Un libro che si può sfogliare, leggere o ascoltare. Un interessante excursus nella fantasia e nell'immaginifico dei tredicenni, i loro sogni, le fantasie e anche le paure...

Oltre l'armadio

Paper texture

"Tesoro, mi andresti a prendere una coperta per gli ospiti nel guardaroba" mi chiede la mamma. "Si, certo mammina, torno subito!" Salgo le scale ed entro nella stanza, davanti a me c'è l'armadio, lo apro, prendo la coperta ma, prima di chiuderlo, noto in fondo all'armadio una piccola lucina blu. Presa da un'enorme curiosità decido di entrare nell'armadio...non mi sembrava che fosse così profondo, ma pian piano la piccola lucina diventa sempre più grande e quando mi sembra di averla quasi toccata...cado. Sto cadendo nel vuoto. Sbatto la schiena sulla terra arida sotto un cespuglio di rovi. Mi rialzo a fatica, sono tutta graffi e ferite, i miei sensi mi vogliono dire qualcosa; sulle braccia e sulle gambe sento il calore di un fuoco acceso in un freddo inverno, ma anche il suono dell’acqua che sgorga e uno strano odore di "colazione". Faccio qualche passo avanti e vedo lo spettacolo: tra il cielo azzurro e le candide nuvole ci sono sospese nell’aria zolle di terra collegate tra loro con degli stretti e instabili ponti di legno e, in quella centrale, la più grande, c’è un castello con sulla punta uno scintillante diamante blu, si esatto, blu. Dal castello escono cascate di sciroppo d’acero e fragole...non è acqua, questo spiega anche l’odore di colazione. Queste cascate si raccolgono tutte in un enorme lago che si dirama in piccoli ruscelli....

Entrai nel mio armadio e sul fondo trovai un portale… C'era una luce abbagliante che quasi mi accecava. Provai ad attraversarlo e appena l'ebbi oltrepassato vidi una prateria verde e colline, e stringendo gli occhi osservai una creatura piccolina e buffa che si dirigeva verso di esse sembrava… uno gnomo. Guardai attentamente il paesaggio che mi circondava e vidi un burrone, sotto era tutto buio, si riusciva a vedere a malapena perché della nebbia rosa lo copriva. Mi avvicinai sempre di più e sentii uno strano odore , era zucchero, zucchero filato al gusto di fragola, o almeno ci assomigliava tanto.&nbsp; Perché c’era odore di zucchero filato? Forse la nebbia effettivamente sapeva di zucchero? In quel momento mi venne tanta voglia di scendere nel burrone ma appena stavo per farlo venni distratta da alcuni uccelli, non so se definirli così, sembravano degli uccelli antichi, del giurassico. Ebbi l'impressione che si tenessero alla larga dalla nebbia, forse era pericolosa. Inoltre più mi avvicinavo al burrone più faceva freddo e provavo paura. Vidi in lontananza una piccola torre, sembrava quella di raperonzolo solo più bassa . Avevo intenzione di andarci, ma vidi dei corvi che volavano attorno alla torre e a quel punto mi resi conto che, il meraviglioso paesaggio, si era trasformato in un incubo. Gli uccelli blu cominciarono a gracchiare forte e quel suono metteva i brividi. Mi accovacciai e pensai a una cosa soltanto: voglio tornare a casa e di questo ero proprio sicura.

Davanti a me si aprì un portale; lo attraversai. Vidi un lago dal colore insolito: era viola. Era circondato da enormi montagne di color rossastro, coperte da alberi rosa. In lontananza vidi un magnifico cervo con le corna luminose, mentre uccelli stupefacenti si tuffavano in acqua e ne uscivano con strani pesci in bocca. Improvvisamente il sole venne coperto da un’enorme creatura… era un drago. Un drago enorme lungo quasi dodici metri, con immense ali, grandi quasi il doppio del suo corpo. La pelle squamata era rossa, come se avesse bisogno di mimetizzarsi. Perché farlo? Chi lo inseguiva? Di quale mostruosa creatura poteva mai essere preda?

Mio fratello stava facendo il conto alla rovescia per partire a cercare, ma io non avevo un posto dove nascondermi. Mia sorella era dietro alle tende e il mio fratello maggiore era disteso nella vasca da bagno. L’unico posto libero era l’armadio. Aprii le ante e ci saltai dentro… Mi risvegliai disteso su una spiaggia, la testa appoggiata alla soffice sabbia e i piedi bagnati dall’acqua salata. Tirai su la testa e vidi un paesaggio mozzafiato: proprio dietro alla spiaggia c’era una collinetta, totalmente circondata da montagne. Si sentiva il fruscio dell’acqua, lo scalpiccio dei miei passi e il gorgogliare dei torrenti. Dalle montagne proveniva un odore forte che era quello della baita in Austria, in cui andavo da bambino. Invece dalla spiaggia si sentiva un forte odore di conchiglie, pesce (ci mancherebbe altro) e di ghiacciolo, quello che prendevo sempre quando andavamo in vacanza al mare.

Parchment

Parla Batman per consolare Brendon e gli dice: “ Tu sei il nostro supereroe, qui devi sapere che in questo paese e' tutto troppissimissimo diverso." Anche Spiderman dice di non preoccuparsi e dice che loro abitano li' a Fangnocchi ma anche a Udine con lui. Brendon capisce che in questo paese tutti possono rinascere e dice ai suoi amici se può prendere a casa sua altri supereroi, i giocattoli piccoli e i personaggi fatti in cartone e magari anche i veicoli. Spiderman manda Batman a prendere gli oggetti chiesti da Brendon: Batman e' velocissimo e porta i personaggi e gli oggetti di Brendon che cominciano a muoversi. Poppy Troll non capisce dove si trova e chiede spiegazioni. Il personaggio Branch dice che ha guardato in giro e che nel paese c’e' la Strega Brenda che usa delle trappole invisibili e fa sparire tutti i personaggi nel suo laboratorio. Brendon dice: “Non dobbiamo scappare, dobbiamo essere coraggiosi”. Poppy e' d’accordo e tutti insieme girano nel paese di Fangnocchi per cercare cibo. All’improvviso Tigro combina un guaio: trova una leva in mezzo alla strada e la tira…&nbsp;Tutti cadono nel buco e finiscono nel laboratorio della Strega Brenda.&nbsp;&nbsp; Brendon è il più coraggioso e Poppy ...e' la più paurosa. Nel laboratorio sono rimasti solo Brendon e Tigro: arriva una fata di nome Gufetta, bellissima con i capelli luminosi come il sole.&nbsp; La fata dice a Brendon: “Ciao ragazzo,&nbsp;re degli gnomi di Cujano” e Brendon risponde: “ Ciao Gufetta, io non sono Cujano, sono Brendon Lushaj&nbsp;e lui è Tigro che salta sempre. Lui e' un personaggio di un cartone animato del mondo reale dove abito io con mamma Donika e papa' Ilir. Ma perchè mi hai chiamato Cujano?”. Gufetta si scusa e gli dice che lo gnomo gli assomiglia, si presenta e dice: “Io sono Gufetta Aramico, benvenuto a Fagnocchi, un’isola grandissima dove abitano le fate, gli gnomi e le streghe cattivissime. Ma tu come sei arrivato qui?"

Era un sabato di fine gennaio, io ero triste perché erano finite le vacanze di Natale, non avevo più regali da scartare e invece che andare a giocare fuori con gli amici, dovevo rimanere chiuso in camera perché stava diluviando. In quel momento avrei desiderato essere disteso su un lettino in riva ad una spiaggia tropicale a bere il latte dalle noci di cocco e rilassarmi. Invece stavo trascorrendo il pomeriggio guardando le macchine che correvano per le strade. Fu proprio in quel momento che mi venne in mente un’idea, avrei potuto crearmi da solo la spiaggia. Così corsi in bagno a riempire la vasca con dell’acqua calda e andai a cercare anche i pesci di plastica con cui giocavo quando ero più piccolo. Il costume da bagno si trovava in cantina, scesi le scale e aprii l’armadio. Tossicchiai per la polvere, vidi alcune giacche di papà e alcuni abiti della mamma. Cercai di spostarli, come se fossi in mezzo&nbsp;alla folla e dovessi passare, ma non trovai il fondo dell’armadio o&nbsp;e degli scatoloni. Trovai degli alberi come se fossi in mezzo ad una foresta. Sapevo bene di non dover andare a cercare guai ma il mio istinto e la mia curiosità mi spingevano ad attraversare gli alberi e ad esplorare la foresta. Quindi decisi di andare, l’ambiente era abbastanza umido e gli alberi erano alti che non riuscivo a vederne la fine e mi sentivo come in una prigione. Ogni tanto uno stormo di uccelli passava sfiorandoli e io alzavo la testa per provare a guardare oltre, ma ogni tentativo era vano perché, come ho detto, gli alberi erano troppo alti. L’odore era fresco, mi trovavo vicino a un fiume dove l’acqua scorreva velocemente ed era freschissima come quella di montagna. Mentre procedevo le foglie degli alberi da verde chiaro diventarono verde scuro e la corteccia diventò di un marrone che sembrava nero e il fiume d’acqua fresca diventò un fiume di acqua bruna e fangosa. Camminai impaurito perché era il tipico ambiente delle favole dove vivono le streghe, continuai a camminare spaesato fino a quando non mi ritrovai davanti dei grossi funghi rossi con le macchie bianche. Erano molto grandi, forse il doppio, se non il triplo più grandi di me, da uno di questi funghi spuntò fuori una grossa lucertola, senza pensarci due volte mi girai e corsi il più velocemente possibile. La lucertola mi inseguì fin quando, ormai senza fiato, trovai riparo sotto un albero caduto, fu in quel momento che capii di essere in un mondo magico in cui era tutto più grande e capii anche che sono un vero testardo. Un vero testardo perché se non fosse stato per il mio istinto e per la mia curiosità sarei stato a casa vicino ai miei genitori e chissà avrebbe potuto anche smettere di piovere.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;

“Cavolo, sono in ritardo” dissi mugugnando “dov’è finita quella bellissima magli...” venni interrotta da uno strano sbrilluccichìo, non sembrava, però, quello del mio vestito a paillette, sembrava piuttosto qualcosa che veniva direttamente dall’armadio.&nbsp; “Controlliamo!” dissi. Non feci nemmeno in tempo a spostare il cumulo disordinato di vestiti accatastati in fondo all’armadio che vidi qualcosa, qualcosa che non mi sarei mai aspettata di vedere dentro il mio armadio, un’altro mondo! Senza pensarci neanche un secondo accatastai tutti i vestiti in un angolo ed entrai in quel "mondo" incredibile. Mi girai indietro e pian piano sentii, appunto, il mio corpo allontanarsi dal mio armadio. Ero entusiasta! Poi però la mia gioia si spense quando, davanti a me, vidi solo acqua, acqua e ancora acqua. Questo strano posto sembrava completamente disabitato, non c’era nessun tipo di odore e l’unico suono che si riusciva a percepire era quello delle onde del mare, nient’ altro. Avevo molto freddo così decisi di aggirarmi sulla spiaggetta che costeggiava il mare, anche questa deserta, per riscaldarmi e magari per trovare qualcosa di interessante. Continuai a camminare finché notai un’enorme scogliera scoscesa all’orizzonte.&nbsp; Pensai “Forse è troppo pericoloso, meglio tornare indietro” &nbsp;poi mi girai verso l’enorme porta del mio magico armadio ancora aperta e scossi la testa. “ Che ci può essere di pericoloso? Quando mi ricapita una cosa così?” e mi incamminai verso quella scogliera. Ogni passo mi faceva provare strane sensazioni, i profumi, prima inesistenti, si facevano sempre più intensi, il freddo che mi tormentava prima stava svanendo e si stava trasformando in una temperatura né troppo calda né troppo freddo: perfetta! Ad ogni passo capivo di non ero sola in quel luogo, con me c'erano tantissimi animali, tutti con una particolarità: nessuno aveva il proprio colore originario. C’erano volpi blu, coniglietti rossi, lucertole arancioni ...

Entro nell'armadio e mi ritrovo davanti un paradiso terrestre: acqua scintillante, delfini che saltellano, squali che corrono e un sole che scalda tutto. Su quest'isola ci sono piante stupende e profumate, delle grotte naturali e archi di pietra, colline verdi con fiori stupendi. C'è un profumo di primavera, di erba fresca e appena tagliata, che sa di menta e zenzero messi assieme. Sott'acqua c'è un albergo fatto di ghiaccio riservato a coloro che entrano dentro, nel quale ci sono gnomi con un super regalo.

Warp blue

https://api.bookcreator.com/users/v2/YwsVytXz4hPbUQ8OufKTBXbFtDm2/books/-Ly-ml-nQwagnaIFHYOyeQ/assets/rxCCQQ12RCuWbmRU04wG6A.png?width=1030&height=1030

Un giorno aprii l’armadio e rimasi scioccato. Di fronte a me c’era un bellissimo paesaggio fiorito. Stavo guardando un mare cristallino e un po più lontano si vedeva il cratere un vulcano, poi tutto intorno c'erano prati fioriti. Sentivo i canti di diversi uccelli. Ad un certo punto, osservando meglio, vidi che c’erano volatili che si erano estinti&nbsp;milioni di anni fa. Intorno a me c’erano tantissimi alberi da frutto, quindi mi arrampicai e ne raccolsi un po'. La frutta che avevo preso era&nbsp;strana, non l’avevo mai vista. Non aspettai oltre e la mangiai, aveva un gusto tipo di fragole e di banane assieme. Decisi di continuare ad esplorare questo paesaggio, le mie narici erano estasiate, ad ogni passo effluvi di rose, gardenie, frangipane, mi avvolgevano e mi inebriavano. Però in questo paesaggio c’era un piccolo problema cioè in alcuni posti il terreno era molto viscido e vischioso, non riuscivi più a procedere.&nbsp;Appena toccai il terreno con le mani rimasi intrappolato, forse erano sabbie mobili....

Aprii l’armadio e vidi una luce provenire dal fondo. Non ci pensai due volte e andai a vedere che cosa fosse. Si trattava di una porta che conduceva ad un paesaggio surreale e ci entrai alla velocità della luce stessa. Il paesaggio era formidabile c’erano animali inesistenti nella vita reale, piante strane e isole fluttuanti. Era un posto tropicale quindi faceva abbastanza caldo ed era anche molto umido. In lontananza si sentivano delle urla di un qualche animale non riconoscibile e si percepiva nell'aria puzza di banane marce.

Dark wood

Aprii la porta e vidi un bel&nbsp;paesaggio. Entrai dentro il portale e vidi una montagna altissima piena di animali: cervi, aquile e tante marmotte. Le marmotte avevano paura di una grande aquila che era tanto grande come un orso. L'Aquila ogni giorno usciva a cacciare e tutti gli animali si nascondevano.. Io un giorno decisi di salire sulla montagna per vederela da vicino e per parlarle. Quando stavo salendo sulla montagna all'improvviso caddero dei sassi, era l'aquila che me li lanciava contro. Io cercai di rassicurala, ma lei non smise. Quando raggiunsi il nido compresi perché era così aggressiva: c'erano tre aquilotti e lei sicuramente era preoccupata per loro....

Incominciai a camminare in mezzo a scarpe e vestiti fino a quando mi accorsi di trovarmi in una foresta. In quel momento provai una strana sensazione, quasi di paura ma anche di grande curiosità. La luce filtrava da tronchi di alberi molto particolari, con la chioma tondeggiante di colore rosa&nbsp;sfumata di blu e viola su cui erano situate piccole casette caratterizzate da&nbsp;grandi e irregolari finestre di vetro colorato. Ogni tanto si intravedevano animali ricoperti di vegetazione. A terra giganteschi fiori dalla coloratissima corolla ospitavano nidi di creature fantastiche, simili a piccole fate con il corpo affusolato e le ali attaccate alla schiena. Sulle loro teste spuntavano piccole corna che utilizzavano per aspirare il nettare di cui si nutrivano. Da dietro un albero comparve una buffa figura, una specie di essere formato da foglie e radici aggrovigliate tra loro. Appena si accorse della mia presenza scappò, passando tra le varie insenature create dagli alberi. Guardavo con stupore tutto ciò senza pensare a quello che avevo lasciato al di là dell’armadio. L’aria profumava di primavera. La pace regnava sovrana. Un'intensa emozione mi pervase. Decisi di proseguire per scoprire tutte le meraviglie che quel posto poteva offrire. Andando avanti la vegetazione cominciava a diventare sempre più fitta, fino a quando arrivai di fronte a un grazioso ponticello che permetteva il passaggio da una sponda all’altra. L’acqua del ruscello&nbsp;era color smeraldo e rifrangeva la luce. Dall’acqua emergevano pesci dalle sembianze di petali di rosa che si divertivano a sguazzare felici. Andai avanti per lungo tempo fino a quando il sole cominciò a tramontare. Mentre stavo ammirando il paesaggio inciampai sbadatamente su una radice. Appena mi rialzai trovai davanti ai me quella che sembrava un’amazzone. Stava distesa a terra a cantare tenendo in mano la sua lira d’oro,&nbsp;i capelli le ondeggiavano al vento. Era di carnagione olivastra. La sua pelle era cosparsa di diamanti e pietre preziose. Il volto era incantevole. La sua voce era celestiale. Accanto a lei un imponente cavallo bianco rubava la scena: la folta criniera e il manto immacolato lo rendevano unico e surreale.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;

Mi ritrovai di fronte ad un immenso prato verde: una lieve brezza si divertiva a far vibrare tutti i fili d’erba e il sole splendeva nel sole di primavera. Non c’erano alberi all’orizzonte, solo questa immensa distesa verde. Cominciai a camminare. Ad un certo punto cominciai a sentire un fruscio, che si faceva sempre più forte man mano che andavo avanti. Cominciai a camminare sempre più veloce: volevo vedere da dove proveniva questo rumore. Iniziai a correre e la brezza mi pizzicava in faccia, ma ad un certo punto davanti a me si stagliò un vuoto: mi trovavo su un immensa scogliera. Ora tutto aveva senso: il fruscio che sentivo erano le onde del mare.&nbsp; Che fare ora? Osservai la scogliera e ad un certo punto notai una piccola scala scavata nella roccia. Cominciai a scendere, e a scendere, e a scendere… fino a che ad un tratto sulla mia sinistra si aprì un enorme varco, una grotta. Guardai dentro e restai sorpresa. Davanti a me c’era una vera e propria città: c’erano vie, case ed un sacco di gente in giro. Decisi di entrare...&nbsp;

Brendon spiega la sua avventura e racconta della musica che ha sentito, dell’armadio bianco&nbsp;di mamma e papa', della camminata di 50 passi, dei suoi giocattoli che si sono trasformati e della trappola di Brenda. Brendon spiega che i suoi amici sono stati intrappolati e chiede aiuto a Gufetta La fata gli dice che la strega ha portato i suoi amici dall’altra parte dell’isola chiamata “Isoman delle streghe” dove c’E' un castello stregato. Per arrivare si deve passare dalla giungla dove ci sono degli alberi rossi. La fata Gufetta regala dei poteri a Brendon e Tigro: “Brendon sarai forte e veloce e tu Tigro sarai volante e invisibile, ma fate attenzione perchè nel castello e in giro ci sono delle spie”. La fata spiega che era stata lei a suonare e cantare quella musica per la recita di fine anno. Brendon e Tigro partono per andare al castello delle streghe: il castello è di mattoni, ha i muri altri e intorno la vegetazione e' tutta secca. Brendon spiega a Tigro il suo piano e dice: “-“Tu Tigro, dovrai fare tante chiacchere e distrarre le streghe e io libero i nostri amici”. Brendon va veloce dentro il castello, trova una chiave appesa al muro e libera tutti. Nel frattempo&nbsp;Tigro urla un fortissimo: "Ciaooooooooooooooooooo”. Le streghe lo sentono e aprono la porta e si trovano davanti un Tigro invisibile che salta.&nbsp; Le streghe prendono le loro scope e iniziano a volare, ma Tigro ruba le loro bacchette magiche e dice:&nbsp;“Abra cadabra, vorrei che voi, brutte streghe vi trasformate in nuvole morte e finiste sotto terra”. Brendon nel sotterraneo ha&nbsp;liberato tutti i suoi giocattoli: tutti escono dal castello. Tutto e' bellissimo, non ci sono più erbe secche, gli alberi sono verdissimi e hanno tante&nbsp;mele. E’ tutto colorato e adesso la fate possono tornare a vivere felici. Le fate ringraziano Brendon e i suoi amici. Ora il castello diventa il castello dei giochi e delle feste. Organizzano una grande festa e partecipano Gufetta,&nbsp;i re, le regine, i principi e le principesse e gli amici giocattoli. Alla fine della festa Brendon e i suoi amici tornano nell’armadio nella città della realta'.&nbsp; Brendon pensa che un giorno vorra' tornare a Fagnocchi assieme ai suoi genitori.

Aprii il mio armadio e, con stupore, scoprii che sul fondo di esso si spalancava un mondo fantastico e parallelo. In vista c’era un paesaggio dove si poteva osservare ammaliati un fitto bosco di alberi color rosa acceso. In mezzo ad esso sorgeva una lunga catena di piccole e meravigliose&nbsp;cascate, che giungevano ad un modesto ruscello che man mano si espandeva&nbsp;fino&nbsp;a diventare uno straordinario lago azzurro e cristallino. Nell’aria si poteva sentire un forte odore dolciastro che mi portava a ricordare lo zucchero filato. Appena dentro si poteva notare subito il grande sbalzo di temperatura: nel mondo parallelo&nbsp;l’ambiente era umido e fresco, ma allo stesso tempo riscaldato dai raggi del sole che davano anche una certa luminosità al paesaggio. Qui e lì, fra&nbsp;l’incantevole scroscio dell'acqua e il delicato fruscio delle foglie al soffiare del vento tra gli alberi del fitto bosco, si poteva ascoltare lo svolazzare di graziose creature che si spostavano di albero in albero. Assumevano sembianze di piccole e soffici palline con grandi e teneri occhioni e piccoli musetti curiosi. Esse erano dotate di piccole ma stupefacenti ali sfumate di mille colori differenti. Queste creature variavano fra i colori più sorprendenti e bizzarri esistenti nel mondo ed erano dotate di una qualche magia. Nascoste fra l’acqua si celavano altre strabilianti creature che si muovevano velocemente lasciandosi dietro una magica scia. Si trattava di creature simili a dei cavalli acquatici, con lunghe code affascinanti e formidabili pinne: poste sotto il muso, sotto- sopra- vicino al busto e lungo la coda. Queste creature erano particolarmente veloci e stupivano per la loro maestosità.&nbsp;Nuotavano con eleganza e agilità tra le acque di quel magnifico laghetto incantato e portavano addosso portentose striature ciane e lilla. In quel paesaggio c’era un'incantevole armonia fra flora e fauna, una stupefacente e meravigliosa magia fiabesca e, ad osservarlo, mi sembrava di stare in paradiso!

Una volta entrato nell’armadio mi ritrovai davanti ad un paesaggio spettacolare e pieno di sorprese. Ero su una delle due uniche isole visibili disperse probabilmente nell'oceano che si presentava spettacolare e dall’acqua limpida. In mezzo alle due isole c’erano molti scogli e archi di pietra, sull’isolotto in cui mi trovavo, c’erano&nbsp;stranissime piante molto simili a granoturco ma piu' larghe e rosee. Nel cielo si potevano osservare tanti uccelli e una gigantesca nube grigia proveniente da quello che mi sembro' un vulcano. Il vulcano si trovava sull'altra isola rispetto a quella in cui mi trovavo io, era circondato da alberi fitti di foglie, tanto che era quasi impossibile vedere il suolo. Il caldo dava una sensazione di calma e tranquillita' mentre il magnifico odore di quelle strane piante mi faceva sentire bene. Rimasi lì ad ascoltare il dolce suono delle onde per un po’ e poi decisi di andare ad esplorare l’altra isola. Non avevo la minima idea di come avrei potuto fare per arrivarci visto che non c'erano imbarcazioni. Tuttavia incontrai uno strano essere, molto simile a noi umani che, con il suo strano bastone, fece apparire una barchetta, che mi porto' fino all’altra isola…

Entro nel mio armadio, guardo giù e trovo un paesaggio fantastico. Vedo una distesa d’acqua con vicino un prato e dei fiori molto grandi che lo ricoprono quasi tutto. A guardare il paesaggio assieme a me c’è un signore, appoggiato con una mano ad un bastone. Qui è tutto molto bello, la temperatura è abbastanza calda e il sole è splendente. I profumi sono quelli della primavera che sta per arrivare. Mentre di suoni se ne sente solo uno: il rumore dell’acqua. In lontananza si vede una specie di fabbrica dalla quale esce del fumo, che sembra che si trasformi nuvole. Osservo l'uomo che, dalla mia posizione sembra che cammini sull'acqua. Guardo meglio e mi accorgo che in realtà sta camminando su un prato...

Antique paper texture

OLTRE L'ARMADIO...

Apro l'armadio e mi trovo su una spiaggia. Una spiaggia spettacolare, corro e mi butto in mare. Il mare non contiene acqua...ma gelatina. Che schifo!&nbsp; Esco tutta sporca e appiccicosa, decido di toccare la sabbia, all'inizio mi sembra tutto normale, finché non mi si&nbsp;scioglie tra le mani.&nbsp; Ma che cos’è questa sostanza...una spiaggia fatta di gelatina?&nbsp; C'è una temperatura altissima, sto morendo di caldo.&nbsp; Mi annuso e ho un odore gradevolissimo, indovinate di cosa so? Di gelatina, naturalmente, ma al gusto di fragola. Ne assaggio un po', mmmmm che buona!&nbsp; Mi guardo attorno, ma i miei occhi vedono solo gelatina. Il mare fatto di gelatina, la sabbia fatta di gelatina... Provo a toccare un ombrelle e uno sdraio, bene questi sono solidi. Ecco finalmente qualcosa non fatto di gelatina, mi pare quasi incredibile! Non si sentono suoni o rumori, è tutto così tranquillo qui. Penso che dovrei venirci più spesso qui!

Aprii l’anta del mio armadi. Davanti ai miei occhi si presentò uno spettacolo, una realtà mai vista prima. Com’era possibile trovare una cosa del genere dentro a un semplice armadio? Continuavo a chiedermelo ma nessuna risposta. Era simile al mio giardino solo che faceva freddissimo. Oltre a questo sembrava che il mio cane avesse delle ali e, invece di essere marroncino, era completamente azzurro. La sua cuccia era diventata grande quanto la casa in cui vivo.&nbsp;Mi sembrava strano il fatto che la sua cuccia fosse così grande e che fosse tutta sua... Dalla finestra riuscivo a vedere un’altro animale ma non capivo chi fosse. Sembrava un cavallo ma aveva qualcosa di strano. Cercavo di vederlo meglio. Quel cavallo aveva delle mani e dei piedi al posto degli zoccoli e "camminava" sulle due zampe anteriori. Assurdo. Mai mi sarei immaginata di vedere una cosa del genere. Intorno alla cuccia c’era un grande bosco da cui proveniva un rumore. Sembrava quasi che qualcuno si fosse fatto male. Ad un certo punto da quel bosco uscì un grosso orso polare. Era lui che produceva quei suoni. Pian piano cominciai a sentire un buonissimo odore, oltre a quello del cavallo che puzzava di una cipolla marcia mista all’odore di “piedi”.&nbsp;Il mio cane stava cucinando una grossa torta. Di solito, mentre io cucinavo, lui spargeva la farina ovunque e ci zampettava sopra. Invece stavolta sembrava un vero chef.&nbsp;Quella copia del mio giardino sembrava più divertente e più bella, così decisi di entrare in quella strana realtà che mi sembrava proprio meravigliosa.

Una sera, tutti vanno a dormire e si sente uno strano rumore, una canzone&nbsp; dalla camera di mamma e papà: Brendon pensa che sia strano quel suono a mezzanotte e mezza. Siccome è sempre stato un ragazzo coraggioso, prende il suo zaino e ci mette degli oggetti per andare alla scoperta del mistero: una torcia elettrica, i biscotti, i pupazzetti dei cinque supereroi (Spiderman, Hulk, BAtman, Superman e Capitan America) e la macchina fotografica. Brendon segue il suono e si trova davanti all’armadio dei suoi genitori. Lo apre, sposta le giacche ma davanti trova uno sfondo. Il ragazzo è un po’ curioso, entra nello sfondo e accende subito la sua torcia. In quel luogo non c’è niente, è buio ma sentiva quella strana canzone. Brendon ha un po’ paura ma vuole vedere lo stesso chi fa quel suono.&nbsp; Dopo 50 passi di camminata vede un paese: da lontano si vedevano degli alberi, delle case e un faro. All’improvviso i 5 supereroi si ingrandiscono e diventano alti come Brendon: intanto lo zaino si distrugge.&nbsp; Superman inizia a parlare per salutare Brendon: “Ciao ragazzo, amico nostro”. Brendon prende paura si gira e dice “Ahhh&nbsp; ma voi siete i miei giocattoli e siete vivi!” Hulk dice a Brendon di non avere paura perché anche lui è un supereroe. “Ti ricordi quando il bullo della spiaggia ti aveva preso i giochi? E ricordi che al tuo compleanno ti sei vestito con il costume di Hulk&nbsp; per allontanare il bullo?”. Brendon gli spiega che tutti i ragazzi non hanno mai visto i giocattoli vivi che si muovono tanto.

Sono in casa da sola, in questo triste e piovoso giorno d'autunno, mi è venuta l’idea di riordinare la mia stanza. Inizio dal mio armadio, lo apro e come per magia i miei vestiti si trasformano in tantissimi fiori colorati di tutte le dimensioni. Mi spavento e di scatto chiudo l’armadio. Sembra un sogno diventato realtà; i fiori profumano di rosa, ciclamino, gelsomino e&nbsp;glicine. Sono in un mondo fantastico, un paesaggio fatto di colline colorate, mi sembra di essere dentro all’arcobaleno.&nbsp; Gli abitanti di queste colline sono le piccole fate che si muovevano come libellule allegre, con la loro bacchetta magica e anche delle&nbsp;farfalle dalle grandissime ali variopinte, che muovendosi nel cielo azzurro, emettono bellissime melodie. Unica nota dolente è il clima: più bella è la musica,&nbsp;più freddo sento, come se fossi al polo nord……..mamma mia!! Ahi!! La mamma mi sveglia con un piccolo pizzico. Oh!! che peccato, era proprio un sogno fantastico, i colori, i profumi e le melodie mi facevano sentire in paradiso.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;

Watercolor texture 2

Aprii quell'armadio nella camera di mio nonno e fui investito da una luce, che mi accecò. Quando riacquistai la vista mi ritrovai in un altro posto… era tutto diverso! Ero sopra un precipizio che si affacciava sul mare. In mezzo ad esso c'era una torre molto inquietante che veniva circondata da uccelli simili a cormorani blu.. In quel posto c'era abbastanza caldo, con un vento che rinfrescava la zona. C’era odore di mare e si sentiva il suono delle onde infrante sulla scogliera. Ad un certo punto uscì dalla torre un essere paragonabile ad un elfo troppo cresciuto che urlò: "Salve signor Kingsley la stavamo aspettando..."

Name

Safari may block some audio or video from playing automatically and ‘read to me’ will skip these. You can configure this in Safari’s preferences.