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PON ITALIANO-TEATRANDOA.S. 2021/2022
Salvatore Tammaro 3GI ITI Medi.


Indice
L'inizio della guerra.
Capitolo 1. L'inizio della guerra.
Capitolo 2. La decisione di Paolo.
Capitolo 3. Verso il Fronte.
Capitolo 4. Una nuova amicizia.
Capitolo 5. Il grande giorno.
Capitolo 6. Un aiuto da Dio.
Capitolo 2. La decisione di Paolo.
Capitolo 3. Verso il Fronte.
Capitolo 4. Una nuova amicizia.
Capitolo 5. Il grande giorno.
Capitolo 6. Un aiuto da Dio.
Ci troviamo a Napoli nell'agosto del 1939, dove un giovane ragazzo di 19 anni, Paolo Ricci inizia i suoi studi di medicina, perché lui desidera diventare un famoso medico. Esattamente un mese dopo gli inizi degli studi, a settembre del 1939, nel centro dell'Europa scoppia la seconda guerra mondiale, nel mentre Paolo continua i suoi studi per diventare medico. Un anno dopo l'inizio della stessa, Benito Mussolini annuncia l'entrata in guerra dell'Italia al fianco della Germania. Il padre di Paolo fu costretto ad arruolarsi nell'esercito anche se era contrario agli ideali di Mussolini. Quest'ultimo prima di partire verso il fronte dice al figlio che qualunque cosa succeda, lui deve continuare gli studi di medicina perché non deve smettere di rincorrere i suoi sogni. Qualche mese dopo arrivò la notizia nella casa di Paolo che purtroppo il padre morì sul fronte combattendo valorosamente per la propria Patria. Paolo venendo a conoscenza di questa notizia all'inizio decise di lasciare gli studi, ma dopo ricordandosi delle parole del padre li continuò.
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L'inizio della guerra.
Capitolo 1. L'inizio della guerra.
Capitolo 2. La decisione di Paolo.
Capitolo 3. Verso il Fronte.
Capitolo 4. Una nuova amicizia.
Capitolo 5. Il grande giorno.
Capitolo 6. Un aiuto da Dio.
Capitolo 2. La decisione di Paolo.
Capitolo 3. Verso il Fronte.
Capitolo 4. Una nuova amicizia.
Capitolo 5. Il grande giorno.
Capitolo 6. Un aiuto da Dio.
Ci troviamo a Napoli nell'agosto del 1939, dove un giovane ragazzo di 19 anni, Paolo Ricci inizia i suoi studi di medicina, perché lui desidera diventare un famoso medico. Esattamente un mese dopo gli inizi degli studi, a settembre del 1939, nel centro dell'Europa scoppia la seconda guerra mondiale, nel mentre Paolo continua i suoi studi per diventare medico. Un anno dopo l'inizio della stessa, Benito Mussolini annuncia l'entrata in guerra dell'Italia al fianco della Germania. Il padre di Paolo fu costretto ad arruolarsi nell'esercito anche se era contrario agli ideali di Mussolini. Quest'ultimo prima di partire verso il fronte dice al figlio che qualunque cosa succeda, lui deve continuare gli studi di medicina perché non deve smettere di rincorrere i suoi sogni. Qualche mese dopo arrivò la notizia nella casa di Paolo che purtroppo il padre morì sul fronte combattendo valorosamente per la propria Patria. Paolo venendo a conoscenza di questa notizia all'inizio decise di lasciare gli studi, ma dopo ricordandosi delle parole del padre li continuò.
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La decisione di Paolo.
Verso il fronte.
Finiti gli studi, Paolo era indeciso su una decisione importante, lui desiderava diventare un medico, ma dall'altra parte voleva dare una mano sul fronte perché non voleva che le persone potessero morire come il padre. Chiese aiuto alla madre per trovare una soluzione al suo quesito, la quale gli rispose che, qualunque fosse stata la sua decisione, lei sarebbe stata sempre e comunque fiera di lui. Paolo non riusciva a darsi una risposta, era molto arrabbiato e deluso da sé stesso, ebbe anche un periodo dove per pensare senza nessuna distrazione, si isolò dalla città per nove giorni, ritirandosi in campagna. In questi giorni pensò molto, ma niente, non riusciva a trovare una risposta. Solo al decimo giorno prese una decisione: Paolo decise di aiutare i militari sul fronte perché non voleva che altre persone potessero fare la stessa fine del padre.
Erano le 22:30 circa e Paolo stava preparando la sua valigia, ad un certo punto, entrò nella stanza, il suo fratellino Andrea. Quest'ultimo abbracciò Paolo con le lacrime agli occhi, perché lui sapeva cosa era successo al padre, e non voleva che a Paolo capitasse la stessa cosa. Paolo si inginocchiò e gli dette una catenina che lui portava sempre al collo, non se ne separava mai. Gli disse che quella gliela regalò il padre quando aveva la sua stessa età, e continuò dicendo che lui sarebbe tornato sano e salvo per recuperarla. Paolo, all'alba del giorno seguente, prese il primo treno verso Brescia, in Lombardia, dove era situata la base militare in cui lui doveva fare gli allenamenti per diventare un soccorritore militare. Sul treno nella sua stessa cabina conobbe un ragazzo di Palermo, Gabriele Caruso, che anche lui era diretto verso la base militare per diventare un soccorritore.
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La decisione di Paolo.
Verso il fronte.
Finiti gli studi, Paolo era indeciso su una decisione importante, lui desiderava diventare un medico, ma dall'altra parte voleva dare una mano sul fronte perché non voleva che le persone potessero morire come il padre. Chiese aiuto alla madre per trovare una soluzione al suo quesito, la quale gli rispose che, qualunque fosse stata la sua decisione, lei sarebbe stata sempre e comunque fiera di lui. Paolo non riusciva a darsi una risposta, era molto arrabbiato e deluso da sé stesso, ebbe anche un periodo dove per pensare senza nessuna distrazione, si isolò dalla città per nove giorni, ritirandosi in campagna. In questi giorni pensò molto, ma niente, non riusciva a trovare una risposta. Solo al decimo giorno prese una decisione: Paolo decise di aiutare i militari sul fronte perché non voleva che altre persone potessero fare la stessa fine del padre.
Erano le 22:30 circa e Paolo stava preparando la sua valigia, ad un certo punto, entrò nella stanza, il suo fratellino Andrea. Quest'ultimo abbracciò Paolo con le lacrime agli occhi, perché lui sapeva cosa era successo al padre, e non voleva che a Paolo capitasse la stessa cosa. Paolo si inginocchiò e gli dette una catenina che lui portava sempre al collo, non se ne separava mai. Gli disse che quella gliela regalò il padre quando aveva la sua stessa età, e continuò dicendo che lui sarebbe tornato sano e salvo per recuperarla. Paolo, all'alba del giorno seguente, prese il primo treno verso Brescia, in Lombardia, dove era situata la base militare in cui lui doveva fare gli allenamenti per diventare un soccorritore militare. Sul treno nella sua stessa cabina conobbe un ragazzo di Palermo, Gabriele Caruso, che anche lui era diretto verso la base militare per diventare un soccorritore.
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Una nuova amicizia.
Il grande giorno.
Gabriele era un 21enne di Palermo. Era un ragazzo solare e pieno di energie, con tanta voglia di aiutare il prossimo. I due strinsero subito amicizia e mentre erano sul treno, questi ultimi si raccontavano vicende della propria vita, ad un certo punto, Gabriele chiese a Paolo qual era il motivo per il quale si fosse arruolato, Paolo quasi con le lacrime agli occhi gli rispose, che lui non voleva che altre persone morivano sul fronte come è successo con il padre. Gabriele lo confortò dicendogli che lui poteva capirlo perché aveva perso il padre quando aveva appena quattro anni per una rara malattia, e la madre invece lo ha abbandonato in un orfanotrofio di Palermo. Arrivati a Brescia, lì conobbero il loro superiore, Il comandate Mario Ferrari, un uomo molto disciplinato e duro di carattere. I due, guardando la faccia del comandante, quasi tremavano di paura. Le loro giornate cambiarono totalmente, si alzavano la mattina presto per iniziare ad allenarsi e quando scoccavano le otto di sera cenavano e poi andavano a dormire perché il giorno dopo dovevano alzarsi di nuovo presto.
Passarono due settimane da quando Paolo e Gabriele arrivarono a Brescia, e i due ragazzi continuavano ad allenarsi duramente. Quando un giorno girava voce nel campo di addestramento che morirono molti soldati sul fronte francese e che quindi i nuovi arrivati dovevano recarsi lì. Infatti neanche due giorni dopo molti ragazzi tra cui Paolo e Gabriele furono convocati per recarsi sul fronte. Paolo mentre preparava la sua roba, gli capitò tra le mani un vecchio rosario della madre, e decise di portarselo con sé. Dopo quattro giorni di viaggio i ragazzi furono scaricati presso un campo militare temporaneo che si trovava vicino al fronte, posarono la loro roba e si recarono sul fronte, dove d'impatto i due ragazzi si trovarono nel bel mezzo degli spari. Il comandate Ferrari, affermò che c'erano dei sopravvissuti e che li dovevano recuperare per portarli in salvo. Allora quell'esercito formato da ragazzi molto giovani iniziarono ad avanzare per recuperare i primi feriti, non appena recuperati partiva il primo incarico di Paolo e Gabriele come soccorritori militari, ovvero portare i sopravvissuti in una zona sicura dove poi potevano essere curati.
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