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per giocoIndice
Premessa
Lo scettro magico
Sofia e il demone
Il cavaliere e la principessa
Un regno senza musica
La principessa e il drago
03
04
07
12
15
19
Premessa
Secondo Jerome Bruner, padre della psicologia cognitiva, "Il pensiero narrativo è uno dei due modi principali di pensiero con cui gli esseri umani organizzano e gestiscono la loro conoscenza del mondo”.
Le fiabe sono uno degli esempi più significativi di questo tentativo di iniziare alla vita i ragazzi, strutturando e trasferendo su un piano narrativo quelle che erano prove liminari alle quali venivano sottoposti nelle società primitive per provare la loro definitiva entrata nell'età adulta. Dobbiamo all'antropologo e linguista russo Vladimir J. Propp la geniale intuizione dell'esistenza di funzioni comuni, cioè di azioni di personaggi, all'interno delle diverse fiabe e del fatto che queste ricalcassero delle reali prove alle quali i ragazzi venivano sottoposti prima di essere ritenuti pronti. Ecco allora che lupi, orchi, streghe, vanno ad impersonare quegli sciamani che, magari vestiti con pelli di animali, teschi e ossa, per apparire più spaventosi, mettevano alla prova quei giovani che, appunto come gli eroi delle fiabe, superando prove e dimostrando tutto il loro coraggio, si dimostravano degni di liberare la principessa, sposarla e quindi, dare inizio ad una nuova famiglia.
Propp individuò otto personaggi tipo (l'eroe, l'antagonista, il mandante, la principessa...), uno schema (equilibrio introduttivo; rottura dell'equilibrio iniziale; azioni dell'eroe; ristabilimento dell'equilibrio) e trentuno funzioni (allontanamento, divieto, infrazione, danneggiamento...) che possono essere ritrovati nelle diverse fiabe.
Gli studenti, divisi, in gruppi secondo ruoli precisi, hanno pescato quattro carte raffiguranti le diverse funzioni da un mazzo precedentemente creato da loro e, in base a queste, hanno inventato una fiaba. Questo che andrete a leggere è il frutto del loro impegno e del loro lavoro.
Le fiabe sono uno degli esempi più significativi di questo tentativo di iniziare alla vita i ragazzi, strutturando e trasferendo su un piano narrativo quelle che erano prove liminari alle quali venivano sottoposti nelle società primitive per provare la loro definitiva entrata nell'età adulta. Dobbiamo all'antropologo e linguista russo Vladimir J. Propp la geniale intuizione dell'esistenza di funzioni comuni, cioè di azioni di personaggi, all'interno delle diverse fiabe e del fatto che queste ricalcassero delle reali prove alle quali i ragazzi venivano sottoposti prima di essere ritenuti pronti. Ecco allora che lupi, orchi, streghe, vanno ad impersonare quegli sciamani che, magari vestiti con pelli di animali, teschi e ossa, per apparire più spaventosi, mettevano alla prova quei giovani che, appunto come gli eroi delle fiabe, superando prove e dimostrando tutto il loro coraggio, si dimostravano degni di liberare la principessa, sposarla e quindi, dare inizio ad una nuova famiglia.
Propp individuò otto personaggi tipo (l'eroe, l'antagonista, il mandante, la principessa...), uno schema (equilibrio introduttivo; rottura dell'equilibrio iniziale; azioni dell'eroe; ristabilimento dell'equilibrio) e trentuno funzioni (allontanamento, divieto, infrazione, danneggiamento...) che possono essere ritrovati nelle diverse fiabe.
Gli studenti, divisi, in gruppi secondo ruoli precisi, hanno pescato quattro carte raffiguranti le diverse funzioni da un mazzo precedentemente creato da loro e, in base a queste, hanno inventato una fiaba. Questo che andrete a leggere è il frutto del loro impegno e del loro lavoro.
LO SCETTRO MAGICO
IRIS annotatrice
LUDOVICA scrittrice
LINA disegnatrice
NICOLÒ controllore tempi
SAMUELE moderatore
LUDOVICA scrittrice
LINA disegnatrice
NICOLÒ controllore tempi
SAMUELE moderatore
C’era una volta un diciottenne di nome Federico che viveva in un’umile casa con sua madre e suo padre.
Un giorno decise di uscire di casa per una battuta di caccia nel bosco, perché non aveva i soldi per comprarsi della buona carne. Il povero Federico non riusciva a cacciare nulla e dopo ore di cammino senza meta, si trovò di fronte ad un imponente castello.
Nascosta lì dentro c’era una strega malvagia di nome Rachele. Era brutta come i debiti e molto vecchia; viveva da sola. Quando vide il ragazzo per lei fu amore a prima vista e, per conquistarlo, con i suoi poteri si trasformò in una giovane e bellissima ragazza e lo invitò a pranzo.
Federico accettò l’invito e salì nel maestoso castello per gustare un pranzo prelibato.
Il ragazzo rimase colpito dalla bellezza della ragazza che era di media altezza, con occhi cristallini come il mare e capelli che sembravano fili d’oro; inoltre indossava delle vesti molto pregiate.
Una volta finito il pasto Rachele chiese a Federico se voleva soggiornare lì per qualche giorno e lui accettò.
La mattina seguente egli si svegliò e vide la strega nelle sue vere sembianze: Rachele, infatti, si era dimenticata che l’incantesimo sarebbe svanito a mezzanotte. Federico vedendo Rachele in quelle condizioni, scappò e tornò verso casa. La strega, arrabbiata, decise di rapire i genitori del giovane, prima che lui arrivasse a casa così egli, quando giunse nella sua umile dimora, trovò la porta spalancata e l’abitazione vuota. Il ragazzo a quel punto capì il piano della strega.
In quel momento bussò alla sua porta un anziano signore che gli chiese se lo poteva accompagnare a casa perché le sue gambe erano vecchie e stanche.
Federico lo accompagnò.
Non appena arrivati a destinazione, il vecchio gli disse che si chiamava Pino. L'anziano per ringraziarlo gli regalò uno scettro e gli disse di tenerlo con cura perché aveva dei poteri magici e gli disse di usarlo quando fosse stato in difficoltà. Federico lo ringraziò e si mise in cammino verso il castello della strega per salvare i suoi genitori.
Quando il ragazzo entrò, si trovò davanti la perfida e orrenda strega, che al suo fianco aveva legati sua madre e suo padre.
Lui tirò fuori lo scettro e glielo puntò contro, pronto a lanciare un incantesimo, ma la strega glielo fece cadere. Federico però, non si diede per vinto e le tirò un pugno facendola svenire. Così riuscì a recuperare lo scettro e la uccise. Poi slegò i suoi genitori e vittorioso decise di andare a vivere nel castello insieme alla sua famiglia.
Organizzarono una festa e invitarono Pino che portò tante cose da mangiare.
Così vissero tutti felici e contenti.
Un giorno decise di uscire di casa per una battuta di caccia nel bosco, perché non aveva i soldi per comprarsi della buona carne. Il povero Federico non riusciva a cacciare nulla e dopo ore di cammino senza meta, si trovò di fronte ad un imponente castello.
Nascosta lì dentro c’era una strega malvagia di nome Rachele. Era brutta come i debiti e molto vecchia; viveva da sola. Quando vide il ragazzo per lei fu amore a prima vista e, per conquistarlo, con i suoi poteri si trasformò in una giovane e bellissima ragazza e lo invitò a pranzo.
Federico accettò l’invito e salì nel maestoso castello per gustare un pranzo prelibato.
Il ragazzo rimase colpito dalla bellezza della ragazza che era di media altezza, con occhi cristallini come il mare e capelli che sembravano fili d’oro; inoltre indossava delle vesti molto pregiate.
Una volta finito il pasto Rachele chiese a Federico se voleva soggiornare lì per qualche giorno e lui accettò.
La mattina seguente egli si svegliò e vide la strega nelle sue vere sembianze: Rachele, infatti, si era dimenticata che l’incantesimo sarebbe svanito a mezzanotte. Federico vedendo Rachele in quelle condizioni, scappò e tornò verso casa. La strega, arrabbiata, decise di rapire i genitori del giovane, prima che lui arrivasse a casa così egli, quando giunse nella sua umile dimora, trovò la porta spalancata e l’abitazione vuota. Il ragazzo a quel punto capì il piano della strega.
In quel momento bussò alla sua porta un anziano signore che gli chiese se lo poteva accompagnare a casa perché le sue gambe erano vecchie e stanche.
Federico lo accompagnò.
Non appena arrivati a destinazione, il vecchio gli disse che si chiamava Pino. L'anziano per ringraziarlo gli regalò uno scettro e gli disse di tenerlo con cura perché aveva dei poteri magici e gli disse di usarlo quando fosse stato in difficoltà. Federico lo ringraziò e si mise in cammino verso il castello della strega per salvare i suoi genitori.
Quando il ragazzo entrò, si trovò davanti la perfida e orrenda strega, che al suo fianco aveva legati sua madre e suo padre.
Lui tirò fuori lo scettro e glielo puntò contro, pronto a lanciare un incantesimo, ma la strega glielo fece cadere. Federico però, non si diede per vinto e le tirò un pugno facendola svenire. Così riuscì a recuperare lo scettro e la uccise. Poi slegò i suoi genitori e vittorioso decise di andare a vivere nel castello insieme alla sua famiglia.
Organizzarono una festa e invitarono Pino che portò tante cose da mangiare.
Così vissero tutti felici e contenti.
LO SCETTRO MAGICO
CARTE DI PROPP UTILIZZATE
8. Danneggiamento o mancanza (VIENE IMPRIGIONATO IL PADRE DI SOFIA)
11. Partenza (SOFIA, NON SAPENDO DOVE ANDARE, SCAPPA)
10. Consenso (SOFIA ACCETTA L’INVITO DELLA VECCHIA E LA SEGUE)
14. Fornitura del mezzo magico (LA VECCHIA CONSEGNA A SOFIA LA BACCHETTA )
11. Partenza (SOFIA, NON SAPENDO DOVE ANDARE, SCAPPA)
10. Consenso (SOFIA ACCETTA L’INVITO DELLA VECCHIA E LA SEGUE)
14. Fornitura del mezzo magico (LA VECCHIA CONSEGNA A SOFIA LA BACCHETTA )