LIBRO FINALE

C'era una volta un uomo che si avventurò in una lunga escursione a piedi in un luogo antico quanto selvaggio e desolato di una grande montagna. L'uomo camminava da molto ed aveva molta sete, ad un certo punto vide un pozzo, era felicissimo perché finalmente poteva bere, ma la sua felicità durò poco: il pozzo era secco. Alzò lo sguardo e vide un villaggio desolato quanto il paesaggio stesso; la polvere, alzata dal vento entrava in tutte le tristi case abbandonate: non un ramo verde, non un segnale di vita perché la vita da tempo aveva abbandonato quel posto.

Un pochino più lontano l'uomo scorse una sagoma nera; si avvicinò per capire e notò che era un anziano signore. Era un uomo di poche parole, solitario, ma si capiva che aveva un cuore buono. L'anziano lo invitò ad entrare nella sua casa, un focolare caldo costruito in pietra, una casa semplice ma pulita e in ordine. L'anziano gli offrì la cena e un comodo giaciglio per fare trascorrere la notte al pellegrino.

Al mattino svegliandosi l'uomo vide l'anziano seduto davanti ad un tavolo con un cestino e delle ghiande; le contava; le osservava, le separava, il tutto con calma, come se nulla potesse allontanarlo da quel momento. L'uomo chiese all'anziano cosa stesse facendo e questi gli disse che aveva intenzione di piantare moltissimi alberi, ogni ghianda si sarebbe trasformata in un albero, almeno nella sua speranza. L'uomo fu colpito e gli augurò ogni bene, lo ringraziò, lo salutò e se ne andò.

Ma come era potuto succedere, aveva chiesto, ed il vecchio gli aveva spiegato che gli alberi crescendo avevano trattenuto l'acqua e le nevi, per questo la sorgente aveva ripreso a gettare acqua, per questo il villaggio si era rianimato. Quel vecchio, nella sua solitudine, mentre gli occhi del mondo piangevano i morti in guerra, lui fermo, nella sua intenzione, aveva regalato alla terra qualcosa di meraviglioso: la vita.
E nel villaggio vissero tutti felici e contenti.