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Poesia civile. Una finestra sul mondo.

by Loretta De Martin

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Poesia civile
Una finestra
sul mondo












Classe 3A
SSIG "Zanella"
A.S. 2022-2023
Aspetta la tua impronta

L’indifferenza è inferno senza fiamme.
Ricordalo scegliendo
fra mille tinte il tuo fatale grigio.
Se il mondo è senza senso,
tua solo è la colpa.
Aspetta la tua impronta
questa palla di cera.

Maria Luisa Spaziani
Aspetta la tua impronta

L’indifferenza è inferno senza fiamme.
Ricordalo scegliendo
fra mille tinte il tuo fatale grigio.
Se il mondo è senza senso,
tua solo è la colpa.
Aspetta la tua impronta
questa palla di cera.

Maria Luisa Spaziani
Addio
care anime spente
vite perse nella foresta
umanità caduta nell’oblio

Voglio scusarmi con voi
perché vi abbiamo definiti
troppo diversi
troppo voi stessi
indegni di vivere
quando eravamo noi
indegni del vostro
coraggio
di combattenti
delle diversità
coraggio
di cavalieri
dell’arcobaleno
coraggio
di difensori
dell’amore

Scriveremo i vostri nomi
sui muri
sulle strade
li scolpiremo nelle nostre 
menti
per ricordarci di voi
che chiedevate 
soltanto
di poter amare
coloro per cui 
vi batteva il cuore

Addio
care anime spente
umanità
come inchiostro
indelebile
sul foglio del mondo

(Emma)
L’idea per questa poesia mi è venuta, per la prima volta in tre anni, molto presto. A dire la verità volevo scrivere il testo argomentativo su questo, inizialmente, ma non ne ho avuto il coraggio. Forse per paura del giudizio degli altri, ma in realtà l’unica persona che mi impediva di farlo era me stessa. Ma facendo questo percorso ho capito: devo alzare la voce, anche io. E così è nata la mia poesia sui suicidi legati all’omofobia.
Il processo di scrittura è iniziato un po’ a rilento: ero letteralmente bloccata, anche per i motivi detti prima, e non avevo idea di da dove cominciare. Volevo raccontare la storia di un ragazzino che subisce bullismo a causa dell’omofobia a scuola, e ogni sera torna a casa un po’ più cupo, per poi alla fine togliersi la vita, e finire in un addio generale a tutti coloro a cui è successo questo. Ma scrivevo veramente con fatica, tanto che mi sono chiesta: perché non inizio con questo addio? Quindi ho cominciato a scrivere, tutto d’un fiato.
La struttura della mia poesia è circolare: inizia e finisce con un addio, ma sono in realtà diversi: il primo serve per introdurre e, con “umanità caduta nell’oblio”, sottolineare quanto la società tende a dimenticare, a tralasciare questi avvenimenti, e a far pensare al lettore che queste persone che si sono suicidate erano degli esseri umani, erano parte dell’umanità. Nelle successive strofe mi rivolgo proprio a queste persone: prima mi scuso con loro a nome della società, poi riconosco il loro coraggio. Credo che questo possa aiutare il lettore a riflettere su quanto essi abbiano dovuto, e debbano anche in questo istante, combattere per poter essere ciò che sono. Nella strofa dopo rallento un po’ il ritmo, e faccio una specie di “promessa” a tutti loro: ricordarli, e ricordare il motivo per cui se ne sono andati. E infine si arriva al secondo addio, che come ho detto prima è diverso dal primo: stavolta, questo pezzo di umanità non è dimenticato, ma indelebile nel mondo. All’inizio al posto di “sul foglio del mondo” avevo scritto “su questo foglio bianco”, ma poi ho pensato che questo metaforico foglio non potrebbe essere bianco, dato che sono successe tante cose nella storia. Ho usato varie strategie, tra cui il potere del tre, che ho utilizzato nella prima e nella seconda strofa, in cui ho disposto i tre elementi in ordine crescente (troppo diversi, troppo voi stessi, indegni di vivere). Ho voluto far risaltare alcune parole, tra cui diversità, arcobaleno, umanità, indelebile e molte altre, per questo ho usato l’enjambement su molti (forse troppi) versi. Ho scelto di non mettere il titolo perché credo che con questo argomento qualsiasi titolo sarebbe stato riduttivo. Voglio che il messaggio arrivi al lettore diretto, senza “ghirigori”. Ho usato anche il “mostra non dire”: non dico mai esplicitamente di cosa sto parlando, credo di averlo fatto emergere principalmente in due punti, ovvero quando nomino l’arcobaleno e nei versi “chiedevate/soltanto/di poter amare/coloro per cui/vi batteva il cuore”. Questo per far capire che parliamo di persone LGBT, credo che il tema del suicidio emerga soprattutto nell’inizio e nel finale.Insomma, sono felice di questo percorso. E’ stato tormentato, ma sono orgogliosa di aver scritto questa poesia. Era da tempo che volevo parlare di questo tema, e ce l’ho fatta. Credo che questa sia una delle tante possibilità che ti dà la poesia: parlare di qualcosa in cui con delle frasi avresti difficoltà a farlo.
E davvero, è triste pensare che questa è l’ultima poesia che scrivo in questi anni. E’ stato bellissimo scrivere queste quattro, ogni volta, in particolare in prima e quest’anno, sono riuscita a dire qualcosa di importante. Lo farò ancora, assolutamente.
Addio
care anime spente
vite perse nella foresta
umanità caduta nell’oblio

Voglio scusarmi con voi
perché vi abbiamo definiti
troppo diversi
troppo voi stessi
indegni di vivere
quando eravamo noi
indegni del vostro
coraggio
di combattenti
delle diversità
coraggio
di cavalieri
dell’arcobaleno
coraggio
di difensori
dell’amore

Scriveremo i vostri nomi
sui muri
sulle strade
li scolpiremo nelle nostre 
menti
per ricordarci di voi
che chiedevate 
soltanto
di poter amare
coloro per cui 
vi batteva il cuore

Addio
care anime spente
umanità
come inchiostro
indelebile
sul foglio del mondo

(Emma)
L’idea per questa poesia mi è venuta, per la prima volta in tre anni, molto presto. A dire la verità volevo scrivere il testo argomentativo su questo, inizialmente, ma non ne ho avuto il coraggio. Forse per paura del giudizio degli altri, ma in realtà l’unica persona che mi impediva di farlo era me stessa. Ma facendo questo percorso ho capito: devo alzare la voce, anche io. E così è nata la mia poesia sui suicidi legati all’omofobia.
Il processo di scrittura è iniziato un po’ a rilento: ero letteralmente bloccata, anche per i motivi detti prima, e non avevo idea di da dove cominciare. Volevo raccontare la storia di un ragazzino che subisce bullismo a causa dell’omofobia a scuola, e ogni sera torna a casa un po’ più cupo, per poi alla fine togliersi la vita, e finire in un addio generale a tutti coloro a cui è successo questo. Ma scrivevo veramente con fatica, tanto che mi sono chiesta: perché non inizio con questo addio? Quindi ho cominciato a scrivere, tutto d’un fiato.
La struttura della mia poesia è circolare: inizia e finisce con un addio, ma sono in realtà diversi: il primo serve per introdurre e, con “umanità caduta nell’oblio”, sottolineare quanto la società tende a dimenticare, a tralasciare questi avvenimenti, e a far pensare al lettore che queste persone che si sono suicidate erano degli esseri umani, erano parte dell’umanità. Nelle successive strofe mi rivolgo proprio a queste persone: prima mi scuso con loro a nome della società, poi riconosco il loro coraggio. Credo che questo possa aiutare il lettore a riflettere su quanto essi abbiano dovuto, e debbano anche in questo istante, combattere per poter essere ciò che sono. Nella strofa dopo rallento un po’ il ritmo, e faccio una specie di “promessa” a tutti loro: ricordarli, e ricordare il motivo per cui se ne sono andati. E infine si arriva al secondo addio, che come ho detto prima è diverso dal primo: stavolta, questo pezzo di umanità non è dimenticato, ma indelebile nel mondo. All’inizio al posto di “sul foglio del mondo” avevo scritto “su questo foglio bianco”, ma poi ho pensato che questo metaforico foglio non potrebbe essere bianco, dato che sono successe tante cose nella storia. Ho usato varie strategie, tra cui il potere del tre, che ho utilizzato nella prima e nella seconda strofa, in cui ho disposto i tre elementi in ordine crescente (troppo diversi, troppo voi stessi, indegni di vivere). Ho voluto far risaltare alcune parole, tra cui diversità, arcobaleno, umanità, indelebile e molte altre, per questo ho usato l’enjambement su molti (forse troppi) versi. Ho scelto di non mettere il titolo perché credo che con questo argomento qualsiasi titolo sarebbe stato riduttivo. Voglio che il messaggio arrivi al lettore diretto, senza “ghirigori”. Ho usato anche il “mostra non dire”: non dico mai esplicitamente di cosa sto parlando, credo di averlo fatto emergere principalmente in due punti, ovvero quando nomino l’arcobaleno e nei versi “chiedevate/soltanto/di poter amare/coloro per cui/vi batteva il cuore”. Questo per far capire che parliamo di persone LGBT, credo che il tema del suicidio emerga soprattutto nell’inizio e nel finale.Insomma, sono felice di questo percorso. E’ stato tormentato, ma sono orgogliosa di aver scritto questa poesia. Era da tempo che volevo parlare di questo tema, e ce l’ho fatta. Credo che questa sia una delle tante possibilità che ti dà la poesia: parlare di qualcosa in cui con delle frasi avresti difficoltà a farlo.
E davvero, è triste pensare che questa è l’ultima poesia che scrivo in questi anni. E’ stato bellissimo scrivere queste quattro, ogni volta, in particolare in prima e quest’anno, sono riuscita a dire qualcosa di importante. Lo farò ancora, assolutamente.
sono un uomo
impavido
atletico. 
devo esserlo, 
devo essere impenetrabile
niente emozioni
niente che rovini 
l'immagine
di protettore risoluto. 


sono una donna 
fragile 
sottile.
 devo esserlo, 
devo essere protetta
niente muscoli 
niente che rovini
l'immagine 
di bella e brava ragazza 
docile. 


siamo burattini 
sguardo vuoto
perso,
modellati 
secondo i vostri 
Valori.


siamo uomini e donne 
aquile in volo 
 e voi 
cacciatori alle calcagna 
perenne e instancabile 
ricerca di un 

errore

(Anna)
Devo ammettere che scrivere questa poesia è stato piuttosto difficile, non avevo idee, zero totale, come se nel mio cervello ci fosse un vuoto. 
Alla fine ho scelto un argomento vasto, dove sia uomini sia donne si possono rispecchiare, mi piaceva anche l'idea di scrivere una poesia che centrasse un po' con il testo argomentativo. Penso che la disparità di genere nello sport sia dovuta  al fatto che per la società, uomini e donne devono rispettare standard fisici e morali insensati. 
In realtà gli attivatori non mi hanno aiutato molto, ero molto in difficoltà a scrivere. 
La poesia l'ho divisa in quattro strofe, ho scelto di scrivere prima gli obblighi morali e fisici degli uomini, poi quelli delle donne, per creare un paragone. La terza strofa è una critica alla società e poi c’è la conclusione. Come explicit ho sperimentato solo quello perché mi piaceva e penso sia appropriato con l’argomento. 
Nella poesia ho scelto di andare a capo in base alle parole più importanti che voglio far risaltare o che hanno un significato più importante. 
Penso di aver ridotto abbastanza all’osso, in modo che si capisca comunque il tema e il messaggio. 
Per esempio prima avevo scritto “che segue tutte le regole”, poi la prof mi ha consigliato sostituirlo con “docile” e devo dire che rende molto meglio l’idea, perchè mi fa anche pensare a un cane docile che quindi è costretto a seguire certe regole e sottomesso.  
All’inizio la poesia aveva parole molto più scontate e banali, però non mi soddisfavano, così ho revisionato parola per parola per sostituirle con altre più appropriate e meno scontate. Per esempio all’inizio avevo scritto “forte” al posto di “impavido”, penso che il secondo aggettivo renda molto meglio l’idea di una persona sicura, coraggiosa, con un senso di impassibilità. 
Per quanto riguarda la conclusione è una metafora e ne ho sperimentata solo una, perchè ne sono abbastanza soddisfatta, mi piace paragonare tutti noi a delle aquile in volo.  
Sono abbastanza soddisfatta della mia poesia, anche se quando leggo quelle dei miei compagni di classe mi sembrano sempre più belle, so che è una cosa sbagliata paragonarmi agli altri, però non riesco proprio a farne a meno. 
Riscriverei volentieri un’altra poesia civile, perché spesso io mi sfogo delle cose che mi danno fastidio suonando il pianoforte, però ho scoperto che anche scrivendo si può alleggerire il peso, soprattutto perché sono una persona molto riservata. Inoltre scrivere questa poesia è ancora più concreto rispetto al testo argomentativo, mi piacerebbe molto se almeno queste poesie potessero uscire dalle quattro mura della nostra scuola, sarebbe molto bello, anche solo pubblicandole nel blog. Ci tengo molto perché come ho scritto nel process paper precedente, dato che per cambiare il mondo, per ora, non posso fare molto, almeno far leggere anche agli altri i nostri testi e poesie sarebbe già qualcosa.
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