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La lavanda del chiostro: laboratori creativi tra arte e botanica

by Scuola Primaria Istituto Ortopedico Rizzoli

Pages 2 and 3 of 32

I bambini e i ragazzi dell' Istituto Ortopedico Rizzoli
La lavanda del chiostro: laboratori creativi tra arte e botanica
a cura di Emanuela Serafini,
Luigina Marangon e Maria Pia Giannattasio
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Indice
Premessa
Una storia che arriva da lontano
La scheda botanica
Come utilizzarla in cucina
Canestrelli con fiori di lavanda
... E poi il laboratorio
Come fare l'oleolito...primi passi
... Il laboratorio si conclude
Come filtrare l'oleolito...ultime indicazioni
Procedimento
Benefici
Scrub alla lavanda
... A Natale la lavanda diventa
Sacchetti - Alberelli
... A Pasqua la lavanda si trasforma
Gallinelle - Coniglietti
La lavanda nel Chiostro di Mezzo
Riferimenti del progetto
Ringraziamenti
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Premessa
Dopo la realizzazione dei libri ''I profumi del chiostro'' e ''Cibi piante e spezie: originali farmaci per la salute'',
le insegnanti della Scuola Ospedaliera presso l' Istituto Ortopedico Rizzoli hanno proposto per l’anno scolastico 2020-21 un terzo progetto: '' La lavanda del chiostro di mezzo''.
Già ai tempi dei monaci benedettini olivetani, la lavanda fu messa a dimora nel chiostro di mezzo che a quei tempi era chiamato ''del pino'', grazie alla presenza della pianta situata al centro ove al momento troviamo il pozzo.
Con il coinvolgimento dei piccoli ricoverati, le loro famiglie e il personale sanitario, le insegnanti hanno organizzato laboratori e attività didattiche con l’utilizzo dei fiori di lavanda, gli steli e ogni sua parte.
La raccolta della lavanda a giugno,
la sgranatura dopo l’essiccazione,
l’utilizzo dei fiori nella creazione di piccoli manufatti
e la realizzazione dell’oleolito hanno favorito il benessere dei piccoli - grandi degenti e delle loro famiglie presenti nelle diverse Unità Operative principalmente nel reparto di Ortopedia Pediatrica.
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Una storia che arriva da lontano
Il nome «lavanda» (pianta originaria della zona mediterranea ma coltivata in tutto il mondo) deriva dall’utilizzo che ne facevano gli antichi romani, e prima di loro i greci, per profumare l’acqua dei bagni. I romani facevano largo uso anche dell’essenza perché convinti avesse proprietà purificanti. Decotti e infusi servivano per depurare la pelle e curare la salute e la bellezza dei capelli. L’olio essenziale si riteneva potesse curare le bruciature. Prima di greci e romani, già gli antichi egizi la impiegavano nei balsami per la mummificazione. Durante il medioevo, in cui si diffuse in tutta l’Europa, era, insieme all’iberico, una delle piante agitate per le vie, durante le festività, nella convinzione che potessero scacciare gli spiriti maligni. E la spiga della pianta era considerata un amuleto contro i demoni. La lavanda veniva sventolata anche durante le feste nuziali perché si pensava potesse portare fortuna e soprattutto propiziare la fertilità della coppia. Le spose irlandesi facevano di più: il giorno del matrimonio mettevano un sacchettino di lavanda essiccata nella giarrettiera. Date queste convinzioni, la lavanda non poteva che essere considerata la pianta degli innamorati, che se ne regalavano reciprocamente un mazzolino. Più prosaicamente la lavanda è stata a lungo utilizzata come disinfettante per lavare i pavimenti. Leggenda vuole che i guantai di Grasse (la città francese storicamente nota per la sua industria profumiera) in Provenza, poiché usavano in abbondanza l’olio di lavanda per profumare le loro merci fossero addirittura immuni alla peste. E va ricordato che la lavanda è il simbolo della Provenza e che la sua coltivazione viene praticata in tutti i suoi distretti, Nell’800 la si usava sotto forma di essenza per profumare il bucato, si riteneva che il suo particolare e gradevolissimo odore tenesse lontano i germi e i pidocchi. D’altronde ancora oggi si usa per profumare la biancheria per allontanare le tarme.
fonte: https://www.corriere.it/salute/20_luglio_13
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La scheda botanica
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