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AUTOBIOGRAFIAMOCI 5°B

by Marika Gianfrate

Cover

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Io a 10 anni...
Autobiografia di piccoli ragazzi che crescono!
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Classe 5°B
I.C. Giovanni XXIII di Martina Franca
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Questo libro, creato in maniera collaborativa dagli alunni e dalle insegnanti della classe 5°B, nasce dalla volontà della classe di raccontarsi e farsi conoscere.
Nell'ambito della progettazione di Italiano abbiamo affrontato il testo autobiografico.
Così per gioco, le nostre insegnanti hanno immaginato di essere delle alunne della 5°B e hanno raccontato le loro storie, di ragazzine di 10 anni!
Per noi alunni è stato più semplice...noi abbiamo raccontato la nostra vita fino ad oggi!
Buona lettura!
Mi chiamo Paola Santoro e sono nata a Martina Franca il 14 ottobre di tanti anni fa: era un mercoledì.
Ero una bambina molto capricciosa. Piangevo continuamente e non dormivo mai né di giorno, né di notte. A quei tempi, ai bambini si stringevano le gambe ben strette dalle fasce di stoffa. Serviva per far crescere le gambe ben strette.
All’età di due mesi mia madre si accorse che io piangevo così tanto perché volevo avere le gambe libere , non fasciate.
Quando finalmente mia madre lo capì, mi liberò dalle fasce io smisi di piangere.
Il mio papà si chiamava Santoro Francesco. E’ morto da 20 anni. Era un macchinista. Guidava i treni delle ferrovie dello Stato.
La mia mamma si chiama Maria Palmisano. Anche è stata casalinga tutta la vita sapeva cucire, ricamare, lavorare a maglia e
Quando avevo tre mesi la mia famiglia si è trasferita a Latiano in provincia di Brindisi per problemi di lavoro di mio padre. Qui a Latiano nacque la mia prima sorella dolce e gentile. Lei non piangeva e dormiva sempre la notte. Quando lei ebbe tre mesi tornammo ad abitare a Martina e io comincia a frequentare l’asilo. Dopo tre anni nacque una altra sorella di nome Anna Pia. Bella e dolce. Noi tre sorelle siamo molto unite e giochiamo sempre insieme e ci divertiamo molto. Sono una ragazzina in gamba, molto intelligente. Sono molto timida e silenziosa. Mi vergogno un po’ perché sono molto magra e alta. Quando ho iniziato la prima elementare sapevo già leggere, scrivere e fare le operazioni. La mia maestra della prima e seconda elementare mi voleva molto bene ed era molto brava. Purtroppo all’inizio della terza elementare la mia famiglia cambiò casa e io fui costretta a cambiare anche scuola.
Persi la mia cara maestra e tutti i miei compagni e mi ritrovai in una nuova classe con nuovi compagni. Anche loro avevano perso la loro maestra morta l’anno prima. Era una classe strana: per metà erano bambine di terza e per metà erano bambine bocciate che ripetevano la terza elementare. La maestra era molto giovane e si scoraggiava facilmente. Pensava che le bambine bocciate non riuscivano a imparare niente. Io invece la pensava diversamente. Avevo provato a spiegare a qualcuna di loro la matematica ami sembrava che capivano tutto.
Penso che fu allora che decisi di diventare maestra anche se mi sarebbe piaciuto fare anche la pittrice.
Quando frequentavo la quinta elementare mi nacque un fratellino Saverio. Che bello ! Invece di giocare con le bambole giocavo con un bambino vero! Sogno di poter andare a scuola fino all’università e di avere una bella famiglia.
Mi chiamo Vitarosa Basile. Sono nata a Martina Franca in una data che ha una bellissima combinazione di 7. Il giorno, il mese, l’anno, l’ora hanno tutti lo stesso numero. Io ci tengo molto che tutti sappiano quanto è straordinaria la mia data di nascita!!!
Vivo a Cisternino con i miei genitori e mia sorella, più grande di me di quattro anni.
 A tre anni ero con mio padre a Massafra, il paese dei miei nonni e, approfittando del fatto che lui fosse sceso dalla macchina per parlare con un cliente, mi sono allontanata e lui non mi ha più ritrovata al suo ritorno. Non ero più seduta sul mio sedile. Potete immaginare cosa ha provato in quel momento!!! Io nel frattempo, non so per quale grande miracolo, sono riuscita a tornare a casa dei miei nonni pur essendo molto piccola per potermi orientare in un paese non mio. Da quel giorno, mia madre mi ha sempre vestito in modo sgargiante nei colori e mi ha messo enormi fiori nel cerchietto dei capelli. Quel giorno indossavo un cappottino rosso con i bordi di velluto nero. E’ sempre stato conservato nell’armadio di mio padre, per ricordargli ogni giorno che ero tornata a casa sana e salva.
Mi chiamo come mia nonna, Vitarosa. La mia casa, però, quando mia madre era in attesa di me, era frequentata da un’anziana signora che si chiamava Vitamaria. Quando ho iniziato la prima elementare, scrivevo sotto ai compiti del quaderno il mio nome. La maestra scriveva come voto che ero stata bravissima ma che dovevo correggere il mio nome. Ho parecchi compiti in cui risulta questa valutazione. I miei genitori scoprirono così che all’ufficio anagrafe risultava non il nome di Vitarosa, ma quello di Vitamaria. Mio padre, preso dall’emozione della mia nascita aveva dichiarato come mio nome quello della signora che frequentava la mia casa. Allora i miei genitori presentarono una istanza al Tribunale per chiedere la correzione del mio nome. Il giudice stabilì in sentenza che da quel giorno dovevo chiamarmi Vitarosa come avevano scelto i miei genitori, ma che dovevo mantenere come secondo nome quello di Maria.
Sono stata una bambina timida ma nessuno si è mai accorto che lo fossi, infatti ho sempre partecipato fin da piccola alle recite scolastiche come protagonista e anche in teatro. Mio padre ha insegnato a me e a mia sorella a sciare e ogni anno abbiamo partecipato con un gruppo di amici alla ‘ settimana bianca’ e abbiamo sempre avuto i nostri primi sci, appesi nell’androne di ingresso della casa. Mio padre ci dice sempre che possiamo uscire di casa senza le chiavi, ma mai senza un libro. Infatti, esco sempre con un libro e spesso senza chiavi per ritornare a casa. Al ritorno da scuola, in attesa del pranzo metto un disco e ballo fingendo di essere una protagonista di un musical famoso che si chiama Grease. Sono molto magra e difficilmente mi stanno ben stretti i vestiti. Sogno di diventare un’attrice o una modella e nel frattempo mi esercito a recitare e camminare nel lungo corridoio della mia casa. Non sogno come le altre bambine di sposarmi perché non mi piace cucinare, ma vorrei avere tanto un bambino perché mi sento meglio in versione mamma. Chissà se un giorno i miei sogni si avvereranno, io spero di sì perché è una promessa segreta che ho fatto alle mie due amiche che purtroppo non diventeranno grandi con me e che saranno sempre i miei angeli custodi.
Mi chiamo Marika Gianfrate e sono nata a Martina Franca il 04 aprile 1985. La mia famiglia mi racconta che era il giovedì santo quando sono nata. Sono alta e magra. La mia mamma dice che ha difficoltà a trovare nei negozi dei pantaloni adatti per me e così cuce lei per me i pantaloni. È una bravissima sarta.
Il mio papà si chiama Giuseppe Gianfrate, per gli amici Pino. E’ maresciallo dei carabinieri. La mia mamma si chiama Carmela Filomena e dopo la mia nascita ha lasciato il lavoro per prendersi cura di me, dato che vivevamo lontano dal resto della nostra famiglia. Dal 03 febbraio è arrivato il mio meraviglioso fratellino: Lorenzo. Ricordo il giorno in cui è nato, i suoi occhioni neri e i tanti capelli. La mia mamma dice che assomiglia tanto a me. E’ bellissimo e bravissimo. Io spero cresca velocemente, voglio giocare con lui.Ho frequentato l’asilo in un piccolo paesino in provincia di Rovigo, in
Veneto. Si chiamava Bottrighe. Il mio asilo era bellissimo, con un giardino grandissimo e tantissimi giochi. Ricordo che un giorno sono caduta dall’altalena e in ospedale mi hanno messo ben tre punti di sutura
sotto il labbro inferiore. Avevo 20 giorni, quando il mio papà e la mia mamma mi hanno portato a vivere in Veneto, per motivi lavorativi del mio papà. Il momento più bello per me era poter tornare in Puglia oppure andare sui Colli Euganei a fare i pic-nic. Ricordo che adoravo rotolarmi nei prati di quei colli. Sono una ragazzina piuttosto permalosa, mi risento spesso. Vorrei migliorare questo difetto del mio carattere.
Sono amichevole e gentile, mi piace aiutare gli altri. Mi piace come sono,
ma devo imparare a non essere molto permalosa e perfezionista. Il foglio del mio quaderno non deve avere mai cancellature, ma devo imparare ad
accettare che si può sbagliare.
Sono molto molto testarda. Ma non credo sia un difetto, la mia testardaggine mi aiuterà a raggiungere i miei sogni. Non ho mai praticato in maniera costante uno sport, ma in realtà non ho mai amato tanto lo sport. Amo la danza, seppur non ho mai frequentato nun corso di danza. Ho frequentato per due anni un corso di ginnastica ritmica. Ho sempre amato il canto. La mia mamma mi ha fatto ascoltare sin da piccola le canzoni di una cantante italiana, Laura Pausini e io cercavo di imitarla. Faccio parte di un coro, mi piace molto prepararmi per i diversi concorsi.
La mia migliore amica si chiama Clara, la mia com pagna di banco. Lei è sempre molto gentile e sorridente. A scuola ho tanti amici, mi trovo molto bene con loro. Ricordo con piacere i pomeriggi trascorriamo insieme dopo la scuola, a giocare a fare le stiliste: creiamo dei modellini con la carta. Mi piace così tanto. Dopo la scuola primaria, frequenterò la scuola media. Da grande sogno di fare l’insegnante di scuola primaria, proprio come la mia maestra Clara. Vorrei essere brava almeno quanto lei. Sogno di sposarmi e avere un figlio. Spero che questi sogni possano uscire dal cassetto e diventare presto realtà.
Mi chiamo Anita Abrusci. Vivo a Martina Franca in provincia di Taranto.
Sono nata il 22 dicembre 2010 alle ore: 8:45 del mattino, sto per compiere dieci anni.
Sono alta 1,30 cm, sono magra, i miei capelli sono lunghi e di colore castano chiaro, ho gli occhi grandi e di colore verde scuro.
La mia famiglia è composta da: la mia mamma che si chiama Anna, il mio papà che si chiama Mauro e mia sorella maggiore di tredici anni Aurora.
Il mio papà lavora nella marina militare e attualmente lavora in ufficio a Roma mentre la mia mamma si occupa della famiglia.
All’ età di tre anni ho iniziato a frequentare la scuola materna al Sacro Cuore con la maestra Antonietta che da qualche anno è in pensione.
Il ricordo più bello che ho è quello di aver incontrato la mia migliore amica Giorgia.
Sono una bambina molto solare, socievole con tutti, allegra, affettuosa, disponibile.
Sono una bambina molto generosa, sensibile, altruista e molto gioviale. Il mio più grande difetto è quello di essere abbastanza volubile.
Nonostante tutto mi piace come sono.
Nel tempo libero libero pratico ginnastica ritmica ma durante questa fase di look down lo pratico a casa.
La mia passione è fare la truccatrice infatti mi diverto tantissimo nel truccare e curare le unghie della mamma e di mia sorella.
Questa passione è nata guardando i video su Youtube e guardando la cugina di mamma che fa l’estetista.
La mia migliore amica è Giorgia. Lei per me è come una sorella è siamo amiche da quando avevamo tre anni.
Un episodio che ha coinvolto me e Giorgia è stato quando lei per la prima volta è venuta a dormire a casa mia.
Continuerò a studiare perché di preciso non so ancora cosa vorrò fare da grande. Per il momento penso di essere troppo piccola per immaginarmi un futuro come madre, moglie ecc…
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