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Favole dal Fronte

by Grazia Scardaci

Pages 2 and 3 of 8

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Un orgoglioso albero di Natale
di Volodymyr Vakulenko
Libera riduzione e adattamento
di Grazia Maria Scardaci
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Le favole, molto raramente passeggiano attorno le persone.
Loro, per lo più, vivono nel silenzio.

Quando una favola si forma, spesso cerca un autore e, sorridendo sinceramente spesso suggeriscono:<<Dimenticherai di scrivermi?>>
<<Io sono pronta a venir fuori, mi suggeriscono i bambini attorno a me.
Sono certa, loro volentieri mi ascolteranno!>>
Allora mi siedo sull’erba e prendo il mio notebook scrivendovi sopra velocemente tutto quanto la favola mi suggerisce.>>
Lo scorso anno cresceva proprio qui un triste albero di Natale, un albero dalla bellezza senza eguali in tutta la foresta.
Questo, può far ben sperare, ma la bellezza non porta sempre delle buone cose.
Infatti, l’eccessiva bellezza, talvolta, provoca un sordo orgoglio e una grande arroganza.
Gli stessi sentimenti animavano quell’albero di Natale!

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Una volta, una quercia lasciò cadere una sua ghianda che cadde sul suo sottile tronco.
Che confusione che creò quell’albero così orgoglioso, tanto che anche gli
uccelli volarono via dall’abete.
Quel giovane e arrogante albero gridava in modo irrispettoso contro l’albero più anziano: <<Non vedi quello che hai fatto?>>
<<La tua ghianda è caduta dentro una pozzanghera e mi ha tutta schizzata! Cosa dovrei fare adesso? Mi ha sporcato tutta la corteccia!!>>
L’Albero anziano rispondeva fermamente:
<< Quando verrà la pioggia ti laverai!>>
L’orgoglioso albero di Natale muoveva le sue ragioni verso tutti i suoi vicini e per diverse volte al giorno.
Una volta, uno scoiattolo saltò da un ramo vicino sopra un suo ramo e l’inquieto albero urlo:
<<Cosa sta facendo? Ti scrollerai di dosso tutti i miei aghi!
Non saltarmi più addosso!!>>.
Certamente, penserete che non avrà avuto degli amici?
Ma non è così! Una gazza ladra si fermava con l'albero a discutere a lungo, poi quando terminavano la quiete sulla radura tornava a regnare.
La gazza ladra raccontava di nastri lucenti rubati alle bambole delle bambine di città e tutto ciò solleticava l’attenzione del vanitoso albero.
La gazza poggiava spesso la sua colorata refurtiva sui rami del grazioso albero che beato si specchiava sul fiume, rimirandosi con gioia.
Ma, anche la gazza temeva le ire dell’albero e lo trattava con rispetto in ogni sua opinione.
Il vento era il tema più discusso fra loro e la quantità della pioggia era un argomento che preoccupava per via dei cambiamenti frequenti del clima.
L’inverno passò ma in radura la neve non arrivava.
Adesso - interviene nella narrazione la natura - se io non fossi nonna fiume, con le mie responsabilità, la radura intorno a me sarebbe andata in rovina.
Anche gli animali e gli uccelli sarebbero corsi via per rifugiarsi in un’altra radura meglio rifornita d’acqua.
(Narra ancora la nonna Fiume)
Il timido sole mi costrinse a prendere una decisione, spostai un alveo su un
luogo più vicino per irrigare le bisognose piante.
Innaffiai tutte le piante, gli arbusti, e anche l’alberello di Natale ebbe la sua
generosa quantità d’acqua, poiché io avevo avuto pietà di lui.
Ogni anno l’albero di Natale cresceva sempre più alto e diventava sempre più bello ma, la sua spigolosità non cambiava con il passare degli anni.
Un giorno mi rimproverò poiché il fluire delle mie acque disturbava il suo sonno, comunque i suoi rumorosi litigi in radura erano sempre più frequenti.
L’autunno arrivò tardi e l’avvicinarsi del freddo condusse gli animali verso un giusto letargo.
In primavera, il canto degli uccelli risuonava fra gli odori, i fiori e gli alberi
in un tripudio di fioriture.
Cosa successe dell’Albero di Natale?
Le vacanze del Capodanno arrivarono insieme ad alcuni uomini su di un camion che prendevano misure alla ricerca del giusto albero di Natale.
Il nostro amico albero era stizzito dal disturbo degli uomini ma, per fortuna, gli uomini non comprendono il linguaggio della natura, delle foreste, ad eccezione degli scrittori di racconti che s’immergono nel mondo naturale e riescono a decodificare il meraviglioso linguaggio dei fiori.
Il consiglio comunale avevo deciso di scegliere un enorme albero di Natale per il nuovo anno da sistemare in piazza.




Avrebbe brillato di ghirlande, giocattoli, nastri e vetro colorato.

Gli alberi belli servono per rendere felici chi li ammira e far smettere chiunque di litigare o farsi la guerra.

(Narra La Natura)

Ecco, questa è la storia che ti ho suggerito, adesso caro scrittore vai in giro a raccontarla, a chi l’aspetta, da tanto tempo.

Ricorderanno, comunque, di aver trascorso il Capodanno con il nostro albero e ricorderanno un po'di noi.
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