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Gente di Mare (II uscita)

by Carla Aiello

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Gente di Mare
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SCUOLA

Celebrazione della Giornata della Memoria
Il nostro Istituto per ricordare il giorno della Memoria che si celebra il 27 gennaio di ogni anno, ha organizzato un incontro a cui hanno partecipato tutte le classi quinte, per raccontare e riflettere sulla grande tragedia del secolo scorso. In quell’occasione i nostri prof, che hanno curato l’incontro, ci hanno fatto vedere anche l’intervista rilasciata da Liliana Segre. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha nominato infatti senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di concentramento, per "aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale". Il decreto è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni che ha definito la nomina "una decisione preziosa a 80 anni dalle leggi razziali".
Liliana Segre,nata a Milano il 10 settembre del 1930, è una sopravvissuta della Shoah. Il 30 gennaio 1944 venne deportata dal Binario 21 della stazione di Milano Centrale verso il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau da cui venne liberata il primo maggio 1945.
Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai quattordici anni che furono deportati ad Auschwitz, Liliana è tra i soli venticinque sopravvissuti.
"Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare". 
Queste le prime parole di Liliana Segre dopo avere saputo della nomina. "Il mio impegno per tramandare la memoria e contrastare il razzismo - ha quindi concluso - continuerà ora anche in Parlamento".
Andrà, infatti, avanti a raccontare ai giovani l'orrore della Shoah, la follia del razzismo,la barbarie della discriminazione e della predicazione dell'odio.
"L'ho sempre fatto, non dimenticando e non perdonando, ma senza odio e spirito di vendetta. Sono una donna di pace e una donna libera: e la prima libertà è quella dall'odio".


Ciro Falanga V Aim
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Incontro al Dipartimento Giurisprudenza alla “Federico II”

Sabato 27 gennaio 2018 è stato il Giorno della Memoria, una data “internazionale” che ricorda e commemora le vittime dell’Olocausto, giorno scelto dall’ONU nell’anniversario di quello in cui fu liberato il campo di Auschwitz il 27 gennaio 1945. Anche a Napoli, così come in tutta Italia ci sono state iniziative e commemorazioni. Napoli è stata una delle poche città in cui, durante la seconda guerra mondiale, non ci sono stati rastrellamenti e deportazioni di massa di Ebrei.
Purtroppo 14 ebrei napoletani, fuggiti o sfollati dalla città per ragioni belliche nel centro e nel nord Italia, sono stati arrestati in altre città e deportati nei famigerati campi di sterminio. Altri ebrei napoletani di origine greca sono stati espulsi dall’Italia per effetto delle leggi razziali, ma, una volta tornati in Grecia sono stati in seguito deportati da varie città come Salonicco ed Atene.
Per ricordare e per non dimenticare il nostro Istituto, l’Istituto Nautico di Torre del Greco, ha partecipato ad una delle tante manifestazione che la città di Napoli ha organizzato.
La classe 4 B il 29 gennaio si è recata all’università Federico II dipartimento giurisprudenza per partecipare alla manifestazione “Giornata di studio in due sessioni”.
La giornata infatti è suddivisa in due momenti ma la classe ha partecipato solo al primo ovvero la sessione che vedava protagonista Irena Sendler.
La sua storia è racconta dalla nipote che la ricorda con forte orgoglio e un velo di tristezza.
Irena Sendler, (Varsavia, 15 febbraio 1910 – Varsavia, 12 maggio 2008), è stata un'infermiera e assistente sociale polacca, che ha collaborato con la Resistenza nella Polonia occupata durante la Seconda guerra mondiale. Viene ricordata per avere salvato, insieme con una ventina di altri membri della Resistenza polacca, circa 2.500 bambini ebrei, facendoli uscire di nascosto dal ghetto di Varsavia, fornendo loro falsi documenti e trovando rifugio per loro in case al di fuori del ghetto.
La storia di Irena è una storia che va raccontata e che va ricordata, e infatti una piccola parte della sua vita viene raccontata da un gruppo di interpreti che fanno calare tutti gli spettatori nell’anno 1945.
Per noi ragazzi così lontani da quegli anni è stata un’esperienza indimenticabile, carica di emozioni e riflessioni. Irene ci ha insegnato che con la volontà e il coraggio si possono fare cose grandi.
Graziana Brunasso IV B
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