Raccolta personaggi della Divina Commedia

I PERSONAGGI DELLA DIVINA COMMEDIA

Parchment

Si trova nell'Inferno, intrappolato nel lago Cocito. A ghiacciarlo è il vento gelido provocato dalle sei ali che Lucifero sbatte senza sosta al centro esatto del lago e della Terra. Esso è situato nel girone dei "traditori di chi si fida", nell'antenòra.

Dante lo introduce nel canto XXXI del paradiso, quando il poeta, giunto ormai nell'Empireo, sta ammirando la candida rosa dei beati: egli si volta per parlare a Beatrice ma a sua grande sorpresa vede accanto a sé un vecchio dall' aspetto venerando il cui volto ispira letizia e benevolenza. Nella Divina Commedia Dante trova San Bernardo in Paradiso di fronte alla Candida Rosa come guida per l'ultima parte del suo viaggio e compare nel canto XXXI del Paradiso.

Ugolino della Gherardesca, di nobile e antica famiglia ghibellina, era conte di Donoratico e podestà di Pisa. Dante lo situa fra i traditori di chi si fida perché si era accordato con i guelfi allo scopo di proteggere alcuni suoi possedimenti in Sardegna. 

Gli alunni

1.Barossi Chiara 2.Crudu Nicoleta 3.Cunsolo Gloria 4.Esposito Stella 5.Firari Jacopo 6.Gabion Eduardo Saul 7.Gouem Aboubakar 8.Hu Steven 9.Jalil Jannat 10.Kouanda Toafik Hakim 11.Lecchi Alessandro 12.Marinkovic Gabriela

13.Mazza Lorenzo 14.Medrano Daphne Rose 15.Mostacedo Retamozo Alissa 16.Raza Ataf 17.Riva Tommaso 18.Siddi Simone 19.Spreafico Aurora 20.Suraiaktar Ria 21.Tiraboschi Alessia 22.Tito Vargas Ronald Michele 23.Tuninetti Tommaso

Le insegnanti Prof.ssa Bruna Martino Prof.ssa Stefania Valzano Prof.ssa Fiorella Di Filippo

Virgilio è un&nbsp;antico poeta romano&nbsp;che nasce il 15 ottobre del 70 a.C. ad Andres, vicino Mantova. Il padre di Virgilio è un piccolo proprietario terriero e la madre è figlia di un famoso mercante. Virgilio studia da giovane a Cremona, presso la scuola di grammatica, ottenendo a quindici anni la toga virile. È l'autore di tre opere, tra le più famose e influenti della letteratura latina: le Bucoliche, le Georgiche, e l'Eneide.&nbsp;

è stato un poeta romano, autore di tre opere, tra le più famose e influenti della letteratura latina: le Bucoliche, le Georgiche, e l'Eneide.&nbsp;

Il personaggio appare nel&nbsp;Canto I&nbsp;del&nbsp;Purgatorio,&nbsp;subito dopo che Dante e Virgilio sono usciti dalla «natural burella» sulla&nbsp;spiaggia&nbsp;del secondo regno. Questo personaggio è descritto come un vecchio che ispira autorevolezza e severità, dalla lunga barba e dai lunghi capelli brizzolati da cui scendono due trecce sul petto. Catone rimprovera aspramente i due poeti, credendoli due dannati fuggiti dall'Inferno, ma&nbsp;Virgilio&nbsp;gli spiega che Dante è vivo e che lui risiede nel&nbsp;Limbo, dove lo stesso Catone è rimasto fino a quando Cristo trionfante non lo ha tratto fuori insieme ai&nbsp;patriarchi biblici. Virgilio ricorda il suo suicidio a Utica, come una&nbsp;captatio benevolentiae, e accenna al fatto che Catone il giorno del Giudizio sarà ammesso in Paradiso. &nbsp;

Figlia di Simone Donati, sorella di Corso e di Forese: appartiene a una delle famiglie non più ricche ma fra quelle di più antica nobiltà e più potenti per prestigio sociale e per legami politici. E’ suora nel convento francescano di Monticelli presso Firenze ma, per volere del fratello Corso, viene rapita dal chiostro – forse nel 1285 o nel 1288.&nbsp;Corso Donati dà in moglie la povera Piccarda a Rossellino della Tosa, suo violento seguace nella fazione dei Guelfi Neri.

Dante lo colloca tra i contumaci dell'Antipurgatorio&nbsp;e ne fa il protagonista del&nbsp;Canto III&nbsp;della II Cantica. Manfredi racconta che dopo essere stato colpito a morte nella battaglia di Benevento, si pentì dei suoi orribili peccati e chiese perdono a Dio, che gli concesse per questo la salvezza: se il vescovo di Cosenza, spinto da papa Clemente IV a dargli la caccia, si fosse reso conto di questo, il suo corpo sarebbe ancora sotto il mucchio di pietre presso il ponte dove fu sepolto, invece di essere stato disseppellito e trasportato a lume spento lungo il fiume Liri. È pur vero che chi muore dopo essere stato scomunicato dalla Chiesa, anche se si è pentito, deve attendere nell'Antipurgatorio un tempo trenta volte superiore a quello trascorso in vita in contumacia, a meno che i vivi non gli abbrevino questa attesa con le preghiere. Manfredi prega allora Dante di dire tutto questo alla figlia Costanza, perché la fanciulla sappia che lui non è dannato e preghi per la sua anima.

Dante lo sceglie come guida nel Paradiso per innalzarsi alla visione di Dio, agli uomini non basta la scienza teologica (rappresentata da Beatrice), ma occorre l'ardore contemplativo e il soccorso della grazia che possono giungere attraverso l'intercessione della Madonna. Dopo la guida di Virgilio, simbolo della razionalità e di Beatrice, simbolo della teologia, ora a guidare è San Bernardo di Chiaravalle, che rappresenta il momento mistico, il momento che mette in condizione di guidare la divinità

Piccarda Donati

Virgilio si trova nel Limbo, il I cerchio dell'Inferno. Quando incontra Dante intraprende un viaggio con lui per arrivare al Paradiso, ma Virgilio si dovrà fermare alla fine del Purgatorio perché non gli è concesso vedere la luce di Dio, perciò è costretto a tornare all'Inferno.

Cacciaguida, che si trova nel cielo di Marte tra gli spiriti militanti per la fede, è infatti un soldato crociato che muore proteggendo il santo sepolcro, e con il Poeta compie un excursus sulla Firenze antica, sulla morigeratezza che vigeva nella città, improntata ai valori della tradizione della famiglia patriarcale.

Cacciaguida racconta poi di essere partito per la Crociata in cui morì per mano di gente turpe, giungendo da quel martirio direttamente al Paradiso. Dante lo colloca fra gli spiriti combattenti che si manifestano&nbsp;nel V Cielo del Paradiso, sotto l'influsso di Marte. Il personaggio è introdotto nei Canti XV, XVI, XVII e XVIII del Paradiso, in posizione centrale nella Cantica, data l'importanza delle parole che rivolgerà al poeta.

M. Porcio Catone (95-46 a.C.), detto il Giovane o l'Uticense per distinguerlo dall'avo Catone il Censore, è avversario di&nbsp; Cesare&nbsp;nella guerra civile e muore suicida a Utica dopo la sconfitta nella battaglia di Tapso (46 a.C.). Il personaggio è interpretato nel Medioevo cristiano come supremo esempio di difensore delle libertà politiche e repubblicane, al punto di sacrificare la propria vita per esse; è riconosciuto anche come modello di vita austera e dignitosa.

Dante Alighieri..................................................... 3 Virgilio........................................................................ 8 Caronte.................................................................... 12 Paolo e Francesca............................................ 16 Ulisse......................................................................... 20 Conte Ugolino..................................................... 24 Catone..................................................................... 29 Manfredi.................................................................. 33 Beatrice................................................................... 37 Cacciaguida....................................................... 42 Piccarda Donati................................................ 46 Costanza di Altavilla...................................... 50 San Bernardo...................................................... 54

Dante Alighieri è l'autore e il protagonista della Divina Commedia. Dante nasce a Firenze nel 1265, da una famiglia benestante di parte guelfa. Nelle sue prime opere narra l'amore per Beatrice che il poeta incontra per la prima volta nel 1274, all'età di nove anni. Nel 1290 sposa Gemma Donati per volontà delle famiglie ed ha tre figli. Dante partecipa alla politica fiorentina ed appartiene alla fazione dei Guelfi Bianchi, sostenitori del popolo grasso, e viene condannato a morte quando i Guelfi Neri, favoriti da Papa Bonifacio VIII, si impadroniscono di Firenze nel 1301. Da quel momento Dante non può rientrare nella sua città. In questo periodo scrive la Divina Commedia. Durante il suo esilio Dante è ospite di alcune famiglie tra cui i Da Polenta di Ravenna, dove muore nel 1321.

Presentando la figura di Manfredi, Dante la inserisce nel contesto del Purgatorio nonostante fosse stato scomunicato perché sceglie di dare credito a una diceria secondo la quale, in punto di morte, Manfredi si sarebbe riconciliato con Dio, pentendosi dei propri peccati: Eresia, ateismo, e lotta contro i valori cristiani. Come ha fatto nell'Inferno, anche in questa seconda cantica, Dante fa descrivere alle anime che incontra il momento esatto che ne ha determinato il destino ultraterreno. Dante riprende una dottrina teologica della sua epoca, che prevedeva che una persona potesse pentirsi in cuor suo e quindi accedere al purgatorio senza confessione.

Piccarda si trova assegnata al Cielo più basso del Paradiso poiché in vita è stata monaca, ma non ha rispettato i suoi voti. Tuttavia, dice Piccarda, lei non soffre di questa condizione.&nbsp;Dante&nbsp;le chiede come sia possibile, e lei spiega che le anime difettive, essendo pervase dalla carità, non desiderano più di quel che hanno. Anzi, il loro stato di beatitudine consiste proprio nel far coincidere i propri desideri con quelli di Dio. Dante chiede allora a Piccarda come mai non abbia tenuto fede ai suoi voti, e lei gli spiega che in gioventù aveva scelto di seguire i voti dell’ordine fondato da santa Chiara, ma alcuni uomini malvagi l'hanno rapita e allontanata definitivamente dalla vita che aveva scelto.&nbsp;

Bernardo di Chiaravalle è un monaco cristiano, abate e teologo francese dell'ordine Cistercense, fondatore della celebre abbazia di Clarvaux, di cui è stato abate e di altri monasteri. Viene venerato come santo dalla Chiesa Cattolica, da quella Anglicana e dalla Chiesa Luterana. Canonizzato nel 1174 da Papa Alessandro III nella cattedrale di Anagni è dichiarato dottore della Chiesa da Papa Pio VIII nel 1830. Nel 1953 Papa Pio XII dedica a lui l'enciclica Doctor Mellifuus.

Perché sono stati incontinenti, ossia non hanno saputo limitare la passione che provarono l'uno per l'altra. A differenza dello stesso Dante, il cui amore per Beatrice era del tutto spiritualizzato, Francesca e Paolo invece passarono all'amore carnale, peccaminoso nel loro caso poiché Francesca era già sposata col fratello di Paolo, Gianciotto.

Perché è accusato di aver dato suggerimenti ingannevoli, come il cavallo di Troia e l'inganno ad Achille; di avere sfidato il volere divino superando le Colonne d'Ercole e di aver visto l'isola del Purgatorio.

Quando Dante giunge&nbsp;in cima alla montagna del Purgatorio trova il Paradiso Terrestre. Qui incontra Beatrice, a dieci anni dalla sua morte. La donna gli appare avvolta in una nuvola di fiori gettati dagli Angeli, simile al sole, che all'alba è avvolto di nebbia rosata perché si possa sostenerne la vista. Beatrice inoltre nel Paradiso&nbsp;rappresenta la fede e ne è il simbolo.

Catone                                                                                                                                                                                                              

Caronte ha il compito di traghettare le anime dei defunti dannati oltre il fiume Acheronte, per permettere a questi di iniziare la vita ultraterrena e scontare la propria pena.

Sulla base di quanto affermato da alcuni studiosi, la Beatrice dantesca corrisponde al personaggio storico di Beatrice Portinari (detta Bice). La sua morte causa a&nbsp;Dante&nbsp;una profonda crisi. Dante descrive Beatrice come una&nbsp;donna dignitosa, molto bella, umile, cortese e dotata di grazia spirituale.

Si trovano nell'Inferno, nel cerchio dei lussuriosi (coloro che amano il lusso e fare una vita sfarzosa). In questo cerchio ci sono lamenti e forti venti. La bufera li colpisce e trasporta alla frana nella roccia dove bestemmiano la potenzia divina.

Costanza d'Altavilla, o&nbsp;Costanza I di Sicilia, ultima regina della Casa d'Altavilla, è stata&nbsp;regina sovrana di Sicilia, in quanto erede designata del nipote&nbsp;Guglielmo II<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_II_di_Sicilia"> </a>di Sicilia e&nbsp;reggente del medesimo regno, per conto del figlio&nbsp;Federico II di Svevia. Costanza è dunque madre di Federico II condannato nel canto X dell'Inferno come eretico e nonna di Manfredi, collocato in Purgatorio nel canto III.

Non gli è consentito andare in paradiso poiché è un pagano e non ha conosciuto Cristo. Per questo motivo Dante afferma che non può ascendere alla dimensione paradisiaca. Virgilio è collocato nell'inferno insieme a quelli che sono denominati "gli spiriti magna" nel primo cerchio(limbo).

Cacciaguida degli Elisei&nbsp;nato a Firenze nel&nbsp;1091&nbsp;circa, e morto nella seconda crociata a Palestina&nbsp;1148 circa, è stato un&nbsp;militare e crociato italiano, trisavolo di&nbsp;Dante Alighieri&nbsp;e insignito della&nbsp;cavalleria.

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Le ragioni che spingono Dante a porre come custode del Purgatorio un pagano, per di più suicida ed anticesariano, sono state al centro di una grande questione critica. Non è, infatti, possibile ritenere che, quando il Giudizio Universale porrà fine all'esistenza del Purgatorio, Catone ritorni nel Limbo e non salga, invece, nel Paradiso. Il Catone dantesco è, tuttavia, simbolo di libertà morale, di fermezza di carattere, di senso della giustizia e della responsabilità del singolo per il bene comune: tutto ciò fa impallidire il suo essere pagano.

Marinkovic Gabriela Tuninetti Tommaso

Dante compie un viaggio e percorre l'Inferno, il Purgatorio ed infine il Paradiso. In questo suo viaggio immaginario compiuto nella primavera del 1300 inizialmente è smarrito in una "selva oscura" e, quando tre animali gli impediscono il passaggio per raggiungere Gerusalemme, accorre in suo aiuto Virgilio che gli fa da guida. Il poeta deve visitare il regno dei morti per potersi salvare: scende all'Inferno dove incontra le anime dei dannati e per ultimo Lucifero. Dante e Virgilio salgono poi sul monte del Purgatorio, dove incontrano le anime che si purificano dai loro peccati, per poter accedere al Paradiso. Dante prosegue così il suo viaggio con Beatrice, la sua amata, nel Paradiso. Grazie a lei e con l'aiuto di San Bernardo il nostro protagonista trova la forza di salire nei cieli del Paradiso ed è pronto per vedere la luce di Dio.

Caronte si trova all'Inferno, precisamente sul fiume Acheronte, il fiume che devono attraversare tutte le anime per andare nel proprio girone e scontare la propria pena.

Pur prendendo parola solo alla fine, Manfredi è il&nbsp;protagonista del Canto III del Purgatorio. Figlio naturale di Federico II di Svevia e Bianca Lancia del Monferrato, egli nacque nel 1232. Fu educato alla corte palermitana e si distinse per cultura. Divenne reggente del Regno di Sicilia e dell’Italia Meridionale di cui lasciò poi le redini a Corrado IV. Manfredi si scontrò con la Chiesa per il possesso del Regno di Napoli, che il papato considerava un proprio feudo. Venne incoronato a Palermo nel 1258 e continuò, sulla scia del padre, la politica di opposizione al potere temporale del papato e di sostegno alle fazioni ghibelline italiane. Per questo motivo iniziò ad essere perseguitato: venne scomunicato una prima volta da Papa Innocenzo IV, ma fu poi perdonato e nominato vicario della Chiesa. Manfredi morì valorosamente nella&nbsp;Battaglia di Benevento&nbsp;del 1266.

Ugolino della Gherardesca, ghibellino, aveva tradito la sua città d'accordo con l'arcivescovo Ruggeri degli Ubaldini, che però lo aveva tradito a sua volta, facendolo condannare a morte. In seguito a una rivolta popolare, nel 1288, il conte viene catturato e chiuso nella Torre della Muda con i suoi figli e nipoti. Dopo pochi giorni senza cibo, i figli e i suoi nipoti  lo vedono disperato dalla fame che si morsicava le mani e allora si offrono come "pasto" a lui, ma rifiuta. Dopo alcuni giorni i figli e i nipoti muoiono di fame e il Conte Ugolino per sfamarsi mangia i loro cadaveri, ma dopo pochi giorni pure lui muore.

Collocata&nbsp;nel primo cielo, quello della Luna, dove sono beati gli spiriti che non hanno portato a compimento i propri voti, Piccarda è la prima anima che Dante incontra nel Paradiso. La sua presenza nel Paradiso è annunciata dal fratello Forese (Purg. XXIV 10-15).

Dante include Costanza fra i beati del Paradiso, tra gli spiriti difettivi per inadempienza del voto che gli appaiono&nbsp;nel cielo della Luna, nel canto III del Paradiso. È Piccarda Donati a mostrarla, affermando che si trova alla sua destra e si accende di tutto il lume del cielo dove si trovano.

Paolo Malatesta e Francesca da Polenta, sono le due figure più importanti del V canto della Divina Commedia, nel quale Dante affronta i lussuriosi. Le due famiglie dei da Polenta da Ravenna e dei Malatesta da Rimini erano tra le più conosciute della Romagna. In seguito a un periodo di conflitti, decisero di allearsi facendo sposare Francesca da Polenta con l'anziano Gianciotto.

Ulisse, chiamato anche Odisseo, è un famoso personaggio della mitologia dell’antica Grecia. Egli è nato nell’isola di Itaca, un'isola greca del mar Ionio che fa parte dell'arcipelago delle isole Ionie. Ulisse è il figlio di Laerte e uomo tra i più valorosi achei che all’interno dell' opera del poeta Omero, l'Iliade,&nbsp;riesce a entrare nella città fortificata di Troia, grazie allo stratagemma del cavallo.

Dante compie questo viaggio per ritrovare la "retta via" e riavvicinarsi a Dio. Dante nel poema rappresenta non solo se stesso, poeta in esilio, ma diventa il simbolo dell'umanità intera che si è persa nella selva del peccato e deve purificarsi.

Giunti nel Paradiso Terrestre, Virgilio saluta Dante e si appresta a tornare nel Limbo.&nbsp; Beatrice si sostituisce al poeta latino nel ruolo di guida attraverso i nove cieli del Paradiso. Diventerà lei la guida del poeta fino all’Empireo, dove sarà San Bernardo a condurre Dante fino a Dio.

Scuola Secondaria di I grado - Aldo Moro Seriate

a.s. 2022-2023 classe 2^C

I personaggi

Caronte è il traghettatore infernale ed è la prima creatura diabolica che incontra Dante. Da questo primo incontro il poeta ne uscirà spaventato. Dante e Virgilio vedono arrivare verso di loro una barca con a bordo un vecchio con la barba e i capelli lunghi e bianchi e con uno sguardo malvagio. Caronte preannuncia a Dante che la barca che lui un giorno dovrà prendere, sarà più leggera rispetto a quella dell'inferno e lo scrittore si tranquillizza.

 Ulisse si trova all’interno del XXVI canto dell’Inferno, inserito tra i consiglieri di frode.

Dante dà credito alla leggenda in base alla quale il Papa l'avrebbe tolta dal monastero di Palermo in cui si era ritirata, per costringerla alle nozze da lui preparate con Enrico VI e costretta a sposarsi dalla sua famiglia.

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