Iliade (I scientifico)

I Greci, provati da nove giorni di peste, si riuniscono in assemblea, cercando un modo per porre fine al flagello. L'indovino Calcante non rivela la soluzione se prima Achille non promette di proteggerlo. Allora dopo che Achille fa la sua promessa, Calcante dice che, per porre termine al flagello, Agamennone deve restituire Crise al padre Criseide. Agamennone pronuncia forti parole verso Achille e minaccia di prendersi la sua schiava. Achille prova ad aggredirlo, ma viene fermato da una dea. Alla fine il Pelide decide di uscire dalla tenda portando con sé la sua ira.

The Greeks, tired by nine days of plague, gather together in the assembly, looking for a way to end the scourge. Calcante does not reveal the solution if Achilles does not promise to protect him first. Then after Achilles makes his promise, Calcante says that to end the scourge Agamemnon must return Crise to his father Criseide. Agamemnon utters strong words towards Achilles and threatens to take his slave. Achilles tries to attack him, but he is stopped by a goddess. The son of Peleo eventually decides to leave the tent carrying his wrath.

La città di Troia fu rasa al suolo dai greci a seguito di diversi attacchi, ma fu l’ingegnoso stratagemma di Odisseo, con la costruzione del cavallo di Troia, che portò alla vittoria gli achei. Successivamente la città venne anche bruciata. Oggi noi sappiamo che Troia è esistita realmente perché sono stati condotti diversi scavi archeologici e studi nella zona in cui doveva essere collocata e sono state trovate le rovine della città, ma all’inizio del XIX secolo (prima che venissero scoperti i resti) molti erano scettici riguardo la reale esistenza della città. Molti studiosi sostenevano, infatti, che l’epica fosse solo finzione e fantasia. Frank Calvert insieme a Frederik Calvert intrapresero gli scavi proprio nel luogo in cui Omero descrisse la posizione della città di Troia, cioè nel

nord-ovest dell’Anatolia. Schliemann nel 1868 giunse nell’area d’interesse su invito di Frank Calvert, perché quest’ultimo, dopo aver comprato la collinetta di Hisarlik (la zona descritta da Omero nell’Iliade), non aveva più fondi per condurre gli scavi. Nel 1868 iniziarono gli scavi e Schliemann trovò diversi manufatti preziosi,&nbsp;sostenendo di aver trovato i resti di Troia e il tesoro di Priamo, anche se si scoprì qualche tempo dopo che la città sulla collinetta di Hisarlik era costruita sulle rovine di quella precedente e quello che aveva trovato Schliemann apparteneva all’età micenea. Dagli scavi si dedusse che Troia doveva essere una città di circa dieci mila abitanti, che prosperò fino al 1180 a.C. circa e che la sua posizione era molto strategica sia per la difesa che per il commercio. Oggi il sito è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio di Troia.&nbsp;

Ad un tratto, Achille aveva recuperato la lancia e l’aveva conficcata vicino alla spalla di Ettore. Prima di ucciderlo definitivamente infilzandogli il petto con il gladio, aveva detto delle ingiurie e affermato che accetterà il suo destino, ma che in quel momento il troiano doveva cessare di vivere. Ettore, invece, prima di essere coperto dal velo della morte, aveva chiesto di non essere lasciato in pasto ai cani, ma Achille non si interessava delle sue parole ormai. Dopo il duello, Achille aveva bucato i talloni del teucro e fatto passare delle corde attraverso, per poi legarlo al suo carro. Fatto ciò, aveva compiuto diversi giri delle mura di Troia, straziando il corpo di Ettore e umiliandolo davanti a tutti.

INGLESE: Hector is not ready to fight Achilles, he is scared and tries to escape, but he can’t go away from the greek hero. They start to throw their spears, Achilles does not hit Hector and Hector hits his shield. Then they start to fight with swords. Achilles wins the fight and before Hector dies, he asks not to be left to be eaten to dogs and birds, but the hero kills him, ties him to the chariot and drags him to the ground, humiliating him.

SPAGNOLO: Aquiles tiene que matar a Héctor. Él está muy enfadado con héroe troyano porque ha matado a Patroclo, que es un buen amigo para el griego, casi como un primo. Ellos empiezan arrojándose las lanzas: Héctor esquiva la lanza de Aquiles y después golpea su escudo. Luego empiezan utilizando las espadas y Aquiles logra matar a Héctor. Este no quiere acabar devorado por los perros y los pájaros. Aquiles, luego, lo ata a un carro y lo arrastra por el suelo, humillándole delante de todo el mundo.

Este es el libro XVI vv 20-45 y está ambientado en la tienda de Aquiles, donde él y su amigo Patroclo están discutiendo, porque después de que Aquiles ha abandonado la guerra, los aqueos tienen muchos problemas, incluso los soldados.&nbsp;más fuertes y valientes son los heridos, como Titis, Diomedes, Ulises, Agamenón y Euripilio.&nbsp;Por eso Patroclo lo acusa de todo el dolor de los aqueos y dice, maldiciendo incluso a los dioses, que nunca tendrá una ira como la de Aquiles.&nbsp;Aún llorando, también dijo que debería estar avergonzado y que realmente no podía ser el hijo de Teti y Peleo.&nbsp;Entonces ella, desesperada, logró convencerlo de que le prestara su armadura y armas, pensó que si los troyanos pensaban que él era el verdadero Aquiles, los troyanos huirían y los aqueos tomarían valor y pronto la ciudad.

Achille piange disperato sul corpo morto di Patroclo di Nikolaj Ge

Personaggi coinvolti: Odisseo (astuto e molto convincente), Diomede (secondo solo ad Achille per valore in battaglia), Nestore (tra i più saggi e anziani dei greci), Ettore (il più forte tra le fila troiane) e Dolone (brutto, però il più rapido tra i troiani).

È un brutto momento per i Greci, costretti ad indietreggiare fino alle navi dai Troiani, mentre questi ultimi occupano la pianura antistante la città. Tra i Greci, dopo che il tentativo di convincere Achille a tornare in battaglia è fallito, Agamennone raduna i condottieri greci. Il vecchio Nestore, molto saggio, consiglia di far infiltrare

qualcuno nel campo troiano e Diomede subito si offre, a patto che con lui venga un compagno. Tra i molti volontari sceglie Odisseo, poiché egli è molto astuto e sa parlare in modo convincente. Nello stesso momento tra i Troiani Ettore ha la stessa idea, ma solo un uomo si fa avanti: Dolone, una persona brutta ma rapida, che chiede come ricompensa i cavalli e il carro di Achille. Dolone si avvia rapidamente verso le navi greche, ma Odisseo lo vede, e decide di tendere una trappola. Dice a Diomede di lasciarlo avvicinare un poco per poi sorprenderlo uno da un lato e uno dall’altro e che, se gli fosse sfuggito, avrebbero dovuto spingerlo verso le navi in modo che prima o poi l’avrebbero preso.

Patroclo atacó&nbsp;a los troyanos&nbsp;matando&nbsp;a 27 de sus hombres. Más tarde Apolo sin hacerse ver lo agredió&nbsp;a su vez dejándolo aturdido.&nbsp;De nuevo fue herido por Euforbo con una lanza. A continuación&nbsp;el&nbsp;Menecíada se retiró&nbsp;pero fue&nbsp;perseguido por Héctor que en cuanto lo alcanzó&nbsp;lo golpeó,&nbsp;haciéndole caer al suelo con fuerza. Poco después Héctor acusa a Patroclo de no haber mantenido la promesa hecha a Aquiles: asesinar a Héctor.&nbsp;Patroclo le responde diciéndole que no haga alarde de su muerte porque antes de&nbsp;él le habìan atacado Apolo y Euforbo. Patroclo justo antes de morir le predice su destino:&nbsp;morirá&nbsp;por manos de Aquiles. Héctor intenta robarle las armas, pero&nbsp;Áyax y Menelao se lo impiden dando inicio a una batalla.&nbsp;Mientras los aqueos defendían el cuerpo de Patroclo, decidieron comunicar a Aquiles lo sucedido, pidiendo a Antíloco que se hiciera cargo. Corriendo, llegó&nbsp;al campamento de Mirmidones donde estaba Aquiles que, al conocer la noticia, quedó&nbsp;destrozado.&nbsp;

Aconsejado por Antíloco se dirigió&nbsp;hacia la batalla donde inició&nbsp;a gritar para aterrar a los enemigos.&nbsp;Los troyanos asustados se retiraron, y asì Aquiles pudo acercarse al cuerpo de su amigo.&nbsp;

IL DUELLO TRA ETTORE E ACHILLE

Libro numero XXII Michele Iannello e Pietro Bagnoli

AMBIENTAZIONE: Porte Scee PERSONAGGI: - Zeus, padre degli dei - Atena, dea - Achille, eroe greco - Ettore, eroe troiano - Spettatori

Achille era davvero infuriato per la morte di suo cugino Patroclo, la sua ira era implacabile. Ormai era giunta l’ora di Ettore. Ettore era preso dal panico: non aveva mai affrontato un eroe come lui. Aveva le sembianze di Enialio, eroe dall’elmo ondeggiante. Era così spaventato che aveva deciso di darsi alla fuga, ma questo si era rivelato inutile perché ormai il Pelide lo aveva in pugno.

Anche gli dei stavano assistendo alla scena e Zeus stava aiutando il troiano a scappare, ma poi Atena era intervenuta ricordandogli che ormai il suo destino era segnato. Dopodiché Atena si era trasformata in Deifobo, cercando di convincere Achille a fermarsi, e per questo Ettore si era avvicinato con più coraggio ad Achille; lui però era molto irato e chiedeva che si seguissero le regole cavalleresche. Il duello era iniziato con lo scagliarsi delle lance. Ettore era riuscito a schivare quella dell’eroe greco e la sua aveva centrato lo scudo del nemico, trapassando vari strati. Ettore poi aveva chiesto un’ulteriore lancia a Deifobo, ma egli non gliela aveva data e dunque si era reso conto di essere stato ingannato dalla dea Atena. Il duello proseguiva con le spade. I due si provocavano e Ettore si disperava perché aveva compreso che gli dei volevano la sua morte.

Héctor era hijo de Príamo, rey de Troya, tenía muchos hermanos y los más importantes eran Cassandra quien había predicho la caída de Troya y París que fue una de las causas, según el mito, por las que estalló esta famosa guerra. Héctor era el príncipe destinado al trono, siendo el hermano mayor y el más valiente de los guerreros troyanos. Fue un héroe con gran determinación y astucia, un héroe valiente y de buen corazón, pero feroz y combativo en la guerra. Andrómaca era hija de Eection, rey de Tebas, y el mito cuenta que fue enviada por su padre para darle a Héctor un heredero en un matrimonio concertado como era común en ese momento, pero ella se enamoró de él, por lo que se dice que Héctor se fue a Tebas a pedir casarse con ella y ella aceptó.

Un episodio conmovedor de la Ilíada fue cuando Héctor quiso ir a saludar a su esposa Andrómaca y a su hijo Astianatte antes de ir a luchar contra Aquiles, el más fuerte de todos los guerreros, y la dolorosa despedida entre los dos esposos tuvo lugar cerca de las puertas. Scee, donde Andrómaca le recordó el asesinato de toda su familia a manos de Aquiles. Aquiles, de hecho, había matado a su padre, sus siete hermanos y su madre había sido convertida en esclava. Por esas desgracias, para Andrómaca Héctor lo era todo, de hecho en la Ilíada hay una cita suya donde dice: "Héctor, por tanto, para mí eres padre, eres mi noble madre, eres hermano, eres mi marido floreciente".

Hector was the son of Priam, king of Troy, he had many brothers and the most important were Cassandra, who had predicted the fall of Troy, and Paris who was one of the causes for which this famous war broke out.

Hector was a hero with great determination and cunning, he married Andromache, a Trojan woman of great beauty and with her he had a son, Astianatte. Andromache was the daughter of Eection, king of Thebes, and the myth tells that she was sent by her father to give Hector an heir in an arranged marriage, as it was common at the time, but she fell in love with him. So it is said that Hector went to Thebes to ask to marry her and she accepted. An episode in the Iliad was when Hector wanted to go to meet his wife Andromache and his son Astianatte before going to fight against Achilles. The painful farewell between the two spouses took place near the doors Scee, where Andromache reminded him the killing of her family. Achilles, in fact, had killed her father, her seven brothers and her mother had been made a slave. Because of these misfortunes, for Andromache, Hector was everything, in fact in the Iliad she said: “Hector, therefore, to me you are my father, you are my noble mother, you are brother, you are my flourishing husband”.

Approfondimento: le istituzioni politiche al tempo della guerra di Troia.

Circa attorno al 1200 a.C., periodo in cui si è combattuta la guerra di Troia tra troiani e micenei, in Grecia era forte l’istituzione politica della polis, una città-stato che come punti di forza aveva: leggi uguali per tutti e indipendenza dalle altre polis. A capo di queste città c’era un sovrano, chiamato wánax, affiancato dal lawaghètas, un capo militare, e dagli hequetài, dei guerrieri con dei carri da guerra. C’erano poi i telestài, sacerdoti o nobili. Infine c’era il basilèus, che successivamente indicherà il re, il quale era in quel periodo solo un funzionario reale. Artigiani e fabbri godevano di un certo prestigio in quella civiltà, mentre il resto dei cittadini viveva

attorno alla città in piccoli villaggi (dàmoi), amministrando una parte delle terre coltivabili, mentre l’altra era gestita da sacerdoti. In fondo alla scala sociale c’erano i dòuloi, gli schiavi, che appartenevano o a palazzi e templi o a individui privati.

uomo in tal modo orribile non dovrebbe neanche osare a parlare dei re e che la sua era tutta invidia nei confronti dei re e di tutti i soldati migliori di lui. Successivamente Odisseo minacciò Tersite di spogliarlo dalle sue vesti e di spedirlo in patria coperto solo dalla vergogna. Poco dopo Odisseo colpì violentemente Tersite sulla schiena con un bastone di legno ed egli si curvò piangendo. I guerrieri intorno a lui, nonostante nel profondo fossero dispiaciuti per Tersite, iniziarono ad avvicinarsi per deriderlo perché nella civiltà greca antica uno dei valori che un soldato deve avere è il coraggio oltre alla resistenza e un vero guerriero non piange mai.

English summary Thersites was the most desplicabile men who came to fight for the siege of Troy. He had crooked legs, curved shoulders and a head similar to a pear. He was a lot hated by Achilles and Odysseus because he always insulted and offended the kings. A day Thersites decided to accuse Agamennone of abuse of power and he railed against the king. Thersites during his allegations said that Agamennone was selfish and he was exploiting the Greek soldiers because the few rewards they obtained, the spoils of war, the king took them away from them to keep for himself. Then Thersites said what Agamennone had done to Achilles, that the king wanted Briseis, Achille's slave, for himself. Thersites also says that if Achilles had avenged himself against Agamennone, the king wouldn’t be alive. Odysseus after the accusations of Thersites replied with tone and later Odysseus violently struck him on the back with a wooden stick.&nbsp;

In the plain in front of Troy there was a fight and there was no room for gestures of clemency or pity among the enemies, not even behind promises of wealth and gifts. However, two opponents, Glauco the Trojan and Diomede the Greek, exchange some words and discover that they are bound by bonds of hospitality from their families in the past.

Instead of fighting, they move to another point on the battlefield to learn more about what their loved ones have done.

O Dea, raccontami in versi l’ira portatrice di morte di Achille, figlio di Peleo, che causò moltissime morti tra gli Achei, gettò nell’Aldilà prima del tempo le anime di molti eroi coraggiosi e abbandonò i loro cadaveri perché fossero il pasto terrificante di cani e uccelli (si compiva così il volere di Giove), da quando per la prima volta un violento litigio divise il figlio di Atreo Agamennone, re dei coraggiosi, e il divino Achille.

Oh Diosa, cuéntame en verso sobre la ira de Aquiles, hijo de Peleus, que causó muchas muertes entre los Achei, arrojó a la otra vida antes de que las almas de muchos héroes valientes, y abandonó sus cadáveres para ser la comida aterradora de perros y pájaros (cumpliendo así la voluntad de Júpiter), ya que por primera vez una violenta pelea dividida atreo Agamemnon, rey de los valientes, y el divino Aquiles.

Achille&nbsp;(patronimico&nbsp;Pelide): figlio della Dea Teti (una ninfa marina) e di Peleo (re di Ftia), il più forte e valoroso guerriero acheo. Agamennone&nbsp;(patronimico Atride): re di Argo e di Micene, fratello di Menelao, figlio di Atreo e marito di Clitemnestra (che in seguito lo ucciderà per aver accettato di sacrificare la figlia). Egli è il comandante dell'esercito acheo.

O Goddess, tell me in verse about the wrath of Achilles, son of Peleus, who caused many deaths among the Achei, threw into the afterlife before time the souls of many brave heroes, and abandoned their corpses to be the terrifying meal of dogs and birds (thus fulfilling the will of Jupiter), since for the first time a violent quarrel has divided atreo Agamemnon's son, king of the braves, and the divine Achilles.

Iris invites Elena to go to watch the duel on the walls and so she goes on the tower near the gates of Troy where she meets Priam and all the noble elders of Troy. Priam tells Elena that she would become the bride of the man who would win the duel so she starts thinking about her wedding life with the winner. In the meantime, Menelaus accepts the challenge with Paris but before their fight Aphrodite creates fog to make Paris fly the fight in order to bring him together with Elena.

Iris invita a Elena para ir a ver el duelo en las murallas y luego va a la torre cerca de las puertas de Troya, se encuentra con Príamo y todos los nobles ancianos de Troya. Priam le dice a Elena que se convertiría en la novia del hombre que ganaría el duelo, así que empieza a pensar en su vida matrimonial con el ganador. Mientras tanto, Menelao acepta el desafío con París, pero antes de su pelea, Afrodita crea un poco de niebla para hacer escapar París del duelo para reunir a París y Elena.

Mentre gli achei faticano a difendere la salma, decidono di incaricare qualcuno di comunicare ad Achille quanto avvenuto e viene scelto Antiloco. Menelao comunica al messaggero della morte di Patroclo e Antiloco quindi corre verso l’accampamento dei Mirmidoni. Quando scopre della tragedia, Achille viene preso dallo strazio assoluto e si versa polvere sulla testa; assistendo a questa scena anche le schiave e Antiloco iniziano a piangere il caduto. Antiloco consiglia al Pelide di recarsi verso la battaglia e urlare per terrorizzare i nemici. I troiani si ritirano e Achille raggiunge il corpo dell’amico per piangerlo un’altra volta.

Patroclos&nbsp;assaulted&nbsp;the Trojans and&nbsp;killed&nbsp;27 people. Apollo hit&nbsp;his&nbsp;back and&nbsp;stunned&nbsp;him. He&nbsp;got&nbsp;wounded&nbsp;again&nbsp;by a&nbsp;spear that Euphorbus threw to him. The son of Menoetius tried to retire from the battle but Hector followed him and then he pierced his belly with a spear, making him collapse. The son of Priam humiliated Patroclos by saying that he didn't manage to keep Achilles' promise because he was weak. Patroclos replied saying that Hector shouldn't brag about having killed the son of Menoetius, and that Achilles was going to make him perish. Both sides started to fight around his corpse. The Achaeans chose Antilochus to tell Achilles about what had just happened. When he heard about what happened to Patroclos, the son of Peleus started to cry, then he scared the Trojans to free his friend's body.

This is Book XVI vv 20-45 and is set in Achilles' tent, where he and his friend Patroclus are arguing, because after Achilles has abandoned the war the Achaeans are in great difficulty, even the&nbsp;stronger and more valiant soldiers are wounded, like Titis, Diomedes, Odysseus, Agamemnon and Euripilio. Therefore Patroclus accuses him of all the pain of the Achaeans, and says, cursing even the gods, that he would never have a wrath like Achilles's. Crying he also said that he should be ashamed and that he couldn't really be the son of Thetis and Peleus. Then out of desperation he managed to convince him to lend him his armor and weapons. He thought that if the Trojans had thought that were the real Achilles, the Trojans would have fled and the Achaeans would have taken courage and soon the city.

Gli invitati di Agamennone di Jean Auguste Dominique Ingres

Inizialmente, quando Dolone sente rumore di passi, pensa che siano altri Troiani mandati da Ettore, ma si accorge che erano nemici e scatta veloce come un fulmine verso le navi degli Achei. Quando Dolone sta per passare in mezzo alle guardie che vegliavano sul

porto e sulle navi greche, Atena dà una spinta di forza ad Odisseo in modo che sia lui il primo a colpire Dolone e non una delle guardie.&nbsp; Odisseo scaglia la lancia sbagliando apposta e quella passa sfiorando la spalla destra del troiano e si pianta in terra. Dolone si ferma, bianco per lo spavento e chiede di essere risparmiato, dicendo che suo padre a casa aveva montagne di oro, argento e bronzo che avrebbe dato per riscattarlo. Odisseo prova a calmarlo: “Perché hai già la morte nell’anima? Calmati, ma rispondi alle mie domande con sincerità”. La prima domanda riguarda la sua presenza nei campi greci:&nbsp;chi lo aveva mandato? Dolone risponde, con le gambe che tremavano per la paura, dicendo che Ettore gli

Del Liceo scientifico Regina Mundi (classe I Scientifico) 2020 - 2021

coloro per i quali è innegabile la presenza di un solo autore per entrambe le opere. Il maggior esponente della critica analista fu Friedrich August Wolf e la sua linea di pensiero trovò forza nel 1795, quando Wolf affermò che, dato che i due poemi hanno elementi appartenenti a epoche diverse, Omero era solo l’aedo più famoso tra quelli che scrissero i diversi libri. Gli analisti consideravano Omero un comune poeta e a stento confermavano la sua esistenza, dunque il poeta non poteva essere reintrodotto per spiegare la complessità e l’unità intera del

poema. Difatti il limite della critica analista era proprio quello che nonostante ponesse in risalto le incongruenze ed elementi differenti nei due poemi, faticava a spiegare l’unità presente nelle due opere. Nel 1859 Adolf Kirchhoff fece degli studi approfonditi sull’Odissea e identificò tre poemetti differenti. Wolfgang Shadewalt fu la figura più rappresentativa degli unitari. Nel 1938 intraprese uno studio approfondito sull’Iliade e ne dedusse che sia l’Iliade che l’Odissea erano frutto di un unico cantore, basandosi sulla fitta reta di rapporti interni all’Iliade.

Los griegos, juzgados por nueve días de peste, se reúnen en la asamblea, buscando una manera de acabar con el flagelo. Calcante no revela la solución si Aquiles no promete protegerlo primero. Luego, después de que Aquiles hace su promesa, Calcante dice que para poner fin a la la lacra Agamenón debe devolver Crise a su padre Criseide. Agamenón pronuncia palabras fuertes hacia Aquiles, amenaza con llevarse a su esclavo. Aquiles intenta atacarlo, pero es detenido por una diosa. Pelide finalmente decide dejar la tienda por su ira.

Achille&nbsp;(patronimico&nbsp;Pelide): figlio della Dea Teti (una ninfa marina) e di Peleo (re di Ftia), il più forte e valoroso guerriero acheo. Agamennone&nbsp;(patronimico Atride): re di Argo e di Micene, fratello di Menelao, figlio di Atreo e marito di Clitemnestra (che in seguito lo ucciderà per aver accettato di sacrificare la figlia). Egli è il comandante dell'esercito acheo. Calcante: indovino greco che svela la causa del flagello lanciato da Febo Apollo.

L'episodio si svolge in una tenda dei Greci.

L'espressione&nbsp;kalokagathìa&nbsp;indica nella cultura greca del&nbsp;V secolo a.C.&nbsp;l'ideale di perfezione fisica e morale dell'uomo. La bellezza nella cultura greca arcaica è concepita come un valore assoluto donato dagli dei all'uomo e spesso associato alle imprese di guerra dell'eroe&nbsp;omerico.

«Tutte le qualità buone e belle devono essere tenute in esercizio e la saggezza non meno delle altre.»

La&nbsp;kalokagathia&nbsp;dunque rappresenta la concezione greca del bene connessa all'azione dell'uomo e si sostiene quindi che vi sia una complementarità tra "bello" e "buono": ciò che è bello non può non essere buono e ciò che è buono è necessariamente bello.

Frezzato Jordi Terzo libro

Personaggi coinvolti: - Priamo, re di Troia - Elena (anche chiamata "braccio bianco" dato il colore chiaro della sua pelle) - Iride (piede rapido) - Agamennone (valoroso atride) - Paride (figlio di Priamo) Ambientazione: campo di battaglia, pianura, città di Troia.

Riassunto Paride avanza in prima linea,&nbsp;sfida il nemico a misurarsi con lui.&nbsp;Accetta la sfida Menelao che balza dal carro con una tale veemenza che Paride,&nbsp;impaurito,&nbsp;si rifugia tra i suoi.&nbsp;Ettore espone ai due eserciti la proposta di Paride, cioè risolvere la guerra con un duello.&nbsp;Menelao accetta,&nbsp;ma chiede come garanzia la presenza di Priamo in persona e l’offerta di sacrifici rituali.

Ettore invia in città due araldi&nbsp;per chiamare Priamo e procurare due agnelli per il sacrificio.&nbsp;Intanto Elena,&nbsp;invitata dalla messaggera divina Iris che ha assunto l’aspetto di Laodice,&nbsp;la più bella tra le figlie di Priamo, si reca sulle mura per assistere al duello.&nbsp;Sulla torre presso le porte di Troia incontra Priamo e tutti i nobili anziani di Troia. Priamo dice a Elena che sarebbe diventata sposa dell'uomo che avrebbe vinto il duello, così lei inizia a pensare alla sua vita da sposa insieme al vincitore. Il duello non si conclude, perché Paride viene sottratto da Afrodite che, avvolgendolo nella nebbia, lo porta in salvo; grazie al suo salvataggio i due amanti finalmente si riuniscono.

Greeks were suffering, and in the evening the leaders got together

and Nestor proposed to send people to spy the enemy. Diomede offered himself and asked to Ulysses if he could go with him. Ulysses accepted and Agamennon&nbsp;decided to send Diomede and Ulysses to spy Trojans and allies. In the same moment, in the Trojan camp on the land in front of the city, Hector sent Dolone to spy the Greeks. Ulysses saw Dolone and with Diomede surprised him. When they captured him, Dolone started to tremble and Ulysses started to ask many questions and got a lot of answers. In the end Dolone asked to obtain freedom but Ulysses said: “sorry, but I can’t give you freedom because if I free you, you are sure going to tell Hector” and quickly Diomede cut the head of Dolone.

Resumen en español Tersites fue el hombre más despreciable entre los que fueron a luchar por el sitio de Troya. Él tenía las piernas torcidas, los hombros encorvados y la cabeza parecida a una pera. Aquiles y Ulises lo odiaban mucho porque insultaba y ofendía a los reyes. Un dia, Tersites decidió acusar a Agamenón de abuso de poder y arremetió contra el rey. Tersites en sus acusaciones dijo que Agamenón era egoísta y explotaba a los soldados griegos quitandoles el botin quedandoselo para el. Entonces Tersites contò delante de todos lo que Agamenon le habia hecho a Aquiles, es decir, que el rey se habia quedado para sí a Briseida, la esclava de Aquiles. Tambien Tersites dijo que si Aquiles se hubiera vengado de Agamenón, el rey no estaría vivo. Despues de las acusaciones de Tersites, Ulises respondió con tono y luego golpeó con violencia a Tersites en la espalda utilizando un palo de madera.

Los soldados alrededor de Tersites comenzaron a burlarse de el, aunque en el fondo lo lamentaran.

En la llanura frente a una Troya había combates y no había lugar para los gestos de clemencia o piedad entre los enemigos, ni siquiera detrás de promesas de riquezas y regalos, sin embargo, dos adversarios, Glauco el troyano y Diomedes el griego, intercambian algunos palabras y descubren que están atados por lazos de hospitalidad de sus familias en el pasado.

En lugar de luchar contra los dos, los dúos se trasladan a otro punto del campo de batalla para averiguar más sobre lo que han hecho sus seres queridos.

Poi gli disse che anche suo padre aveva sofferto molto, perché la sorte gli aveva dato un solo figlio, che sarebbe morto prematuramente e che piangere non sarebbe servito per riportare in vita Ettore. Achille poi lo invitò a sedersi sul suo seggio e a riposarsi. Priamo gli rispose che voleva soltanto vedere il corpo di suo figlio. Ma decise di sedersi dopo che Achille scocciato gli disse che se avesse continuato a chiederglielo avrebbe potuto anche disobbedire agli dei e ucciderlo. Achille prese i doni che Priamo gli aveva portato e poi fece lavare il corpo di Ettore e, dopo averlo vestito, lo adagiò nel carro di Priamo. Successivamente invitò il re a fermarsi lì a mangiare e prepararono una sorta di banchetto funebre. I due parlarono per tutta la notte e Priamo infine gli chiese un letto per potersi riposare.&nbsp; Achille gli promise che avrebbero fermato la guerra per potergli far onorare il figlio, poi lo lasciò dormire.&nbsp; Quando Priamo si risvegliò, Achille e gli altri stavano ancora dormendo; allora lui corse al suo carro, svegliò l’araldo e insieme fecero ritorno a Troia, dove vennero accolti con gioia da tutti. Quando riuscirono ad entrare nella reggia, presero Ettore e lo posero su un letto intarsiato. Si levò un lamento funebre.

Achilles continued to be enraged on Hector’s body to avenge the death of his friend Patroclus.&nbsp;The messenger Iris went to the old king Priam, to provide him with the necessary information to enter the camp of Acheus.&nbsp;In the evening, unarmed Priam went to Acheus' camp to obtain the return of Hector’s body. Achilles took the gifts Priam had brought him and then had Hector’s body washed and after he had dressed it he put it in Priam’s car. Later he invited the king to stop there for lunch and they prepared a funeral banquet.

Omero fu originariamente un aedo, si pensa che probabilmente fosse cieco e in seguito divenne un poeta dotato di eccezionali capacità poetiche. Egli è noto per essere l’autore dell’Iliade e dell’Odissea, due dei poemi più importanti di tutta la letteratura occidentale e ovviamente greca. La figura di Omero è molto misteriosa perché di lui si conosce poco, dato che in nessuno dei due poemi ci sono dei riferimenti espliciti all’autore. Già a partire dall’età ellenistica si iniziò a dubitare del fatto che un solo autore potesse aver idealizzato e scritto due opere così vaste e con temi molto differenti tra loro. A seguito di queste supposizioni si crearono due principali correnti di pensiero, riguardo all’autore dei due poemi,

costituite da coloro che sostengono che le due opere siano state scritte in due fasi diverse della vita di Omero e coloro che ritengono che l’Iliade e l’Odissea siano state scritte da una pluralità di autori. Successivamente agli studi di due filologi, tali supposizioni diedero origine nell’Ottocento alla “Questione omerica” ed emerse la linea degli analisti, formata da coloro che sostengono l’esistenza di una molteplicità di autori, tutti posti sullo stesso piano. In contrapposizione agli analisti nacquero gli unitari, costituiti da

Personaggi coinvolti: - Glauco - Diomede Nella pianura davanti a Troia si combatteva e non c’era spazio per gesti di clemenza o per pietà tra i nemici, neanche dietro promesse di ricchezze e doni. Tuttavia due avversari, Glauco il troiano e Diomede il greco, prima di combattere si scambiano alcune parole e scoprono di essere legati da vincoli di ospitalità dalle loro famiglie nel passato.

Invece di combattere, i due si spostano in un altro punto del campo di battaglia per saperne di più su quello che avevano fatto i loro cari.

Sepoltura e vita dopo la morte nell'antica Grecia

Secondo la concezione greca, quando qualcuno moriva, l’anima giungeva al regno del dio Ade. Per accedervi bisognava esser stati sepolti, ma anche i vivi potevano entrarci tramite luoghi segreti come il lago d’Averno. I dannati finivano nel Tartaro, mentre i virtuosi andavano a vivere nei Campi Elisi. Nell’antica Grecia si pensava che i cadaveri dovessero essere sepolti perché l’anima (psyché), in caso il corpo fosse stato lasciato in pasto a cani e uccelli, non avrebbe potuto raggiungere l’Ade. La salma veniva lavata, poi unta con balsami, avvolta in un sudario e infine posta su una barella. A questo punto veniva intonato il lamento funebre. Dopo si effettuava un sacrificio e l’animale ucciso veniva mangiato durante il banchetto funebre.

Il corpo veniva bruciato su un rogo e le ossa venivano poste dentro un’urna. Quest’urna veniva calata dentro una fossa e poi sotterrata. Per indicare la posizione della tomba veniva posta un’anfora (donne) o un cratere (uomini), che avevano funzione simile alla moderna lapide. Un esempio è l’anfora “del lamento funebre” collocata presso il Dìpylon, una delle porte di Atene. In alcuni casi il cadavere non veniva bruciato ma sepolto dentro una fossa rettangolare. Certe volte in onore del defunto venivano indetti giochi funebri.

Federico Travaglino Personaggi: Achille e Patroclo Ambientazione: tenda di Achille

Il libro XVI ai versi 20-45 è ambientato nella tenda di Achille, dove lui e il suo amico Patroclo stanno&nbsp;discutendo, perché, dopo che Achille ha abbandonato la guerra, gli achei sono molto in difficoltà e anche i soldati più forti e valorosi sono feriti, come Titide, Diomede, Odisseo, Agamennone ed Euripilio. Perciò Patroclo lo accusa di tutto il dolore degli achei e prega, invocando anche gli dei, che non gli venga mai un'ira come quella che ha in corpo Achille. Sempre piangendo, dice anche che dovrebbe vergognarsi e che non poteva essere davvero il figlio di Teti e Peleo. Poi per disperazione riesce a convincerlo di prestarli la sua armatura e le sue armi; pensa infatti che se, i troiani avessero pensato che&nbsp;fosse il vero Achille, i troiani sarebbero scappati e gli achei avrebbero preso coraggio e presto la città.

A proposito di armi! Nell’antica Grecia, in particolare durante la guerra di Troia, si utilizzavano in guerra solamente uno scudo, una lancia, la spada e molto spesso anche i pugnali. Le spade erano di diversi tipi: o molto lunghe o di lunghezza media. Erano molto appuntite e con la lama molto sottile. Le lance erano molto lunghe e molto spesso erano utilizzate per iniziare i combattimenti, come quello tra Menelao e Paride.

Resumen en español: Era un momento muy difícil para los griegos, porque habían sufrido una terrible derrota. Por la noche los comandantes se reunieron y hablaron de cómo ganar algunas batallas, y Néstor propuso infiltrar a unos soldados para espiar a los troyanos y obtener información. Diomedes, muy valiente, se ofreció, pero a cambio le pidió a Odiseo que fuera con él. Odiseo aceptó y ellos partieron. Después de muy poco tiempo Odiseo vio a una persona que se estaba acercando. En seguida le dijo a Diomedes que ellos lo cogerían por sorpresa, y así fue. Él empezó a correr pero Atena ayudó a Odiseo para capturarle antes de los guardias y el héroe arrojó su lanza que pasó al lado de Dolone, el hombre troyano que se detuvo, pálido por el susto y por esto fue capturado. Después de haberlo atado, Odiseo empezó a hacer preguntas y él, que tenía

muchísimo miedo, contestó a todas, acusando a Héctor de haberle enviado para espiar a los griegos, prometiéndole a cambio el carro de Aquiles. Después de esto Odiseo le preguntó donde se encontraban los campamentos de los troyanos y Dolone le contestó que estaban por toda la llanura y que los guardias solamente vigilaban por la noche porque todos los aliados estaban durmiendo, y que la manera mejor para infiltrarse era colarse entre los tracios porque estaban lejos de todos. Al final Dolone estaba convencido de poder estar libre, pero Odiseo le dijo: “tú no puedes estar libre por que si yo te doy la libertad tú vas a Hector y se lo cuentas todo” y mientras Dolone empezaba a orar Odiseo y Diomedes rápidamente cortaron la cabeza del troyano.

ll&nbsp;tesoro di&nbsp;Priamo&nbsp;è un insieme di oggetti in metalli preziosi che&nbsp;Heinrich Schliemann&nbsp;scoprì nel sito dell’antica&nbsp;Troia&nbsp;e che egli attribuì al&nbsp;re Priamo. Gli oggetti, ritrovati nel livello denominato&nbsp;Troia II (il secondo livello sepolto della città), appartengono in realtà alla prima metà del&nbsp;III millennio a.C.. Sono dunque molto più antichi degli avvenimenti narrati nell’Iliade&nbsp;che, secondo la tradizione, sono collocabili all’inizio del&nbsp;XII secolo a.C.. Dopo tre anni di scavi il ritrovamento avvenne alla vigilia della chiusura della campagna archeologica, il 14 luglio&nbsp;1873, e portò alla luce diversi oggetti di valore.

Personaggi - Tersite, il parlatore petulante - Achille, piè veloce - Agamennone, il re supremo - Odisseo, il prudente

Ambientazione La vicenda è ambientata nell'accampamento dei greci per l'assedio di Troia.

Durante un comune giorno all’accampamento per l’assedio di Troia, Tersite decise di inveire sciaguratamente contro Agamennone, accusandolo di essere un egoista, un opportunista e di sfruttare l’animo dei soldati achei che da tempo ormai combattevano per lui senza dargli nulla in cambio, anzi privando anche i guerrieri achei dei loro bottini di guerra. Tersite nel suo discorso di accuse e contestazione dell’autorità di Agamennone citò anche Achille con lo scopo probabilmente di far intimorire Agamennone.&nbsp;Odisseo dopo aver seguito il discorso del

Riassunto del canto Tersite era l’uomo più brutto e spregevole che si fosse recato alle campagne per l’assedio di Troia: aveva le gambe storte, era zoppo da un piede, aveva le spalle ricurve e una testa a pera su cui crescevano dei capelli radi. Era molto odiato da Achille e Odisseo perché insultava e sparlava dei re.&nbsp;

parlatore petulante Tersite, intervenne e inizialmente gli rispose con tono a favore di Agamennone dicendo che un

Nel 1868&nbsp;Schliemann, l’archeologo dilettante, l’uomo ormai leggendario al pari del sito e del tesoro che scoprì, sbarca ad Itaca. Senza licenza di scavo da parte del governo turco,&nbsp;Schliemann&nbsp;affonda il primo colpo di piccone nell’aprile del 1870. La prima parte degli scavi rivela subito resti di mura ciclopiche ed una grande porta, pochi oggetti, tracce di un antico incendio e anche una&nbsp;moneta&nbsp;che reca l’iscrizione “Hector&nbsp;Ilion” - Ettore di Troia.&nbsp;Schliemann&nbsp;esulta: è sicuro di aver trovato la Troia omerica, ma non si rende conto d’aver scoperto una città che possiede nove periodi storici sovrapposti, dall’età del&nbsp;bronzo&nbsp;al periodo&nbsp;ellenistico-romano. Schliemann&nbsp;pubblica a sue spese i resoconti delle ricerche che vengono accolti con scetticismo e respinti dagli accademici per i metodi poco ortodossi usati negli scavi. Il governo turco blocca i lavori, adirato per la disinvoltura con la quale&nbsp;Schliemann&nbsp;ignora ogni prassi burocratica per ottenere una licenza ufficiale. Intanto risorge la cittadella di Troia: le fortificazioni, il basamento di un tempio, le fondamenta di case sorprendentemente modeste e le mura di un “megaron” - il palazzo reale - ma così piccolo e insignificante rispetto alle descrizioni di Omero che&nbsp;Schliemann,&nbsp;fedele&nbsp;al testo, le scarta e le abbatte per scavare più a fondo. Nella tarda primavera del 1873, appare una rampa, una strada lastricata. Nella trincea intorno alla rampa&nbsp;Schliemann&nbsp;vede brillare qualcosa e istintivamente manda via tutti gli operai, aspetta il tramonto e, segretamente, rimuove la terra intorno all’oggetto misterioso.

LA MORTE DI PATROCLO E IL DOLORE DI ACHILLE

Libro XVI, XVII e XVIII Autore: Edoardo Traversi Personaggi: Patroclo, figlio di Menezio Apollo, dio del sole alleato con i Troiani Euforbo, figlio di Pantoo Ettore, figlio maggiore del re di Troia Priamo Menelao, figlio di Atreo e fratello di Agamennone Aiace Telamonio, figlio di Telamone e cugino di Achille Antiloco, figlio di Nestore Achille, figlio di Peleo Ambientazione: Campo di battaglia Patroclo attacca i Troiani con una furia paragonabile ad Ares e uccide ventisette uomini. A un certo punto Apollo lo raggiunge furtivamente e lo colpisce, stordendolo e facendogli sporcare con il sangue l’armatura di Achille.

Viene ferito nuovamente da Euforbo di Pantoo, che gli scaglia contro una lancia, e subito dopo si nasconde in mezzo alla folla. In seguito il Meneziade si ritira fra i compagni, ma Ettore lo insegue e lo colpisce al basso ventre con un’asta di bronzo. Patroclo stramazza emettendo un gran fragore, straziando i cuori degli Achei. Ettore parla a Patroclo, vantandosi del fatto che egli non sia stato in grado di assoggettare Ilio e che non sia stato in grado di mantenere la promessa di Achille consistente nell’uccidere Ettore stesso (effettivamente quanto dice è incorretto, perché Achille voleva che Patroclo non si esponesse troppo durante la battaglia, al contrario di quanto egli sosteneva). Il Meneziade risponde dicendo che Ettore non deve portare il vanto di uccisore di Patroclo perché prima di lui ci furono Apollo ed Euforbo a colpirlo, quindi Ettore lo uccide per terzo e, prima di perire, gli comunica il suo destino, quello cioè di cadere per mano del Pelide Achille. Ettore tenta di rubargli le armi, ma Aiace Telamonio e Menelao glielo impediscono, scatenando una grande battaglia intorno al corpo di Patroclo.

INCONTRO TRA PRIAMO E ACHILLE

Personaggi: - Achille - Priamo - Dio Ermes - Patroclo Ambientazione: l’incontro tra Priamo e Achille avviene nel campo acheo, dove si trova la tenda di Achille

Aquiles siguió cebándose en el cuerpo de Héctor para vengar la muerte de su amigo Patroclo. El mensajero Iris fue a ver al viejo rey Príamo, para proporcionarle la información necesaria para entrar en el campamento de los aqueos. Por la noche, Príamo, desarmado, fue al campamento de los aqueos para obtener la devolución del cuerpo de Héctor. Aquiles tomó los regalos que Príamo le había traído y luego ordenó que se lavara  el cuerpo de Héctor y después de haberlo vestido lo puso en el carro de Príamo. Más tarde invitó al rey a quedarse allí para comer y prepararon una especie de banquete funerario.

Achille continuava ad infierire sul corpo di Ettore per vendicare la morte dell’amico Patroclo. Gli dèi ebbero pietà del corpo di Ettore, pertanto mandarono Teti a comunicare al figlio Achille la loro rabbia nei suoi confronti per quello che stava facendo. Nel frattempo la messaggera Iride andava dal vecchio re Priamo, per fornirgli le informazioni necessarie per entrare nell’accampamento Acheo. Nella notte, Priamo disarmato e in compagnia di un anziano partì, con un carico di doni e ricchezze da offrire ad Achille per ottenere la restituzione del corpo di Ettore. Grazie alla protezione del dio Ermes, Priamo riuscì ad arrivare fino alla tenda di Achille senza che nessuno lo vedesse.

Entrò nella tenda senza che Achille si accorgesse, si inginocchiò davanti a lui e gli baciò le mani. Achille si stupì e guardò le altre persone che erano nella tenda. Priamo baciò le mani che tanti figli gli avevano ucciso, ne aveva cinquanta ed ora quei pochi che gli erano rimasti erano buoni solo a danzare e a suonare la cetra, non a difendere una città. Parlò ad Achille e gli disse di ricordarsi suo padre e del dolore che lui non provava, perché un figlio ce lo aveva, anche se era lontano da lui. Poi gli chiese se potesse vedere il corpo del suo amato figlio Ettore. Achille gli rispose dicendogli che è destino che gli uomini vivano nel dolore e solo gli dei vivano felici.

VI LIBRO Stefania Pileci e Matteo Biffi Personaggi: - Ettore - Andromaca - Astianatte Ambientazione: il racconto è ambientato davanti alle porte Scee. Riassunto del canto Ettore era figlio di Priamo, re di Troia. Aveva molti fratelli e i più importanti furono Cassandra, che aveva predetto la caduta di Troia, e Paride, che fu una delle cause, secondo il mito, per la quale la famosa guerra scoppiò. Ettore era il principe destinato al trono, essendo il fratello maggiore e il più valoroso dei guerrieri troiani. Egli era un eroe con grande determinazione e astuzia, un eroe coraggioso e dal cuore buono, ma in guerra feroce e combattivo.

Sposò Andromaca, donna troiana di grande bellezza, con la quale ebbe un figlio, Astianatte. Andromaca era figlia di Ezione, re di Tebe, e il mito narra che lei fu mandata dal padre per dare un erede ad Ettore in un matrimonio combinato come era comune ai tempi, ma lei se ne innamorò. Si narra che Ettore andò a Tebe per chiedere di sposarla e lei accettò. Episodio toccante nell’Iliade è quando Ettore volle andare a salutare la moglie Andromaca e il figlio Astianatte prima di andare a combattere contro i greci. Il doloroso addio tra i due sposi avvenne presso le porte Scee, dove Andromaca gli ricordò l’uccisione di tutta la sua famiglia per mano di Achille. Il Pelide, infatti, le aveva ucciso il padre, i sette fratelli e la madre era morta di dolore. A causa di queste disgrazie, per Andromaca, Ettore era tutto, infatti nell’Iliade dice: “ Ettore, dunque, per me tu sei padre, tu sei la mia nobile madre, sei fratello, sei il mio sposo fiorente”.

La maschera di Agamennone è una maschera funebre in lamina d'oro, scoperta nel 1876 a Micene. H.&nbsp;Schliemann&nbsp;credette di aver scoperto i resti del leggendario re&nbsp;acheo Agamennone, da qui il nome. Benché le recenti ricerche archeologiche abbiano stabilito che la maschera sia databile tra il&nbsp;1550 e il&nbsp;1500 a.C., periodo molto anteriore a quello in cui si crede sia vissuto il re, il nome con cui è nota la maschera è rimasto. Questa maschera raffigura il volto di un uomo con barba. È costituita da una lamina d'oro con dettagli a sbalzo: i due fori presenti vicino alle orecchie indicano che la maschera veniva fermata sopra il volto del defunto per mezzo di una corda sottile.

Esistono diversi quadri raffiguranti il celebre duello tra Ettore e Achille. Sono anche stati rinvenuti vasi rappresentanti questa scena. In tutti si possono notare elementi ricorrenti, come le armature, le armi e le mura di Troia. Gli eroi sono sempre rappresentati in modo glorioso, belli e forti, poiché si cerca di far fede a ciò che è scritto nell'Iliade. In alcuni dipinti è possibile vedere anche l'intervento degli dei molto citato nel poema.

APPROFONDIMENTO DI ARTE

promise i cavalli e il carro di Achille, e lui in cambio sarebbe dovuto andare fino al campo greco per vedere se ancora sorvegliavano le navi o se erano troppo stanchi. Dopodiché Odisseo chiede dove si trovavano gli accampamenti troiani, Ettore, le truppe, gli alleati e cosa stessero pensando di fare. Dolone a quel punto racconta tutto e non avrebbe di sicuro potuto aggiungere altro: dice che Ettore stava con i consiglieri, e che non c’erano posti di guardia perché i Troiani vegliavano nel campo facendosi forza l’un l’altro. Alla domanda: “Vegliano gli alleati? Oppure dormono?” racconta che non vegliano e che sono divisi in gruppi. Consiglia inoltre se volevano infiltrarsi tra le fila troiane di infilarsi tra i Traci, isolati e senza sentinelle, essendo appena arrivati

e quindi stanchi.&nbsp;Dolone, convinto di essersi riscattato, chiede di legarlo e al loro ritorno liberarlo, ma Diomede, crudamente, gli dice che non avrebbero potuto lasciarlo vivere perché avrebbe raccontato tutto a Ettore e sarebbe andato avanti a spiare i Greci e, mentre Dolone cerca di convincerli supplicandoli, in un attimo Diomede tira fuori il pugnale e tronca la testa, tagliando il collo di netto in un singolo, veloce, quanto letale, movimento.

COME È NATA L'IDEA DI QUESTO EBOOK?

Un giorno la nostra professoressa ci ha proposto di scrivere un libro inerente l’Iliade, argomento affrontato in classe. L’idea ci ha colpito e ci siamo messi subito all’opera. Il libro è un riassunto del testo originale scritto da Omero, tradotto in italiano.

Nel libro ci sono i capitoli principali dell’Iliade. Ognuno è raccontato in italiano, con dei piccoli riassunti scritti in lingua spagnola e inglese; in aggiunta si trovano rimandi all’arte e ad altri approfondimenti.

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