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#cosaportoariva

by Laura Solazzo

Pages 2 and 3 of 30

#COSAPORTOARIVA
Pensieri sparsi sulla DAD
I.C. Villanterio
a.s. 2019/2020
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Cosa ho imparato da questa DAD?
Sicuramente ho visto migliorare le mie conoscenze in campo tecnologico … ma se devo dire cosa davvero mi ha regalato questa DAD … allora direi questo: mi ha fatto capire la differenza tra “fare l’insegnante” ed “essere un insegnante”.
“Sei un insegnante”
quando affronti le sfide ricordandoti cosa chiedi ogni giorno ai tuoi alunni
quando guardi i loro occhi attraverso lo schermo e li trovi belli come quando li vedevi tra i banchi
quando capisci che questo che hai scelto non è “un lavoro” ma è un percorso continuo di crescita
quando qualcuno dei tuoi alunni ti dice che per lui “sei un punto di riferimento” anche se lontana.
Elisabetta Re
Marzo 2020
Caro diario, buongiorno
sono le 7.30, driiiin... È la sveglia, inizia la 2^settimana di DAD... Faccio colazione, mi vesto e alle 8.30 sono operativa, sono "a scuola". Mi siedo alla mia postazione, che poi è anche il mio posto a tavola, è incredibile come la mia vita sia tutta qui... Ma non ci penso devo lavorare...
Tra le altre cose, devo preparare il lavoro per settimana prossima, speriamo di fare in tempo, XXX non ha i libri, se è per questo non sta nemmeno facendo le stesse cose dei compagni... Devo creare un lavoro cucito su di lui, sulle sue peculiarità. "Che c'è di strano? è quello che fai da un po' di anni", starai pensando, infatti non è quello il problema… Il problema è che non ci sono io e XXX è abituato a una carezza sui capelli quando fa tutto giusto, poi abbiamo una serie di gesti e di modi di esultare quando fa la cartella da solo e fa in tempo prima della campana... Devo trovare il modo di ESSERCI...
Ho proposto alla mia coordinatrice di classe di fare lezione individuale su whatsapp 3 volte alla settimana così potrò accertarmi che XXX abbia capito il lavoro e lei è d'accordo, del resto io e lei ci capiamo subito, è fantastico lavorare con lei.
Allora sono qui davanti allo schermo, ho scritto in stampato maiuscolo, capirà? Forse questo carattere è troppo serio, non è da me, questo è più appropriato ... Si, userò questo. Un bel titolo colorato, immagini simpatiche e ho finito anche questa materia. Che ore sono? Le 12.30...com'è possibile... È volata anche questa mattinata… Mangio un boccone al volo, ho mezz'ora prima della lezione individuale con XXX... Mi trucco, sistemo i capelli e metto questa maglietta, lui la adora, XXX è particolarmente attratto dalle mie magliette colorate. Passa un'altra mezz'ora e sono davanti a un altro schermo, è online (sarà lì in attesa della mia chiamata), suona per qualche secondo e mi risponde subito:
"Ciao maestra"
"Ciao xxx"
"Maestra mi manchi, mi mancate tutti, anche l'educatrice"
Mi vengono gli occhi lucidi ma cerco di mascherarlo e sorrido. Parliamo del suo pigiamino e dei suoi occhiali. Poi iniziamo a parlare del lavoro e capisco che sta svolgendo le attività senza grandi difficoltà, capisco anche che XXX non è da solo: sua mamma è molto presente, si vede che da l'anima per il suo bambino... Mi viene in mente mia mamma... Continuiamo la lezione e facciamo tutto quello che mi ero prefissata. Lo saluto, mi manda un bacio, mi viene automatico fare un cuore con le mani e lui lo fa a sua volta, a modo suo. Incredibile, abbiamo già trovato un altro gesto tutto nostro. Mettiamo giu.
Guardo l'orologio, la lezione è durata 30/40 minuto, forse è poco? O troppo? Si stanca? Chissà... Vediamo...capiremo strada facendo, un passo alla volta. Mi bevo un caffè, mentre mescolo il mio caffè macchiato non zuccherato mi viene in mente quello della macchinetta della scuola, mi manca anche lui, non vedo l'ora di berlo ancora. Chiamo la collega (mi maledirà? è la terza volta che ci sentiamo oggi), risponde subito, come sempre:
"Pronto maestra, dimmi"
"Maestra ho fatto la prima lezione con XXX, è stato bellissimo: mi ha detto di salutargli tutti"
"Che bello!" la chiamata prosegue per qualche minuto.
Mettiamo giù. Guardo l'ora, è metà pomeriggio... Ho la batteria al 20%...com'è possibile? Metto il telefono in carica e torno "a scuola" fino all'ora di cena ho ancora tempo e posso lavorare, mi stanno venendo altre idee, sono felice: sono riuscita ad arrivare ad XXX, posso arrivare anche a tutti gli altri... Possiamo arrivare ovunque... Non sarà una passeggiata... Ma se vogliamo possiamo.
#IOHOIMPARATOCHE LA SCUOLA NON È UN LUOGO, LA SCUOLA SONO IO... LA SCUOLA SIAMO NOI!                                         
Cosa mi ha dato la DaD
Curiosità, volti e voci, rabbia e ansia
e poi ancora paura di non farcela ma anche
gioia ed esultanza ad ogni “Sì, si collega”,
notti insonni, grafici, tabelle, percentuali,
letture, decreti, rimodulazioni, sforzi…
connessioni, giudizi, Giga, monitoraggi,
occhi che bruciano, nuovi programmi,
tecnologie, domande, tante domande...

Cosa mi ha tolto la DaD
Volti, sorrisi sdentati, manine tese, sguardi,
normalità, quotidianità, caffè alla macchinetta,
chiacchiere al volo, contatti, abbracci, buongiorni assonnati, Si-len-zio-se-du-ti!, calore,
complicità, biglietti d’amore,
ti voglio bene maestra, posso andare in bagno?,
colori, risate, domande, altre domande…

#Cosaportoariva
Consapevolezza, crescita, responsabilità ma soprattutto
la voglia di ritornare in classe.
Laura Solazzo
D   dedizione

A    amore

D    dovere

Ecco le tre parole che in questo lungo periodo trascorso a casa ho cercato di tenere sempre in mente.

Dedizione nei confronti degli alunni, mettendo le mie energie e le mie qualita’ a loro disposizione

Amore per il mio lavoro

Dovere che diventa responsabilita’, che diventa ‘’ il bisogno di esserci’’.

Insegnare a distanza non e’ facile…

l’insegnamento, le carezze, gli abbracci attraverso il monitor, non sono gli stessi di quelli in presenza ma sono sicura che noi insegnanti, vicini ai nostri alunni, riusciremo ad accompagnarli verso un
’dopo’ migliore.

Sonia Capella
Sotto un cielo così RIDO E PIANGO!
(di Giovanna D. e Umberto Q.)

Ep.1 “Pinacoteca, il primato dei sensi”

È la quarta ora non consecutiva davanti al Pc e mi sto chiedendo il senso di tutto ciò.
Mi sento solo di buttarla sul personale, interrogarli sul loro stato d' animo, cercare negli occhi dei miei alunni un'emozione che mi faccia capire meglio il momento.
Non la trovo. Mi sento solo, circondato da tanti volti incorniciati nello schermo.
Sono bambini ancor prima di alunni, sono un padre che ascolta gli insegnanti dei propri figli da un microfono e che aspetta solo il PC per la prossima videolezione.

Occhi, li hai visti? Spuntavano uno dopo l’altro. Le loro voci? In principio timide e insicure quasi un sussurro… ci sono tutti come fosse il primo giorno di scuola… ed è proprio come il primo giorno di una nuova scuola!

Ep.2 “Ex-ducere, l’infinita profondità del cappello”

Percepisco i sintomi del distanziamento sociale. Sintomi da distanziamento dai “miei alunni”.
Quale ruolo? Quale didattica? Quale presunzione di imparare ad imparare?
Assisto, alle volte intervengo, al meglio partecipo ma cosa resterà dell’intervento di tutti noi sulla loro formazione? Non dovrei mica far venire fuori alla luce qualcosa che è nascosto?
Altro che luce, fuori piove e col temporale sarà meglio connettersi qualche minuto prima.

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