FAVOLANDO IN PRIMA C

Istituto Comprensivo Paolo Neglia Scuola secondaria di primo grado A. Ronchetti a.s. 2019/2020

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La gara tra Leo il leone e Leonardo il ghepardo

Un giorno Leonardo il ghepardo, un animale che era molto rispettoso della legge, vide Leo il leone che prendeva in giro un gruppo di scoiattoli. Leo di solito non era aggressivo, ma si divertiva soltanto a prendere in giro gli animali della città. Ma il giorno dopo Leonardo il ghepardo si arrabbiò vedendo Leo che spintonava una zebra, allora lo sfidò ad una gara e gli disse: "Leo il leone è da un po' che ti osservo e vedo che ti diverti a fare il bullo".&nbsp;Leo gli rispose: "Chi sei tu e cosa vuoi?" 

L'altro: "Io sono Leonardo il ghepardo e voglio pace in città e per questo ti sfido ad una gara sia di velocità sia di forza così saremo avvantaggiati tutti e due". Leo disse: "Okay accetto, sarà dopodomani alle otto". Allora Leonardo rispose: "Okay, però chi perderà dovrà lasciare la città". Arrivò il giorno della gara e la prima fu quella di velocità in cui Leonardo il ghepardo vinse, invece nella seconda Leo il leone stava prevalendo su Leonardo, ma&nbsp;questo non fermò il pubblico che salì sul ring e tutti insieme sconfissero Leo il leone che fu costretto ad abbandonare la città. Questa favola insegna che l'unione fa la forza.

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Dietro la pecora si avvicino la volpe e disse: "Hai bevuto la mia acqua e ora devi pagare". La pecora sapeva che la volpe voleva mangiarla.

In una fattoria viveva una pecora con la sua mamma. La pecora era ancora piccola e le piaceva molto giocare.

La pecora, spaventata, iniziò a belare il più forte possibile, fortunatamente passava un cacciatore che sparò due volte facendo scappare la volpe. 

Un giorno la pecora andò nella foresta senza farsi accorgere dalla mamma. La pecora dopo aver giocato si stancò, vide un fiume e vi andò correndo per bere un po'.

La pecora tornò alla fattoria e raccontò tutto quello che le era successo e disse: "Non tornerò più nella foresta".

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In un tempo lontano in cui gli uomini non esistevano ancora sulla Terra, gli animali occupavano tutta il pianeta Terra. Leo leone era il re di tutti gli animali e della savana africana, ma aveva un solo difetto, quello di vantarsi della sua forza. Un giorno arrivò un animale più astuto di lui. Essi si aiutavano l'un l'altro, ma un solo animale non aiutava gli altri animali, ma li mangiava: era il feroce, il potente Leo leone. Lui era il re della savana africana. Leo leone si riteneva l'animale più forte e coraggioso di tutta la savana africana, diceva agli altri così: "Sono l'animale più forte e coraggioso, per questo motivo tutte le leonesse mi circondano!" Un giorno Tina, la volpe, lo sentì vantarsi dalla foresta ed uscì dal suo nascondiglio, davanti a Leo leone, e gli disse: "Sei il re della savana africana, sei forte e coraggioso, ma io sono più astuta di te". Ma Leo leone negava questo, allora lui e la volpe iniziarono a litigare. Alla fine l'animale più ingenuo, Leo leone, disse di fare una gara. Leo leone perse e la volpe astuta vinse. A volte non bisogna vantarsi solo perché sei il più forte di tutto il pianeta perché potresti pentirtene.

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C’era una volta Gi raffa e For mica. Gi raffa era molto antipatica perché mangiava il cibo di For mica e invece lei lavorava ventiquattr'ore su ventiquattro. Un giorno For mica, andando in giro per la foresta, si procurò un'anguria enorme e la mise nella sua tana. Gi raffa quatta quatta andò a rubargliela per portarla dalla sua allevatrice, che era la regina. For mica si arrabbiò tanto e chiese a Gi raffa: ”Dov’è la mia anguria?” Essa le rispose che l’aveva portata via per darla alla regina. For mica andò al palazzo reale per chiedere alla regina se al posto di Gi raffa, che le aveva rubato il cibo, ci poteva essere lei, visto che aveva faticato tanto per poi trovarsi comunque senza cibo.

La regina rispose di sì, ma avrebbe dovuto procurare cento chili di foglie di lattuga che le servivano il giorno della festa del palazzo e For mica accettò. Andando in giro tra i boschi trovò un orto pieno di lattuga e ne rubò cento chili come le aveva detto la regina. Giacché pesavano tanto For mica chiamò Gi raffa dicendole: ”Se mi aiuti a portare queste lattughe al palazzo reale potremo diventare amiche”. Gi raffa accettò. Appena arrivate al palazzo reale la regina vide Gi raffa e chiese a For mica perché fosse lì e lei rispose che Gi raffa l’ aveva aiutata a portare le lattughe ed erano diventate amiche. Da quel giorno Gi raffa e For mica lavorano sempre insieme per la regina. La morale di questa favola è che l’unione fa la forza.

In una foresta viveva una volpe a cui piaceva divertirsi ingannando i conigli per poi mangiarseli. Un giorno, dopo aver finito di mangiarsi il suo pranzo a base di coniglio, ne vide un altro tutto colorato di bianco con delle macchie nere e marroni. La volpe andò da lui e gli chiese se avesse qualcuno con cui passare il pomeriggio. Il coniglio ingenuo le rispose:”No, sono in questa foresta da poco tempo e non conosco nessuno&nbsp;e nemmeno il posto”. La volpe, furba e con un piano già in mente, disse: ”Perfetto, vorrà dire che ti farò&nbsp;fare un tour della foresta solo per te e poi sarai il benvenuto a casa mia per cena”. Il coniglio guardò´ male la volpe. ”Non come piatto ma come ospite”- concluse la volpe. Dopo aver fatto il giro della foresta, la volpe&nbsp;accompagno´ il nuovo arrivato alla sua nuova casa e gli disse: ”Ti aspetto a casa mia alle diciannove, l´edificio giallo con le finestre rosse”. La volpe se ne andò´ a casa e ad aspettarla c'era il lupo capobranco. La volpe sorpresa gli chiese cosa ci facesse a casa sua. Il Lupo le rispose: ”La stavo aspettando per scambiare qualche parola, dato che è da tanto che non ci vediamo”. La volpe preparò una tazza di tè per il lupo e iniziò a lodarsi per come aveva ingannato il coniglio: ”Oggi e´ arrivato un coniglio con cui ho fatto amicizia, che stupido! E´ ingenuo e non si è´ reso conto che lo sto ingannando! Domani mattina vado da lui e me lo mangio a pranzo”. La volpe non si era resa conto che erano già´ le diciannove e aveva urlato talmente tanto che il coniglio, che era fuori dalla porta a ad aspettare, sentì tutto. Il coniglio se ne andò´ e mandò un e-mail alla volpe in cui diceva che non poteva venire.

Quel giorno escogitò´un piano con lo spaventoso elefante: la mattina in cui avrebbe incontrato la volpe, si sarebbe nascosto e quando la volpe sarebbe arrivata, il suo amico elefante l'avrebbe spaventata e se ne sarebbe andata via. La mattina del giorno seguente, tutto andò come previsto e il coniglio sano e salvo decise che non avrebbe mai più´ fatto amicizia con un carnivoro. La morale della storia e´: fidarsi è bello ma non fidarsi è meglio perché spesso le persone hanno un secondo lato di cui pochi sono a conoscenza.

C'era una volta un pavone di nome blu che diceva di essere la più bella tra tutti gli abitanti della terra;un giorno incontrò un corvo di nome black, tutto nero,e Blu disse:”Ehi tu!Si proprio tu!Vattene via,altrimenti con le tue penne mi rovinerai la mia bellissima coda!”.il corvo rispose:”Signorina Blu la pianti di essere così vanitosa! Altrimenti ti toglierò tutti i tuoi bellissimi colori!”. Blu ridacchiò e disse:”Si,si come no!guarda che non ci credo alle tue storielle”;Allora Bleck si arrabbiò talmente tanto che la trascino alla riva di un torrente,ma non era un torrente come tutti gli altri era magico!Allora Blu,con tono arrogante disse:”cosa ti è venuto in mente!Guarda le mie penne,sono tutte sporche!”.Black,alzando gli occhi al cielo,ma ridacchiando per quello che gli sarebbe successo,disse:”Allora cosa aspetti,fatti un bagno in questo magnifico torrente”.Blu allora entrò,e appena le sue piume toccarono l’acqua il colore scomparì e Blu diventò tutta nera.Piangendo, Blu disse:Perchè sono tutta nera!”.Black disse:”CHI SI VANTA DEL SUO ASPETTO FINIRà PER PERDERLO”.

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Il pavone e il corvo

Un pavone di nome Blu diceva di essere il più bello tra tutti gli abitanti della terra; un giorno incontrò un corvo di nome Black, tutto nero, e Blu disse: ”Ehi tu! Sì, proprio tu! Vattene via, altrimenti con le tue piume mi rovinerai la mia bellissima coda!” Il corvo rispose: ”Signor Blu, la pianti di essere così vanitoso! Altrimenti ti toglierò tutti i tuoi bellissimi colori!” Blu ridacchiò e disse: ”Sì, sì come no! Guarda che non ci credo alle tue storielle”. Allora Black si arrabbiò talmente tanto che lo trascinò verso la riva di un torrente, ma non era un torrente come tutti gli altri, era magico! Allora Blu, con tono arrogante disse:”Cosa ti è venuto in mente! Guarda le mie piume, sono tutte sporche!” Black, alzando gli occhi al cielo, ma ridacchiando per quello che gli sarebbe successo, disse: ”Allora cosa aspetti, fatti un bagno in questo magnifico torrente”. Blu allora entrò e, appena le sue piume toccarono l’acqua, il colore scomparve e Blu diventò tutto bianco. Piangendo Blu esclamò: "Perchè sono tutto bianco!” Black disse: ”CHI SI VANTA DEL SUO ASPETTO FINIRA' COL PERDERLO”.

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In un villaggio di ricci, c’era un riccio molto piccolo, che si chiamava Yo-Yo. Un giorno il piccolo Yo-Yo decise di andare dai suoi amici Deyo e Tafari. Deyo era sempre felice, sempre pieno di gioia, mentre Tafari era un po’ più dispettoso. Insieme erano il gruppo di amici più bello del villaggio.

Un giorno i tre ricci decisero di uscire a esplorare la foresta, così si misero d’accordo e quella stessa notte i tre uscirono. “Deyo, Tafari, secondo me dobbiamo andare da questa parte!“ disse Yo-Yo ai suoi amici. Ma Deyo non era molto convinto di quel sentiero, così disse a Tafari e Yo-Yo: ”No, secondo me dobbiamo andare di qua!” Allora Tafari si ribellò contro i suoi amici e disse: ”Ora smettetela di litigare, vi state comportando da cuccioli di un giorno!”

Ma nel sentire Tafari dire quelle parole, Yo-Yo si infuriò talmente tanto che gli disse, urlando: ”Tafari, tu devi proprio stare zitto, tu sei il più sciocco tra noi, quindi se qualcuno qua è sciocco quello sei tu!” Tafari si sentì così offeso che disse a Yo-Yo: ”Se mi comporto da sciocco allora è inutile essere amici!” Deyo al sentire quelle parole disse a Yo-Yo: ”Visto che cosa hai fatto, adesso per colpa tua non abbiamo più un amico!”. I due tornarono nella loro tana. Il giorno dopo il fantastico gruppo di amici si era sciolto. Nelle settimane a venire Deyo, Yo-Yo e Tafari non si parlarono e se si incontravano non si salutavano nemmeno. Deyo, che era sempre felice, per la prima volta era triste. Yo-Yo pensava a come scusarsi con Tafari e Deyo. Dopo qualche mese Yo-Yo si scusò con Deyo e Tafari e gli disse: ”Mi dispiace di essermi comportato così e di averti offeso Tafari, mi puoi perdonare?” Allora Tafari disse a Yo-Yo e a Deyo: ”Scusate se vi ho dato dei cuccioli di un giorno.” I tre tornarono a essere il gruppo di amici più bello del villaggio. Dopo due anni Deyo, Tafari e Yo-Yo non si erano ancora separati e si promisero che non avrebbero litigato mai più. Se hai degli amici tieniteli stretti, loro sono la tua seconda famiglia, dove non importa se sei nero o bianco, alto o basso, simpatico o timido, l’importante è che vi vogliate bene gli uni gli altri.

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Un bellissimo pappagallo di nome Jebediah svolazzava nel cielo blu insieme ai suoi amici. Un giorno decisero di fare una lunga gita con tutti gli amici, ma poi Jebediah si accorse che il pappagallino più piccolo, Pasticcino, era scomparso dal gruppo. A uno di loro però venne in mente che dietro di loro avevano avvistato una brutta aquila arpia, bianca e nera, che li seguiva da un bel pezzo. Allora, allarmati e spaventati, decisero di sospendere il loro viaggio e di andare a cercare l'amico perduto, quindi iniziarono le ricerche. Poco dopo trovarono una piuma di Pasticcino ai margini della foresta pluviale e si precipitarono a vedere e Jebediah disse: "Non può essere lontano da qui, cerchiamolo!" Uno di loro rispose: "Sì, è meglio dividerci in gruppi!... Andiamo!" Così si inoltrarono dentro la foresta e proprio il gruppo di Jebediah vide da lontano l'aquila e la seguirono avvicinandosi pian piano. Nelle sue grinfie videro il loro amico e attuarono un piano per salvarlo. Jebediah decise di intervenire e gli urlò: "Lascia subito il nostro amico, oppure te ne pentirai amaramente!" L'aquila, sentendosi minacciata, cercò di far cadere Pasticcino nel burrone, ma gli amici la attaccarono e Jebediah corse subito in suo aiuto per salvarlo e per fortuna lo afferrò al volo: "Tranquillo Pasticcino, siamo qua per aiutarti, ora sei salvo!" Pasticcino rispose: "Grazie Jebediah, ho avuto tanta tanta paura! Meno male che ci siete voi ad aiutarmi!....grazie!" L'aquila fu battuta e la avvisarono dicendole: "Vai e non farti più vedere, guai a te!" Così l'aquila arpia scappò via e Jebediah e tutti i suoi amici tornarono al loro villaggio e festeggiarono tutti insieme Pasticcino!

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Un giorno una volpe incontrò una formica che stava facendo scorte per l'inverno e le disse: " Secondo me non bastano quelle scorte, vai verso quell'albero che ci sono dei frutti! " Allora la formica andò a prendere la frutta. Quando tornò mise nella sua casetta la frutta, ma si accorse che mancava qualcosa tra le sue scorte. Ancora la volpe le disse : " Dietro quel masso ci sono delle briciole di pane " e la formica andò. Quando tornò nella casetta a depositare le briciole di pane si accorse che mancava la frutta di prima. Per la terza volta la volpe le disse : " Guarda dietro a quel cespuglio che c'è dello zucchero " e la formica andò.

Nel tornare a casa, trovò la volpe mangiare la frutta e le briciole, quindi raccolse un fungo molto velenoso e tornò a casa. Quando arrivò la volpe, la formica le disse: " Ti ho preparato questo, dato che mi hai aiutato " e gli diede il fungo. La volpe lo mangiò e morì. La volpe, prima di morire, pensò: “Ogni volta che cerco di fare il furbo qualcuno mi fa fesso" La formica invece pensò: ” Con le volpi dobbiamo agire da volpi!”

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Il cane Gaspare e il gatto Oreste

Una volta un gatto si vantava di essere superiore di un cane molto povero. I due si chiamavano Gaspare, il cane e Oreste, il gatto. Gaspare disse: ”Io sono ingordo, povero, ma buono come il pane e la marmellata”. E Oreste rispose ridendo: ”Si vede, sei pieno&nbsp;di ciccia”. Gaspare lo inseguì correndo infuriato, ma pensò ad un astuto tranello per vendicarsi: ”Ok,&nbsp;ti invito a casa mia venerdì così parliamo un po’ ”. Oreste accettò con molto piacere pensando che Gaspare avesse capito che&nbsp;faceva parte di una famiglia ricca, ma quel venerdì prima che Oreste entrasse in casa, Gaspare mise un siero che faceva ingrassare i magri nel cibo di Oreste e nel suo no. Appena finito di mangiare, Gaspare si mise a sghignazzare dicendo: ”Guarda come sei grasso!” Oreste si guardò e disse piangendo: ”Nooooooo! Avevo una linea perfetta e adesso sono grasso come un dirigibile! Che vergognaaaaa!“ E Oreste se ne tornò a casa nascondendosi dentro un passaggio segreto che solo lui conosceva e restò lì per quasi dieci anni. Non dire cose che potrebbero ritorcersi contro di te.&nbsp;&nbsp;

Due ghepardi dovevano fare esercizio fisico per la gara di corsa che avrebbero affrontato tra un mese. Il desiderio dei due ghepardi, appena svegli, era di fare un po’ di esercizio insieme, però a volte non era così facile con due caratteri così diversi: un ghepardo era forte ma permaloso, invece l’altro era uno scansafatiche e voleva avere sempre ragione, quindi i due erano sempre in conflitto, ma rimanevano sempre amici. La sera prima della gara i ghepardi andarono a dormire presto perchè l’indomani avrebbero affrontato la grande prova, molto attesa da tutti; infatti, tra i due si era creata una specie di competizione. Uno dei due prima di entrare in gara disse all’amico di non partecipare perché sarebbe stato solo uno spreco di tempo e che tanto avrebbe vinto lui. Allora l’altro si arrabbiò e gli propose una sfida che avrebbe cambiato il rapporto tra i due: se lui avesse vinto loro non sarebbero stati più amici. Una volta entrati in pista partì il countdown dei dieci secondi prima della partenza. Finito il countdown partirono come dei razzi, ma i due ghepardi correvano alla stessa velocità cosicché&nbsp;alla fine della gara arrivarono insieme. Tutti e due i ghepardi inventarono&nbsp;delle scuse per dire di aver vinto: per esempio uno disse che aveva messo prima il piede al traguardo e l’altro, invece, disse delle scuse ancora più assurde, ma alla fine vinsero tutti e due. E infine i due ghepardi litigarono e non si guardarono più per mesi. A volte un amico si riconosce dall’affetto che ti&nbsp;dà, non dalle cose materiali.

Parchment

Un lupo di nome Martin, il più forte della fattoria, non aveva amici, tutti lo odiavano, nessuno gli parlava, un giorno arrivò alla fattoria un maiale bello e simpatico. Tutti lo amavano, il lupo era geloso e se ne andò. Il maiale lo vide e disse -Perché lui è da solo? Gli altri gli risposero - Non ti avvicinare a lui, è cattivo e il maiale si incuriosì e andò dove c'era il lupo. Il maiale gli disse - Ciao, sono Porcellino e tu come ti chiami? E il lupo gli rispose - Sono Martin e adesso vattene via se non vuoi che ti picchi! Il maialino se ne andò. Tutti i giorni il maialino gli parlava, ma il lupo lo ignorava. Poi passarono dei giorni e diventarono molto amici, facevano degli scherzi agli altri, giocavano e mangiavano insieme. Ma poi un giorno si perse il collare del maialino e tutti dissero - E' stato Martin - e il maiale disse - No, non è stato lui! Lui non è un ladro. Poi tutti lo convinsero che era stato il lupo, e il maiale andò dal lupo arrabbiato e gli disse - Sei stato tu a rubarmi il collare!

Il lupo disse - Ma non sono stato io, te lo giuro.Il maiale gli ripetè che era stato lui e il lupo se ne andò piangendo. Passavano i giorni e i due non si parlavano. Tutti videro che il lupo non mangiava e non usciva di casa. Erano preoccupati e dissero al Porcellino che erano stati loro a nascondere il collare del maiale. Il porcellino allora si andò a scusare con il lupo e lui gli disse - Vedi che non ero stato io! - Il porcellino gli disse - Scusami per favore. Il lupo gli rispose - Ti perdono. Così ritornarono ad essere amici. Meglio informarsi prima di accusare gli altri e avere delle prove di chi siano i veri colpevoli.

In una fattoria viveva un toro molto arrogante, quando vedeva un intruso nel suo campo, lo spintonava e lo buttava a terra. Ma non buttava tutti a terra, solo gli animali che pensava che fossero più deboli di lui. Un giorno passò nel campo, dove stava il toro, un agnello; lui era onesto e non voleva far male a nessuno. Come tutte le altre volte, il toro andò incontro all'agnello e lo spinse così forte che l'agnello finì subito a terra. L'agnello non disse nulla, si alzò e tornò nella sua recinzione. Il giorno dopo l’agnello dovette passare ancora nel campo dove stava il toro, che lo spinse di nuovo; fece così per altri due giorni. Dopo un po’ l'agnello si stufò e disse al toro: - Senti, potrai anche essere un grande animale, ma di cuore non ne hai neanche una briciola, se ne avessi non butteresti per terra le persone solo perché pensi che siano più deboli di te! - Il toro stette zitto per qualche secondo prima di rispondere, ma poi disse: - È vero sono molto grande e potente, ma ho sbagliato a buttarti a terra -. L’agnello stava per andarsene, ma il toro lo fermò e gli disse: - Fermo, prima di andare via vieni qua -. Tornò indietro e il toro gli disse: - Chiudi gli occhi e vieni vicino a me -. L’agnello obbedì e il toro gli mise al collo una catenina, allora l’agnello chiese: - Perché mi hai dato questa catenina? - Il toro rispose: - Era di mia madre, lei mi disse di darla alla persona più onesta che avrei incontrato, e ricordo che mi diceva sempre che nella vita bisogna essere sempre sinceri e gentili -. L’agnello lo ringraziò e gli disse: - Tua madre aveva ragione, dobbiamo essere sempre sinceri e soprattutto gentili! - Dopo andarono insieme a parlare e a conoscersi meglio. Tutti i loro amici dissero all'unisono: - Chi è onesto sarà ripagato!- E questo è quello che successe perché dopo che entrambi si furono mostrati onesti, si creò una nuova amicizia e questo è il regalo migliore che si può ricevere!!!

Un giorno in una frullateria c’era una lepre che festeggiava con i suoi amici la vittoria conseguita in una staffetta; c’era anche una volpe che beveva un frullato tutta sola. La volpe pensava che la lepre avesse barato nella staffetta e le disse: "Vergognati! Sei solo una imbrogliona". La lepre le rispose: "Ah, sì? Allora facciamo una gara solo noi due, così ti faccio vedere!" La volpe le disse: "No, perchè tanto bareresti". La lepre allora rispose: "Sei solo una codarda!" La volpe allora ribatté dicendo: "Ok". Il giorno dopo la volpe e la lepre si ritrovarono in un percorso, per fare la staffetta. Partirono e la lepre arrivò per prima. La volpe volle rifare la gara e perse comunque; tuttavia durante l’ultima gara trovò un rametto e le venne un’idea: rifare un’ultima gara e colpire a lepre con il rametto. La lepre accettò. Allo scattare del via la volpe colpì la lepre a una zampa e arrivò per prima al traguardo. Non fate di tutto pur di vincere, se vincete dovete vincere onestamente perchè una vittoria ottenuta barando non è una vittoria ma una sconfitta.&nbsp;

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C'era una volpe che si vantava della sua astuzia e della sua saggezza, si atteggiava sempre davanti a tutti, diceva sempre con tono da arrogante: ”Nessuno è più saggio di me, nessuno è&nbsp;più&nbsp;bello di me”. Tutti gli animali del bosco la odiavano, la evitavano&nbsp;sempre; alla volpe però non le interessava molto quello che pensavano gli altri, a lei bastava solo pensare che era la più bella di tutti e la più&nbsp;saggia. Una calda mattina la volpe si svegliò e&nbsp;andò a cacciare. La volpe, si sa, è ghiotta di carne: andò a cercare cibo in un bosco dove sembrava che non ci vivesse neanche una formica, in poche parole non c’era nessuno, e la volpe lo sapeva&nbsp;bene. A un certo punto la volpe udì una voce che pareva molto saggia, che le diceva: ”Ehi volpe, saresti così&nbsp;astuta come credi?”. La volpe rispose con tono molto deciso: ”Sì, io sono astuta più di tutti!” “Davvero?” chiese la voce misteriosa. La volpe rispose di nuovo: ”Certo” e la voce rispose: ”Allora, se sei così astuta, perché sei venuta in questo bosco per cacciare,&nbsp;se come ben sai è deserto?” La volpe ci pensò per un po’ e chiese: ”Ma tu chi sei?” ed ella: “Non ti importa chi sono, ma importa quello che dici e quello che fai, se dici di essere la volpe più astuta di tutti ti sbagli perché ti ho appena fatto notare che non sei astuta come credi”.

Allora la volpe decise di non ascoltare più quella voce e di continuare per la sua strada, ma non trovò neanche un’anima viva, aveva solo incontrato quella voce misteriosa. Ritornò a casa senza cibo. La volpe rifletté un attimo: “Ma allora veramente non sono cosi astuta". La morale: ricordatevi sempre, mai credersi superiori agli altri perchè prima o poi vi "imbrodate", come dice il detto chi si loda si imbroda.

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In un bosco vivevano un lupo gentile e misterioso e una volpe curiosa e furba. Un giorno mentre passeggiavano trovarono una pianta di mirtilli e il lupo disse alla volpe: "Quella pianta è mia perché sono più forte". Invece la volpe disse: "No, quella pianta è mia perché sono più furba".

Il lupo e la volpe, sentendo le proprie opinioni e non essendo d'accordo, si misero a litigare fin quando alla volpe non venne un'idea, perciò disse al lupo: "E se la condividiamo?" Il lupo sorpreso accettò, e così lui e la volpe non litigarono mai più.

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LA VOLPE, IL PASTORE TEDESCO E LE DUE LUPE

Una volpe, ovviamente furba e astuta, era la migliore amica di un pastore tedesco. Lui viveva in alta montagna con due lupe ed era molto presuntuoso, questo alla volpe non piaceva. La volpe era molto gelosa delle due lupe che lo vedevano tutti i giorni, dato che lei lo vedeva solamente tre volte al mese, così pensò a uno stratagemma, ovvero uccidere le lupe. La sua intenzione era quella di uccidere le lupe nel bel mezzo della notte ma, come tutti sappiamo, la volpe è astuta e furba, ma non così potente da poter uccidere due lupe. Così pensò di farsi amici un'aquila reale, un falco pellegrino ed infine un cinghiale. Alle due di notte i tre animali si precipitarono violentemente contro le due lupe, però per loro non ci fu scampo, perché le lupe erano ancora sveglie. I tre animali furono sbranati e mangiati. Verso le tre di notte la volpe incominciò a preoccuparsi perché degli animali non c'era più traccia. Ella aspettò ancora un poco e poi ebbe il coraggio di andare a vedere come fosse la situazione. Ma questa volta la volpe non eseguì una mossa astuta delle sue perché si cacciò in un serio guaio, che gli costò la vita. Questa storia dimostra che chi è geloso deve tenerselo per sé per non andare a finire in una situazione come quella della volpe.

Un lama che stava sempre tranquillo a passeggiare, non capiva ciò che tutti dicevano perciò andava dove voleva. Arrivò un insetto che voleva ingannarlo e gli fece capire con i gesti che se lui lo avesse aiutato, l'insetto lo avrebbe aiutato a capire ciò che dicevano le persone o gli animali. Il lama annuì e allora l'insetto si fece aiutare a fare tutto ciò che non riusciva a fare lui: prendere frutta dagli alberi e togliere sassi pesanti dalla tana dell'insetto. L'insetto fece di tutto per farsi aiutare e poi quando il lama ebbe finito di eseguire tutte le sue richieste scappò, ma visto che il lama era molto più grande dell'insetto, gli bastò fare un passo per recuperare il suo scatto e raggiuntolo gli sputò addosso e lo fece annegare. Mentre l'insetto annegava il lama disse: "La prossima volta pensa alle conseguenze di quello che fai".

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