audiolibro di una particolare lectura Dantis che alterna brani scelti dal testo narrativo e versi tratti dalla prima cantica delle Divina Commedia; le illustrazioni sono state fatte dagli alunni.

...così cominciò un Viaggio...

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Dante e Virgilio davanti alla barca di Caronte, Paolo Vetri 1874

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...così cominciò un Viaggio... lettura di versi dalla prima Cantica della Divina Commedia Classe 2^ C a. s. 2021-2022

Ed ecco verso noi venir per nave&nbsp; un vecchio, bianco per antico pelo,&nbsp; gridando: «Guai a voi, anime prave!&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Non isperate mai veder lo cielo:&nbsp; i’ vegno per menarvi a l’altra riva&nbsp; ne le tenebre etterne, in caldo e ’n gelo.&nbsp;&nbsp;

La Barca di Caronte&nbsp;di Jose Benlliure y Gil, 1919

Inferno, Canto I, vv.1 e ss. "Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

"Per me si va ne la città dolente,&nbsp; per me si va ne l’etterno dolore,&nbsp; per me si va tra la perduta gente.&nbsp;&nbsp;&nbsp;

Dinanzi a me non fuor cose create&nbsp; se non etterne, e io etterno duro.&nbsp; Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate".

Giustizia mosse il mio alto fattore:&nbsp; fecemi la divina podestate,&nbsp; la somma sapienza e ’l primo amore

La Barque de Dante, Eugène Delacroix, 1822

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura!

Tant’è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai, dirò de l’altre cose ch’i’ v’ ho scorte.

Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore, tu se' solo colui da cu' io tolsi lo bello stilo che m'ha fatto onore.

Rutilio Manetti – Dante e Virgilio all’Inferno – 1618-20 ca.

L'Antinferno&nbsp;(1499-1502),&nbsp;Luca Signorelli,&nbsp;Cappella di San Brizio,&nbsp;Duomo di Orvieto

Hanno partecipato al progetto Gli alunni della classe 2^C : Cominini I., Erba C., Giannangeli A., Gregorini E., Lorandini C., Mora A., Pinzaru S.,Rebaioli F., Romanini G., Scalvinoni M., Scalvinoni S., Taboni N., Testa C., Trombini C., Trombini D., Vaccinoni G.;

gli insegnanti: Di Maiolo Sonia (italiano), Sandrini Paolo (sostegno), Trotti Sonia (arte e immagine).

Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto, là dove terminava quella valle che m'avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de' raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle.

"Suso in Italia bella giace un laco,&nbsp; a piè de l’Alpe che serra Lamagna&nbsp; sovra Tiralli, c’ha nome Benaco.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Per mille fonti, credo, e più si bagna&nbsp; tra Garda e Val Camonica e Pennino&nbsp; de l’acqua che nel detto laco stagna."

Inferno, Canto XX, vv. 61-66

..."Ed ecco, quasi al cominciar de l'erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi 'mpediva tanto il mio cammino, ch'i' fui per ritornar più volte vòlto". Temp' era dal principio del mattino, e 'l sol montava 'n sù con quelle stelle ch'eran con lui quando l'amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch'a bene sperar m'era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l'ora del tempo e la dolce stagione;

Bibliografia: Il viaggio di Dante...mitico!, la Divina Commedia raccontata ai ragazzi a cura di Patrizia Platania, ed.: Simone per la Scuola. La Divina Commedia, Inferno, Canto I, III e XX, versi scelti. Disegni realizzati dagli alunni della classe 2^C Musica: Mozart, Requiem (Orchestre national de France).

Dante e Virgilio all'Inferno Jean-Leon Jerome, metà 1800 ca.

Mentre ch'i' rovinava in basso loco, dinanzi a li occhi mi si fu offerto chi per lungo silenzio parea fioco. Quando vidi costui nel gran diserto, «Miserere&nbsp;di me», gridai a lui, «qual che tu sii, od ombra od omo certo!».

"...lasciate ogni speranza voi che entrate!"

Porta dell'Inferno, Auguste Rodin

"ma non sì che paura non mi desse la vista che m'apparve d'un leone. Questi parea che contra me venisse con la test' alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l'aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch'uscia di sua vista, ch'io perdei la speranza de l'altezza".

Io non so ben ridir com’i’ v’intrai, tant’era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai.

Stradano, barattieri (XXI), 1588, MP 75, c.&nbsp;39r, 06 svenimento di Dante

..."e caddi come l’uom cui sonno piglia".&nbsp;