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FAVOLE E FIABE

by Bosco Beatrice

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FAVOLE & FIABE
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Scuola Regina Mundi
I Liceo Scientifico
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INDICE
Bagnoli Pietro:
LA LUMACA E L'USIGNOLO
IL FOLLETTO FORTUNATO

Biffi Matteo:
IL SEGRETO DEL MONDO NASCOSTO

Ferrari Beatrice:
IL MISTERIOSO EROE
IL PRODE CONIGLIO

Frezzato Jordi:
IL PRINCIPE SOLO
LA VOLPE E LA GALLINA

Guerrieri Gaia:
LA PRINCIPESSA, IL CANE E LA VOLPE CHE SI CREDEVA UN DRAGO
CAMILLA, LA TARTARUGA CORAGGIOSA

Iannello Michele:
IL RE CON IL CAPPELLO MAGICO
IL ROSPO E IL COCCODRILLO
Martinelli Lorenzo:
LA REGINA E IL DELFINO
LA MUCCA E LA CAPRA

Palese Armando:
SALVIAMO L'OCEANO
L'OCA RIBELLE

Pileci Stefania:
ALLA RICERCA DELLA BACCHETTA
LA TALPA E IL CERBIATTO

Travaglino Federico:
LA RANA SCHIACCIASASSI
IL BAMBINO "VAI VIA"

Traversi Edoardo:
LO STREGONE DELL'ISOLA
IL MAIALE E LA FARFALLA

Volpi Simone:
I DUE FRATELLI
L'AGNELLO E L'ORSO

Zilioli Pietro:
IL CERVO IMPAURITO
LA FATA FERITA
Questa favola dà un insegnamento molto importante... leggetela per scoprirlo!
Bagnoli Pietro

Una lumaca passava sotto ad un grande albero spoglio, con le foglie secche e pieno di rami spezzati. Passava da lì per andare verso il suo rifugio: una foglia verde e splendente.
Sopra all'albero vi era un usignolo, che si stava pulendo con le ultime foglie rimaste.
L'usignolo vide la lumaca che passava e le disse: ”Dove vai, piccola lumachina?”.
Lei rispose: ”Verso la mia dolce casa, usignolo”.
Ma subito l'uccellino la attaccò: ”Se solo tu potessi volare, sarebbe molto più semplice“ e si mise a ridere deridendola. L'usignolo allora disse: ”Tornerò anche io a casa mia; tu ci metterai così tanto che domani ti troverò ancora qua”.
Spiegò il volo distratto, ma appena si alzò un'aquila gli venne incontro e in preda al panico l'uccellino iniziò a volare di qua e di là, cercando di scappare.
Ma per lui non ci fu pietà: venne mangiato dal rapace.
La lumaca sorrise.
Non c'è bisogno di fretta nel fare le cose, perché poi vengono male. È proprio vero che chi va piano va sano e va lontano, ognuno ha i suoi tempi, non come l'usignolo che ha deriso la lumaca ma poi è finito male.
La lumaca e l'usignolo
Bagnoli Pietro
Questa favola parla di un elfo e della magia di una terra incantata.
Il folletto fortunato
C'era una volta una valle incantata, abitata da un folletto di nome Elfo. Viveva serenamente nel paese delle meraviglie. Erano anni che viveva in quel posto.
Nella sua valle, la valle dei Felici, c'era un lago, il lago del Bisogno.
Elfo però era stufo di quella vita: era solo felicità e comodità, non aveva mai scoperto cosa c'era fuori in quel mondo per lui segreto.
Quindi un giorno andò al lago del Bisogno. Gli serviva un consiglio, un aiuto. Il lago allora decise di ascoltarlo.
Gli donò un bastone, ma non era un bastone semplice, era il Bastone dei desideri .
Subito Elfo, preso dalla emozione e dalla scoperta, decise di andarsene da quel posto e di intraprendere una lunga avventura.
Varcata la soglia della valle, si ripromise che non avrebbe mai più messo piede lì dentro.
Incontrò sul suo cammino un uccellino, che gli indicò la via per la prima tappa che avrebbe oltrepassato.
Si chiamava Birdie ed era un usignolo. Anche lui era stato in un certo senso incatenato, perché era scappato via dal Paese dei Pettirossi. Elfo e Birdie divennero subito amici e continuarono il loro viaggio nel vasto mondo delle Fantasie. Intraprendendo il viaggio, Elfo capì di essere davvero fortunato: aveva trovato un amico e chissà quanti altri ne avrebbe conosciuti!
IL SEGRETO DEL MONDO NASCOSTO
C’era una volta un uomo di nome Marco, con il suo fedelissimo cane Bobby, un pastore tedesco che avevano regalato a Marco quando aveva solamente tre anni. Loro due avevano passato tutta la loro vita insieme ed erano diventati migliori amici. Bobby era così abituato a sentire il suo padrone parlare che riusciva a percepire gli argomenti che diceva. Loro vivevano in una fattoria in Trentino vicino ad un bosco. Marco e Bob andavano spesso a tagliare la legna per portarla alla fattoria e la usavano per alimentare il fuoco e fare delle piccole sculture. Marco adorava i giochi di ruolo, soprattutto i giochi di avventura e fantasia. Quel giorno decise di prendere il tronco più bello che aveva e intagliarci una delle sue figure preferite: l’orco. L’orco era il personaggio che sceglieva sempre, nessuno ha mai capito perché gli piacesse così tanto ma lui lo adorava. Dopo ore e ore di lungo lavoro riuscì ad intagliare solamente la faccia di quell’essere, era talmente ben fatto che sembrava veramente realistico, ma quando si fece mezzanotte Bob e Marco decisero di coprire la scultura e andare a dormire. Nel cuore della notte Bob si svegliò ululando e abbaiando contro la statua, a quel punto Marco si svegliò e prese Bob per il collare riportandolo dentro casa. Il mattino seguente Bob e Marco si svegliarono e videro la statua sempre allo stesso posto, quindi tolsero il velo per continuare il lavoro, ma Marco notò che la statua che precedentemente era stata scolpita con gli occhi aperti aveva gli occhi chiusi. Marco decise di scolpirli nuovamente ma vide che gli occhi sotto le palpebre erano inquietanti, così tanto inquietanti che sia Marco che Bob si spaventarono.
Matteo Biffi
Decisero di non farci troppo caso e di continuare il lavoro. Dopo un’altra giornata passata a scolpire terminarono tutto l’orco, ma in mezzo alla base trovarono una specie di anello. Inizialmente pensarono fosse una particolarità del legno, ma poi Bob iniziò a mangiare il legno fino a trovare l’anello. Appena Marco provò a prenderlo in mano si scottò, provò a prenderlo con diversi oggetti sia di stoffa che di metallo ma gli oggetti di stoffa si bruciarono e il metallo si sciolse. Dopo un’intera giornata passata a cercare di prendere l’anello vide un piccolo solco nel dito dell’orco che non aveva fatto lui, prese il dito della scultura e lo staccò; notò che era un pezzo ad incastro, dopo aver preso il dito provò a metterlo nell’anello e, avvicinandolo, l’anello e il dito si unirono. Marco prese il dito e lo mise sull’orco e Marco vide che quegli occhi inquietanti si mossero: piano piano iniziò a muoversi tutto l’orco. Dopo un paio di attimi in cui Bobby e Marco rimasero impietriti, Marco prese una pala e provò a colpire l’orco nell’intento di fargli del mare ma non gli fece neanche un graffio. L’orco cominciò a parlare dicendo che lui veniva dal bosco, però la sua tribù lo aveva incolpato per un crimine che non aveva commesso, quindi lo presero e lo trasformarono in un albero: era stato prigioniero in quell’albero per duecentocinquantasei anni e finalmente era stato liberato. Marco e Bob sentendo quella storia molto triste gli permisero di restare alla fattoria e vissero tutti felici e contenti.
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