra fertilissima, in grado di fornire fino a 5 raccolti l&apos;anno, grazie alla fertilità della terra vulcanica, della superficialità e abbondanza della falda freatica e alla laboriosità dei contadini.

Tavola dipinta del periodo precedente al barocco

Il nome di Casoria viene citato per la prima volta in alcuni documenti degli anni 993-998, ma va certamente ricollegato alla &quot;casa aurea radiosa&quot; che compare in alcuni documenti degli anni 952-988. Il toponimo, infatti, deriva dal latino &quot;casa aurea&quot; (dizione utilizzata insieme a &quot;Casoria&quot; fino al Trecento), che vuol dire letteralmente &quot;casa d&apos;oro&quot;: casa, abitazione rurale; e oro, riferito forse alla fertilità del territorio.

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