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Mediterraneo_3A

by CHIARA BERTOLDI

Pages 4 and 5 of 30

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E’ una serena notte estiva. Il cielo stellato si riflette su un’acqua ormai gelida. Le risate dei bagnanti e dei turisti si sono spente con il tramonto del sole, lasciando al mare la sua tranquillità, troppa tranquillità. Ma qualcosa increspa il lento movimento delle onde…
In lontananza si intravede una massa uniforme scendere piano piano nell'oscurità del fondale marino, dopo che l’acqua si è impossessata del suo corpo ed ha posto fine alla sua vita. Più il tempo passa più il suo colore diventa sempre meno definito a causa delle acque gelide che lo invadono. La sua pelle è ormai raggrinzita e il suo corpo si fa trasportare dalla corrente del mare, avvicinandosi sempre di più al fondale. Il mare ha inzuppato e schiarito i suoi vestiti, rendendoli stracci.
Sarà stato un marinaio o una persona qualunque? Chi lo sa? Il viso non è chiaramente visibile, ma si capisce che non era questo il modo in cui voleva morire. 
Attorno a lui ora c’è solo nero, un nero infinito, l’acqua gelida e i pesci che gli passano a fianco come se niente fosse.
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Gli animali però si fanno sempre più minacciosi e il mare da calmo diventa inquietante; appena il cadavere tocca il fondale quegli esseri famelici si fiondano su di lui e in pochi secondi gli mangiano gli occhi ed entrano nel corpo per cibarsi dei suoi organi interni. Protetti dall’oscurità, un secondo gruppo di pesci gli si getta addosso strappandogli la pelle ormai in decomposizione con i loro denti a seghetta, lasciando solo lo scheletro. Quando non c’è più nulla da mangiare si sparpagliano nel mare profondo da dove erano venuti.