Currado Gianfigliazzi sempre della nostra città è stato nobile cittadino, liberale e magnifico, e vita cavalleresca tenendo, continuamente in cani e in uccelli s’è dilettato... Il quale con un suo falcone avendo un dì una gru ammazzata...
...quella mandò ad un suo buon cuoco, il quale era chiamato Chichibio, ed era viniziano e sì gli mandò dicendo che a cena l’arrostisse e governassela bene...
..La quale essendo già presso che cotta grandissimo odor venendone, avvenne che una feminetta della contrada, la qual Brunetta era chiamata e di cui Chichibio era forte innamorato, entrò nella cucina; e sentendo l’odor della gru e veggendola, pregò caramente Chichibio che ne le desse una coscia...
Voi non l’avrì da mi, donna Brunetta, voi non l’avrì da mi.
In fé di Dio, se tu non la mi dai, tu non avrai mai da me cosa che ti piaccia
Alla fine Chichibio, per non crucciar la sua donna, spiccata l’una delle cosce alla gru, gliela diede.
Essendo poi davanti a Currado messa la gru senza coscia, e Currado maravigliandosene, fece chiamare Chichibio...
Chichibio seguitò:– Egli è, messer, com’io vi dico; e quando vi piaccia, io il vi farò veder ne’ vivi-.
