FESTA DELLA LIBERAZIONE

25 Aprile

STORIA DI UNA GIORNATA MEMORABILE

In occasione dell’anniversario della Liberazione del nostro Paese dal nazifascismo, avvenuta il 25 aprile 1945,la scuola primaria G. Rodari di Gattolino ha voluto fortemente RICORDARE quello storico evento. Un’attenzione particolare è stata dedicata alla prospettiva dei testimoni che hanno vissuto quel momento storico.

DIARIO DI GUERRA

Scorrendo le pagine del diario personale del parroco di Gattolino, Don Pietro Burchi, è possibile trovare il resoconto dell’ occupazione tedesca di Cesena e delle campagne limitrofe.

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13 maggio 1944.

Oggi alle 14.30 hanno bombardato Cesena dall’ aria. Dalla finestra della mia camera a Gattolino ho visto lo scoppiare delle bombe gettando in alto terra e detriti con immensi fragori. Tutte le donne, anche qui in campagna, piangevano. 

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3 giugno 1944.

Moltissimi cesenati hanno sfollato in campagna. Gattolino è pieno. Si può dire che la popolazione è aumentata di un terzo.

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23 giugno 1944.

Da ieri l’ altro i tedeschi si sono sparsi anche qui a Gattolino in una certa quantità e hanno invasa la canonica portando un cannone sotto il mio pergolato colla bocca verso il mare. La canna è lunga sei o sette metri. Sono buoni e non molestano nessuno. Mangiano molto e la sera suonano e cantano; son convinti di vincere.

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29 giugno 1944.

Oggi la povera città di Cesena è stata bombardata quattro volte. Stavo pranzando quando il rumore di cinque apparecchi che alti venivano dal mare mi ha fatto correre in vetta al campanile: e già vortici di fumo nero salivano dalla zona della stazione e del mercato; e dopo pochi minuti un’ altra formazione ha ripetuto l’ attacco: fumo nero e fragore d’ incendio e di scoppi, punteggiati da scoppi più forti, si sono levati immediatamente. 

5 luglio 1944.

Giorno di spavento grandissimo a Gattolino. Tutti dormivano abbastanza tranquilli nei loro letti quando uno scoppio improvviso li ha svegliati di soprassalto. Una bomba era caduta alla Calabra a ponente della scuola sulla terra del parroco di S. Agostino. E ognuno s’è alzato con l'anima piena di sgomento. Dopo alcuni minuti è apparso nel cielo, proprio qui sopra Gattolino, un bengala.
La sua luce gialla ha illuminato d’un bagliore sinistro tutto:campi e case. Dalle case s’è levato il grido delle donne e dei bambini terrorizzati. Mi sono gettato addosso una veste e sono corso sotto il campanile, dove ho trovata mia sorella con una bambina di uno sfollato ch’è in canonica. Mentre varco nel buio (la luce era venuta meno) la soglia della porta che mette nella torre un fragore d’una potenza terrificante m’ha colpito; altri scoppi e fragori più forti del primo si sono seguiti rapidissimi; lo spostamento d’ aria m’ha gettato a terra. Ovunque tintinnii di vetri infranti, schianti di porte e di finestre, stridi di persone. Dopo alcuni minuti s’è sentito bombardare Cesena.

13 luglio 1944.

Nel tardo pomeriggio di ieri due ribelli hanno disarmato a viva forza un soldato tedesco in un punto della via Gattolino - Ruffio. Chiodi per forare le gomme degli autocarri sono stati seminati alcuni giorni fa sulla via cervese.

16 luglio 1944.
Questa mattina dalle 2 alle 3 è arrivato un folto gruppo di cavalleria qui a Gattolino ed ha occupate varie stalle e camere. In canonica dormono due tedeschi.
I principali partiti antifascisti sono organizzati clandestinamente e funzionano nei paesi qui vicino e credo anche a Cesena. Vanno tenendo adunanze ora riuniti, ora separati in case o nei campi.

Brani tratti da “La bicicletta di Bartali”

Il bene si fa ma non si dice.

Gino Bartali

Con queste parole Gino Bartali spiegò al figlio ciò che aveva fatto durante gli anni della guerra. All'epoca il ciclismo era lo sport più amato nel Paese, più del calcio, era un'occasione di festa e di svago.

Verrà il momento che potrai raccontare a tutti ciò che ho fatto e te ne accorgerai da solo. Io voglio essere ricordato per le mie imprese sportive e non come un eroe di guerra. Gli eroi sono altri. Quelli che hanno patito nelle membra, nelle menti, negli affetti. Io mi sono limitato a fare ciò che sapevo fare meglio. Andare in bicicletta.

Bartali trasporta documenti falsi. Li trasporta nel telaio della bicicletta da corsa verde, appena sotto il sellino. Un po’ come i messaggi nella bottiglia che il naufrago getta alle onde nella speranza che qualcuno li legga e lo venga a salvare.
Ma come - starete pensando - falsificare documenti è un reato e un campione come lui ora si mette a infrangere la legge? 
Sì. Sì perché ci sono casi in cui infrangere la legge è l’ unica cosa giusta da fare. E questo è uno di quei casi. 

I documenti che Bartali trasporta sotto il sellino consegnano una nuova identità agli ebrei che alcuni religiosi nascondono in vari conventi in Toscana. Sono documenti così ben fatti che qualsiasi tedesco o fascista che si trovasse ad esaminarli non avrebbe dubbi a proposito della loro autenticità.

Bartali ha appena preso i documenti da Assisi e se ne sta tornando a Firenze. Bartali percorre la distanza che separa Assisi da Firenze con tanta foga che sembra mangiarsela. E quando è lui a percorrerla, quella distanza unisce, non divide. Sono 185 chilometri ad andare e 185 a tornare. Ma cosa sono per Bartali, in sella alla sua bicicletta verde, 370 chilometri! Li vola! La spola Firenze - Assisi - Firenze con i documenti sotto il sellino Bartali l’ ha già fatta una quarantina di volte e, puntualmente, ogni volta il paesaggio muta in qualcosa.
 Sono dettagli, ma una volta il bosco è più rado della volta precedente e c’è puzzo di bruciato; dopo quel tornante si vedeva un campanile, ma stavolta non c’è più; oppure il ponte su quel fiumiciattolo è crollato e non c’è altra soluzione che tornare indietro e perdere altro tempo. Vallo a sapere che ti aspetta dopo un tornante, potrebbe esserci qualsiasi sorpresa.
Solo quando gareggia Bartali si sa cosa non ci sarà: un altro corridore.