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I TAPPA: Il contesto
Con la caduta del fascismo (1943) e la fine della guerra (1945) si pose il problema del riassetto istituzionale dello Stato italiano. Il sovrano, Vittorio Emanuele III, e le forze politiche moderate intendevano restituire valore allo Statuto albertino e ristabilire una monarchia costituzionale. Invece la maggioranza dei partiti antifascisti, che avevano partecipato alla liberazione dell’Italia, voleva la repubblica, perché riteneva che il sovrano fosse corresponsabile dei danni provocati dal fascismo.
Con la caduta del fascismo (1943) e la fine della guerra (1945) si pose il problema del riassetto istituzionale dello Stato italiano. Il sovrano, Vittorio Emanuele III, e le forze politiche moderate intendevano restituire valore allo Statuto albertino e ristabilire una monarchia costituzionale. Invece la maggioranza dei partiti antifascisti, che avevano partecipato alla liberazione dell’Italia, voleva la repubblica, perché riteneva che il sovrano fosse corresponsabile dei danni provocati dal fascismo.

II TAPPA: Il referendum: tutti al voto, anche le donne
Il 2 giugno 1946 il popolo italiano fu chiamato a votare con un referendum istituzionale per scegliere la forma di Stato tra monarchia e repubblica e per eleggere l’Assemblea costituente, l’organo che avrebbe scritto la nuova Costituzione.
Il 2 giugno 1946 il popolo italiano fu chiamato a votare con un referendum istituzionale per scegliere la forma di Stato tra monarchia e repubblica e per eleggere l’Assemblea costituente, l’organo che avrebbe scritto la nuova Costituzione.

I TAPPA: Il contesto
Con la caduta del fascismo (1943) e la fine della guerra (1945) si pose il problema del riassetto istituzionale dello Stato italiano. Il sovrano, Vittorio Emanuele III, e le forze politiche moderate intendevano restituire valore allo Statuto albertino e ristabilire una monarchia costituzionale. Invece la maggioranza dei partiti antifascisti, che avevano partecipato alla liberazione dell’Italia, voleva la repubblica, perché riteneva che il sovrano fosse corresponsabile dei danni provocati dal fascismo.
Con la caduta del fascismo (1943) e la fine della guerra (1945) si pose il problema del riassetto istituzionale dello Stato italiano. Il sovrano, Vittorio Emanuele III, e le forze politiche moderate intendevano restituire valore allo Statuto albertino e ristabilire una monarchia costituzionale. Invece la maggioranza dei partiti antifascisti, che avevano partecipato alla liberazione dell’Italia, voleva la repubblica, perché riteneva che il sovrano fosse corresponsabile dei danni provocati dal fascismo.

II TAPPA: Il referendum: tutti al voto, anche le donne
Il 2 giugno 1946 il popolo italiano fu chiamato a votare con un referendum istituzionale per scegliere la forma di Stato tra monarchia e repubblica e per eleggere l’Assemblea costituente, l’organo che avrebbe scritto la nuova Costituzione.
Il 2 giugno 1946 il popolo italiano fu chiamato a votare con un referendum istituzionale per scegliere la forma di Stato tra monarchia e repubblica e per eleggere l’Assemblea costituente, l’organo che avrebbe scritto la nuova Costituzione.

III TAPPA: L’Assemblea costituente al lavoro
Tra il 1946 e il 1947 si svolsero i lavori dell’Assemblea costituente per la redazione della Costituzione. L’Assemblea nominò tra i suoi membri una Commissione di 75 parlamentari, che elaborò un progetto da presentare all’Assemblea stessa per l’approvazione. La Commissione dei 75 fu presieduta da Meuccio Ruini e affidò a un Comitato ristretto di 18 parlamentari il compito di scrivere materialmente il testo costituzionale. Nonostante le spiccate differenze, i principali partiti antifascisti (la Democrazia cristiana, il Partito socialista, il Partito comunista) contribuirono all’elaborazione di una Carta condivisa
Tra il 1946 e il 1947 si svolsero i lavori dell’Assemblea costituente per la redazione della Costituzione. L’Assemblea nominò tra i suoi membri una Commissione di 75 parlamentari, che elaborò un progetto da presentare all’Assemblea stessa per l’approvazione. La Commissione dei 75 fu presieduta da Meuccio Ruini e affidò a un Comitato ristretto di 18 parlamentari il compito di scrivere materialmente il testo costituzionale. Nonostante le spiccate differenze, i principali partiti antifascisti (la Democrazia cristiana, il Partito socialista, il Partito comunista) contribuirono all’elaborazione di una Carta condivisa


III TAPPA: L’Assemblea costituente al lavoro
Tra il 1946 e il 1947 si svolsero i lavori dell’Assemblea costituente per la redazione della Costituzione. L’Assemblea nominò tra i suoi membri una Commissione di 75 parlamentari, che elaborò un progetto da presentare all’Assemblea stessa per l’approvazione. La Commissione dei 75 fu presieduta da Meuccio Ruini e affidò a un Comitato ristretto di 18 parlamentari il compito di scrivere materialmente il testo costituzionale. Nonostante le spiccate differenze, i principali partiti antifascisti (la Democrazia cristiana, il Partito socialista, il Partito comunista) contribuirono all’elaborazione di una Carta condivisa
Tra il 1946 e il 1947 si svolsero i lavori dell’Assemblea costituente per la redazione della Costituzione. L’Assemblea nominò tra i suoi membri una Commissione di 75 parlamentari, che elaborò un progetto da presentare all’Assemblea stessa per l’approvazione. La Commissione dei 75 fu presieduta da Meuccio Ruini e affidò a un Comitato ristretto di 18 parlamentari il compito di scrivere materialmente il testo costituzionale. Nonostante le spiccate differenze, i principali partiti antifascisti (la Democrazia cristiana, il Partito socialista, il Partito comunista) contribuirono all’elaborazione di una Carta condivisa


IV TAPPA: La Costituzione viene approvata Il 22 dicembre 1947 il testo della Costituzione fu approvato con 453 voti favorevoli e 62 voti contrari ed entrò in vigore il 1° gennaio 1948. Il testo costituzionale ebbe come tratto fondamentale l’antifascismo: si volle così segnare una rottura netta con le istituzioni del regime fascista e l’avvio di una nuova stagione basata sulla democrazia e sulla partecipazione popolare.
