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L'essenziale in quarantena

by 2A Liceo Scientifico Astronomico - ISIS Gobetti-Volta - Bagno a Ripoli (FI)

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Il racconto "Il fedele amico dell'uomo" di Isaac Asimov descrive un momento della vita quotidiana di una famiglia umana che vive sulla Luna: l'eccezionalità dell'ambientazione fa capire ai personaggi e ai lettori il significato essenziale di un aspetto comune della vita di un ragazzo come il rapporto con un animale domestico.
Sulla Luna non sono facilmente ammessi i cani, per cui il protagonista ha fatto di un robot il suo perfetto compagno di giochi. Solo di fronte alla possibilità di doversi separare dal suo fedele Robotolo per accogliere in casa un cane vero egli si rende conto di ciò che conta: l'essenziale non è l'affetto che egli può ricevere da un essere vivente, ma ciò che lui stesso prova per il suo robot a quattro zampe. "Voglio bene a Robotolo, ed è solo questo che conta", dice il ragazzo nel finale.

Approfondendo la riflessione abbiamo stabilito un collegamento tra questo racconto e la storia delle nostre vite durante la quarantena della scorsa primavera: da un giorno all'altro ci siamo sentiti catapultati in un racconto di Asimov, dove al posto dei crateri lunari e delle tute spaziali c'erano le stanze delle nostre case e le mascherine chirurgiche.
Che cosa è rimasto uguale rispetto a prima? Che cosa abbiamo continuato a fare, magari secondo modalità differenti e in luoghi differenti? In poche parole, al netto degli adattamenti, che cosa è rimasto immutato?
Non è forse rimasto il significato essenziale? Non è forse questo ciò "che conta"?
Caro diario,
più di un mese fa un virus sconosciuto ha cambiato la nostra vita. Non si va più a scuola, anche se facciamo videolezioni, non si va più agli allenamenti, non si esce più con gli amici ed anche andare a fare la spesa sembra diventata un’impresa.
All’inizio era tutto molto strano - non che non lo sia ancora, ma è vero che ci stiamo abituando - perché non sapevamo quanto potesse durare questo periodo e non sapevamo come ci saremmo sentiti quando saremmo stati chiusi in casa 24 ore su 24, quasi come in una prigione.
Ora che ho sperimentato come ci si sente posso dire che non avrei mai pensato di provare una sensazione come questa, una sensazione di vuoto, e dico questo perché non hai intorno alcune delle persone a te più care, come i nonni e gli amici.
Grazie a questa quarantena, inoltre, penso di aver capito il vero valore dell’amicizia, ho capito come pur essendo lontani si può restare uniti, ho capito quanto sono importanti le piccole cose, come ad esempio andare a fare una passeggiata oppure andare a comprare il pane.
Spero che questa circostanza aiuti me e anche altre persone a capire quanto siamo fortunati a vivere la nostra vita e a imparare come affrontare i momenti difficili e superarli insieme pur non essendo vicini.
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