Mediterraneamente

Aggisyr era commossa, cercava Glaving, cercava di incrociare almeno i suoi occhi, ma non riusciva a vederlo e quando parlò di lui, sembrava che nessuno lo conoscesse. Allora chi era quel Glaving? Nessuno aveva mai sentito quel nome. Glaving era sicuramente il bimbo che aveva salvato Aggisyr o meglio era l’Angelo che aveva salvato Aggisyr. Aggisyr fu adottata da tutta la scuola, frequentò gli ultimi mesi dell’anno scolastico e per la manifestazione finale, i bambini dedicarono a lei la canzone “Mediterraneamente”. Aggisyr &nbsp;disse: “Forse in un futuro, spero, prossimo, la povertà cesserà di esistere ma ciò che deve finire è l’odio, la violenza. Il mondo ha bisogno di amore. Grazie del vostro Amore. Spero che questo esempio possa insegnare a tutti che l’Amore vince sempre!”&nbsp;

“POTENZIAMENTO DELLE COMPETENZE DI BASE IN CHIAVE INNOVATIVA, A SUPPORTO DELL’OFFERTA FORMATIVA”. Asse I – Istruzione – Fondo Sociale Europeo (FSE). Obiettivo Specifico 10.2 – “Miglioramento delle competenze chiave degli allievi, anche mediante il supporto dello sviluppo delle capacità di docenti, formatori e staff”. Azione 10.2.2 – “Azioni di integrazione e potenziamento delle aree disciplinari di base” (lingua italiana, lingue straniere, matematica, scienze, nuove tecnologie e nuovi linguaggi, ecc. con particolare riferimento al I e al II Ciclo). Sotto-Azione 10.2.2A “Competenze di base” – Titolo progetto “Comprensiva…mente”. Codice identificativo 10.2.2A-FSEPON-CA-2017-586.&nbsp;

MODULO - Titolo “L’OFFICINA DELLE FIABE”

Esperto: Annamaria Bove Tutor: Maria Amita Dirigente Scolastico: Carmela Sorrentino

E con il cuore a pezzi e un timido sorriso, si avviò sull’imbarcazione, stringendo la mano sulla tasca dove conservava la sua “salvezza”, la sua pagella, il suo “lasciapassare” per un futuro migliore. “Si parte!” – disse uno degli scafisti, con aria beffarda – “State in silenzio e non vi muovete, presto arriveremo verso Napoli.” Aggissyr non riusciva a capire. Lei conosceva solo un nome “Mazara del Vallo”, Sicilia. Ora, perché un’altra méta e se fosse stata più lontana? Quanto avrebbero dovuto ancora navigare? Dopo molte miglia, il mare cominciò ad agitarsi, le onde si ingrossarono fino a ricoprire quasi completamente il barcone. Soffiava un vento che impediva ad Aggisyr di aprire i suoi piccoli occhi screziati di azzurro. Ad un tratto si sentì morire, l’acqua le penetrava nella bocca impedendole di respirare. Sembrava che sprofondasse in un baratro, mentre le urla dei bambini aggrappati alle loro madri le tuonavano nelle orecchie … e poi … nulla più.

BOSCOTRECASE IC 1 - S.M. PRISCO 37° Distretto Scolastico Via Annunziatella, 1&nbsp;&nbsp;80042 BOSCOTRECASE (NA)

Il mattino seguente andarono a scuola. Appena giunti Aggisyr vide tanti palloncini colorati e tanti bambini che pronunciavano il suo nome. “Ma come avevano fatto a sapere del suo arrivo? Chi aveva detto loro di lei?” – Quante domande, quanti pensieri nella sua testa. La preside ascoltò la sua storia e poi Aggisyr ad un tratto si ricordò del suo “lasciapassare” e tirò fuori dalla tasca la pagella e la mostrò alla preside. Quanta commozione in quel momento, quanta gioia e dolore in quella piccola bimba che il destino aveva fatto crescere così in fretta. La preside le raccontò la storia di un altro bambino che era partito dal Mali e anche lui aveva nella sua tasca, ben cucita, la pagella. Ma, la storia del piccolo non si era conclusa con un lieto fine, mentre lei era lì e stava raccontando la sua avventura ed era circondata da tanti bambini.&nbsp;

Mediterraneamente Una storia da tenere in mente

La storia, la nostra storia, ideata, creata, scritta e drammatizzata è un racconto che nasce da una storia vera, finita, purtroppo, tragicamente. L'addio, la separazione e la disperazione lasciano il posto all'amore, alla fratellanza, all'integrazione.

BOSCOTRECASE IC 1 - S.M. PRISCO 37° Distretto Scolastico BOSCOTRECASE (NA)

Mediterraneamente Una storia da tenere in mente

La parte migliore? Sarete voi a giudicare, ma vi possiamo assicurare che il “dietro le quinte” è stato troppo divertente, a tratti faticoso, sicuramente mai noioso, insomma davvero emozionante e indimenticabile. Ora è tempo di lasciarvi sfogliare il nostro eBook e vogliamo farlo con una canzone molto bella, dedicata al mare, al mare che ci circonda, al mare che è vita, al mare che ci permette di godere di un panorama di una bellezza impagabile, al mare che ci inonda d’amore come canta Raphael Gualazzi. Gli alunni dell’officina delle fiabe

Raphael Gualazzi - Il Mare (Official Videoclip) (La Mer - Charles Trenet cover)

Una fredda mattina d’inverno, una bambina, Aggissyr, affrontò il suo destino. Con coraggio e determinazione abbandonò la periferia di Hammamet dove era nata e cresciuta per andare verso Kélibia, una città della costa nord-est. Una città che guarda verso l’Italia, Mazara del Vallo, verso la Sicilia, verso una terra che avrebbe significato per lei la LIBERTA’. Come era stato difficile abbandonare la sua famiglia, la madrepatria, ma non c’era via d’uscita. Pochi soldi, la fame, la miseria … tanti figli, tante bocche da sfamare … e lei … accetta la decisione della famiglia … imbarcarsi a Kélibia per arrivare in Italia. Non era stato facile salire su quel barcone, lasciarsi alle spalle tutto, gli affetti, la famiglia, i ricordi e sicuramente anche l’infanzia … quell’infanzia che doveva lasciare per sembrare più forte, più sicura e senza paura. “Tranquilla mamma, andrà tutto bene. Stai sereno papà lo sai che sono forte!” “Piccola mia, spero che tu un giorno possa capire la nostra tremenda decisione di farti partire. Noi ti amiamo ed è per questo che abbiamo deciso di far partire te. Lo sai, non abbiamo abbastanza soldi per tutti. Forse, pian piano, uno alla volta partiremo … e un giorno saremo di nuovo una famiglia. Abbi cura di te, piccola mia!”

Mediterraneamente - 60° Zecchino d'Oro

Mediterraneamente - 60° Zecchino d'Oro

“Come ti chiami?” – chiese timidamente Aggisyr – “Sono Glaving e stai tranquilla, sono qui per aiutarti, ti porterò nella scuola di Boscotrecase, un paesino alle pendici della Montagna, di quel Vulcano. Vedrai … fidati di me! In quella scuola ci sono dei bambini che fanno tesoro dei propri amici e sono molto sensibili verso chi soffre e viene da lontano”. Glaving la fece riposare al porto. Seduti su una panchina guardarono il sole tramontare e poi Glaving si allontanò per un attimo e ritornò da lei con due grosse brioche. Mangiarono in silenzio, vicini con lo sguardo perso verso l’orizzonte.

Tutti gli alunni che hanno partecipato al corso "L'officina delle fiabe"

Balzano&nbsp;&nbsp;Matteo Barbieri&nbsp;&nbsp;Alessandra Bifulco&nbsp;Anna Cinquegrana&nbsp;&nbsp;&nbsp;Antonio Corcione&nbsp;&nbsp;Sabrina Cozzolino&nbsp;&nbsp;Giorgia Pia D'aniello&nbsp;&nbsp;Raffaela Lucia De Martino&nbsp;&nbsp;&nbsp;Domenico Falanga&nbsp;&nbsp;Giovanni Gagliardi&nbsp;&nbsp;Antonio Pio

Gargiulo&nbsp;&nbsp;Ilaria Giugliano&nbsp;&nbsp;Giusy Maria Rosaria Langella&nbsp;Giorgia Lauretta&nbsp;&nbsp;Angela Mansi&nbsp;&nbsp;Marcella Onorato&nbsp;&nbsp;Simone Paduano&nbsp;&nbsp;Lucia Renis&nbsp;&nbsp;&nbsp;Giorgia Surmandi&nbsp;&nbsp;&nbsp;Martina Vitulano&nbsp;&nbsp;Serena

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Introduzione La manifestazione finale dei PON delle classi quinte ha coinciso con il saluto alla scuola primaria che ci ha accolto per ben cinque anni, i nostri migliori anni… fino ad ora, s’intende. L’incontro finale, durante il quale abbiamo drammatizzato la nostra storia “Mediterraneamente”,&nbsp;è stato organizzato per rendervi partecipi dei nostri traguardi e delle competenze acquisite, nonché dei talenti che ognuno di noi ha scoperto di possedere e potrà spendere nei prossimi anni scolastici e nella vita futura. Abbiamo capito che non dobbiamo fermarci a considerare solo i voti sulla pagella, che dicono tanto di noi, ma non tutto! Non dicono che siamo unici e speciali, non dicono che alcuni, è vero, possono volare più di altri, ma ognuno vola nel modo migliore che gli è possibile. Abbiamo voluto mostrare attraverso il nostro racconto, l’impegno, il prodotto della cooperazione, il risultato della condivisione di un progetto che ci ha uniti ancor di più; finalmente tutti sullo stesso piano, senza scale che potessero separarci, né fisiche né metaforiche, non più sez. A, B, C, D, ma un’unica grande “officina”.

Una mano, all’improvviso la toccò, era un angelo? Era un bambino? Qualcuno le tese una mano … Aggisyr capì che non era&nbsp;ancora la sua ora. Era un bambino come lei, un suo coetaneo che trainò il suo corpicino stanco sulla spiaggia per allontanarla dalla battigia. Aggisyr spalancò gli occhi e gli chiese: “Sono viva? Sono salva?”, “Certo!” – rispose il piccolo che l’aveva tratta in salvo. Aggisyr si sentì come se fosse in un altro mondo: davanti a lei una grande distesa di terra, con al centro una specie di montagna che le fece strabuzzare gli occhi. “Ehi, tu! Ma dove siamo?” – disse Aggisyr. “Siamo a Torre Annunziata, quello che vedi è il porto di questo piccolo centro del Golfo di Napoli e alle nostre spalle c’è il Vesuvio, lo vedi? E’ bello vero? Però fa pure paura, è un Vulcano!” Il paesaggio era incantevole e il sole accarezzava il suo viso e riscaldava il suo corpo.&nbsp;

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