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STORIA

by GIOVANNI GALLO

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STORIA
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L'IMPORTANZA DELLO SPORT NELL'EPOCA FASCISTA
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BENITO MUSSOLINI
Benito Amilcare Andrea Mussolini noto anche per antonomasia con il solo appellativo di Duce è stato un politico militare giornalista italiano fondatore del Fascismo fu Presidente del Consiglio del regno d'Italia dal 31 ottobre 1922 al 25 luglio 1943.
STORIA DEL FASCISMO
La crisi economica del primo dopoguerra, la disoccupazione è l'inflazione crescenti ,la mobilizzazione dell'esercito che restituì alla vita civile milioni di persone i conflitti sociali e gli scioperi nelle fabbriche del nord, l'avanzata del partito sociale di avvenuto il primo partito alle elezioni del 1919, crearono negli anni 1919-1922 le condizioni per un grave indebolimento delle strutture statali e per un crescente timore da parte dei ceti agrari e industriali di una rivoluzione comunista in Italia sul modello della rivoluzione d'ottobre del 17.

Dopo il Biennio rosso: Benito Mussolini
Ex dirigente del Partito Socialista convertito al nazionalismo riusciva a fondere idee aspirazioni frustrazioni dei reduci della grande guerra in un movimento politico che all'inizio è una chiara ispirazione socialista e rivoluzionaria e che subito si contraddistinse per la violenza dei metodi impiegati contro gli oppositori, il 23 marzo del 1919 a Milano si radunarono circa 300 persone soprattutto socialisti, sindacalisti, anarchici, ex combattenti in particolare Arditi intellettuali futuristi che fondarono i Fasci italiani di combattimento.
LA PROPAGANDA
Il regime fascista fece Largo uso della propaganda inclusi spettacoli di vitale viralità, possibilità e retorica per ispirare La Nazione a quell' unità necessaria all'obbedienza. In un primo momento tutti gli sforzi di propaganda furono aggregati insieme sotto l'egida del ufficio stampa fino a quando non fu creato un Ministero della cultura popolare nel 1937. Ministro speciale per la propaganda fu istituita nel 1935 Con lo scopo dichiarato di dire la verità sul fascismo, confutando le bugie dei suoi nemici e chiarire le ambiguità che erano attese in un movimento così dinamico e grande. Grazie alle scuole rivisitate e rese fasciste e altre moderne tecniche propagandistiche, come il cinema, Mussolini riuscì ad attirare moltissime persone nel suo partito .
LO SPORT NEL FASCISMO
L'educazione e la pratica sportiva ebbero un ruolo fondamentale nel regime fascista. Nel governo mussoliniano lo sport diviene rappresentazione della potenza e dell'identità nazionale. Riprendendo l'utopia nietzschiana dell'uomo nuovo, l'uomo fascista doveva infatti sintetizzare in sé «l'inno e la battaglia, il libro e il moschetto, il pensiero e l'azione, la cultura e lo sport». Gli italiani, imitando i vincitori delle olimpiadi, volti atletici della Patria, accumulavano energie praticando gli esercizi fisici, così da possedere resistenza e potenza da utilizzare sia in tempo di guerra sia in tempo di pace.
Il 3 aprile 1926 fu creata l'Opera Nazionale Balilla (ONB) che dall'ottobre del 1927 provvide all'insegnamento di educazione fisica fin dalla scuola media, sostituendo l'ENEF (Ente Nazionale Educazione Fisica), e dal 1928 anche le scuole elementari furono coinvolte nel progetto. L'istituzione riprendeva «l'antico concetto greco-romano della sana educazione fisica legata all'esercizio intellettuale» (mens sana in corpore sano), aggiungendovi il carattere militare, per inquadrare i giovani «dagli 8 ai 18 anni. Per il fascismo , il calcio era lo sport prediletto perché insegnava a fare squadra e in un periodo in cui si voleva inquadrare la mentalità italiana esso costituiva un buon mezzo di propaganda. Il calcio esisteva già in Italia ed era molto apprezzato.
MUSSOLINI SCIOGLE TUTTE LE OPPOSIZIONI
Furono perseguitati i dirigenti e militanti dei partiti antifascisti e tutti coloro che si schieravano apertamente contro il fascismo era frequente degli antifascisti venissero aggrediti e malmenati morirono in seguito alle percosse subite i liberali Giovanni Amendola e Piero Gobetti entrambi nel 1926. Altri furono arrestati giudicati da un tribunale speciale e spesso condannati al carcere. Fu incarcerato Antonio Gramsci Segretario del partito comunista e deputato che morirà in carcere nel 1937 così come Il deputato del Partito Popolare Alcide De Gasperi.
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