(copy) Storie di donne che hanno fatto la Storia

ricerca di Aurora Arlanch e Sonia Madoun Riham

Monica Vitti

Chi è?

Monica Vitti, vero nome Maria Luisa Ceciarelli è nata a Roma il 3 novembre 1931 e deceduta a Roma il 2 febbraio 2022. È stata una delle attrici più famose in Italia e nel mondo.

June Dalziel Almeida

June Dalziel Hart nacque il 5 ottobre 1930 al 10 Duntroon Street, Glasgow, da Jane Dalziel (nata Steven) e Harry Leonard Hart, un autista di autobus. È la virologa che, nel 1964, identificò il primo Coronavirus usando una nuova tecnica di microscopia (la Immunoelettromicroscopia IEM).

Dalle parole ai fatti

Maria Montessori è una figura straordinaria dell’umanità perché è sensibile verso le ingiustizie subite dalle classi più povere e disagiate. Una scienziata, una femminista, una intellettuale dalla vita pienissima, madre di un pensiero pedagogico senza tempo e di una avventura internazionale diventata eredità per generazioni di insegnanti ed educatori di tutto il mondo.

Aneddoti

Citazioni

Sulla sua tomba si legge, in lingua italiana: «Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace degli uomini del mondo».

Il più grande segno di successo per un insegnante è poter dire. i bambini stanno lavorando come se io non esistessi. La prima promessa per lo sviluppo del bambino è la concentrazione. Il bambino è una sorgente d’amore; quando lo si tocca, si tocca amore. Il bambino è come un viaggiatore che osserva le cose nuove e cerca di capire il linguaggio sconosciuto di chi lo circonda. Noi adulti siamo i ciceroni di questi viaggiatori che fanno il loro ingresso nella vita umana.

Sitografia

<ul><li>https://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Montessori</li></ul>

Samantha Cristoforetti è diventata mamma nel 2010 di una bambina e nel 2020 un figlio, un compagno che si chiama Lionel Ferra anche lui astronauta e lavora per l'ESA quanto Samantha e in orbita. Lui si occupa dei figli. Samantha è una appassionata di Star Trek durante i viaggi nello spazio utilizza molto i&nbsp; social per tenere aggiornati i suoi fan conforto e racconti firmandosi astroSam.

Finiti gli studi va in America dove studia e riceve il grado di capitano nel 2004 si laurea in scienze aeronautiche all’ università Federico il secondo di Napoli con 110/110 e lode. Nel 2009 entra all'agenzia spaziale (ESA) e dopo 5 anni diventa la prima donna italiana ad andare sullo spazio. La&nbsp; prima missione a cui Samantha Cristoforetti prende parte dura 7 mesi. É prevede di raggiungere la stazione spaziale internazionale, è la prima missione di una donna italiana nello spazio. Il 3 luglio 2012 parte per un'altra missione chiamata futura che dura 199 giorni dal 23 novembre al 11 giugno 2015&nbsp; per ognuno di queste missioni è una lunga preparazione che&nbsp; dura&nbsp; tanti mesi durante i quali gli astronauti devono imparare l'uso di tutti gli strumenti che servono per far funzionare la stazione spaziale. Nel 2020 Samantha annuncia di aver lasciato l'aeronautica militare, non abbandona l’ESA .Nel maggio 2021 diventa capo della stazione internazionale spaziale (ISS) e la prima donna Europea a riuscirci . &nbsp;

Secondo noi Samantha Cristoforetti è una donna straordinaria perché ha dimostrato che ogni donna&nbsp; ha la volontà di studiare molto e di resistere le difficoltà&nbsp; che&nbsp; trova sulla propria strada per raggiungere i propri sogni può ottenere &nbsp; ciò&nbsp; che vuole. Per noi&nbsp; è un esempio di donna forte che mette alla prova il suo corpo vivendo nello spazio senza gravità e mostra che la donna può diventare capo di una stazione spaziale internazionale tanto quanto un uomo.

Stowell Louie, Simo Roger, Il manuale dell'astronauta, Usborne

“Ho sognato di fare l'astronauta&nbsp; da quando ero bambina. Non ricordo quando è nato in me questo desiderio: l'unica cosa di cui sono certa è che ho sempre avuto una fortissima passione per lo spazio e&nbsp; partendo per la mia prima missione ho visto il mio sogno diventare realtà” ”Rientrare è più faticoso, la gravità pesa è difficile stare dritti all'inizio mi sembrava di avere addosso 500 kg. Ora mi&nbsp; fanno male ancora i muscoli, bisognerà aspettare qualche mese prima di tornare&nbsp; alla normalità."

Citazione

Bibliografia

<ul><li>wikipedia</li><li>Samantha Cristoforetti spiegata per ragazzi</li></ul>

Pur avendo un infanzia molto difficile e non avendo avere un'istruzione elevata è comunque riuscita a diventare un attrice molto famosa e a conoscere personaggi sportivi, politici, cinematografici molto importanti come ad esempio John Kennedy. Marilyn è stata la prima icona della cultura pop. Conosciuta per aver interpretato personaggi comici di “bionda esplosiva’’, è diventata una delle sex symbol più popolari degli anni 50 e 60, nonché un emblema della rivoluzione sessuale dell’epoca.

Marilyn Monroe è il nome d'arte il suo vero nome sarebbe Norma Jeane Mortenson. Marilyn Monroe, passò l’infanzia tra gli orfanotrofi e vivendo in nove famiglie affidatarie. Si sposò a 16 anni col primo marito James Dougherty, divorziando cinque anni dopo, proprio per abbandonare quella vita.

ricerca di Simone Longobardo, Rachele Marzadro, Noemi Maria Raffaelli

Marilyn Monroe

Nata a Los Angeles il 1 giugno 1926 con il nome di Norma Jean Mortenson o Norma Jean Baker, ha avuto una fulgida quanto breve carriera cinematografica. Marilyn Monroe è stata una grande donna partita da niente. Ha fatto molti lavori e ha avuto un'infanzia difficile passata in orfanotrofio. Si è sposata tre volte con: James Dougherty (1942-1946), Joe Dimaggio (1954-1955), Arthur Miller (1956-1961). Per la sua carriera di attrice ha vinto 2 Golden Globe e un David di Donatello. Morta a 36 anni, a causa dell'ingerimento di una dose letale di pentobarbital prese insieme a una dose sconosciuta di idrato di cloralio (ma ci sono molte altre teorie sulla sua morte).

Monica Vitti rimane ancora oggi una delle artiste italiane più importanti, capace di creare una strada che poi è stata colta da tantissime altre grandi interpreti. Se non fosse stato per lei, l'immagine delle donne in questo Paese sarebbe ancora più arretrata di quella che è oggi. Grazie ai suoi personaggi e ai suoi film è stata fatta luce sulla complessità e la straordinaria ricchezza che rappresentano le donne italiane, ci sarebbe ancora molto silenzio. Il suo percorso artistico è stato formidabile per complessità e dinamismo, lei è stata la prova che il cinema non è soltanto cinema ma che i film possono contribuire a cambiare una società più profondamente di qualsiasi riforma politica o crisi economica.

Citazione

Esordì nel mondo del cinema nel 1960 con L’avventura di Michelangelo Antonioni che l’aveva notata in sala di doppiaggio e da quel momento la sua vita è stata stravolta diventando quella di una star. Monica Vitti è stata un’attrice versatile capace di interpretare più ruoli: dalla popolare allegra alla borghese intellettuale nevrotica, misteriosa e tormentata o tentatrice. Ha scritto un romanzo Il letto è una rosa (Mondadori, 1995) e diretto un film Scandalo Segreto (1990).

Monica Vitti era una delle protagoniste più famose nel cinema italiano degli anni '70. Monica Vitti ha recitato in moltissimi film tra i quali ricordiamo: L’avventura, La notte, L’eclisse, Il deserto rosso, tutti diretti da Michelangelo Antonioni, La ragazza con la pistola di Mario Monicelli, Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) di Ettore Scola, Il fantasma della libertà di Luis Buñuel e molti altri. Sono stati scritti diversi libri su di lei, tra i quali citiamo: Monica Vitti. Storia di una donna irripetibile di Laura Delli Colli (RaiLibri, 2022) e Monica Vitti di Cristina Borsatti (Giunti Editore, 2022).

È la sintesi di una donna che ha la stessa forza e credibilità sia nei ruoli drammatici che in quelli comici, e non è mai spalla di nessuno. (CAROLINA CRESCENTINI) Scoprire di far ridere è stato come scoprire di essere la figlia del re. (MONICA VITTI)

<ul><li>https://www.sololibri.net</li><li>https://www.google.it</li><li>https://storiaglocale.com</li><li>https://it.wikiquote.org</li></ul>

Citazioni

Non si è mai sposata e non ha mai avuto dei figli, ma ha sempre ripetuto che ha fatto la “luna di miele con il cervello”. Una sua citazione molto conosciuta Rita commenta: ”Ho perso un po’ la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quel che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente.”. Altre citazioni più significative di Rita Levi Montalcini sono: “Qualunque decisione tu abbia preso per il tuo futuro, sei autorizzato, e direi incoraggiato a sottoporla ad un continuo esame pronto per cambiarla, se non risponde più ai tuoi desideri” “Le donne non hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società.” “Nella vita non bisogna mai rassegnarsi ed arrendersi alla mediocrità bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi.”

“Sono io mio marito” rispose divertita Rita Levi Montalcini una volta che ad un convegno scientifico le venne chiesto di quale relatore fosse l’accompagnatrice. Spesso era l’unica donna scienziata presente in un mondo esclusivamente maschile.

<ul><li>focusjunior.it</li><li>treccani.it - ragazzi</li><li>wikipedia.it</li><li>studenti.it</li><li>fanpage.it</li></ul>

Craft paper border

Abbiamo scelto di affrontare questa tematica, attraverso un progetto di ricerca su “le donne che hanno fatto la Storia”, per approfondire la questione sulla discriminazione di genere presente ancora oggi. L’informazione è uno strumento per evitare che certi episodi si possano verificare nuovamente. Le donne hanno sempre dovuto portare due pesi in più sulle spalle rispetto agli uomini. In certi Paesi c’è ancora disparità di genere come in Iraq o in Iran, per citarne solo un paio, dove vietano l’istruzione alle ragazze; si verificano anche matrimoni combinati con ragazze con meno di 15 anni: questo fenomeno si chiama il fenomeno delle “spose bambine”.&nbsp; Nel 2015 venne firmato un contratto da diversi paesi, l’Agenda 2030 che comprende 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030, tra questi c’è anche uno che parla della parità di genere che è il quinto obiettivo.&nbsp; In definitiva possiamo dire che bisogna sempre rispettare le donne e non discriminarle.

premessa

Noemi Maria Raffaelli

Classe 1^E

TINA ANSELMI

Nacque a Castelfranco Veneto (Treviso) il 25 marzo 1927, primogenita dei quattro figli di Norma Ongarato e di Ferruccio Anselmi. Tina Anselmi studiò all'Istituto magistrale di Bassano del Grappa, presso il Collegio delle suore del Sacro Cuore. Nello stesso periodo entrò nella Gioventù Femminile di Azione Cattolica. A diciassette anni entra nella Resistenza come staffetta della Brigata autonoma "Cesare Battisti"; fa poi parte del Comando regionale del Corpo Volontari della Libertà. Si laurea in lettere all'Università Cattolica di Milano e insegna nella scuola elementare. Dal 1945 al 1948 è dirigente del Sindacato Tessili e dal 1948 al 1955 del Sindacato Maestre.

ricerca di Enea Flaminio, Hussein Manzoor, Christian Meta

MARIA MONTESSORI

È nata a Chiaravalle il 30 agosto 1870 e muore il 6 maggio 1952 a Noordwijk nei Paesi Bassi. Suo padre si chiamava Alessandro Montessori e sua mamma Renilde Stoppani. Era una pedagogista, educatrice e medico italiana, internazionale nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole dell’infanzia, elementari, medie e superiori in tutto il mondo.

Edizioni scolastiche "L. Negrelli" 2023/24

Dal 1964 vive a Trieste, dove insegna all’università fino al 1997 divenendo in seguito professoressa emerita in Astronomia. Lavora presso osservatori italiani e americani oltre a dirigere quello di Trieste. Pubblica lavori di ricerca, testi universitari e libri di divulgazione scientifica. Margherita è stata una delle menti più brillanti della comunità scientifica e italiana contemporanea ed è nota a livello mondiale per gli studi da lei svolti nell’ambito dell’astrofisica. Prima donna a dirigere un osservatorio! È stata membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei e dei gruppi di lavoro dell’ESA, l’ Agenzia Spaziale Europea (European Space Agency) e della NASA, l’Ente Nazionale per le attività spaziali e aeronautiche (National Aeronautics and Space Administration). Muore a 91 anni a Trieste il 29 giugno del 2013.

Grazie a questi studi, le Cefeidi sono fondamentali per misurare la distanza delle galassie. Un’altra grande scoperta scientifica consiste nell’osservare lo spazio ai raggi ultravioletti per poter guardare con attenzione fenomeni altrimenti invisibili come per esempio le stelle nascenti o quelle che stanno per morire.&nbsp; Margherita Hack&nbsp;è stata la prima donna italiana a dirigere l’Osservatorio Astronomico&nbsp;di Trieste. Un nuovo asteroide ha il suo nome: 8558 Hack.&nbsp;

Margherita Hack iniziò la sua straordinaria carriera con la tesi di laurea sulle stelle variabili, le Cefeidi, e le spiegava così: «Sono stelle caratterizzate dall’estrema regolarità delle loro variazioni luminose e la loro grande importanza consiste nel fatto che c’è una stretta relazione fra il periodo di variabilità e il loro splendore intrinseco»

I genitori le trasmisero come diceva lei, i valori fondamentali della libertà e della giustizia. Questo amore per la libertà e l’assenza di ogni discriminazione fecero sì che i suoi genitori l’appoggiassero nelle sue scelte di vita e la incoraggiarono nei suoi studi anche se era femmina in un’epoca dove per le donne era ancora molto difficile affermarsi, soprattutto nel mondo scientifico. Era vegetariana e non ha mai mangiato la carne, adorava gli animali soprattutto i gatti. Era molto sportiva, amava la bicicletta e ha giocato a lungo a pallacanestro. La strada dove è nata si chiamava “Via Centostelle”.

La stessa scienziata ha commentato con queste parole la propria infanzia: «La mancanza di complessi, una notevole tenacia nel perseguire la strada che ritenevo giusta e la noncuranza per le difficoltà che avrei incontrato nella realizzazione dei miei progetti, lati del carattere che ritengo di aver ereditato da mio padre, mi hanno enormemente aiutato a far fronte agli anni difficili della vita. A mio padre come a mia madre debbo la disposizione a considerare con simpatia il prossimo, la mancanza di animosità e una naturale tendenza a interpretare fatti e persone dal lato più favorevole. Questo atteggiamento, che si manifestò anche più spiccatamente in mio fratello Gino, mi colpì sin dall’infanzia e determinò, almeno in parte, l’incondizionata ammirazione che avevo nei suoi confronti.» Entrambi i genitori erano molto colti e incoraggiarono i figli allo studio e alla ricerca intellettuale. Tuttavia l’infanzia e l’adolescenza della Montalcini furono fortemente segnate da un’educazione di stampo vittoriano riguardo ai rapporti tra genitori e figli e ai ruoli maschile e femminile. Inoltre risentì della forte personalità del padre convinto che una carriera professionale avrebbe interferito con i doveri di moglie e madre. Nel 1930, nonostante il parere contrario del padre, la Montalcini si iscrisse alla facoltà di medicina all’Università di Torino, dove si laureò con il massimo dei voti nel 1936.

La Montalcini si specializzò in seguito in neurologia e psichiatria, ma a seguito dell’emanazione delle leggi razziali nel 1938 fu costretta a emigrare con Giuseppe Levi, suo maestro, in Belgio, dove fu ospite dell’Istituto di Neurologia dell’Università di Bruxelles: ebbe così la possibilità di continuare gli studi sul differenziamento del sistema nervoso. Nell’inverno del 1940 tornò a Torino dove allestì un laboratorio domestico in camera da letto per proseguire le sue ricerche. Dopo il matrimonio del fratello Gino, l’intera famiglia intraprese un pericoloso viaggio che si concluse a Firenze, dove la Montalcini riuscì a scampare alle deportazioni finché nel 1944 entrò come medico nelle forze alleate. Solo dopo la fine della guerra, la scienziata poté far ritorno a Torino dove riprese gli studi accademici e allestì un laboratorio di fortuna casalingo in una collina vicino ad Asti. Successivamente fu chiamata a proseguire i suoi studi negli Stati Uniti dove svolse le sue ricerche e fu professoressa in prestigiose università. La sua carriera negli Stati Uniti durò per circa 30 anni.

ricerca di Giacomo Giacobino, Gabriele Massaro, Michele Negrini

Rita Levi Montalcini

Rita Levi Montalcini nacque a Torino il 22 aprile 1909 da una famiglia ebrea sefardita da Adamo Levi, ingegnere elettrotecnico e matematico, e da Adele Montalcini, pittrice. La Montalcini nacque insieme alla gemella Paola, nota pittrice morta nel 2000.

Samantha Cristoforetti

Samantha Cristoforetti e nata a Milano 26 aprile 1977, si trasferisce poi in Trentino a Malè in provincia autonoma di Trento capoluogo della valle di Sole. Trascorre la sua infanzia in Trentino studiando fino alle superiori a Trento . Nel 1994 si trasferisce in America si laurea in ingegneria al università di Monaco di Baviera in Germania nel 2001. Sempre nel 2001 viene ammessa all'accademia aeronautica di Pozzuoli (vicino a Napoli).

Rita levi&nbsp; montalcini vince il premio Nobel nel 1986 per aver scoperto il Nerve Growth Factor (NGF)&nbsp; insieme a Stanley Cohen. Si tratta della scoperta di una proteina coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso, che si è rivelata utile per la comprensione ed il trattamento delle malattie neurologiche degenerative come l’Alzheimer. Questa scoperta andava contro l’ipotesi dominante nel mondo scientifico di allora, secondo la quale il sistema nervoso è statico e rigidamente programmato dai geni. Nel 2001 è stata nominata senatrice a vita dal presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Quando si parla di aneddoti su Rita Levi Montalcini se ne possono narrare diversi e molto interessanti e curiosi. Una volta in un’intervista ha rivelato che mangia una sola volta al giorno, a pranzo; mentre la sera era solita bere un brodo caldo. Oppure, quando nel 1940 l’Italia fu invasa dai nazisti dovette lasciare Torino. Ma al rientro non le fu più possibile frequentare l’università in quanto Ebrea, allora nella sua stanza da letto allestì un vero e proprio studio, il che le è stato molto utile.

Marilyn interruppe la luna di miele col secondo marito Joe DiMaggio per far visita ai soldati americani in Corea nel febbraio del 1954. Si esibì per dieci volte in quattro giorni, e ricordò nelle interviste che quella fu una delle migliori esperienze della sua vita: prima di quel momento, ammise che non si era mai sentita una star dal profondo del suo cuore. La famosa canzone di Elton John non è stata creata per la principessa Diana, in origine. Il pezzo era stato scritto per celebrare la fragile esistenza di Marilyn, e poi fu riadattato per la scomparsa di Diana. Alcuni sostengono ci siano circa 4000 cristalli ricamati sul vestito di Marilyn: la leggenda narra inoltre che il sinuoso abito disegnato da un giovane Bob Mackie per Jean Louis le fu cucito addosso. Venduto all’asta per 1.26 milioni di dollari nel 1999, l’abito di Marilyn fu poi acquistato per 4.8 milioni di dollari dal Ripley’s Believe it or Not Museum, e ora si trova al Ripley’s Hollywood Boulevard Museum. Alla sua scomparsa, Marilyn lasciò una libreria con più di 400 volumi, con romanzi che vanno dall’”Ulisse” di Joyce a “Delitto e castigo” di Dostoevskij. Leggere era la sua passione e la sua ancora di salvezza: inoltre Marilyn scriveva molto, soprattutto riflessioni sulla sua vita, e partecipò anche a dei corsi di letteratura della UCLA.

Citazioni

“Sono egoista, impaziente e un po’ insicura. Commetto degli errori, perdo il controllo e a volte sono difficile da gestire. Ma se non riesci ad avere a che fare con me nel mio momento peggiore, sicuramente non mi meriti in quello migliore.“ “L’imperfezione è bellezza, la pazzia è genialità, ed è meglio essere assolutamente ridicolo piuttosto che assolutamente noioso”. “La carriera si fa in pubblico, il talento nella vita privata”.

<ul><li>Premessa								p.5</li></ul> <ul><li>Maria Montessori				p.6</li></ul> <ul><li>Rita Levi Montalcini				p.11</li></ul> <ul><li>Margherita&nbsp; Hack					p.18</li></ul> <ul><li>Marilyn Monroe					p.24</li></ul> <ul><li>Tina Anselmi							p.31</li></ul> <ul><li>June Dalziel Almeida			p.34</li></ul> <ul><li>Monica Vitti 							p.38</li></ul> <ul><li>Samantha Cristoforetti		p.42</li></ul>

La sua famiglia non poteva permettersi di far studiare la figlia quindi June dovette abbandonare la scuola a soli 16 anni. Lei riuscì a superare comunque tutti gli ostacoli finanziari con passione e intelligenza, trovando un lavoro come tecnico di laboratorio all’Istituto di istopatologia di Glasgow. Diventò un medico e fece importanti scoperte in virologia e microscopia. Fu lei a scoprire la prima immagine di un coronavirus nella storia.

Oltre ad essere famosa per le sue ricerche sul coronavirus è conosciuta anche per aver contribuito alla ricerca per epatite B, HIV e rosolia. Grazie alle sue nuove immagini ottenute con la sua tecnica, riuscì a vedere per la prima volta il virus della rosolia. Fu proprio Almeida a proporre il termine “Coronavirus” proprio per l’aspetto a corona del virus.

<ul><li>storicang.it</li><li>Wikipedia</li><li>National Geographic</li><li>Il Foglietto della Ricerca</li><li>Microbiologia Italia</li></ul>

Lei disse “La scienza non è certezza è curiosità”.

Nel 1976 viene nominata Ministro del Lavoro: è la prima donna, in Italia, a diventare ministro. Nel 1978 è nominata Ministro della Sanità e nel 1981 presidente della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2. Successivamente è nominata Presidente della Commissione nazionale per le pari opportunità. Nel 1998 è stata nominata Cavaliere di Gran Croce Ordine al merito della Repubblica italiana.

Si occupò molto dei problemi della famiglia e della donna: si deve a lei la legge sulle pari opportunità. Inoltre, fu la principale autrice della riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale nel 1978. Alla Tina “vagante”, come la soprannominavano gli amici, Rai fiction ha deciso di dedicare un film. Sarà non soltanto una biografia, ma lo sguardo su un pezzo di storia repubblicana.

Nel 1977 fu tra i primi firmatari della legge italiana che apriva alla parità salariale e di trattamento nei luoghi di lavoro, nell'ottica di abolire le discriminazioni di genere fra uomo e donna.

A soli 17 anni, prese attivamente parte alla Resistenza con il nome di battaglia “Gabriella”, dopo che, nel settembre 1944, i nazifascisti costrinsero lei e altri studenti ad assistere all’impiccagione di trentuno prigionieri per rappresaglia a Bassano del Grappa. È stata la prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica Italiana: in particolare, nel 1976 ottenne la carica di ministro del lavoro e della previdenza sociale sotto il governo Andreotti.

"Quando le donne si sono impegnate nelle battaglie le vittorie sono state vittorie per tutta la società. La politica che vede le donne in prima linea è politica d'inclusione, di rispetto delle diversità, di pace."

<ul><li>https://wikipedia.org</li><li>https://www.enciclopediadelledonne.it</li></ul>

ricerca di Filippo Steinkoetter e Niccolò Zamboni

Margherita Hack

Margherita Hack nasce a Firenze nel 1922. Consegue nel 1940 il diploma presso il Liceo Classico “Galileo Galilei” senza poter sostenere l’esame di maturità a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Inizialmente si iscrive alla facoltà di Lettere che abbandona dopo solo una lezione perché capisce che non era la sua strada e si iscrive alla facoltà di Fisica. Durante l’Università scopre il suo interesse per l’astrofisica, materia in cui si laurea nel 1945 con una votazione di 101/110.

Non credeva in nessuna religione, era Atea. In un’intervista in cui le si chiedeva di scegliere cinquanta parole che avrebbe voluto lasciare come testamento e che fossero di ispirazione ai giovani ne scelse solo due: “Fiorentina: l’unica fede possibile” e “Ricerca: non accontentarsi di quello che si sa, non farsi spaventare da quello che si sa”.

"L'astronomia ci ha insegnato che non siamo il centro dell'universo, come si è pensato a lungo e come qualcuno ci vuol far pensare anche oggi. Siamo solo un minuscolo pianeta attorno a una stella molto comune. Noi stessi, esseri intelligenti, siamo il risultato dell'evoluzione stellare, siamo fatti della materia degli astri". “È così bello fissare il cielo e accorgersi di come non sia altro che un vero e proprio immenso laboratorio di fisica che si srotola sulle nostre teste”. “Tutti abbiamo un origine comune, siamo tutti figli dell’evoluzione dell’Universo, dell’evoluzione delle stelle, e quindi siamo davvero tutti fratelli”.

<ul><li>http://www.margheritahack.it</li><li>https://it.wikiquote.org/wiki/MargheritaHack</li><li>https://www.focusjunior.it/scienza/spazio/margherita-hack-la-signora-delle-stelle/</li><li>https://www.fisica.unimib.it</li><li>https://www.lastampa.it/cronaca/2013/06/29/news/hack-l-ultimo-sberleffo-alla-morte-1.36089595/</li><li>https://it.wikipedia.org/wiki/Margherita_Hack</li><li>https://www.studenti.it</li></ul>

Sitografia

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